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La Rivoluzione Inglese: la guerra civile

Allo scoppio della guerra civile, a fianco del re si schierarono la vecchia nobiltà feudale e l’episcopato anglicano, mentre con il Parlamento parteciparono allo scontro una parte della nuova nobiltà e gran parte dei gentiluomini di campagna. Il numero più consistente di combattenti venne fornito alla fazione parlamentare dalle città mercantili e industriali della costa e dell’interno, nelle quali più forti erano gli elementi borghesi, artigianali e le masse popolari costituite da plebei e operai. Con il Parlamento si schierarono anche i contadini liberi, che proprietari della propria terra erano abbastanza agiati. Questa divisione in classi sociali dei due schieramenti, trovò un riscontro anche nella suddivisione territoriale: dalla parte del re rimasero le contee dell’Inghilterra settentrionale e occidentale, più arretrate economicamente e ancora dominate dalla vecchia nobiltà feudale. Anche in queste zone le poche città mercantili come Hull e Leeds, si schierarono a favore del Parlamento. Siccome alla rivoluzione partecipò attivamente solo una minoranza della popolazione, i due eserciti contrapposti non superarono mai nella loro totalità le 150.000 unità. Essendo gli arruolamenti forzosi, le diserzioni erano all’ordine del giorno. La rivoluzione inglese fu nel complesso una lotta per il potere combattuta tra due minoranze: il dispotismo reale sostenuto dalla nobiltà feudale ed il progresso, rappresentato dal Parlamento sostenuto dal blocco borghese-nobiliare. La scarsa partecipazione del popolo alla lotta, fece si che la rivoluzione in atto non comportò un mutamento profondo della struttura politica e sociale del Paese, come invece avvenne circa un secolo più tardi con la Rivoluzione Francese, alla quale partecipò tutto il popolo. L’esercito del re era essenzialmente costituito da nobili addestrati fin da ragazzi all’uso delle armi e constava principalmente di reparti mobili e ben addestrati di cavalleria, che nei primi anni di guerra inflissero gravi sconfitte alle truppe del Parlamento.Si trattava tuttavia di un esercito numericamente esiguo, scarsamente dotato di artiglieria, poco disciplinato e cronicamente gravato da problemi finanziari. Il Parlamento poteva invece contare su un esercito numeroso, anche se all’inizio mal comandato e poco addestrato al combattimento; esso inoltre dominava sulla parte più ricca, industrializzata e popolata del Paese, che offriva quindi maggiori mezzi finanziari e migliori possibilità di reclutare uomini per l’esercito. Il Parlamento poteva inoltre contare sulla maggiore forza militare dell’Inghilterra: la marina militare, che dominando il mare, impediva al re di ricevere aiuti dall’esterno. Nell’autunno del 1642 l’esercito regio passò all’offensiva infliggendo all’armata parlamentare pesanti sconfitte, che culminarono con la conquista della città di Oxford, dalla quale le truppe reali potevano minacciare direttamente Londra, e nella quale Carlo I stabilì il proprio quartier generale. La capitale venne salvata dalla reazione della milizia urbana, costituita in massima parte da artigiani e lavoranti, sufficienti per scopi difensivi, ma non per formare un vero esercito. Per questo motivo fino al 1644 si mantenne la supremazia delle truppe regie, agevolate dalle esitazioni dei comandanti parlamentari, appartenenti a loro volta all’alta nobiltà. La situazione subì una svolta con la riorganizzazzione dell’esercito del Parlamento operata da Oliver Cromwell, e dopo la conclusione di un trattato stipulato tra l’assemblea parlamentare e gli Scozzesi, che impegnava la prima a rispettare la Chiesa Presbiteriana scozzese e le tradizionali autonomie della Scozia, mentre i secondi avrebbero appoggiato il Parlamento nella sua lotta contro Carlo I. Oliver Cromwell era un gentiluomo di campagna discendente da una famiglia che annoverava un altro celebre rappresentante: Thomas Cromwell, l’uomo al quale il re Enrico VIII diede incarico di confiscare le terre ecclesiastiche e che in tal modo era stato fatto nobile dal re stesso e che in seguito si arricchì approppriandosi di grandi estensioni di terre. Cromwell era stato eletto nel Parlamento del 1628 ed in seguito rieletto nel Parlamento lungo, dove sedeva tra la minoranza dei Puritani indipendenti. Di certo egli non era un rivoluzionario, ma possedeva tuttavia un carattere fermo, ma soprattutto credeva sinceramente nei suoi principi religiosi e politici. Cromwell si era guadagnato la stima dei contadini della sua contea, dei quali aveva preso le difese contro le enclosures e con essi egli creò i primi nuclei di truppe addestrate secondo i suoi principi. Convinto dell’importanza di disporre di una buona cavalleria, egli reclutò tra i contadini e gli artigiani del Cambridgeshire gli uomini necessari a formare i primi reparti di questa specialità. Questi uomini si misero presto in luce per le loro qualità umane e militari: usavano preparsi alla battaglia recitando preghiere, ed entravano nel vivo del combattimento cantando salmi. Dopo la battaglia, anzichè darsi al saccheggio e alle gozzoviglie, onoravano i caduti e pregavano. Per le loro qualità militari, ben presto i reparti di Cromwell vennero soprannominati Ironside, i fianchi di ferro; era egli stesso a guidarli in combattimento. Cromwell si rivelò uno dei più eminenti comandanti militari del suo tempo e lo dimostrò nella battaglia di Marston Moor, il 2 luglio 1644,la prima vittoria in campo aperto contro le truppe monarchiche; i suoi soldati, che nell’occasione tenevano il fianco sinistro dello schieramento, furono decisivi per la vittoria finale. I successi da lui ottenuti, convinsero il Parlamento ad aderire alla sua proposta per una riorganizzazione dell’esercito e di una condotta più energica nella condotta della guerra. Vennero sostituiti tutti i vecchi comandanti dell’armata, della quale fu nominato nuovo comandante in capo Thomas Fairfay, onesto militare alieno alla politica e per questo gradito ai vertici parlamentari. Suo vice venne nominato Cromwell, che di fatto era il vero comandante supremo. A questo punto scattò la riorganizzazione dell’esercito sulla base delle richieste di Cromwell. In esso affluirono numerosi popolani di provata fede religiosa non conformista, ai quali veniva offerta anche la possibilità di accedere a posti di comando prima destinati esclusivamente ad appartenenti all’alta nobiltà. Questo esercito di nuovo modello, ottenne la vittoria decisiva presso Naseby, il 14 giugno del 1645. Questa vittoria pose virtualmente fine alla guerra civile; nei mesi successivi a questa battaglia, si assistette alla resa dei castelli e delle fortezze che ancora restavano fedeli al re. Dopo la sconfitta, Carlo I fuggì presso gli Scozzesi, che tentò di attirare dalla sua parte con promesse e concessioni, senza però riuscire ad ottenere la loro fiducia. Il Parlamento fu invece in grado di pagare gli Scozzesi che avevano fatto parte del suo esercito versando in un’unica soluzione circa 400.000 sterline. Soddisfatti delle concessioni ottenute dal Parlamento, essi consegnarono il re, che sotto buona scorta venne estradato in territorio inglese.


Nell'immagine, ritratto di Oliver Cromwell, comandante delle truppe del parlamento, contrapposte alle forze del re.
Documento inserito il: 24/12/2014
  • TAG: rivoluzione inglese, guerra civile, classi sociali, re carlo I, oliver cromwell, chiesa presbiteriana, puritani, enclosures, ironside, battaglia marston moor, thomas fairfay, battaglia naseby

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