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'L’ARDITO' vince il Premio Acqui Storia 2017 [ di ]

Le Giurie del Premio Acqui Storia, riunitesi in Acqui Terme, hanno designato i vincitori della 50° edizione del Premio. Nato nel 1968 per onorare il ricordo della “Divisione Acqui” e i caduti di Cefalonia nel settembre 1943, questo Premio è divenuto negli ultimi dieci anni uno dei più importanti riconoscimenti europei nell’ambito della storiografia scientifica e divulgativa, del romanzo storico e della storia al cinema ed in televisione, ottenendo un importante rilancio scientifico, culturale e mediatico ed una grande visibilità internazionale, tanto che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deliberato una speciale targa in bronzo da lui firmata per i 50 anni del Premio.

Per la sezione del romanzo storico ha vinto Roberto Roseano con “L’Ardito”, Itinera Progetti Editore.
“Tutti hanno qualche bel racconto da narrare” ci ha detto l’autore. “Io ne avevo uno straordinario, tragico ed eroico al tempo stesso, in cui la grande storia della prima guerra mondiale si intreccia con la piccola storia di un ragazzo che si è trovato a combattere su quasi tutti i campi di battaglia del fronte italiano. Ho potuto raccontarla solo grazie al caso, che ha evitato a quel ragazzo di incontrare sulla sua strada una granata, un proiettile o una semplice scheggia di ferro. Quel ragazzo era mio nonno!”
Il protagonista del libro, Pietro Roseano, nato nel 1896 a Chiusaforte (UD), nell’autunno del 1915 viene arruolato in fanteria, 207° Reggimento della brigata Taro, e combatte in Trentino (maggio 1916) e sulla Bainsizza (agosto 1917). In settembre col grado di sergente entra volontario nella famosa scuola d’assalto della 2a Armata diretta dal tenente colonnello Giuseppe Bassi a Sdricca di Manzano, vicino a Udine. Si trova così a vivere in prima persona la nascita e l’epopea di un corpo leggendario della prima guerra mondiale, gli Arditi.
In ottobre prende parte a numerosi scontri a fuoco per difendere il ripiegamento del Regio Esercito dopo Caporetto ed è tra gli ultimi ad attraversare il Piave sul ponte di Vidor, poco prima che venga fatto brillare. A fine gennaio 1918, con il II reparto d’assalto partecipa alla battaglia dei Tre Monti sull’altipiano d’Asiago per la conquista del Monte Valbella, la famosa “vittoria ad ogni costo”. In giugno il suo reparto, rinumerato XXII, entra a far parte della Divisione d’Assalto e combatte sul basso Piave, tra Zenson e Fossalta, in quella che D’Annunzio chiamerà la battaglia del Solstizio, guadagnandosi il grado di sergente maggiore. Infine la notte del 26 ottobre è tra i primi ad attraversare il Piave in piena e dopo aspri combattimenti contribuisce a liberare il paese di Moriago, aprendo la strada alle truppe che dilagheranno nella piana della Sernaglia in quella che verrà poi definita la battaglia di Vittorio Veneto.
Il libro narra in modo fluido e avvincente quegli eventi attraverso gli occhi di chi li ha vissuti personalmente rischiando la ghirba.
Così come il protagonista, anche l’autore è friulano di nascita, ma dal 1986 vive a Bergamo e lavora a Milano nel settore della comunicazione. “Inutile dire che sono molto felice di questo prestigioso riconoscimento letterario in campo storico. Spero che questo Premio contribuisca a far conoscere al largo pubblico le vicende degli Arditi. Esaltati ed ammirati quando c’era bisogno del loro coraggio, ma poi sciolti frettolosamente, messi in disparte e progressivamente dimenticati.”

“L’Ardito” è il primo romanzo di Roberto Roseano.
In seguito ha realizzato il volume “Arditi - Decorati e Caduti 1917-20”, in collaborazione con Giampaolo Stacconeddu, anche lui nipote di un ardito del XXII. Frutto di una minuziosa ricerca storica durata oltre un anno, l’opera raccoglie, reparto per reparto, 3.625 motivazioni alle medaglie al valore conferite a 3.143 arditi e l’elenco di 3.145 caduti.
Attualmente sta scrivendo il sequel de “L’Ardito” per narrare le vicende del XXII reparto dal 4 novembre 1918 alla fine del 1920 (missione in Libia, missione in Albania e impresa di Fiume, cui partecipò l’intera 2a compagnia).
Infine, da alcuni anni Roseano amministra una pagina Facebook attraverso cui raccoglie e condivide foto e documenti sugli Arditi https://www.facebook.com/ArditiXXII/

