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Storia dell'uomo dalle origini ai giorni nostri. Cinquantaquattresima puntata

di Alberto Sigona


La Seconda Guerra Mondiale [prima parte]


La Seconda Guerra Mondiale ci ha insegnato quanto fragile sia la civiltà” [Václav Havel ]


La Germania alla conquista dell'Europa

Il 1° settembre 1939 la Germania di Adolf Hitler invade la Polonia (che - almeno questo era il pretesto - si era rifiutata di restituire alla Germania la città di Danzica e il passaggio di un corridoio attraverso la stessa Polonia per collegare la parte occidentale della Germania alla Prussia Orientale(1)), lasciando intuire il proposito di controllare l’intera Europa. Memori di quanto accaduto con la Cecoslovacchia (che Hitler aveva annesso alcuni mesi prima violando gli Accordi di Monaco(2)), Francia e Gran Bretagna (alleati della Polonia) stavolta reagirono dichiarando guerra al Terzo Reich(3): iniziava il conflitto più terribile nella storia(4), quello che sarà ricordato come Seconda Guerra Mondiale. In pochi mesi Hitler - dopo essersi spartito la Polonia(5) con l'altro Stato invasore dell'URSS (che rivendicava i territori orientali, caratterizzati da una forte presenza di bielorussi ed ucraini), sulla base di quanto stabilito dal “Patto Molotov-Ribbentrop” (un trattato di non aggressione con clausola segreta di spartizione della Polonia), ed essersi visto respingere una proposta di pace da Francia e Gran Bretagna - inizia la sua avanzata d'occupazione: le prime a capitolare sono Danimarca e Norvegia(6); quindi la macchina bellica tedesca decide di puntare sulla Francia, e per invaderla (aggirando la linea Maginot, che proteggeva i confini francesi) sceglie, con una mossa a sorpresa, di attraversare la regione del Benelux (che era neutrale): dopo poche settimane (il 22 giugno 1940) la Francia sarà costretta alla resa.

Frattanto il 10 giugno 1940 l’Italia (che inizialmente aveva dichiarato la propria non belligeranza), con la speranza di sedersi al tavolo dei vincitori (e tenere fede al “patto d'acciaio”), malgrado l'evidente inidoneità (dovuta ad una notevole impreparazione militare e industriale) a calarsi in un conflitto, entrava in guerra a fianco delle forze dell'Asse (cioè di Germania e suoi alleati, fra cui spiccavano - oltre ai giapponesi - bulgari, ungheresi e rumeni), ma si rivelerà ben presto incapace di promuovere azioni belliche autonome, tanto da trasformarsi in una zavorra per la Germania(7).
Nel contempo, dopo aver piegato la Francia, Hitler nel luglio del '40 decide di “dedicarsi” alla Gran Bretagna, optando per una lunga serie di bombardamenti aerei (prendendo di mira soprattutto aeroporti e porti), che nelle previsioni del dittatore nazista avrebbero messo in condizione il Reich d'invadere l'isola britannica via mare, mettendo in atto l'operazione “Leone Marino” (o in alternativa avrebbero indotto gli avversari ad accettare anzitempo una pace vantaggiosa per i tedeschi). Tuttavia gli inglesi si mostrano più competitivi del previsto - anche grazie ad una nuova invenzione, il radar, che in molti casi permetteva d’intercettare i bombardieri avversari - ed impediscono alla Lutwaffe (l'aviazione del Reich) di prevalere: così il 17 settembre l'invasione della Gran Bretagna viene accantonata da Hitler e mai più ripresa (d'ora in avanti la Germania si dedicherà principalmente alla guerra sottomarina allo scopo di bloccare verso i britannici i rifornimenti esteri di armi e di viveri).
Nell’estate del 1941 il Fuhrer, dopo il fallimento della Battaglia d'Inghilterra ed il rifiuto di varie proposte di pace avanzate ai britannici dallo stesso capo nazista, decide d’invadere l’URSS(8), rompendo un’alleanza stipulata anni prima: da quel momento quasi tutte gli sforzi bellici saranno concentrati nella cosiddetta “Operazione Barbarossa” (la più vasta operazione militare terrestre di tutti i tempi), “trascurando” la Gran Bretagna (ricordiamo che il premier inglese era W. Churchill), che sostanzialmente smetterà di subire pesanti bombardamenti (che così avrà tutto il tempo per organizzare al meglio il contrattacco alle forze dell'Asse).

