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Pierre de La Vérendrye esploratore, viaggiatore e mercante del primo Settecento in Nuova Francia

di Davide Arecco


Scoperte geografiche, spedizioni marittime e rotte commerciali nel XVIII secolo

Esploratore ed erudito, viaggiatore ed accademico, navigatore e savant, Pierre Gaultier de La Vérendrye (1685-1749) venne al mondo nella colonia francese di Trois-Rivières, vicino a Québec, dal Visconte René de Varennes, e da Marie Boucher, figlia del governatore Pierre. I Varennes de La Vérendrye appartenevano a una antichissima famiglia nobile della regione francese di Angers. René Gaultier, padre di Pierre, aveva fondato nel 1672 la cittadina di Varennes nel Québec. Ancora molto giovane, neanche ventiduenne, Pierre de La Vérendrye prese parte in veste di soldato alla Guerra di successione spagnola, combattendo nel 1707 nelle Fiandre, e nel 1709 nella battaglia di Malplaquet, con la Grande Alleanza – Regno Unito, Sacro Romano Impero, Arciducato d’Austria, Brandeburgo-Prussia, Elettorato di Hannover, Langraviato d’Assia e Repubblica delle Province Unite Olandesi – contro Francia e Baviera: battaglia vinta dalle truppe anglo-austriache del Duca di Marlborough e di Eugenio di Savoia contro quelle dei Duchi di Villars e di Boufflers.
Frattanto, oltremare, stava prendendo piede uno scenario che avrebbe presto attratto il nobile e soldato francese. Nel 1717, Zacharie Robutel de La Noue (1665-1733) – tenente e capitano francese delle truppe coloniali regolari, di stanza in Nuova Francia, signore di Chateauguay – nel tentativo di raggiungere il Lago delle Piogge fece edificare un forte sulle rive del fiume Kaministiquia (la futura base di La Vérendrye). All’epoca, gli Inglesi si erano già stabiliti nella Baia di Hudson, e iniziavano a circolare le prime voci sui coureurs des bois ad occidente del Lago Superiore, di cui ancora non vi era traccia negli archivi francesi. Solo una memoria manoscritta redatta dal governatore Vaudreuil e risalente al 1716, mostrava laghi e sentieri, per il trasporto di barche via terra, allo scopo di superare ostacoli alla navigazione (come cascate o dighe), sino al Lago dei Boschi nord-americano, presso il confine fra le province canadesi di Manitoba ed Ontario e l’attuale Minnesota.
La Vérendrye cominciò la propria carriera di esploratore nel 1727 dopo essersi preparato assai a lungo con approfonditi studi di carattere storico-geografico e nautico-cartografico, alla ricerca del Mare dell’Ovest. Il suo miraggio. Viaggi di esplorazione e scoperta scientifica, che divennero presto anche missioni e commerciali e mercantili, nel contesto della tratta delle pelli. La Vérendrye esplorò sia il Lago Superiore sia la terra della Rivière à la Pluie, raggiunta navigando lungo il fiume Pigeon, sino ad arrivare nella regione del Lago Winnipeg.
Il visconte ed esploratore francese organizzò numerose spedizioni esplorative, con base a Fort Caministigoyan, facendo edificare, per il commercio, una decina di centri fortificati, in particolare a Fort Saint-Pierre. Nel corso della primavera 1742, La Vérendrye si diresse verso Settentrione, allo scopo di costruire Fort Dauphin nei pressi del Lago Manitoba e Fort Bourbon, sulla punta a nord del Lago Winnipeg. Il 9 aprile, i suoi due figli Louis-Joseph e François lasciarono Fort La Reine, con la missione di esplorare a occidente più terre possibili: spintisi a sud-ovest, a gennaio dell’anno dopo, i due risalirono l’alto Missouri, sino al fiume Yellowstone e all’inizio delle Montagne Rocciose, nella parte occidentale dell’odierno Wyoming. Benché convinti di ritrovare il mare, subito al di là di esse, le guide indiane che scortavano i due esploratori francesi e i loro uomini si rifiutarono di proseguire, per via della presenza di tribù ostili, il famigerato Popolo del Serpente, convincendo così i giovani a ritornare sui loro passi.
