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La compassione di Gesù con le donne [ di Yuri Leveratto ]

Nei Vangeli si nota spesso che Gesù parla apertamente alle donne anche non appartenenti all’etnia dei Giudei, spesso in aperta contraddizione con le norme del tempo. Gesù ridà quindi dignità alle donne e le pone in un piano assolutamente paritario con quello degli uomini.
I Vangeli registrano diversi casi in cui Gesù raggiunge donne emarginate, che soffrono silenziosamente e sono viste dalla società come "persone insignificanti destinate a vivere ai margini della società." Gesù le nota, le osserva, riconosce la loro situazione disperata e, "in un momento glorioso”, le mette al centro della sua missione, e le rende immortali, liberandole dall’infermità e donando loro la vera fede. Gesù dimostra pertanto di essere nei fatti, il Principe della compassione.

Vediamo innanzitutto questi versi importanti, che provano che Gesù non ha indicato gerarchie tra i suoi seguaci. Vangelo di Matteo (20, 25-27):

25 E Gesù, chiamatili a sé, disse: «Voi sapete che i sovrani delle nazioni le signoreggiano e che i grandi esercitano il potere su di esse, 26 ma tra di voi non sarà così; anzi chiunque tra di voi vorrà diventare grande sia vostro servo; 27 e chiunque tra di voi vorrà essere primo sia vostro schiavo.

Quindi Gesù, invece di indicare gerarchie, ha indicato un attitudine umile, che deve essere seguita e dei ruoli, che devono essere portati a termine.
Innanzitutto vediamo che Gesù era accompagnato nella sua missione da varie donne, Vangelo di Luca (8, 1-3):

1 E in seguito avvenne che egli andava attorno per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio; con lui vi erano i dodici, 2 e certe donne, che erano state guarite da spiriti maligni e da infermità: Maria, detta Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni, 3 Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, le quali lo sostenevano con i loro beni.

Gesù non esita a curare le donne, ridando loro quell’energia che avevano perso durante la malattia, Vangelo di Matteo (8, 14-15):

14 Poi Gesù, entrato nella casa di Pietro, vide che la suocera di lui era a letto con la febbre. 15 Ed egli le toccò la mano e la febbre la lasciò; ed ella si alzò e prese a servirli.

Durante il suo ministero Gesù ha dimostrato la massima compassione per le persone “ultime”, coloro che sono ai margini della società. Ha toccato gli intoccabili e si è lasciato toccare da essi. Durante il tempo di Gesù tutto ciò che era associato al sangue era considerato impuro, quindi la donna durante le mestruazioni o emorragie. Emblematico è il caso della donna che aveva il flusso di sangue. Ella era malata da molti anni e nessun dottore era stato in grado di guarirla.

Vediamo i versi celebri del Vangelo di Marco (5, 25, 36):

25 Ora una donna che aveva un flusso di sangue già da dodici anni 26 e aveva molto sofferto da parte di parecchi medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun giovamento, anzi piuttosto peggiorando, 27 avendo sentito parlare di Gesù, venne tra la folla alle sue spalle e toccò il suo vestito, 28 poiché diceva: «Se solo tocco le sue vesti sarò guarita». 29 E immediatamente il flusso del suo sangue si stagnò, ed ella sentì nel suo corpo di essere guarita da quel male. 30 Ma subito Gesù, avvertendo in se stesso che una potenza era uscita da lui, voltatosi nella folla, disse: «Chi mi ha toccato i vestiti?». 31 E i suoi discepoli gli dissero: «Non vedi che la folla ti stringe da ogni parte e tu dici: "Chi mi ha toccato?"». 32 Ma egli guardava intorno per vedere colei che aveva fatto ciò. 33 Allora la donna, paurosa e tremante, sapendo quanto era avvenuto in lei, venne e gli si gettò ai piedi e gli disse tutta la verità. 34 Ma egli le disse: «Figliola, la tua fede ti ha guarita; va' in pace e sii guarita dal tuo male».