Intanto alla fine dello stesso anno entravano in guerra anche gli USA(9) (il Presidente era ancora F. Roosevelt) a causa dell’attacco a sorpresa - in quanto non fu preceduto da una formale dichiarazione di guerra - dei giapponesi(10) (alleati di Germania e Italia) al porto militare di Pearl Harbor(11) (nell'isola hawaiiana di Oahu), che distruggeva buona parte della flotta americana (inoltre ben 188 aerei furono distrutti al suolo). Quasi contemporaneamente da parte dei nipponici veniva lanciata un'operazione a raggiera che mirava all'occupazione di varie isole americane dell'oceano Pacifico (tra cui le Filippine): la propaganda nipponica presentò questi atti come una liberazione dal dominio coloniale occidentale, con lo slogan “Asia agli asiatici”.(12)

Agli inizi del 1942 l’espansione nazista in Europa avrebbe toccato il suo punto più alto: tutti gli Stati d’Europa continentale, con le sole eccezioni rilevanti della Svizzera, della Spagna e della Svezia, rimaste neutrali, erano alleati di Hitler o sottoposti al controllo dell’esercito tedesco. L'unico avversario europeo (a parte l'URSS) rimaneva praticamente la Gran Bretagna. Nei confronti dei paesi occupati il dittatore tedesco adottò una brutale politica di repressione e sfruttamento: pretese il pagamento d'ingenti somme di denaro; confiscò impianti industriali e derrate alimentari; costrinse milioni di uomini a lavorare sino allo sfinimento fisico nei campi di lavoro; molti prigionieri furono fatti morire di fame o furono massacrati barbaramente senza motivo (specie in Unione Sovietica), civili compresi (persino coloro che in un primo momento avevano accolto i nazisti come liberatori dall'oppressione stalinista, ad esempio in Ucraina, dove il regime sovietico aveva causato milioni di morti), senza risparmiare donne e bambini. Ma il destino più atroce, come abbiamo già visto, fu riservato agli ebrei, sterminati a milioni per la sola colpa di esistere, per quello che rappresentò un vero e proprio genocidio etnico nonché uno dei più grandi drammi umani del ventesimo secolo: la cosiddetta Shoah.


Nell'immagine, La Germania invade la Polonia. E' l'inizio della Seconda Guerra Mondiale.


Note:

(1) La Polonia, dopo la Prima Guerra Mondiale, aveva ottenuto un passaggio territoriale tra la Germania e la Prussia Orientale, chiamato appunto corridoio polacco (era una striscia di territorio polacco lunga circa 70–90 km che collegava la Polonia al Mar Baltico). Per i nazisti ciò era strategicamente importuno in quanto volevano che la Germania fosse unita senza territori polacchi in mezzo. La città di Danzica (Gdańsk) invece era divenuta una città libera sotto il controllo della Società delle Nazioni, ma di fatto dipendente dalla Polonia (che aveva diritto all’uso del porto, controllava i trasporti e la dogana, gestiva la politica estera della città...), e Hitler la reclamava in quanto in maggioranza abitata da popolazione tedesca. La Polonia rifiutò le richieste tedesche perché sapeva che accettarle avrebbe significato perdere la propria sovranità e diventare un satellite tedesco.

(2) La violazione degli Accordi di Monaco da parte di Hitler consistette nell’occupazione della Cecoslovacchia nel marzo 1939, in aperto contrasto con gli impegni presi pochi mesi prima. Con l’accordo del settembre 1938, la Germania aveva ottenuto l’annessione dei Sudeti promettendo di non avanzare ulteriori rivendicazioni territoriali. Tuttavia, l’invasione del resto del Paese dimostrò la natura espansionistica del regime nazista e segnò il fallimento definitivo della politica di appeasement perseguita da Francia e Gran Bretagna.

(3) A poche ore dalla dichiarazione di guerra britannica, il 3 settembre il sommergibile tedesco U-30 affonda la nave passeggeri SS Athenia, che faceva rotta da Glasgow a Montréal, 250 miglia (400 km) a nordovest dell'Irlanda; è il primo affondamento della guerra di una nave mercantile da parte di un sommergibile. Lo stesso giorno, nella prima azione offensiva britannica della guerra, la Royal Air Force lancia un'incursione sulla flotta tedesca nell'ansa dell'isola di Helgoland. Ma nei primi mesi di guerra la reazione franco-britannica all'invasione della Polonia fu più formale (rappresentata dalla dichiarazione di guerra) che effettiva a causa di una preparazione militare insufficiente (non si era pronti a lanciare offensive su larga scala). Questo periodo di inattività apparente durò fino alla primavera del 1940 ed è chiamato “Guerra Seduta” perché ufficialmente erano in guerra, ma senza combattimenti significativi.

(4) Un conflitto in cui saliranno alla ribalta gli aerei - ed i relativi bombardamenti (adoperati anche in Russia) - ed i mezzi corazzati, che nella “Grande Guerra” avevano avuto un ruolo marginale. Non mancarono altresì le battaglie navali, ma esse riguardarono quasi esclusivamente l'oceano Pacifico, e videro coinvolte soprattutto USA e Giappone.

(5) Dopo l'attacco della Germania all'URSS l'intera Polonia sarebbe stata occupata dai tedeschi. La Polonia alla fine del conflitto risulterà la Nazione con la più alta percentuale di vittime in rapporto alla popolazione, circa il 16% (si stimano circa 5,8–6 milioni di morti di cui oltre la metà ebrei polacchi, vittime della Shoah).