Dopo essersi ricongiunti, La Vérendrye e i figli rientrarono a Montréal nel 1744. Un lustro più tardi, Luigi XV assegnò all’esploratore la Croce dell’Ordine di San Luigi – la più ambita, all’epoca, in Francia – e la patente nobiliare per lui e la sua famiglia. Sempre per i servigi resi alla nazione, La Vérendrye fu promosso Capitano dell’esercito francese. Riconoscimenti e successi, che, comunque, non distolsero l’esploratore dai suoi propositi di viaggio e progetti di esplorazione geografica, da lui coltivati sino all’ultimo giorno: quando morì sessantaquattrenne, ad inizio dicembre del 1749, infatti era ancora intento a allestire una nuova spedizione scientifico-esplorativa, che risalisse, per mappare le aree circostanti, il fiume Saskatchewan. Per ogni viaggio, sempre confidando in nuove scoperte – anche di documenti medievali, inediti o perduti: era di fatti molto affascinato dall’ipotesi che Celti e Vichinghi islandesi avessero raggiunto, molto prima di Colombo, il continente nord-americano – La Vérendrye si preparava, lungamente, studiando carte geografiche, relazioni scientifiche, resoconti di spedizioni marittime e diari di viaggio precedenti. Meticoloso e preciso, rigoroso e razionale, infatti, nel preparare ogni spedizione, La Vérendrye perseguiva, nei viaggi di esplorazione, principalmente tre finalità, fra loro strettamente collegate: il desiderio di ampliare, al servizio del proprio Stato, gli orizzonti del sapere e delle conoscenze geografiche; il proposito di ricavare dalle nuove rotte portate alla luce occasioni anche di arricchimento, sul piano economico e personale; ambizioni di carattere dotto e storico-archeologico collegate al rinvenimento di tracce celtiche in terre d’America (soltanto in seguito sarebbero stati scoperti i famosi e controversi megaliti del Vermont).
Al tempo di La Vérendrye, inoltre, diverse zone dell’America del Nord non erano ancora state cartografate. L’esploratore francese non aveva quindi moltissime notizie e informazioni di supporto, e poche di primissima mano. Anche per tale motivo, durante le sue missioni esplorative, nel Nuovo Mondo, egli disegnò e fece disegnare carte dei territori da lui attraversati. Infatti, risalgono ai primi anni Trenta la carta dell’alta Luisiana, da lui tracciata anche sulla base delle indicazioni fornitegli da guide indigene e popolazioni native e, in particolare, l’ancor più importante mappa – disegnata dopo il 1730 – della regione delle Boundary Waters, con, schizzate da una guida indigena Auchagah, per La Vérendrye, il Lago Superiore, il fiume Kaministiquia, il Lago delle Piogge, il Lago dei Boschi e il Winnipeg. Un’altra mappa disegnata da un indiano Auchagah per La Vérendrye e databile intorno al 1728-1729 circa mostra le due rotte delle canoe a ovest del Lago Superiore (cioè Grand Portage e il fiume Kaministiquia), esagerando e distorcendo, in dimensioni, sia lo stesso Lago Superiore, sia il Winnipeg, nonché le caratteristiche di boschi e foreste circostanti. Si tratta nondimeno di documenti visivi dal grande e indiscutibile rilievo, estremamente utili in sede di ricostruzione storiografica.
Una fonte di notevole importanza, tanto su La Vérendrye, quanto sullo stato delle esplorazioni e delle scienze geografiche, francesi e continentali, nella prima metà del Settecento, sono i viaggi in Nord America, del naturalista e botanico svedese di scuola linneana Pehr Kalm (1716-1779), grande esploratore scandinavo del XVIII secolo, tradotti in inglese col titolo Travels Into North America da Johann Reinhold Forster (1729-1798), pastore protestante ed ornitologo tedesco, di origini scozzesi, tra i massimi studiosi di storia naturale, sia europea sia americana, del Settecento. Attraverso il testo di Kalm, Forster – accompagnatore con il figlio Georg (etnologo e giornalista, scrittore di viaggio e futuro giacobino) del capitano Cook, in occasione del suo secondo viaggio tra Pacifico e Polinesia – diffuse tra le fila della Royal Society di Londra (allora presieduta da Joseph Banks, altro naturalista linneano e viaggiatore, a fianco di Cook) informazioni e notizie su La Vérendrye e i suoi viaggi, che ebbero larga circolazione presso le cerchie accademiche del tardo Illuminismo inglese, tra i geografi e non soltanto. Un esempio, concreto e probante, di come funzionassero materialmente le dinamiche della Repubblica letteraria nei quadri sociali e intellettuali della Gran Bretagna e del Nord Europa, a fine Settecento, con un’ampia circolazione di uomini, idee e pratiche condivise da più attori storico-sociali, tra loro in rapporti di mutua e stretta collaborazione: funzionari della Royal Navy, botanici e naturalisti, navigatori e cartografi, accademici e viaggiatori, mercanti e costruttori di navi, militari e disegnatori, illuministi e massoni. Tutte figure a loro volta legate agli ambienti politico-istituzionali della corte giorgiana, entro una rete sociale e culturale variegata e dai molteplici risvolti.