Gesù in questo episodio non si limita a curare la donna dalla sua infermità, ma la chiama Figliola, quindi la ammette nel suo circolo, le da dignità, la protegge.

Poco dopo vi è un altro episodio nel quale Gesù risuscita una bambina, che era appena morta in seguito a una malattia fulminante. Il padre della bambina, Iairo, era uno dei capi della sinagoga e aveva implorato Gesù di andare a casa sua per guarire sua figlia che stava per morire. Vediamo questi passaggi del Vangelo di Marco (5, 35-43):

35 Mentre egli stava ancora parlando, vennero alcuni dalla casa del capo della sinagoga, dicendo: «La tua figlia è morta; perché importuni ancora il Maestro?». 36 Ma Gesù, appena intese ciò che si diceva, disse al capo della sinagoga: «Non temere, credi solamente!». 37 E non permise che alcuno lo seguisse, all'infuori di Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. 38 E, giunto a casa del capo della sinagoga, vide un gran trambusto e gente che piangeva e urlava forte. 39 Ed entrato, disse loro: «Perché fate tanto chiasso e piangete? La fanciulla non è morta, ma dorme». 40 E quelli lo deridevano; ma egli, messili tutti fuori, prese con sé il padre, la madre della fanciulla e coloro che erano con lui, ed entrò là dove giaceva la fanciulla. 41 Quindi presa la fanciulla per mano, le disse: «Talitha cumi»; che tradotto vuol dire: «Fanciulla, ti dico: Alzati!». 42 E subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; ella aveva infatti dodici anni. Ed essi furono presi da un grande stupore. 43 Ma egli comandò loro con fermezza che nessuno lo venisse a sapere; poi ordinò che si desse da mangiare alla fanciulla.

Qui Gesù dimostra il suo potere sulla morte, ridando la vita proprio a una bambina innocente.

Nel Vangelo di Luca è registrata un’altra risurrezione attuata da Gesù. Questa volta però il risorto è un maschio, figlio unico di una vedova. Gesù ebbe compassione di lei e risuscitò il giovinetto.
Vediamo, Vangelo di Luca (7, 11-17):

11 E il giorno dopo egli si recò in una città, chiamata Nain; e con lui andavano molti dei suoi discepoli e una grande folla. 12 E quando fu vicino alla porta della città, ecco che si portava a seppellire un morto, figlio unico di sua madre, che era vedova; e una grande folla della città era con lei. 13 Appena la vide, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!». 14 Accostatosi, toccò la bara, e i portatori si fermarono; allora egli disse: «Giovinetto, io ti dico, alzati!». 15 E il morto si mise a sedere e cominciò a parlare. E Gesù lo consegnò a sua madre. 16 Allora furono tutti presi da meraviglia e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto fra noi» e: «Dio ha visitato il suo popolo». 17 E questo detto a suo riguardo si sparse per tutta la Giudea e per tutta la regione all'intorno.

Nel Vangelo di Luca si registra un altro atto di compassione di Gesù, quando sanò una donna incurvata. Vediamo il passaggio corrispondente, Vangelo di Luca (13, 10-17):

10 Or egli insegnava in una delle sinagoghe in giorno di sabato. 11 Ed ecco vi era una donna, che da diciotto anni aveva uno spirito di infermità, ed era tutta curva e non poteva in alcun modo raddrizzarsi. 12 Or Gesù, vedutala, la chiamò a sé e le disse: «Donna, tu sei liberata dalla tua infermità». 13 E pose le mani su di lei ed ella fu subito raddrizzata, e glorificava Dio. 14 Ma il capo della sinagoga, indignato che Gesù avesse guarito in giorno di sabato, si rivolse alla folla e disse: «Vi sono sei giorni in cui si deve lavorare; venite dunque in quelli a farvi guarire e non in giorno di sabato». 15 Allora il Signore gli rispose e disse: «Ipocriti! Ciascun di voi non slega forse di sabato dalla mangiatoia, il suo bue o il suo asino per condurlo a bere? 16 Non doveva quindi essere sciolta da questo legame, in giorno di sabato, costei che è figlia di Abrahamo e che Satana aveva tenuta legata per ben diciotto anni?». 17 E mentre egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari erano svergognati; tutta la folla invece si rallegrava di tutte le opere gloriose da lui compiute.