Motivazione del Premio Acqui Storia 2017 a “L’Ardito” di Roberto Roseano:
In perfetto equilibrio fra romanzo, diario familiare, quaderno di guerra e saggio, “L'Ardito” racconta le vicende belliche di un membro dei Reparti d'Assalto italiani durante la Grande Guerra. In questo 2017, in cui ricorre il centenario della nascita dei Reparti d'Assalto, fiore all'occhiello del Regio Esercito, Roseano rende l'epopea di quei duri combattenti, mescolando una scrittura brillante e moderna col lessico da trincea e i dialetti regionali usati dai soldati. Il tutto è saldamente ancorato alla realtà storica da un ricco apparato di note, bibliografia, foto e cartine geografiche. Il canovaccio narrativo della scoperta da parte del nipote delle imprese belliche del nonno è altamente simbolico nel centenario della Prima guerra mondiale, in Italia colpevolmente trascurato dai media e dalle istituzioni. Roseano rappresenta gli Arditi nella loro colorita umanità, che non può essere travisata dalle ideologie, dai giudizi morali, dai pregiudizi, ma solo raccontata per quello che era. Fiera e feroce, in uno scenario drammatico, in cui non ci sono “puri spiriti”, ma uomini, fatti di carne e di sangue, che amano, odiano, uccidono, ridono e piangono, all’interno di una realtà inevitabilmente tornata primordiale ed elementare.


Le altre due sezioni letterarie del Premio sono state vinte da:
Andrea Wulf con “L'invenzione della natura. Le avventure di Alexander von Humboldt, l'eroe perduto della scienza”, Luiss University Press, nella sezione storico-divulgativa;
Hubert Heyriès con “Italia 1866. Storia di una guerra perduta e vinta”, Il Mulino, nella sezione scientifica.

Il premio “Testimone del Tempo” è stato assegnato al giornalista e scrittore Massimo Fini e all’ex Ministro dei Lavori Pubblici Nerio Nesi.
Infine, il Premio speciale “Alla Carriera” è stato conferito a Domenico Fisichella, professore all’Università di Firenze, alla Sapienza ed alla LUISS di Roma, Vicepresidente del Senato e Ministro dei Beni Culturali e Ambientali.

La cerimonia di premiazione della 50° edizione del Premio Acqui Storia ha avuto luogo sabato 21 ottobre al Teatro Ariston di Acqui Terme, condotta da Roberto Giacobbo, giornalista, docente universitario, conduttore ed autore televisivo di programmi di successo quale “Voyager - Ai confini della conoscenza”.

Carlo Sburlati, che ha curato il Premio negli ultimi undici anni, portandolo da una media di 25 volumi partecipanti annualmente a circa 200, ha rimarcato l’eccezionale copertura mediatica su quotidiani e televisioni di questa 50° edizione del Premio Acqui Storia, anche per la presenza di opere innovative sulla storiografia italiana ed internazionale e a ulteriore conferma dell’autorevolezza acquisita dal Premio a livello europeo in questi ultimi anni. Negli ultimi anni hanno calcato il Teatro Ariston di Acqui Terme per ritirare i premi Carlo Verdone, Pupi Avati, Folco Quilici, Enrico Vanzina, Pier Francesco Pingitore e Claudia Cardinale, Stefano Zecchi, Mario Cervi, Giuseppe Vacca, Bruno Vespa, Maurizio Molinari, Vittorio Feltri, Ezio Greggio, Livio Berruti, Marcello Veneziani, Gabriella di Savoia, Uto Ughi, Gianpaolo Pansa, Valerio Massimo Manfredi, Franco Battiato, Massimo Ranieri, Simone Cristicchi, Maurizio Belpietro, Franco Cardini, Mario Orfeo, Paolo Isotta, Pietrangelo Buttafuoco, Dario Ballantini, Gigi Marzullo, Piero Angela, Antonio Patuelli, Giorgio Albertazzi, Italo Cucci, Giuseppe Galasso e tanti altri.

Documento inserito il: 22/11/2017
  • TAG: premio acqui storia, arditi, itinera progetti, grande guerra, regio esercito, roberto roseano

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