Oggi, La Vérendrye è ricordato principalmente per avere esplorato il Canada occidentale, con base nel territorio originario della Nuova Francia, centro delle sue molteplici attività lungo il bacino del San Lorenzo. Fu il primo europeo a raggiungere il Dakota settentrionale, ed a navigare sul corso superiore del Missouri. Nei primi anni Quaranta del secolo XVIII, inoltre, due dei suoi figli furono i primi a attraversare le praterie americane, raggiungendo l’attuale Wyoming, nonché i primi a vedere le vette settentrionali delle Montagne Rocciose, e le terre dell’odierno Nuovo Messico. Una eredità, storica e geografica, congiuntamente, di viaggi – di scoperta e d’esplorazione – che furono maggiori nei territori nord-occidentali dell’America settentrionale. Ancora più di molti europei, La Vérendrye aprì la via a numerosi esploratori, e le sue spedizioni – scientifiche, a tutti gli effetti – produssero in materia la stampa di dozzine di carte: fonti utilissime, ancora oggi, per comprendere appieno aspetti idrografici e corografici della Regione dei Grandi Laghi, della Baia di Hudson, del Mississippi e del San Lorenzo. Da ricordare, inoltre, sono i forti da lui fatti costruire, insieme a non poche città, nelle allora sconfinate e quasi deserte praterie canadesi. Infine, non va sottovalutato che La Vérendrye fu l’ispiratore di contatti diplomatici con svariate tribù autoctone, nonché naturalista di talento: a lui, si deve, infatti, la scoperta o identificazione di numerose specie animali e vegetali, incontrate durante i suoi viaggi, e classificate in base alla nuova tassonomia illuministica linneana, prima che in Francia, con enciclopedisti e philosophes, trionfasse da fine anni Quaranta il modello buffoniano.


Esplorazioni scientifiche e traffici mercantili in America settentrionale nel ‘700

Nato in una famiglia della aristocrazia militare francese, discendente di proprietari terrieri e di magistrati, funzionari della amministrazione statale e membri della marina, figlio di un ufficiale del Reggimento di Carignano, con legami nel Piemonte sabaudo e signore di Varennes per i servizi resi alla Corona, il giovane La Vérendrye entrò prestissimo nell’armata di Francia e nel 1704, dopo aver combattuto gli Irochesi e i Britannici, in Nord America, partecipò alla sua prima campagna militare, agli ordini del comandante Jean-Baptiste Hertel de Rouville (1668-1722), l’ufficiale coloniale della Nuova Francia e capo, in Canada, dei Marines francesi. Con lui, La Vérendrye prese parte al raid su Deerfield, nel Massachusetts. L’anno seguente, fu spostato a Terranova, agli ordini di Daniel Auger de Subercase (1661-1732), poi governatore di Acadia, impegnato, allora, nel tentativo di spodestare gli insediamenti inglesi. Erano gli anni del gran conflitto navale anglo-francese, per il controllo dei territori nord-americani: propaggine ed estensione atlantica della Guerra di Successione spagnola, in corso in Europa. Quel conflitto, passato alla storia come la Guerra della Regina Anna, ultima regina Stuart sul trono inglese e creatrice del Regno Unito di Gran Bretagna (con l’Act of Union del 1707), sarebbe poi terminato nel 1713, con la Pace di Utrecht: trattato che, per quanto favorevole (grazie al massone newtoniano e conservatore libertino Lord Bolingbroke) alla Francia, avrebbe sancito, sulle zone dell’Hudson, il controllo inglese, e pertanto bloccato lo sfruttamento francese dell’area. Sin dal 1688, il sergente, coureur des bois ed esploratore franco-canadese Jacques de Noyon (1668-1745) si era spinto sino al Lago delle Piogge. In quello stesso anno, preludio, in termini di schieramenti, alla Guerra per la Successione al trono di Spagna, era scoppiata la Guerra dei Nove Anni, con le potenze della Lega di Augusta (Svezia, Sassonia, Brandeburgo, Prussia, Olanda, ed Inghilterra orangista, poi raggiunte dal Ducato di Savoia) coalizzate, per opporsi alle mire espansionistiche di Luigi XIV (sul continente europeo, la Francia invase e il Palatinato e il vescovado di Colonia). In questo scenario – che vide battaglie e