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Perché non ci devono chiamare 'figuranti'

Leggendo articoli di giornale riguardanti la descrizione di un evento rievocativo, mi capita sempre più spesso di notare che i giornalisti non utilizzano il termine “rievocatori storici”, ma bensì prediligono il termine “figuranti”.
Ritengo che alla base di questo errore commesso da alcuni giornalisti, non ci sia solo un equivoco semantico, ma una certa carenza di conoscenza, chiamiamola pure ignoranza, del mondo della rievocazione storica.
Con il termine “figurante” si indica la “comparsa”, ossia l’attore di scarso rilievo che fa presenza in una scena al fine di abbellirne la coreografia. Insomma una persona che viene vestita con un “costume di scena”, il cui unico compito è quello di muoversi in un set cinematografico o in una coreografia teatrale. Costui non deve conoscere necessariamente gli arnesi che indossa, né deve comprendere le fonti storiche da cui è stata tratta la sceneggiatura, egli è poco più di un manichino vivente.
A differenza del figurante, il rievocatore storico è un signore (o signora) che, spinto da una grande passione per un dato periodo storico, ha passato del tempo a documentarsi su tutto quello che riguarda il personaggio che in qualche modo interpreta durante un evento. Egli investe non solo il proprio tempo libero, ma anche un discreto quantitativo di mezzi che deve investire per ricostruire più fedelmente possibile gli abiti e gli armamenti che indossa durante la rievocazione.
L’età dei rievocatori è sorprendentemente eterogenea, anzi è uno degli hobby che maggiormente permette la fusione di varie generazioni, vedendo sovente padri e figli oppure intere famiglie passare del tempo insieme. Il rievocatore “serio” non è necessariamente un accademico, anzi, spesso è una persona che nella vita quotidiana si occupa di altro: un impresario edile, un programmatore, un medico, un ingegnere, un insegnante, una autista o un infermiere. Ciò che spinge il rievocatore a una continua, e oserei dire quasi “ossessiva”, ricerca è quindi la passione, il desiderio di conoscere anche i più piccoli particolari che riguardano la costruzione degli oggetti antichi, la tessitura delle stoffe da utilizzare per confezionare l’abito storico, o le tecniche metallurgiche adottate per creare una lama.
La ricerca delle fonti è una delle attività che contraddistingue il rievocatore storico, il quale non si limita a navigare in rete, ma acquista (e legge) decine di testi – spesso in lingue straniere perché mai tradotti nella propria lingua madre – oppure passa i propri fine settimana liberi a visitare musei e gallerie d’arte nei quali sono esposti reperti originali del periodo che gli interessa.
Il rievocatore quindi non solo si documenta, ma studia, in modo metodico e sistematico, un dato periodo storico cercando di esaminare approfonditamente tutti gli aspetti più interessanti che lo riguardano al fine di “ricostruire” il più fedelmente possibile un personaggio storico, il suo comportamento e il suo ambiente.
I rievocatori storici cercano quindi di riportare in vita la storia ricostruendo repliche di reperti archeologici (armi, utensili, abiti ecc.) e usandoli durante una manifestazione. Attraverso questo processo di archeologia sperimentale si è in grado di capire in maniera più completa come funzionassero esattamente le cose, la sensazione che si poteva provare nell’indossare un certo tipo di abito o armatura, insomma riscoprire il passato.
Infatti, la rievocazione storica è un'attività con cui si intende riproporre vicende o situazioni di epoche passate, cercando di riportare in vita - per la durata dell’evento - una serie di personaggi storici. Quindi l'intento della rievocazione è quello di valorizzare e riscoprire le tradizioni storico-culturali di un popolo.
Negli ultimi anni il fenomeno della rievocazione storica – chiamato all’estero re-enacting- è stato sempre più oggetto di attenzioni da parte di un gran numero di persone che ne sono entrate a far parte. In pochi anni fare rievocazione storica è diventata una moda e i gruppi o compagnie di rievocazione si sono moltiplicati.
La loro provenienza abbraccia praticamente tutte le figure professionali e il periodo storico rievocato va dalla pre e proto-storia alla seconda guerra mondiale, passando attraverso i Celti, le legioni dell'antica Roma, il Medioevo, l'epopea napoleonica, il Risorgimento e la prima guerra mondiale.
La rievocazione storica è stata spesso confusa con attività folkloristiche, feste paesane o carnascialesche. Tuttavia, malgrado vi siano feste di paese in cui si mischiano per tradizione elementi di vario tipo come ad esempio i tamburini oppure gli sbandieratori (che sono un miscuglio tra una figura storicamente attendibile e una più propriamente spettacolistica e moderna) , lo scopo della rievocazione storica propriamente detta rimane differente.
Vorrei aggiungere, a scopo didascalico e puramente informativo, che nell’ambito della rievocazione talvolta si inseriscono erroneamente altre figure in “costume” e cioè i carnevalanti.
I carnevalanti sono come dice la parola, maschere, persone che si mascherano, indossano dei costumi da carnevale. Legati essenzialmente a questo periodo dell’anno, vivono il loro hobby come vuole il carnevale, essenzialmente in maniera ilare e scherzosa. Il carnevale è una festa che si celebra nei Paesi di tradizione cattolica ed i festeggiamenti si svolgono spesso in pubbliche parate in cui dominano elementi giocosi e fantasiosi; in particolare, l'elemento distintivo e caratterizzante del carnevale è l'uso del mascheramento buffo e divertente. Lo scopo del carnevalante non è ricreare attentamente un’atmosfera storica, e nemmeno ricostruire repliche di reperti archeologici basandosi su fonti museali. Gli abiti e gli oggetti utilizzati dai carnevalanti sono certamente molto belli e sfarzosi ma spesso frutto di fantasia, non dovendo seguire le severe regole di filologicità che regolano l’attività del rievocatore serio.
Ad onor del vero, essendo il sottoscritto un appassionato del Carnevale veneziano, devo ricordare che in alcuni carnevali italiani il mondo della rievocazione storica più accurata sfocia in una sfilata carnascialesca, come ad esempio accade a Venezia all’apertura del Carnevale. E’ un connubio stupendo ma va preso come un momento decontestualizzato dal re-enacting più puro.
Concludo con la speranza che, dopo aver letto queste mie poche righe, non solo i giornalisti, ma anche i rappresentanti delle istituzioni (assessori e consiglieri comunali), le pro-loco e i vari enti che organizzano eventi pubblici sianomaggiormente consapevoli di quello che sono i rievocatori storici e li apprezzino per lo sforzo ricostruttivo e culturale, sapendo distinguere tra chi fa rievocazione e chi fa dell’altro.

di Fabio Sansoni

Si ringrazia il Sig. Fabio Sansoni per questo Suo contributo.

Nell'immagine rievocatori storici impegnati nella ricostruziuone di una battaglia.Documento inserito il: 06/04/2015

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