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Mostra 'Van Dyck tra Genova e Palermo' alla Galleria Nazionale di palazzo Spinola a Genova [ di ]

Liechtenstein The Princely Collections e Palazzo Spinola
10 novembre 2016 | 26 febbraio 2017
a cura di Farida Simonetti e Gianluca Zanelli


La mostra nasce dall’opportunità di esporre per la prima volta a Genova ilRitratto di Desiderio Segno di Anton Van Dyck grazie alla collaborazione degli organizzatori della mostra milanese “Rubens e la nascita del Barocco” (Palazzo Reale, 26 ottobre 2016 - 26 febbraio 2017), presso la quale è attualmente esposto il Ritratto di Gio Carlo Doria di Rubens delle collezioni di Palazzo Spinola, e alla generosa disponibilità della proprietà, Liechtenstein -The Princely Collections.

Il ritratto è un prezioso documento del soggiorno siciliano di Anton Van Dyck, avvenuto tra il 1623 e il 1624, parentesi durante la sua presenza a Genova dal 1621 al 1627. A Palermo, nella primavera del 1624, l’artista anversano incontrò la famosa pittrice Sofonisba Anguissola, divenuta sposa in seconde nozze del nobile genovese Orazio Lomellino con il quale si stabilì a Genova e poi, dal 1615, a Palermo, divenendo figura di spicco della colonia genovese residente in città. In Sicilia Van Dyck, chiamato per realizzare l’effige del vicerè Emanuele Filiberto, eseguì anche quella della pittrice, continuando la sua ormai affermata attività di ritrattista avviata a Genova e che riprese al suo ritorno in città nel 1624 lasciandovi preziose testimonianze pittoriche, come attestano i due ritratti di Palazzo Spinola ora esposti in un interessante confronto diretto accanto all’opera palermitana: il Ritratto di Ansaldo Pallavicino, appartenente alla collezione storica della Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, e il Ritratto di gentildonna genovese con bambino, una delle acquisizioni che costituiscono il patrimonio della Galleria Nazionale della Liguria.

In occasione dell’inaugurazione della mostra, giovedì 10 novembre alle ore 17, interverranno, oltre ai curatori Farida Simonetti e Gianluca Zanelli, il direttore di Palazzo Reale e del Polo Museale della Liguria Serena Bertolucci, Piero Boccardo e Clario Di Fabio, curatori della straordinaria mostra di Palazzo Ducale dedicata a Van Dyck nel 1997, i quali, a 20 anni da quell’evento, faranno il punto sull’avanzamento della conoscenza del pittore e sull’evoluzione delle scelte espositive avvenuta in questi anni.

L’esposizione è corredata da un catalogo a cura di Farida Simonetti e Gianluca Zanelli (Sagep Edizioni) in cui Xavier Salomon, curatore principale della Frick Collection di New York, illustra il Ritratto di Desiderio Segno e il periodo palermitano di Van Dyck, Farida Simonetti e Gianluca Zanelli, presentano rispettivamente il Ritratto di Ansaldo Pallavicino e il Ritratto di gentildonna genovese con bambino, mentre Matteo Moretti espone i risultati di una approfondita indagine nell’archivio storico di Palazzo Spinola grazie alla quale sono ricostruite le vicende attributive di un nucleo di opere del patrimonio della Galleria variamente riferite al pittore anversano.

In occasione della mostra la Galleria proporrà ai visitatori un ciclo di conferenze di approfondimento ogni giovedì alle 16.30 nei mesi di gennaio e febbraio e una serie di visite guidate da personale specializzato nei pomeriggi del sabato degli stessi mesi.

Durante il periodo di apertura della mostra la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola effettuerà il seguente orario:
martedì - sabato: 8.30 - 19.30
prima domenica del mese: 13.30 - 19.30 con ingresso gratuito
lunedì: 8.30 -14.00
giorni di chiusura: 5, 25, 26 dicembre, 1° gennaio, 6 febbraio


Introduzione alla visita della mostra

Van Dyck a Palermo: il ritratto di Desiderio Segno Come indicato dall’iscrizione dorata sulla destra, il dipinto, appartenente alle collezioni del Principe del Liechtenstein, datato 1624, rappresenta un uomo di trentadue anni il cui volto e le mani emergono dal fondo scuro, evidenziati da eleganti pizzi inamidati. Il personaggio biondo dagli occhi azzurri e l’espressione intensa è con tutta probabilità Desiderio Segno, un nobile mercante di origini genovesi cresciuto a Palermo.
La tela è una preziosa testimonianza del viaggio di Van Dyck in Sicilia, dove si recò, partito da Genova, nel 1624 per eseguire il ritratto del viceré Emanuele Filiberto di Savoia. Qui l’artista venne in contatto con le ricche comunità genovesi e fiamminghe presenti a Palermo. Proprio in quegli anni il capoluogo siciliano fu colpito da un’epidemia di peste, che contagiò anche il viceré, il quale ne morì solo pochi mesi dopo essere stato effigiato dal pittore anversano. Questi, scemata l’epidemia, nel settembre del 1625 partì da Palermo per fare ritorno, dopo una tappa a Napoli, a Genova. Il dipinto, legato per l’impostazione e lo stile al ritratto di Ansaldo Pallavicino di Palazzo Spinola, nel 1733 faceva già parte delle collezioni del Principe del Liechtenstein.