Come vediamo anche Gesù si avvicina a una donna malata e la sana della sua infermità. In questo caso Luca registra anche l’ipocrisia dei farisei, che s’indignarono al vedere che Gesù aveva sanato una donna di sabato. Ma Gesù pacatamente fa notare che un atto di bene può farsi anche di sabato, ponendosi egli stesso alla pari del sabato, quindi di Dio.

Gesù ha inoltre presentato le donne come modelli di fede per i suoi ascoltatori. Nella cultura del tempo, le donne non potevano essere viste né sentite dal momento che erano considerate "influenze corruttrici da evitare e sdegnare”. Vediamo alcuni esempi: Vangelo di Luca (4, 24-27):

24 Ma egli disse: «In verità vi dico che nessun profeta è ben accetto nella sua patria. 25 Vi dico in verità che al tempo di Elia, quando il cielo fu serrato tre anni e sei mesi e vi fu una grande fame in tutto il paese, vi erano molte vedove in Israele; 26 eppure a nessuna di loro fu mandato Elia, se non a una donna vedova in Sarepta di Sidone

Qui Gesù cita un episodio dell’Antico Testamento durante il quale il profeta Elia non essendo apprezzato dal popolo di Israele fu inviato da una vedova pagana di Sidone, quindi straniera.
Per i giudei del tempo, le donne, i pagani e i lebbrosi occupavano il gradino più basso della scala sociale. Gesù invece anteponeva queste tre categorie di persone ai giudei increduli. Gesù stava affermando che la storia dell’Antico Testamento stava per ripetersi. Nonostante i suoi miracoli egli sarebbe stato respinto e ripudiato da Israele, di conseguenza si sarebbe rivolto agli stranieri, proprio come aveva fatto Elia.
Come descritto nel Vangelo di Marco, Gesù presenta una povera vedova come esempio da seguire. Ella aveva offerto al tempio due spiccioli, ma era tutto quello che aveva. Vangelo di Marco (12, 41-44):

41 E Gesù, postosi a sedere di fronte alla cassa del tesoro, osservava come la gente vi gettava il denaro; e tanti ricchi ne gettavano molto. 42 Venuta una povera vedova, vi gettò due spiccioli, cioè un quadrante. 43 E Gesù, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità vi dico che questa povera vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. 44 Poiché tutti vi hanno gettato del loro superfluo, mentre ella, nella sua povertà, vi ha gettato tutto quello che aveva per vivere».

Analizziamo ora le interrelazioni di Gesù con varie donne presenti nel Nuovo Testamento, a cominciare da sua madre, Maria.
Innanzitutto c’è da considerare che nella sua infanzia Gesù era soggetto ai suoi genitori (Vangelo di Luca (2, 41-52). Era quindi obbediente a sua madre.

Un’altra descrizione della interazione tra Gesù e Maria è registrata nel Vangelo di Giovanni, quando durante le nozze di Cana, viene a mancare il vino. Vediamo questi passaggi: (2, 1-5):

1 Tre giorni dopo, si fecero delle nozze in Cana di Galilea, e la madre di Gesù si trovava là. 2 Or anche Gesù fu invitato alle nozze con i suoi discepoli. 3 Essendo venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». 4 Gesù le disse: «Che cosa c'è tra te e me, o donna? L'ora mia non è ancora venuta». 5 Sua madre disse ai servi: «Fate tutto quello che egli vi dirà».

