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Le flotte fluviali: cardine del potere navale russo

di Leo Heiman

Le vie Le vie d'acqua internazionali hanno sempre giocato un ruolo preminente nella storia, nell'economia, nello sviluppo politico, nell'espansione territoriale e nella strategia militare dell'Unione Sovietica.
La Russia moderna iniziò la sua espansione con una catena di forti tribali e di colonie commerciali costruite lungo i grandi fiumi dell'Europa Orientale, tradizionale rotta di collegamento tra il Baltico ed il Mar Nero.
Le conquiste della Russia imperiale seguirono anch'esse i fiumi. I principi di Mosca si espansero a nord, sud, est e ovest lungo le principali vie d'acqua. Ogni campagna bellica iniziò con una battaglia per il controllo dei fiumi e terminò con la netta vittoria della parte che s'era garantita il possesso di queste vie d'acqua.
I Russi compresero molto meglio dei loro avversari questa strategia. Nel secolo XVI essi completarono la conquista dei bacini fluviali del Volga, della Kama, dell'Oka, della Dvina e dell'Onega incorporando, sotto il dominio di Mosca, vasti territori compresi tra l'Artico ed il Mar Caspio. Il secolo XVII vide l'espansione imperiale russa lungo la Neva, il Don ed il Dniepr. Ciò portò ad una serie di guerre con la Polonia, la Svezia e la Turchia, parecchie delle quali furono vinte dai Russi che basarono la propria strategia sulle operazioni fluviali e sfruttarano i vantaggi delle vie d'acqua di comunicazione. L'Ucraina, la Polonia orientale, la costa baltica e la riva nord del Mar Nero furono annesse alla Russia, le cui flottiglie fluviali s'erano irradiate per ogni dove attraverso i fiumidella lontana Siberia e dell'Europa centrale.
La Guerra civile russa del 1917/1921 vide le unità fluviali giocare un importante ruolo nel confronto tra l'Armata Rossa ed i suoi numerosi nemici. La cruciale campagna per il controllo del Volga, senza il quale il neonato stato comunista sarebbe stato annientato già ai suoi albori, venne vinta dai Rossi principalmente a causa della loro superiore tecnica nelle operazioni fluviali. Inizialmente, le cannoniere bianche si impadronirono di molti punti strategici lungo il fiume, tagliando il flusso dei rifornimenti di combustibile, grano e carbone al cuore stesso dei Soviet attorno a Mosca. Ma i marinai rivoluzionari della Flotta del Baltico, che avevano compreso la situazione, guidarono una squadriglia di caccia oceanici attraverso gli stretti canali del Sistema Marnska, entrarono nella parte superiore del Volga e liberarono la via attraverso il fiume, affondando o catturando le meno pesanti e più leggermente armate unità bianche
. Durante la guerra civile, le principali Flotte russe del Baltico, dell'Artico, del Mar Nero e dell'Estremo Oriente furono sabotate, perdute per negligenza oppure catturate dagli Alleati che aiutavano i Bianchi. Soltanto le navi da guerra ch'erano state trasferite sui fiumi rimasero sotto le rosse bandiere rivoluzionarie, per formare il nucleo della nuova Flotta sovietica dopo la guerra. Le lezioni della storia non furono diemnticate dai paesi che si preparavano alla guerra contro la Russia. La Polonia che, nel corso di alcuni secoli, s'era divisa i bacini con il suo confinante russo, investì forti risorse nelle proprie flottiglie fluviali, basate a Pinsk, nei pressi del confine sovietico. I monitori, le cannoniere, ed i posamine costruiti in Gran Bretagna, in Austria e nella stessa Polonia, venivano giudicati dagli esperti come i più moderni mezzi fluvialidegli anni trenta. Ma quando, nel settembre 1939, l'Unione Sovietica invase la Polonia, secondo gli accordi del trattato nazi-sovietico, la Flottiglia di Pinsk cadde in mano russa senza colpo ferire. La ragione fu che i Polacchi avevano misconosciuto la strategia navale sovietica, che si basava sul controllo delle rive dei fiumi, piuttosto che su operazioni condotte sui fiumi stessi. Nella guerra civile, la cavalleria sovietica seguiva le flottiglie fluviali, ripulendo le rive dalle batterie di cannoni e dai nidi di mitragliatrici avversari, coadiuvata poi, sulla via del ritorno, dagli sbarramenti d'artiglieria delle proprie navi.