combattimenti, non solo sul Reno e nei Paesi Bassi spagnoli, ma pure in Irlanda, e nei possedimenti coloniali nord-americani, anch’essi teatri di scontro – La Vérendrye attaccò varie installazioni inglesi, tra cui la colonia di Saint-John a Newfoundland, facendo base nell’Ontario, nei pressi di Wawa e sfruttando le vie fluviali, sino alla Baia di James. Si trattava infatti di aree del tutto strategiche e fondamentali, per i traffici della zona – lo stesso La Vérendrye commerciava nell’area – non lontano da insediamenti Meskwaki, popolo nativo americano, stanziato proprio nella Regione dei Grandi Laghi, nella valle tra il fiume San Lorenzo in Ontario e il Michigan. La Vérendrye lasciò a combattere questi ultimi il fratello. Anche a seguito di quegli scontri, le tribù Meskwaki si videro costrette a spostarsi a meridione del continente americano, nell’odierno Midwest. In quell’epoca, si riteneva – convinzione diffusa nel pensiero geografico di allora – che non lontano ad Ovest vi fosse, nel Pacifico, una insenatura, denominata Mer du Couchant, simile all’altrettanto leggendario Stretto di Annian, anch’esso favoleggiato dai viaggiatori di quel tempo. Si immaginava che i viaggiatori ed esploratori potessero attraversare un’altura, e trovarvi in tale maniera il così detto Fiume dell’Ovest, ritenuto raggiungibile dai primi itinerari canadesi in canoa, a partire dal bacino del fiume Nelson.
Nel 1708, seguendo le orme del fratello, Louis, La Vérendrye decise di partire per la Francia e di arruolarsi nelle truppe regolari insieme al suo sottotenente nel Reggimento di Bretagna. Catturato dalle milizie anglo-austriache (e rilasciato nel 1710), La Vérendrye fu ricevuto a corte dal Re Sole e vide aumentare sempre più il proprio prestigio sociale. Concluso il soggiorno francese, decise allora di fare ritorno in Canada. Attraversato l’Atlantico e sbarcato in Nuova Francia nella città natia, il 24 maggio 1712, si stabilì a San Maurizio. Qui, avviò contatti con le tribù indiane, nella fattispecie con gli Algonchini, firmando trattati di pace miranti soprattutto a sfruttare il potenziale commerciale dei territori fra il Québec e Sainte-Adèle, nella regione di Laurentides. Nel 1726, suo fratello Jacques de Varennes ottenne importanti incarichi militari nella zona, diventando comandante delle poste presso il Lago Superiore ed invitò quindi a raggiungerlo La Vérendrye. Quest’ultimo non esitò, ed assunse, nel 1727, la gestione delle terre signorili circostanti, pensando subito di utilizzarle come una testa di ponte, per lanciarsi alla conquista dell’Ovest. Nella regione dei Grandi Laghi, coordinando il lavoro dei corrieri e le esplorazioni delle aree boscose, tentando, ogni volta, di non irritare gli autoctoni, La Vérendrye vide aumentare in misura crescente il proprio potere personale, arrivando a controllare le rotte commerciali e i traffici marittimi, fondando stazioni di transito dove equipaggiare esploratori e mercanti, proteggendo i trasporti, fluviali e lacustri. La Vérendrye comprese, soprattutto, la cruciale importanza strategica delle stazioni postali ed intravide, tra i primi, la geopolitica delle nazioni degli Indiani d’America. Molto lungimirante, colse immediatamente tutto quanto avrebbe potuto essergli utile, nell’aprire e consolidare la nuova via delle esplorazioni geografiche rivolte verso Occidente. Il suo fu un vero e proprio monopolio, politico e militare, istituzionale e commerciale, delle tratte che passavano per i territori posti sotto la sua giurisdizione. Di fatto comandante in capo, ufficiosamente se non ufficialmente, delle regioni della Nuova Francia, La Vérendrye riteneva che tutto o quasi gli fosse possibile nell’area dei Grandi Laghi, epicentro dei suoi privilegi e delle sue ambizioni, nonché teatro e base delle successive missioni esplorative a Ovest. Realizzando queste ultime, per sé e per il proprio paese, mirava a conquistare, in Francia, una gloria che gli permettesse di fare carriera presso la corte reale e i ranghi dell’esercito, arricchendosi nel frattempo con il commercio dei castori.
