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Il Neolitico

Il Neolitico è il periodo preistorico che fa seguito al Mesolitico e termina con l’età dei metalli. Si contraddistingue per le notevoli innovazioni litotecniche, per l’uso della levigatura nella lavorazione della pietra, ma soprattutto per i sostanziali mutamenti nel modo di vivere dell’uomo. Il più importante di questi mutamenti è costituito dal passaggio da un’economia basata principalmente sulla caccia e la raccolta, ad un tipo di economia produttiva basata sull’agricoltura e l’allevamento degli animali. Infatti, intorno alla metà dell’VIII millennio a.C.si giunse alla coltivazione di cereali in una vasta zona compresa tra l’Anatolia orientale, il nord dell’Irak, la Palestina e l’ovest dell’Iran. Tra gli animali, la prima ad essere addomesticata fu la pecora intorno al 9.000 a.C, il maiale agli inizi del VII millennio a.C., il bue risultava già presente come animale domestico alla metà del VII secolo a.C. nella regione della Tessaglia. Tra il VII ed il VI millennio, queste innovazioni raggiungono anche lRsquo;Africa del nord iniziando a diffondersi anche in Europa. Nelle epoche precedenti e anche successive al Neolitico, i contenitori necessari alla vita quotidiana, venivano generalmente costruiti con materiali deperibili quali legno, vimini, pelle, ecc. Purtroppo, solo eccezionalmente ed in condizioni territoriali particolari possono essere rinvenuti durante gli scavi oggetti prodotti con questi materiali. Con l’invenzione della ceramica avvenuta nel Neolitico, e grazie alla resistenza di questo tipo di materiale, viene consentito di seguire l’evoluzione, gli scambi, i gusti e le mode degli uomini vissuti in quel periodo. La ceramica costituisce infatti il miglior strumento per riconoscere e suddividere le varie culture neolitiche. Gli insediamenti assumono dimensioni sempre maggiori e divengono più stabili. Per ricavare maggiori porzioni di terreni coltivabili in zone boschive, si procedeva con il disboscamento tramite lRsquo;incendio di una parte di bosco. Le prime piante commestibili coltivate nel Neolitico furono il grano, il miglio, l’orzo e in epoca successiva le fave, i piselli, le lenticchie ed il lino. Inizialmente per la semina si usava praticare dei fori sul terreno utilizzando delle zappe realizzate in pietra o in corno e, successivamente con i primi tipi di rudimentali aratri. Per mietere venivano adoperati dei falcetti composti da un supporto in legno nel quale erano inserite una serie di lamette di selce. I semi ricavati dalla trebbiatura, venivano successivamente frantumati utilizzando macine in pietra e pestelli, divenuti utili indicatori della pratica agricola. Parte del tempo veniva dedicata all’accudimento degli animali, all’edificazione e alla costruzione delle capanne, oppure al confezionamento degli abiti in pelle. La tessitura della lana e delle fibre di lino è testimoniata dal ritrovamento di fusaiole e pesi da telaio, che comparvero solo sul finire del Neolitico. Nello stesso periodo apparirono le asce levigate; esse erano ottenute da ciotoli in pietra verde levigata con sabbia e acqua al fine di ottenere un lato tagliente. La selce con la quale venivano fabbricati gli utensili da taglio proveniva molto spesso da luoghi situati lontano dagli abitati. Ciò fa pensare che molto probabilmente esistevano dei gruppi di cavatori che si dedicavano esclusivamente all’estrazione ed al commercio di questa materia prima. A partire dal V millennio a.C. si sviluppa il commercio dell’ossidiana, un materiale estremamente prezioso in quel periodo e dal quale si ricavavano lame estremamente taglienti. Questo vetro vulcanico veniva estratto da giacimenti presenti solo in poche isole : le Eolie, la Sardegna, l’isola di Pantelleria e Ponza nell’attuale territorio italiano e sull’isola greca di Melos in Egeo. La sua diffusione investe tutta l’Europa preistorica. Con l’analisi delle sue componenti si può risalire alla regione di provenienza e di conseguenza diventa possibile disegnare una mappa degli scambi e dei contatti avvenuti. Durante il Neolitico veniva praticato dalle popolazioni neolitiche mediterranee, il culto di una divinità femminile, il culto della fertilità. Già praticato dalle popolazione del Paleolitico Superiore, stava a simboleggiare la fecondità non solo umana ma anche della terra. Numerose statuette con sembianze femminili e denominate Veneri, sono state rinvenute nella maggior parte dei siti neolitici mediterranei. Mentre nelle epoche precedenti del Paleolitico e del Mesolitico i morti venivano sepolti in posizione supina, nel Neolitico venivano sepolti adagiati su di un fianco, quasi in posizione fetale. Nel Neolitico antico, le sepolture sono prive di corredo funebre e deposte in semplici fosse scavate nel terreno. Nel Neolitico più recente il corpo veniva deposto in una specie di cassa realizzata con lastre di pietra o in una fossa delimitata da pietre disposte in circolo. La struttura degli abitati neolitici mostrano notevoli diversità dovute, oltre che dal tipo di organizzazione socioeconomica dell'insediamento, anche dalle condizioni ambientali e geomorfologiche del sito prescelto. Nell’Italia settentrionale solitamente le comunità erano composte di pochi elementi, mentre nel centro e nel sud erano più numerosi. Solitamente, in pianura venivano scelti i terreni più elevati al fine di permettere un più veloce scorrimento delle acque piovane sia dal centro abitato che dai campi coltivati. Il Neolitico Medio segna la nascita della cultura detta dei Vasi a Bocca Quadrata, intorno al IV millennio a.C., che ha il proprio sviluppo in tutte le regioni dell’Italia settentrionale. Sulla base dei diversi stili e delle decorazioni della ceramica, essa viene suddivisa in tre fasi cronologiche: l’Antica, che presenta decorazioni graffite o leggermente incise; la Media, con decorazione excise con motivi a spirali e meandri; la Finale, con decorazioni impresse e incise. Quest’ultima fase è limitata unicamente all’est della Lombardia, e al Triveneto, mentre le altre regioni settentrionali sono ormai interessate ad una nuova fase culturale detta Cultura della Lagozza. Considerata di provenienza occidentale per via delle affinità con le contemporanee culture sviluppatesi in Francia ed in Svizzera, viene inquadrata cronologicamente nel Neolitico Superiore. I caratteristici vasi in ceramica levigata di colore nero lucido, sono spesso privi di anse e talvolta dotati di prese a tubercoli forati. Làaffermarsi di questa cultura coincide con i primi secoli del III millennio a.C. e la sua durata varia a seconda delle zone di espansione.


Nell'immagine, vaso biconico risalente al Neolitico
Documento inserito il: 19/12/2014
  • TAG: neolitico, allevamento nel mesolitico, agricoltura nel mesolitico, attività nel mesolitico

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