Nella campagna polacca del 1939, i carri armati ed i mezzi corazzati sovietici giocarono il medesimo ruolo della cavalleria rivoluzionaria, impadronendosi delle rive dei fiumi in modo che la Flottiglia di Pinsk non ebbe altra scelta che arrendersi, oppure essere distrutta dal fuoco dei tank sovietici.
Anche i Tedeschi, che avevano studiato le tattiche fluviali sovietiche nella guerra civile e nella campagna polacca, caddero nella stessa trappola quando, nel 1941, invasero l'Unione Sovietica. Nella primavera del 1943, in seguito al disastro di Stalingrado, l'Alto Comando germanico riunì, nella Polonia occupata, una flottiglia di cannoniere corazzate, di trasporti truppe, di monitori e di unità armate con pezzi A.A., muovendola verso est, in quanto la stagione invernale russa rendeva impraticabili le strade ma i fiumi restavano sempre navigabili. L'idea generale era di prevenire uno sfondamento della Flottiglia sovietica Azov-Don verso il fiume Dniepr, la cui riva occidentale era stata fortificata come prima linea difensiva tedesca sul fronte orientale. Lo spionaggio sovietico venne a conoscenza, tramite propri agenti in Polonia, dei preparativi tedeschi. La ricognizione aerea confermò i movimenti delle unità fluviali tedesche attraverso il Dniepr e lungo i fiumi Vistola e Bug, i canali Oginsky e Krolewsky ed il grande fiume Pripet, che si immetteva nel Dniepr a nord di Kiev. A causa della superiorità aerea germanica, i bombardieri sovietici inflisero pochi danni alla flottiglia nemica, le cui navi erano mirabilmente mimetizzate e protette da numerose batterie A.A..
Ma i Tedeschi trascurarono di assicurarsi il controllo tattico di entrambe le rive del Pripet, dove esso passava attraverso il territorio controllato dai partigiani. Nel maggio 1943, le divisioni dei guerriglieri sovietici dei generali Kovpak, Fedorev e Naumov, si schierarono su un tratto di 12 miglia lungo il Pripet, ossia nelle paludi di Poleski ad ovest di Mozyr. Un reggimento di artiglieria aerotrasportato di pezzi da 76 mm, cannoni anticarro da 45 mm ed un battaglione di mortai da 82 mm, trasportati a mezzo di aerei dell'Aviazione sovietica, rafforzarono la capacità di fuoco dei partigiani, ponendoli nella condizione di attirare la flottiglia fluviale tedesca in una delle più riuscite imboscate della guerra.
La battaglia che terminò dopo 12 ore, dall'alba al tramonto, si concluse con l'affondamento o la cattura di 17 delle 23 unità componenti il convoglio tedesco. Soltanto 6 unità scamparono alla carneficina ed i Tedeschi non fecero più alcun tentativo di mandare flottiglie armate lungo il fiume. Quando nell'ottobre 1943, le cannoniere sovietiche irruppero attraverso il fiume Dniepr, l'Armata Rossa si era ormai assicurata il controllo della riva orientale del fiumi quindi si iniziarono immediatamente le complesse operazioni anfibie che portarono alla conquista della fortificata linea occidentale. Nel corso della seconda guerra mondiale, le cannoniere sovietiche, per la prima volta, operarono in fiumi liberi da ghiacci, che permettevano le operazioni anche nei mesi invernali.
Esse perfezionarono nuove tattiche fluviali, come quella del Desatno-Shturmovaya (DSG - Gruppo d?Assalto Anfibio) che consisteva principalmente in una forza meccanizzata di caccia-carri, fanteria navale ed autocarri che recavano leggere imbarcazioni d'assalto. La Task Force DSG doveva sfondare il settore operativo attraverso un varco nelle linee nemiche, penetrando mediante profonde puntate di mezzi corazzati e tentare di raggiungere le rive del successivo fiume o canale, prima che l'avversario potesse ritirarsi su una nuova linea difensiva fortificata. I numerosi caccia-carri del DSG prevennero con successo i contrattacchi delle forze corazzate nemiche, mettendo in condizioni la fanteria navale di lanciare le proprie imbarcazioni d'attacco nell'acqua e risalire o discendere la corrente, per assicurare guadi all'Esercito.