In questi passaggi, (come in Luca 2, 49), Gesù dichiara l’indipendenza del suo ministero da sua madre. Vi sarà un tempo per Gesù, e Maria, sebbene sua madre, non può ne affrettare ne ostacolare quel momento.

Quando poi sulla croce, Gesù si rivolge a sua madre affidando a lei Giovanni, si nota tutto l’amore e la compassione che Lui ha nei confronti di lei. Vediamo i passaggi corrispondenti: Vangelo di Giovanni (19, 26-27):

Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.

Gesù vede sua madre e il discepolo da lui amato, Giovanni, che incuranti del rischio al quale andavano incontro, sono giunti fin sotto alla croce, per dargli un estremo saluto. Vogliono soffrire con lui, vogliono stare a fianco del loro amato fino all’ultimo. Gesù pensa a sua madre e l’affida a Giovanni, che da quel momento le starà vicino.

Vediamo ora le interazioni che ebbe Gesù con Maria Maddalena.

Innanzitutto nel Vangelo di Marco (16, 9), si descrive che Gesù aveva scacciato da Maria Maddalena sette demoni. Ella dunque era un’indemoniata che Gesù salvò e alla quale mostrò la vera fede.
Maria Maddalena era presente al momento della crocifissione di Gesù (Marco 15, 40; Matteo 27, 56; Giovanni 19, 25; Luca 23, 49). Nel Vangelo di Matteo (27, 61) si specifica che lei vide il corpo esanime di Gesù mentre veniva deposto nella tomba.
Maria Maddalena è la prima persona alla quale Gesù appare risorto. Nel Vangelo di Marco (16, 9), si descrive l’apparizione di Gesù a Maria Maddalena, ma è nel Vangelo di Giovanni che vi è una descrizione più dettagliata, vediamo: Vangelo di Giovanni (20, 1-18):

1 Or il primo giorno dopo i sabati, al mattino quando era ancora buio, Maria Maddalena andò al sepolcro e vide che la pietra era stata rimossa dal sepolcro. 2 Allora andò di corsa da Simon Pietro e dall'altro discepolo che Gesù amava e disse loro: «Hanno tolto il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'abbiano posto». 3 Pietro dunque e l'altro discepolo uscirono fuori e si avviarono al sepolcro. 4 Correvano tutti e due insieme, ma l'altro discepolo corse avanti più in fretta di Pietro e arrivò primo al sepolcro. 5 E, chinatosi, vide i panni di lino che giacevano nel sepolcro, ma non vi entrò. 6 Arrivò anche Simon Pietro che lo seguiva, entrò nel sepolcro e vide i panni di lino che giacevano per terra, 7 e il sudario, che era stato posto sul capo di Gesù; esso non giaceva con i panni, ma era ripiegato in un luogo a parte. 8 Allora entrò anche l'altro discepolo che era giunto per primo al sepolcro, vide e credette. 9 Essi infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che egli doveva risuscitare dai morti. 10 I discepoli poi ritornarono di nuovo a casa. 11 Ma Maria era rimasta fuori del sepolcro a piangere. E, mentre piangeva, si chinò dentro il sepolcro, 12 e vide due angeli, vestiti di bianco, che sedevano l'uno al capo e l'altro ai piedi del luogo, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13 Essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Ella rispose loro: «Perché hanno portato via il mio Signore, e io non so dove l'abbiano posto». 14 Detto questo, ella si volse indietro e vide Gesù, che stava lì in piedi; ma ella non sapeva che fosse Gesù. 15 Gesù le disse: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Lei, pensando che fosse l'ortolano, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove l'hai posto e io lo prenderò». 16 Gesù le disse: «Maria!». Ed ella allora, voltandosi, gli disse: «Rabboni!» che significa: Maestro. 17 Gesù le disse: «Non toccarmi, perché non sono ancora salito al Padre mio; ma va' dai miei fratelli e di' loro che io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro». 18 Allora Maria Maddalena andò ad annunziare ai discepoli che aveva visto il Signore, e che lui le aveva detto queste cose.