(6) Danimarca e Norvegia furono invase per “proteggere” la rotta marittima (minacciata dai britannici) che portava il ferro svedese alla Germania, fondamentale per la guerra, e per assicurarsi porti per la sua flotta e basi per lanciare attacchi aerei sulla Gran Bretagna. La Norvegia in particolare era considerata di importanza strategica innanzitutto per il porto di Narvik, dal quale venivano esportate grandi quantità di ferro provenienti dalle miniere della Svezia (quella rotta era particolarmente importante durante i mesi invernali, quando il Mar Baltico era ghiacciato). La Norvegia era inoltre significativa simbolicamente per Hitler, poiché era considerata da molti come la culla della cosiddetta razza ariana. Lo scopo principale dell'invasione danese era ovviamente quello di usare la Danimarca come base di partenza per le operazioni contro la Norvegia e di sbarrare l'accesso agli inglesi.

(7) L'Italia rimedierà cocenti sconfitte su quasi ogni fronte, e le poche ed effimere vittorie iniziali (specie in Africa, Jugoslavia e in Grecia) furono ottenute con il decisivo apporto dei tedeschi... La Gran Bretagna sostanzialmente non fu “toccata” dalle incursioni aeree (vi furono perlopiù battaglie navali con esito avverso). L'unico risultato confortante fu conseguito sulla Francia (che era in procinto di capitolare grazie all'invasione tedesca): dopo la battaglia combattuta sul fronte alpino (durata circa 3 giorni) e qualche bombardamento aereo, fu firmato l'armistizio, che previde l'occupazione da parte italiana di alcuni territori francesi di confine (incluse parti della Valle d’Aosta, della Savoia e delle Alpi Marittime) e poco altro. Con la resa dell’Italia e la fine del regime fascista nel 1943–1945, e successivamente con la sconfitta definitiva della Germania nel maggio 1945, gli accordi di pace internazionali riporteranno i confini alla situazione precedente al 1940.

(8) Hitler decise d'invadere l'URSS sostanzialmente per 3 motivi: 1 Il Fuhrer era un nemico giurato del Comunismo e della “razza” russa, che riteneva inferiore 2 L'URSS era ricca di materie prime, di cui la Germania necessitava, specie se fossero “scesi in campo” gli americani 3 L'obiettivo di Hitler era di diventare il padrone dell'intera Europa e di realizzare un nuovo ordine mondiale basato sulla supremazia della razza ariana e sulla sottomissione dei popoli "inferiori". Chiaramente il dittatore tedesco sottovalutò di molto le potenzialità del nemico, che credeva di sconfiggere con relativa facilità, confidando anche nell'arretratezza del popolo e della società dell'Unione Sovietica.

(9) Così come avvenuto durante la Prima Guerra Mondiale, gli USA non entrarono in guerra mirando ad acquisizioni territoriali, ma per liberare l'Europa dalla pericolosissima espansione nazista, che minacciava la libertà e la coesistenza pacifica dei popoli. Anche prima dell'entrata in guerra gli americani avevano iniziato a sovvenzionare economicamente le Nazioni che combattevano contro i nazifascisti. Alla fine della guerra gli USA si preoccuparono di essere visti come promotori della libertà e dell'autodeterminazione dei popoli, motivo per cui decisero di non annettere alcun territorio, nemmeno il Giappone, la cui annessione sarebbe sembrata imperialista e avrebbe contraddetto la loro immagine internazionale, soprattutto dopo aver duramente condannato l'espansionismo nazista.

(10) All'epoca il Giappone era governato da una combinazione di potere imperiale, politico e militare. L'Imperatore era Hirohito, mentre il Primo ministro era Hideki Tōjō. Quest'ultimo fu una figura chiave nel governo nipponico e in quanto vero leader politico e militare del governo guidò il Giappone verso la guerra contro Stati Uniti e compagnia. Il Giappone era di fatto una dittatura militarista, con un controllo autoritario dei militari sulla politica, sulla stampa e sulla società, anche se formalmente manteneva una struttura monarchica e parlamentare.

(11) L’aviazione nipponica, però, non colpì nessuna delle tre portaerei che facevano parte della flotta del Pacifico, perché il giorno dell’attacco erano in missione lontano da Pearl Harbor. Inoltre si commise un grave errore: dopo la seconda ondata venne ordinato alla flotta nipponica di fare rotta verso il Giappone, non volendo rischiare che le navi fossero colpite da aerei o da sottomarini americani. Se il Giappone avesse lanciato la terza ondata, avrebbe potuto distruggere i cantieri navali e i depositi di carburante, riducendo di molto la capacità statunitense di riorganizzarsi.

(12) Ma perché il Giappone decise di entrare in guerra contro gli USA? E' presto detto. Quando nel luglio '41 i giapponesi invasero l'Indocina francese, USA e Gbr reagirono decretando il blocco delle esportazioni verso il Giappone. Per il Sol Levante, Paese industrialmente sviluppato ma povero di materie prime (come petrolio e ferro), la decisione americana era un ostacolo serio, giacché senza petrolio e ferro non avrebbe potuto proseguire la sua espansione. Le vere cause dell'entrata in guerra contro gli USA vanno perciò rintracciate nella politica espansionistica del Giappone, che intendeva costruire un “nuovo ordine mondiale” in Asia e nel Pacifico, in maniera simile a quanto cercavano di fare la Germania nazista e l’Italia fascista in Europa.
Documento inserito il: 28/10/2025
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