Una similare tecnica fu usata dalle grandi flottiglie fluviali che vennero accompagnate da carri armatie da artiglierie autotrainate che si muovevano lungo la riva, seguendo il sistema già sperimentato della cavalleria rossa nel corso della guerra civile. Undici flottiglie fluviali sovietiche combatterono, durante la seconda guerra mondiale, contro i Tedeschi. La più importante fu la Flottiglia del Danubio che, nel 1944/1945, consolidò il controllo sovietico sull'Europa Orientale. Essa era comandata dal contrammiraglio G.N. Kholostyakov e, fino al settembre 1944, operò sotto l'autorità della Flotta del Mar Nero, quando la resa rumena e bulgara spianò la via ad operazioni fluviali in Ungheria, Jugoslavia, Cecoslovacchia e Austria.
La Flottiglia del Danubio venne allora posta sotto il comando tattico del Secondo Fronte Ucraino, partecipando alle battaglie per Belgrado, Budapest e Vienna. Dopo il V-E Day, l'importanza politico-strategica della Flottiglia del Danubio la rese il principale mezzo di pressione sovietico sulla Jugoslavia e sulla Cecoslovacchia. A seguito della frattura, avvenuta nel 1948, tra Belgrado e Mosca, 31 unità della Flottiglia del Danubio rimasero immobilizzate per sei anni a Budapest e Vienna, fino a quando, nel 1954, a seguito della morte di Stalin avvenuta l'anno precedente, migliorarono le relazioni sovietico-jugoslave.
Al culmine della loro potenza, verso la fine della seconda guerra mondiale, le Flottiglie fluviali sovietiche del Danubio allineavano più di 200 unità d'ogni tipo, che includevano 6 monitori con cannoni da 122 mm, 51 cannoniere corazzate ed armate con un pezzo da 76 mm, 15 vedette lanciarazzi, 64 dragamine, 10 navi pattuglia e 12 rimorchiatori. Per tutta la durata della guerra, agirono di concerto con la Flottiglia del Danubio due battaglioni di Fanteria di Marina, un reggimento autotrainato d'artiglieria d'assalto e tre distaccamenti del Genio.
Seconda per importanza sul fronte sovietico-germanico fu la Flottiglia del Dniepr, al comando del contrammiraglio V.V. Grigoriev, che era penetrata nei bacini fluviali della Polonia e della Germania attraverso la rete dei canali colleganti i corsi d'acqua del Dniepr e del Pripet con quelli della Vistola e dell'Oder. Essendo stata totalmente distrutta dai Tedeschi nel 1941, la Flottiglia del Dniepr venne completamente ricostruita nel 1943, giocando un ruolo determinante nelle campagne dell'Armata Rossa in Ucraina e Bielorussia. Il controllo operativo, fino alla fine del 1944, era affidato ai Quartier Generali del Primo Fronte Ucraino, quando la flottiglia venne trasferita al Primo Fronte Bielorusso per le campagne finali in Polonia ed in Germania. Le sue cannoniere ed i suoi gruppi d'assalto presero parte alla battaglia di Berlino, quando essi assicurarono il vitale passaggio lungo i fiumi Oder e Sprea, completando così l'accerchiamento della capitale germanica da parte delle superiori forze sovietiche. La Flottiglia del Dniepr allineava circa 150 unità, includenti 30 cannoniere corazzate, 8 imbarcazioni d'artiglieria, 4 batterie galleggianti (pezzi da 152 mm howitzer su pontoni tarinati da rimorchiatori e dotati di spaciali mezzi di galleggiamento per assorbire il rinculo d'un fuoco continuato), 7 navi pattuglia, 30 dragamine, 4 posamine, 20 imbarcazioni di scorta A.A. e 34 unità veloci per raggruppamenti d'assalto.
Di grandissima importanza per lo sforzo bellico sovietico in Estremo Oriente, quando la Russia portò la sua campagna di sorpresa contro il Giappone, i cui risultati positivi per Mosca durano tuttora, fu la Flottiglia dell'Amur, al comando del contrammiraglio N. Antonov. Le sua navi sfondarono le difese giapponesi lungo i fiumi Ussuri e Sungari, piortando alla conquista di fortificazioni, delle sue industrie e di depositi di munizioni che, in seguito, si rilevarono basilari per l'Esercito Popolare di Liberazione di Mao Tse Tung. Operando sotto il controllo del Secondo Fronte Estremo Orientale, la Flottiglia dell'Amur allineava 220 unità: 8 monitori, 11 imbarcazioni d'artiglieria, 52 cannoniere corazzate, 48 dragamine, 6 posamine, 32 navi pattuglia, 14 rimorchiatori e circa 50 battelli veloci per Fanteria di Marina e Genieri.