Scaltro e capace indubbiamente di pensare in grande, La Vérendrye divenne comandante degli uffici postali del Nord nel 1728, socio di mercanti ed esploratori. Firmò trattati ed alleanze con varie tribù indiane, e fece costruire diversi forti. Interessato non solo ad arricchirsi con le miniere di ferro, presenti nella zona, ma – al pari dei numerosi suoi predecessori – desiderando, altresì, portare avanti la scoperta del continente americano, La Vérendrye fu tra quanti vennero accecati dal miraggio del favoloso Mare dell’Ovest, sempre nell’ottica di scoprire un passaggio verso le Indie Orientali, dopo i vani tentativi di diversi esploratori ed avventurieri, inglesi e francesi, sin dalla fine del XVI secolo, tutti impegnati nella ricerca del passaggio a Nord-Ovest, attraverso le terre artiche. Per raggiungere le coste di tale Mare dell’Ovest, La Vérendrye intendeva partire dall’odierno Ontario. Influenzato – era anche un gran lettore e collezionista di libri – dai racconti di esploratori come Perrot e Radisson, La Vérendrye organizzò le prime spedizioni geografiche sotto la guida dei Cree nord-americani, che vivevano allora tra la zona di Québec e la Baia di James e conoscevano dunque benissimo le terre in questione. Partì da una stazione di transito postale, presso il fiume Kaministiquia, a Nord del Lago Superiore (l’odierna Thunder Bay) e nel giugno del 1731 lasciò Montréal, alla guida di un gruppo di cinquanta uomini fra i quali tre dei quattro figli (Jean-Baptiste, Pierre e François). Fu il primo d’una lunga serie di viaggi, votati insieme a scoperta, esplorazione e commercio, nell’Ovest canadese. Nel mese di agosto, costeggiando e risalendo il Lago Superiore, La Vérendrye ne esplorò e mappò rive e zone interne, passaggi e versanti. Attraversando i corsi d’acqua, l’esploratore francese raggiunse La Pluie e il Lago Winnipeg, aggirando ostacoli terrestri ed orografici, e dovendosi sovente confrontare con i pareri discordi degli uomini al suo seguito, su itinerario e iniziative da intraprendere. I litigi e i tentativi di insubordinazione lo spinsero a separare il gruppo: La Vérendrye lasciò una minoranza di temerari (tra cui il giovane figlio Jean-Baptiste) a proseguire la spedizione e rientrò a Kaministiquia con i restanti per trascorrervi la stagione invernale. Instancabile, si mise a organizzare altre missioni esplorative a partire da Forte Caministigoyan e fece edificare un’ulteriore dozzina di stazioni postali e percorsi fortificati, segnatamente a Fort Saint-Pierre e Forte Saint-Charles, che diventarono, in tale modo, il suo quartier generale, nonché punto di snodo e crocevia, per l’esplorazione della regione di Manitoba, nelle praterie canadesi occidentali confinanti, a Sud, con North Dakota e Minnesota. Non fu impresa facile, visto che le popolazioni locali erano in quegli anni già in trattativa con gli Inglesi, e con la Compagnia della Baia di Hudson (costituita, nel 1670, dagli esploratori francesi Radisson e Médard Chouart des Groseilliers).