Gesù è quindi apparso per primo a lei, una donna, la cui testimonianza nella Giudea di quel tempo valeva meno di quella di un uomo. Perché Gesù ha voluto apparire per primo a una donna? La risposta è da ricercarsi, a mio parere, nella relazione speciale che Gesù aveva con il genere femminile. Lui ha posto le donne su un piano di assoluto rispetto e parità con gli uomini, ricattandole dal peccato commesso inizialmente da Eva, e dando loro una dignità che avevano sempre meritato.

Vediamo l’interazione di Gesù con la donna adultera.
Vediamo innanzitutto i passaggi biblici del Vangelo di Giovanni (8, 1-11):

1 E Gesù se ne andò al monte degli Ulivi. 2 Ma sul far del giorno tornò di nuovo nel tempio e tutto il popolo venne da lui; ed egli, postosi a sedere, li ammaestrava. 3 Allora i farisei e gli scribi gli condussero una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, 4 dissero a Gesù: «Maestro, questa donna è stata sorpresa sul fatto, mentre commetteva adulterio. 5 Ora, nella legge Mosè ci ha comandato di lapidare tali donne; ma tu, che ne dici?». 6 Or dicevano questo per metterlo alla prova e per aver di che accusarlo. Ma Gesù, fingendo di non sentire, chinatosi, scriveva col dito in terra. 7 E, come essi continuavano ad interrogarlo, egli si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». 8 Poi, chinatosi di nuovo, scriveva in terra. 9 Quelli allora, udito ciò e convinti dalla coscienza, se ne andarono ad uno ad uno, cominciando dai più vecchi fino agli ultimi; così Gesù fu lasciato solo con la donna, che stava là in mezzo. 10 Gesù dunque, alzatosi e non vedendo altri che la donna, le disse: «Donna, dove sono quelli che ti accusavano? Nessuno ti ha condannata?». 11 Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». Gesù allora le disse: «Neppure io ti condanno; va' e non peccare più».

In realtà i farisei avevano utilizzato il caso della donna adultera per cogliere in fallo Gesù.
Se infatti Gesù avesse detto di lasciarla andare allora sarebbe andato contro la Legge di Mosè. Se invece Gesù avesse detto di condannarla, seguendo alla lettera la Legge di Mosè, quale sarebbe stato il valore aggiunto del suo insegnamento? Ma Gesù fa un’affermazione inaudita che “spiazza” i farisei: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». Gesù non nega il giudizio di Dio, ma invita i presenti a guardarsi dentro, e prima di giudicare altri, cambiare se stessi. Gesù invita alla conversione. Nessuno se la sente di scagliare la prima pietra. I presenti si guardano dentro, si ricordano dei propri peccati, e decidono di non lapidare la donna. Se ne vanno. A quel punto Gesù si avvicina alla donna e le ridà la sua dignità perduta. La invita però a non peccare più. Il giudizio su di lei è solo sospeso, Gesù le da un’altra possibilità.

Consideriamo ora le interazioni di Gesù con la donna samaritana. Vediamo i passaggi corrispondenti nel Vangelo di Giovanni (4, 1-30):