La Flottiglia del Volga era comandata dal contrammiraglio D.D. Rogachev durante la battaglia di Stalingrado, quando le sue unità soffrirono gravi perdite, ma contribuirono ad assicurare il controllo della più importante via d'acquasovietica e ad assicurare efficienti comunicazioni , attraverso il fiume battuto dal fuoco nemico, alla guarnigione sovietica assediata. Nel 1943/1944, la Flottiglia del Volga venne ricostruita su nuove basi sotto il comando del contrammiraglio Y.A. Panteleyev, che dipendeva direttamente dalla Stavka (Quartier Generale Supremo di Stalin) di Mosca. Sul Volga non vi furono scontri con i Tedeschi, che si erano ritirati in direzione del Dniepr e del Danubio, ma i bombardieri della Luftwaffe attaccarono i convogli russi lungo il fiume, affondando chiatte di combustibile, frumento e carbone, posando mine e colpendo trasporti truppe. Nella sola estate del 1943, 8000 navi ed imbarcazioni risalirono il Volga con cibo e combustibile, per la Russia affamata. Per agire contro la minaccia dell'aviazione germanica, la Flottiglia fu organizzata come una forza anti-aerea, di dragaggio e di scorta. Essa comprendeva oltre 280 unità, includenti 120 imbarcazioni di scorta, 92 dragamine, 29 rimorchiatori e 14 batterie piazzate in punti strategici.
A seguito della resa tedesca nel 1945, le unità della Flottiglia del Volga vennero assorbite dalla forza del Mar Caspio del contrammiraglio F.L. Sedelnikov. La Flottiglia unificata Volga-Mar Caspio che comprendeva 4 caccia, 12 cannoniere, numerosi mezzi da sbarco, venne destinata ad aumentare la pressione politico-strategica sull'Iran. Ma quando i Sovietici si ritirarono dall'Iran del nord ed abbandonarono la repubblica popolare filosovietica dell'Azerbaijan persiano, la Flottiglia Volga-Mar caspio ritornò al suo primario ruolo difensivo.
Vi furono sei altre Flottiglie fluviali, più piccole ma non per questo meno importanti per lo sforzo bellico sovietico nella seconda guerra mondiale. La Flottiglia Azov-Don, operante lungo il basso Don e presso le spiagge dell'interno Mare di Azov, era comandata dall'allora contrammiraglio S.S. Gorshkov, ora ammiraglio della Flotta e Comandante supremo delle Forze Navali sovietiche.
La Flottiglia Dvina-Belomoroperava lungo il fiume Dvina ed il Mar Bianco, proteggendo l'arrivo dei convogli alleati ad Archangelsk, dragando mine ed impedendo un forzamento, da parte degli U-Boote, dell'esposta costa artica dell'Unione Sovietica.
Flottiglie armate operarono anche sui laghi Onega, Ladoga e Chudskoye e sul fiume Beresina nella Bielorussia. Soltanto due Flottiglie sono sopravvissute alla ricostruzione postbellica ed all'introduzione di nuovi concetti tattici. Le forze fluviali dell'Amur e del Danubio, ricreate attorno al 1960 su nuove basi tecniche, hanno ora assunto un'importanza politico-strategica molto al di là delle loro dimensioni.
La potente Flottiglia del Danubio e le sue squadriglie di mezzi anfibi pongono un ben definito pericolo ai dissidenti stati comunistidella Romania e della Jugoslavia. La Flottiglia dell'Amur, invece, è certamente destinata ad un eventuale confronto con la Cina comunista. La Flottiglia del Danubio staziona adesso nel delta del fiume, dove i Sovietici, a seguito dell'annessione della Bessarabia nel 1944, controllano un tratto di 100 Km. La base principale ed il Quartier Generale sono ad Izmail, che funge da centro amministrativo dell'SDPG, la vasta rete di linee di navigazione russe che congiungono, lungo il Danubio, l'Unione Sovietica all'Europa centrale. A Kilia, ex porto rumeno a 47 Km dall'imboccatura del fiume, sono sistemati i cantieri, le officine di riparazione, depositi di combustibile e centri di addestramento. La Flottiglia del Danubio è organizzativamente divisa in tre Brigate Fluviali: Artiglieria, Guerra Anfibia e Operazioni Mine. Le unità tattiche sono combinate in Task Force (GRK - Gruppa Retc nkh Korabley) poste al di fuori del comando flottiglia, per agire in situazioni contingenti. A parte le imbarcazioni picchetto radar, che pattugliano l'estuario del fiume ed operano sotto l'Amministrazione delle Forze di Frontiera (Sicurezza), la Flottiglia del Danubio è accreditata di una linea di 100 unità, 2 battaglioni di "Berretti Neri" ed una forza organica di carri anfibi d'esplorazione tipo PT-76.