Già nel 1730 – la nostra fonte in merito è il libro di Kalm, tradotto come detto da Forster – La Vérendrye incontrò il governatore Beauharnois a Québec per lavorare con lui a un piano di scoperta ed espansione territoriale. Genuinamente interessato alle esplorazioni geografiche, e alle possibilità economico-commerciali da esse squadernate, La Vérendrye entrò in contatto epistolare col ministro francese della Marina, Maurepas, a sua volta molto interessato ai progetti di esplorazione del Nord America occidentale. L’anno dopo, La Vérendrye partì da Montréal, con i figli e altri membri di una prima spedizione rivolta verso Ovest. In autunno, suo figlio Jean-Baptiste fondò Fort Saint-Pierre in riva al Lago delle Piogge. L’anno seguente, iniziarono i lavori di edificazione di Fort Saint-Charles, presso il Lago dei Boschi. Il quartier generale dei La Vérendrye, per tutto il 1732. Nel 1733, il figlio Jean-Baptiste percorse le venti miglia, sino al Lago Winnipeg, fermato, solamente, dai ghiacci e, nel 1734, creò Fort Maurepas, vicino alla bocca del Red River, a sud del Lago Winnipeg. Di fatto, era il nuovo avamposto della esplorazione francese, verso Occidente. Vennero anche stipulati patti di non aggressione con i Cree della regione. Nel corso, quindi, dell’inverno 1734-1735, cominciò la ricerca della terra dei Mandans, popolazione locale sedentaria ritenuta simile ai Francesi per usi, abitudini e costumi. Nel 1736, le guide indiane del gruppo dei La Vérendrye, aduse a commerciare proprio con i Mandans, proposero agli esploratori di partecipare alla loro prossima spedizione. Fu una missione difficile e funestata da non pochi incidenti. Costretto a rientrare a Fort Saint-Charles a fine anno, La Vérendrye guidò al principio del 1737 una nuova escursione, alla ricerca dei Mandans. Partì, infatti, accompagnato dal primogenito, da una dozzina di franco-canadesi e da alcune guide indiane. Fecero tappa a Fort Maurepas, e incontrate alcune tribù Cree ne appresero le conoscenze sulla geografia del territorio, specialmente delle regioni sul versante opposto del Lago Winnipeg. Nell’occasione, agli esploratori vennero fornite altresì nuove notizie ed informazioni circa la terra dei Mandans, situata a Sud. Neanche questa volta, tuttavia, La Vérendrye riuscì a incontrarli. Dopo avere promesso ai capi indiani di costruire anche per loro stazioni di posta e transito, il gruppo francese dovette fare marcia indietro e tornare a Fort Saint-Charles, nel maggio del 1737. La Vérendrye mosse, a quel punto, alla volta di Montréal, per spiegare al governatore francese della regione il fallimento della missione che doveva scoprire finalmente il Mare dell’Ovest. Aveva, oltretutto, perso una ventina di uomini – tutti francesi – uccisi dai Sioux (nella loro guerra per il controllo del commercio di pellicce), tra i quali il giovane sacerdote missionario gesuita di origini vandeane Jean-Pierre Aulneau (1705-1736), grande linguista, religioso interessato all’evangelizzazione delle terre nord-americane e soprattutto pioniere nello studio delle lingue assiniboine.
Malgrado gli ultimi insuccessi, il richiamo dell’Ovest era troppo forte, e La Vérendrye si mise presto nuovamente in marcia verso occidente. Fra settembre ed ottobre 1738, l’intrepido esploratore fu tra Fort Maurepas ed il Lago Winnipeg. Mantenne, poi, la promessa fatta agli indiani di costruire una stazione di transito, a Fort Rouge. Nello stesso anno, videro la luce inoltre altri centri fortificati, tra i quali Fort La Reine, a sud del Lago Manitoba e, poco dopo, Fort Bourbon (1739), Fort Paskova (1740) e Fort Dauphin (1741), oltre a una nuova serie di stazioni postali per i traffici commerciali, a Nord del Lago Winnipeg. Nel frattempo, La Vérendrye era riuscito, finalmente, a entrare in contatto con le tribù dei Mandans, nelle praterie del sud-ovest, raggiungendo un villaggio sito probabilmente presso l’attuale New Town, in North Dakota, settanta miglia ad est del confine con il Montana. E gli Assiboini e i Cree locali fecero da interpreti. Impossibilitato a parlare, direttamente, con i Mandans, La Vérendrye lasciò presso di loro due francesi affinché ne imparassero la lingua e ritornò a Fort La Reine nel gennaio del 1739. Il tanto agognato incontro non produsse comunque i frutti sperati e, non avendo ottenuto informazioni utili e pertinenti circa il Mare dell’Ovest – quasi un’ossessione, ormai –, grazie ai contatti con i Mandans, La Vérendrye rientrò, quasi immediatamente, a Montréal, al fine di ragguagliare il governatore della colonia, il marchese Charles de La Boische (1671-1749), grande militare e funzionario dello Stato francese oltre oceano, il quale confermò lo stesso all’esploratore il monopolio delle tratte commerciali ad Ovest del Kaministiquia, nonostante non avesse adempiuto al mandato di scoprire il tanto desiderato Mare dell’Ovest.