1 Quando dunque il Signore seppe che i farisei avevano udito che Gesù stava facendo più discepoli e battezzando più di Giovanni 2 (sebbene non fosse Gesù stesso che battezzava ma i suoi discepoli), 3 lasciò la Giudea e se ne andò di nuovo in Galilea. 4 Or egli doveva passare per la Samaria. 5 Arrivò dunque in una città della Samaria, detta Sichar, vicino al podere che Giacobbe aveva dato a Giuseppe, suo figlio. 6 Or qui c'era il pozzo di Giacobbe. E Gesù, affaticato dal cammino, sedeva così presso il pozzo; era circa l'ora sesta. 7 Una donna di Samaria venne per attingere l'acqua. E Gesù le disse: «Dammi da bere», 8 perché i suoi discepoli erano andati in città a comperare del cibo. 9 Ma la donna samaritana gli disse: «Come mai tu che sei Giudeo chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?» (Infatti i Giudei non hanno rapporti con i Samaritani). 10 Gesù rispose e le disse: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere", tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato dell'acqua viva». 11 La donna gli disse: «Signore, tu non hai neppure un secchio per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? 12 Sei tu forse più grande di Giacobbe, nostro padre, che ci diede questo pozzo e ne bevve egli stesso, i suoi figli e il suo bestiame?». 13 Gesù rispose e le disse: «Chiunque beve di quest'acqua, avrà ancora sete, 14 ma chi beve dell'acqua che io gli darò non avrà mai più sete in eterno; ma l'acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d'acqua che zampilla in vita eterna». 15 La donna gli disse: «Signore, dammi quest'acqua, affinché io non abbia più sete e non venga più qui ad attingere». 16 Gesù le disse: «Va' a chiamare tuo marito e torna qui». 17 La donna rispose e gli disse: «Io non ho marito». Gesù le disse: «Hai detto bene: "Non ho marito", 18 perché tu hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto la verità». 19 La donna gli disse: «Signore, vedo che tu sei un profeta. 20 I nostri padri hanno adorato su questo monte, e voi dite che è a Gerusalemme il luogo dove si deve adorare». 21 Gesù le disse: «Donna, credimi: l'ora viene che né su questo monte, né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22 Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo; perché la salvezza viene dai Giudei. 23 Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, perché tali sono gli adoratori che il Padre richiede. 24 Dio è Spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». 25 La donna gli disse: «Io so che il Messia, che è chiamato Cristo, deve venire; quando sarà venuto lui ci annunzierà ogni cosa». 26 Gesù le disse: «Io sono, colui che ti parla». 27 In quel momento arrivarono i suoi discepoli e si meravigliarono che parlasse con una donna; nessuno però gli disse: «Che vuoi?» o: «Perché parli con lei?». 28 La donna allora, lasciato il suo secchio, se ne andò in città e disse alla gente: 29 «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che io ho fatto; non sarà forse lui il Cristo?». 30 Uscirono dunque dalla città e vennero da lui.

Innanzitutto notiamo che Gesù si è avvicinato e ha rivolto la parola a una donna samaritana. Parlando con questa donna Gesù ha abbattuto varie barriere che impedivano ai farisei di parlare a una persona nelle condizioni di quella donna. Innanzitutto era una donna samaritana, quindi non una giudea. In secondo luogo era una peccatrice, in quanto aveva una relazione con un uomo fuori dal matrimonio. Ma Gesù non la esclude. Gesù la tratta in modo paritario, e le chiede acqua da quella fonte. Lei si stupisce e a quel punto Gesù le parla, le dimostra rispetto e le dà dignità. Quindi, Gesù dichiara la sua vera identità a lei. Lui la avvicina alla vera fede, e la converte a Lui. Una donna peccatrice diventa quindi discepola di Gesù. Infatti proclama il Cristo agli altri abitanti del villaggio. Gesù l’ha trattata da persona, senza guardare se fosse donna, samaritana o peccatrice.

Vediamo come Gesù interagisce con la donna sirofenicia. Vangelo di Marco (7, 24-30):

24 Poi partì di là e andò nel territorio di Tiro e di Sidone; entrò in una casa e non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. 25 Infatti una donna, la cui figlia aveva uno spirito immondo, avendo sentito parlare di Gesù, venne e gli si gettò ai piedi. 26 Or quella donna era greca, sirofenicia di origine; e lo pregava di scacciare il demone da sua figlia; 27 ma Gesù le disse: «Lascia che si sazino prima i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». 28 Ma ella rispose e gli disse: «Dici bene, o Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli». 29 Allora egli le disse: «Per questa tua parola, va'; il demone è uscito da tua figlia». 30 Ed ella, tornata a casa sua, trovò la figlia coricata a letto, e il demone era uscito da lei.