Van Dyck a Genova
una gentildonna genovese con bambino

Il Ritratto di gentildonna genovese con bambino venne realizzato da Van Dyck attorno al 1626-1627, poco prima del suo ritorno ad Anversa e costituisce uno straordinario esempio della capacità del pittore nel rendere la spontaneità e la naturalezza dei nobili raffigurati.
La dama guarda verso l’osservatore, al contempo austera e malinconica, nel suo abito dal colore cupo acceso dai ricami in metallo prezioso e dai gioielli. L’altro protagonista della tela, attraverso il delicato gesto della mano, appoggiata dolcemente su quella della dama, evidenzia l’intimo legame familiare tra i due. Anche se all'epoca i bambini, maschi o femmine, erano vestiti allo stesso modo, la mano posata su quella della madre, quasi a volerla proteggere, potrebbe far pensare che si tratti di un fanciullo.
La tradizione identifica la donna come una marchesa Spinola: si è infatti ipotizzato che la tela provenisse dal palazzo di Benedetto Spinola di via Garibaldi (civico 2). A fine Ottocento la tela faceva parte della collezione del marchese Gaetano Cambiaso (via Garibaldi, civico 1) e nel 1964 venne acquistato dallo Stato.

Van Dyck a Genova
il ritratto di Ansaldo Pallavicino

Il Ritratto di Ansaldo Pallavicino appartiene alla collezione storica di Palazzo Spinola dal 1650, quando lo stesso Ansaldo si trasferì a Pellicceria portando con sé i ritratti del padre Agostino che fu tra i primi committenti di Van Dyck al suo arrivo a Genova.
La tela venne dipinta intorno al 1625 in occasione della nomina di Agostino Pallavicino a protettore del Banco di San Giorgio e lo raffigurava con accanto l’erede. La parte che rappresentava il padre venne tagliata nel corso del Settecento, forse per una divisione ereditaria, e la tela con Ansaldo venne reintegrata attraverso “l’invenzione”, accanto al bambino, di un cane sopra un tavolo coperto da una tovaglia scura realizzata utilizzando il frammento della veste paterna alla sua sinistra.
Nel 1962 l’aggiunta venne eliminata lasciando il dipinto con l’attuale forma.
Il volto del piccolo Ansaldo, dolcissimo e spontaneo, mostra l'eccezionale capacità di Van Dyck nel dipingere i bambini riuscendo a rendere con immediatezza l'essenza dell'infanzia.

Van Dyck a Palazzo Spinola
Il patrimonio di Palazzo Spinola conserva memoria di opere variamente legate a Van Dyck, dai Quattro Evangelisti collocati nella quadreria del secondo piano nobile, che si devono a un valido seguace del maestro, alla copia di un ignoto pittore locale, esposta in questa occasione, del suo unico dipinto noto destinato ad un edificio sacro ligure, la drammatica Crocifissione per la chiesa di San Michele di Pagana (Rapallo). Il piccolo dipinto evidenzia il legame tra gli Spinola di Pellicceria e il centro rivierasco, dove i marchesi possedevano una villa con parco, donata nel 1958 al Sovrano Militare Ordine di Malta.
Tra le opere di Palazzo Spinola attribuite tradizionalmente a Van Dyck vi è anche un Ritratto di dama con mano al petto visibile nel terzo salotto del secondo piano, di recente riferita al pittore fiammingo Jan Roos, che ebbe più volte occasione di collaborare con Van Dyck per far fronte alle numerose commissioni che ricevette durante la sua permanenza a Genova.
I documenti e le antiche guide della città ricordano a Palazzo Spinola altre opere del maestro, vendute nel XIX secolo dai proprietari del palazzo, come il Ritratto di Agostino Pallavicino in veste di ambasciatore presso papa Gregorio XV (ora Los Angeles, J. Paul Getty Museum), una delle prime tele dipinte a Genova, ed anche due ritratti di dame, delle quali purtroppo si è persa traccia.
Documento inserito il: 10/11/2016

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