La Vérendrye dedicò quasi tutto l’anno 1740 agli affari, ripartendo l’anno dopo per il quarto e ultimo dei suoi viaggi a Ovest. Mosse da Fort La Reine, quartier generale delle sue ultime missioni: tra l’estate del 1741 e l’autunno del 1742, i suoi figli raggiunsero le Big Horn Mountains, situate nel Wyoming occidentale, per poi portarsi, l’anno dopo, nell’alto Missouri, sino al fiume Yellowstone e ai piedi delle Rocky Mountains: ultima tappa d’un viaggio d’esplorazione memorabile, subito prima di ricongiungersi col padre, che non era partito con loro, per scongiurare il pericolo di una guerra tra i Cree e i Sioux.
Tornato in Francia, inviso a Versailles che lo voleva rimpiazzare, nonostante gli argomenti del Marchese di Beauharnois (il quale ne prese le difese), La Vérendrye si dimise. Mediante l’aiuto del governatore, la sua famiglia poté continuare la tratta delle pelli, pur avendo perduto la concessione delle scoperte, ad Ovest. Rientrato in Nuova Francia, a Montréal, La Vérendrye visse da gentiluomo una vita tutto sommato confortevole, frequentando i salotti della colonia, e divenendo capitano della guardia personale del governatore, sino al suo richiamo a Parigi nel 1748. Il suo successore, Rolland Barrin, riconobbe ancora, a La Vérendrye, il contributo dato all’esplorazione del Canada francese. Il grande viaggiatore trascorse gli ultimi anni tra affari e commerci con l’ovest canadese. Tra il 1744 e il 1746, inoltre, ebbe il comando della poste du Nord. Nel bel mondo, che guarda solo alla ricchezza e al guadagno personale, aveva vinto. Ma i sogni, quelli veri, non si erano realizzati. Non aveva mai trovato, né prove documentarie riguardanti i Celti in America, né il mitico Mare dell’Ovest, il suo Eldorado. Ancora una volta, immaginazione e ignoto avevano vinto sulla realtà.
Dopo la morte di La Vérendrye, il controllo dell’Ovest canadese passò nelle mani di Jacques Legardeur de Saint-Pierre, che lo mantenne dal 1750 al 1753, fondando Fort La Jonquière nei pressi del Saskatchewan. Suo successore venne nominato il cavaliere Louis de La Corne per il triennio dal 1753 al 1756. Quindi, un’ultima impennata d’orgoglio del clan La Vérendrye: il figlio Louis-Joseph Gaultier ebbe il ruolo di comando che era stato del padre. Durante, infine, la Guerra Franco-Indiana, dal 1754 al 1763 – insieme il preambolo e il fronte nord-americano della Guerra dei Sette Anni – un poco alla volta i Francesi abbandonarono le stazioni di posta e di transito occidentali. Quindi, con la sconfitta della Francia e la vittoria d’Inghilterra e di Prussia, l’Impero britannico assunse il controllo del Québec e dei territori a est del fiume Mississippi prima appartenuti alla Nuova Francia. L’ultimo approdo di un conflitto – sia politico, sia marittimo, per la supremazia sui mari, e non soltanto – che durava almeno da fine Seicento. E la malinconica fine del mondo di Pierre de La Vérendrye.


Un focus su storia atlantica e Canada: la Guerra della Regina Anna (1702-1713)

Come si è visto, La Vérendrye partecipò, tra le milizie francesi, agli scontri, nord-americani e canadesi, della così detta Guerra della Regina Anna. Quest’ultima fu la seconda delle quattro guerre franco-indiane combattute tra la Francia e l’Inghilterra per il controllo, in particolar modo marittimo e mercantile, logistico e commerciale, dell’America settentrionale. Il conflitto rappresentò il teatro nord-americano della Guerra di Successione spagnola, combattuta in Europa. Oltre ai due principali contendenti, lo scontro coinvolse un certo numero di tribù indiane d’America – quelle con le quali, per l’appunto, La Vérendrye entrò in contatto – nonché la monarchia spagnola alleata della Francia.