Questa donna non era israelita ma greca, di origine sirofenicia. Gesù ha provato la fede e l’umiltà della donna straniera. Lei si è dimostrata umile, e per questo è stata premiata. Gesù ha scacciato il demone che era presente nel corpo della figlia della donna. Gesù ha dimostrato ancora una volta il suo potere. Ma ha anche avvicinato quella donna a Lui, alla vera fede. Ancora una volta Gesù ha avuto compassione, ha mostrato il vero volto di Dio, compassionevole.

Vediamo come Gesù interagisce con le sorelle di Lazzaro, Maria e Marta. Ci sono tre episodi nei quali esse sono citate. Vediamo il primo, Vangelo di Luca (10, 38-42):

38 Ora, mentre essi erano in cammino, avvenne che egli entrò in un villaggio; e una certa donna, di nome Marta, lo ricevette in casa sua. 39 Or ella aveva una sorella che si chiamava Maria, la quale si pose a sedere ai piedi di Gesù, e ascoltava la sua parola. 40 Ma Marta, tutta presa dalle molte faccende, si avvicinò e disse: «Signore, non t'importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». 41 Ma Gesù, rispondendo, le disse: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti inquieti per molte cose; 42 ma una sola cosa è necessaria, e Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Per comprendere questo passaggio bisogna considerare che ai tempi di Gesù alle donne non era permesso di approfondire i temi delle Scritture, la teologia e l’escatologia. In questo caso Maria stava ascoltando le parole di Gesù. Ma Marta si inserì nel discorso di Gesù volendo che Maria l’aiutasse nelle faccende domestiche. A questo punto Gesù risponde pacatamente, affermando che Maria ha scelto di ascoltare la parola di Dio, che è la cosa più importante. Gesù ha dato quindi valore a Maria, come persona. L’ha posta in un piano assolutamente uguale agli uomini, affermando il suo diritto ad ascoltare le cose della fede. Ha inoltre dato diritto a Maria di non essere uguale a Marta, ma di avere una sua personalità, una sua individualità.

Vediamo ora il secondo passaggio, Giovanni (11, 17-44):

17 Arrivato dunque Gesù, trovò che Lazzaro era già da quattro giorni nel sepolcro. 18 Or Betania distava da Gerusalemme circa quindici stadi. 19 E molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle del loro fratello. 20 Marta dunque, come udì che Gesù veniva, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21 Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto, 22 ma anche adesso so che tutto quello che chiederai a Dio, Dio te lo darà». 23 Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». 24 Marta gli disse: «Lo so che risusciterà nella risurrezione all'ultimo giorno». 25 Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chiunque crede in me, anche se dovesse morire, vivrà. 26 E chiunque vive e crede in me, non morrà mai in eterno. Credi tu questo?». 27 Ella gli disse: «Sì, Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, che doveva venire nel mondo». 28 E, detto questo, andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: «Il Maestro è qui e ti chiama». 29 Appena udito ciò, ella si alzò in fretta e venne da lui. 30 Or Gesù non era ancora giunto nel villaggio, ma si trovava nel luogo dove Marta lo aveva incontrato. 31 Perciò i Giudei che erano in casa con lei per consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, dicendo: «Ella se ne va al sepolcro per piangere là». 32 Appena Maria giunse al luogo in cui si trovava Gesù, e lo vide, si gettò ai suoi piedi, dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto». 33 Gesù allora, come vide che lei e i Giudei che erano venuti con lei piangevano, fremé nello spirito e si turbò, 34 e disse: «Dove l'avete posto?». Essi gli dissero: «Signore, vieni e vedi». 35 Gesù pianse. 36 Dissero allora i Giudei: «Vedi come l'amava!». 37 Ma alcuni di loro dissero: «Non poteva costui che aprì gli occhi al cieco, far sì che questi non morisse?». 38 Perciò Gesù, fremendo di nuovo in se stesso, venne al sepolcro; or questo era una grotta davanti alla quale era stata posta una pietra. 39 Gesù disse: «Togliete via la pietra!». Marta, la sorella del morto, gli disse: «Signore, egli puzza già, poiché è morto da quattro giorni». 40 Gesù le disse: «Non ti ho detto che se credi, vedrai la gloria di Dio?». 41 Essi dunque tolsero la pietra dal luogo dove giaceva il morto. Gesù allora, alzati in alto gli occhi, disse: «Padre, ti ringrazio che mi hai esaudito. 42 Io sapevo bene che tu mi esaudisci sempre, ma ho detto ciò per la folla che sta attorno, affinché credano che tu mi hai mandato». 43 E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44 Allora il morto uscì, con le mani e i piedi legati con fasce e con la faccia avvolta in un asciugatoio. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare». 45 Allora molti dei Giudei, che erano venuti da Maria e avevano visto tutto quello che Gesù aveva fatto, credettero in lui.