Nell'eventualità di operazioni belliche contro la Romania o la Jugoslavia, la Flottiglia del Danubio dovrebbe forzare il fiume in direzione di Belgrado, utilizzando le medesime tattiche che, durante la seconda guerra mondiale, hanno contribuito ad infrangere la resistenza tedesca: un'avanzata parallela di unità corazzate lungo la riva del fiume e sbarchi di fanteria, portata da battelli d'assalto, nei punti chiave lungo il Danubio. In questa eventualità la Flottiglia del Danubio dovrebbe godere d'una completa protezione dall'aria, per l'assoluta superiorità dell'Aviazione sovietica rispetto a quelle della Romania e della Jugoslavia, e le sue unità colpire molto più violentemente di quelle della seconda guerra mondiale, trattandosi di navi progettate e costruite nel 1957/1961, per operazioni fluviali in caso di guerra atomica. Oltre a queste unità vi sono parecchie vecchie navi pattuglia, imbarcazioni d'assalto, autocarri anfibi, pontoni a motore ed altro equipaggiamento sviluppato in Russia per operazioni fluviali.
La Flottiglia dell'Amur è più grande di quella del Danubio, ma allinea diverse unità anziane, come le cannoniere nipponiche catturate dai Sovietici in Manciuria nel 1945, modernizzate con armi più efficienti, radar e apparati di comunicazione. Il fulcro della Flottiglia dell'Amur è rappresentato da 14 cannoniere corazzate tipo BK-5 (150 tonn. 2-100 mm - 2 torrette di carri armati tipo T55 - e IV-25 mm A.A., 20 nodi). Anche alcune navi pattuglia tipo Artillerist (280 tonn., I-76 mm A.A., II- 37 mm A.A., II mitragliere, 22 nodi) ormai tolte dal servizio attivo, si crede siano state trasformate per servizio fluviale sull'Amur.
La Flottiglia opera su due divisioni basate a Blagoveshtshensk e Khabarovsk (Flottiglia Comando, depositi addestrativi ed installazioni principali a Khabarovsk). La prima divisione (a Blagoveshtshensk) è posta all'entrata della Manciuria lungo il fiume Sungari. La seconda opera lungo i fiumi Amur ed Ussuri.
Ciascuna divisione ha una brigata d'artiglieria, che comprende cannoniere corazzate, imbarcazioni d'artiglieria ed altre unità pesantemente armate ed in grado di assicurare un supporto di fuoco, una brigata per pattugliamento con dragamine, unità picchetto, imbarcazioni veloci d'assalto. Nessun squadrone anfibio, sulla falsariga di quello esistente sul Danubio, è stato ancora segnalato con la Flottiglia dell'Amur.
Nel Mar Caspio non v'è una regolare forza navale ed attualmente, almeno da quanto si è potuto accertare, nemmeno sul Volga esiste una Flottiglia fluviale. La forza del Dniepr è stata egualmente sciolta ed alcune delle sue ormai anziane unità sono passate alla Polonia, per compiti di pattugliamento lungo i minori fiumi Vistola ed Oder.

Conclusione
Riassumendo, la storia russa è così strettamente connessa alle operazioni fluviali che le moderne campagne militari sovietiche sono semplicemente incomprensibili senza considerare le flottiglie fluviali., che riuniscono potenza di fuoco, mobilità e capacità anfibia alle operazioni terrestri. Grazie a queste flottiglie, l'Armata Rossa, durante la scorsa guerra, aggirò, attraverso i fiumi, gli ostacoli alle rotte di attacco ed alle sue linee di comunicazione.
L'impatto politico-strategico delle flottiglie fluviali sovietiche, dislocate sui vulnerabili fianchi di paesi giudicati poco amichevolmente da Mosca, fa pesare il suo effetto tattico in talune circostanze. E con la Russia che dipende essa stessa dai fiumi, per trasporti e comunicazioni, il controllo di queste vie d'acqua internazionali , attraverso flottiglie dotate di elevata mobilità, rimane un concetto essenziale della dottrina strategica sovietica.

Questo articolo è stato pubblicato sul numero 53 del febbraio 1969 della rivista Interconair Aviazione e Marina, che purtroppo ha cessato alla fine degli anni '70 le pubblicazioni.
Documento inserito il: 25/09/2016
  • TAG: flottiglia, cannoniere, flotta fluviale, unione sovietica, armata rossa, flotta russa

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