L’espressione ‘Guerra della Regina Anna’ è usata solo dalla storiografia di Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Francia. I soldati anglo-britannici, impegnati allora nella difesa delle zone attorno a Charleston nella Carolina del Sud, e sulla frontiera tra Nuova York e gli Stati del New England ed il confine con i territori canadesi, riuscirono ad ampliare la loro influenza, in Nord America, mettendo fine al controllo francese su gran parte dell’Acadia, in Nuova Scozia. Nei primi anni della guerra, la Spagna attaccò il South Carolina. In risposta, con l’assedio di St. Augustine, nel 1702, cinquecento tra soldati e miliziani inglesi (con trecento Indiani) conquistarono parte della Florida, che, all’epoca, apparteneva agli iberici, prima di ritirarsi. L’esercito spagnolo riuscì a riprendere St. Augustine ed a tenere Pensacola, ancora per oltre un secolo, dopo la fine del conflitto. Il sistema iberico di missioni in Florida andò peraltro distrutto dalla guerra e non fu ripristinato. Un secondo attacco combinato di militari francesi e spagnoli venne quindi fermato a Charleston nel 1706.
Nel 1703, gli insediamenti della Nuova Inghilterra – da Wells nel Maine, sino a Falmouth, nel Massachusetts – furono duramente attaccati, da cinquecento tra Indiani e Canadesi, sotto la guida di Leneuf de Beaubassin (1640-1705), il capo delle forze e truppe coloniali francesi. In occasione della campagna nella costa nord-orientale, più di centosessanta coloni vennero uccisi, o fatti prigionieri, e nel febbraio del 1704 Hertel de Rouville con duecentocinquanta indiani Caughnawaga ed Abenkis e cinquanta franco-canadesi, tra cui il diciannovenne La Vérendrye, distrusse l’insediamento inglese a Deerfield. Nel 1709, Vaudreuil riferì, poi, che due terzi dei campi a nord di Boston rimasero di fatto incustoditi. Sempre nel 1704, in luglio, i coloni del New England si vendicarono con successo, sugli insediamenti francesi, di Minas e Beaubassin, tra Acadia e Nuova Scozia. Nel medesimo mese, oltre cinquecento coloni misero sotto assedio per diciotto giorni il Forte di Port Royal (l’avamposto della pirateria seicentesca), sia pure senza espugnarlo. Un altro vano tentativo di conquistare la fortezza, nel maggio del 1707, venne fatto da Joseph Dudley. Due anni dopo la Francia, con l’ausilio di nativi micmac e volontari canadesi, prese Saint-John distruggendone le fortificazioni. Nel settembre 1710, tremilaseicento fra Britannici e forze coloniali, guidate da Francis Nicholson (1655-1728), assediò e prese, in capo a una settimana, Port Royal: una acquisizione che pose fine al controllo francese sulla Acadia. Una grande e importantissima vittoria strategica per l’Inghilterra della Regina Anna.
La Francia era contraria a attaccare il territorio di Nuova York, temendo gli Irochesi. Neanche i mercanti della città volevano scontrarsi con la Nuova Francia, poiché il conflitto avrebbe messo in pericolo il commercio di pellicce che transitavano nella zona. Gli Irochesi avevano firmato nel 1701 un trattato di pace coi Francesi – la così detta Grande Pace di Montréal – e si mantennero all’inizio neutrali. In seguito, si unirono alle truppe anglo-scozzesi nella guerra coloniale. Nel 1709 Nicholson guidò una fallimentare spedizione contro Québec. Nel 1711, fu previsto un attacco navale e terrestre nuovamente contro Québec, capitale della Nuova Francia. Ma la flotta guidata da Hovenden Walker fu affondata, in parte, durante il viaggio sino al San Lorenzo, mentre le spedizioni, navali e terrestri, dovettero ritirarsi. Gli Irochesi si schierarono al fianco degli Inglesi con un centinaio di guerrieri ma con una tattica da doppiogiochisti: sull’altro fronte avvisarono infatti i Francesi della spedizione.
Nel 1712 giunse l'armistizio. Col Trattato di Utrecht la Gran Bretagna acquisì Acadia e Nuova Scozia, l’Isola di Terranova, l’area della Baia di Hudson e Saint Kitts, nei Caraibi. La Francia venne costretta a riconoscere agli Inglesi la possibilità di commerciare cogli Indiani anche se fece edificare Fort Niagara in territorio irochese. La pace durò fino allo scoppio della guerra coloniale seguente, la Guerra di Re Giorgio (1744-1748), con operazioni in Nord America che erano l’estensione atlantica della Guerra di successione austriaca iniziata sul continente europeo nel 1740.


Nell'immagine, Pierre Gaultier de La Vérendrye (1685-1749).


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Parole chiave:

storia delle scoperte e delle esplorazioni geografiche, XVIII secolo, cartografia, Illuminismo scientifico, storia navale, rotte mercantili, Nord America, Europa, Francia, Celti

Documento inserito il: 16/10/2025
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