In questo passaggio Gesù mostra compassione nei confronti di Marta e Maria. Gesù ascolta la disperazione di Marta per la perdita del fratello e dopo aver dichiarato la sua Divinità, Gesù domanda a Marta se lei crede in Lui. Marta risponde affermativamente. Con Maria la conversazione è differente. Lei si dispera e Gesù piange. Gesù dimostra la sua piena umanità con Maria. Poi Gesù attua il miracolo, resuscita Lazzaro e così facendo fa suscitare in Marta, Maria e tutti i presenti la vera fede in Lui.

Vediamo ora il terzo passaggio, nel Vangelo di Giovanni (12, 1-8):

1 Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. 2 E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. 3 Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento. 4 Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: 5 «Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?». 6 Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. 7 Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. 8 I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».

Questo passaggio si riferisce all’unzione di Betania. Maria di Betania fece un gesto di venerazione massimo nei confronti di Gesù. Con questo gesto lo ha consacrato come l’unico e solo Messia di Israele. Giuda si oppose a questo gesto di venerazione, primo perché non riconosce in Gesù il Messia e inoltre perché era pure un ladro e avrebbe voluto impossessarsi del valore di quel profumo.

Vediamo come Gesù interagisce con una donna peccatrice.
Nel Vangelo di Luca si registra anche un’altra “unzione”. Una donna peccatrice entrò nella stanza dove Gesù stava conversando con dei farisei e si gettò ai piedi di Gesù. Vediamo il passaggio corrispondente, Vangelo di Luca (7, 36-50):

36 Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. 37 Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; 38 e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. 39 A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sè. «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice». 40 Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Ed egli: «Maestro, di' pure». 41 «Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. 42 Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?». 43 Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». 44 E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. 45 Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. 46 Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. 47 Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco». 48 Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati». 49 Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?». 50 Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va' in pace!».

Anche in questo caso Gesù ha mostrato la sua compassione con la donna peccatrice. Gesù ha percepito il suo reale pentimento e l’ha perdonata, ha dato a lei un’altra possibilità. Il fariseo l’ha osteggiato immediatamente sostenendo che quella donna era una peccatrice e che Gesù non avrebbe dovuto parlare con lei. A questo punto Gesù coglie al volo l’occasione per istruire il fariseo sul fatto che con il pentimento e l’amore una persona può ottenere il perdono dei suoi peccati.

Le donne hanno pertanto avuto un ruolo centrale nella predicazione di Gesù. Lui le ha ascoltate, le ha comprese, ha dato loro dignità, le ha sanate da infermità, e ha acceso in loro una speranza, ha risvegliato in loro la vera fede, ha mostrato loro compassione e le ha rese libere.
Documento inserito il: 28/10/2018

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