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Storia dell'uomo dalle origini ai giorni nostri. Cinquantacinquesima puntata

di Alberto Sigona


La Seconda Guerra Mondiale (2a parte)


Il “cambio della marea”

Nella seconda metà del ’42 però il conflitto comincia a volgere a favore delle truppe anglo-americane e sovietiche. La causa principale del capovolgimento delle sorti della guerra (che avrebbe condotto alla disfatta dell'Asse) risiede nel fallimento della famosa Operazione Barbarossa, ovvero l’invasione dell'URSS. In principio, complice l'iniziale impreparazione sovietica (che, fra l'altro, non si attendeva un'invasione, almeno non così in anticipo sui tempi; inoltre gli alti vertici militari più esperti erano rimasti vittima delle “purghe” staliniane(1)...), tutto sembrava andare per il meglio. In poche settimane, grazie a rapidissimi attacchi, e ai successivi accerchiamenti compiuti dalle divisioni corazzate e motorizzate, i tedeschi penetrarono velocemente nei vastissimi territori sovietici e annientarono decine di divisioni nemiche, catturando centinaia di migliaia di prigionieri. L'esercito dell'Unione Sovietica pagò un impressionante tributo in termini di vite umane e di materiali bellici andati perduti. Frattanto i grossi contingenti dell'Armata rossa erano ormai allo sbando e la catena di comando era sovente interrotta.

Ma dopo questo grandioso successo iniziale, l'arrivo dell'inverno iniziò a rovinare i piani dell'esercito nazista, smorzandone notevolmente la forza d'urto (la macchina militare tedesca non era attrezzata per contrastare il “generale inverno” visto che Hitler, confidando nella “guerra lampo”, non aveva previsto il prolungarsi del conflitto oltre il mese di ottobre). Con le prime abbondanti piogge i mezzi s’impantanarono miseramente nel fango, e dopo arrivò la neve, il gelo, il terribile rigore dell'inverno russo, con tutte le nefaste conseguenze (tantissimi soldati tedeschi morirono assiderati)(2). La logistica divenne anch'essa un grosso problema, a causa dell’eccessiva lunghezza delle linee dei rifornimenti. In questo modo la Germania non poté ottenere ulteriori guadagni territoriali (il 27 novembre del '41 si concludeva ufficialmente il tentativo d'invasione di Mosca), anche per la tenace resistenza dei russi (che si affidarono anche sui civili e sui detenuti), che fu più dura di quanto i tedeschi si aspettassero (ovviamente i russi erano più avvezzi a combattere in climi estremi). L'URSS, frattanto, riusciva a migliorare notevolmente il proprio apparato militare nonché le proprie risorse belliche, che agli inizi del conflitto accusavano una certa arretratezza. Dopo l’arresto davanti a Mosca(3), la Germania tentò nuove offensive. Nel 1942 concentrò gli sforzi verso sud puntando verso il Volga e i campi petroliferi del Caucaso. Ma nel febbraio 1943, dopo mesi di estenuanti combattimenti e di perdite ingenti, si concludeva con la vittoria sovietica (anche grazie ad un massiccio supporto logistico di stati alleati, USA, Canada e Gran Bretagna, che fornirono mezzi, armi, cibo, carburante ed altri beni) la Battaglia di Stalingrado (ritenuta la battaglia più importante di tutto il conflitto), in cui la Germania perse tanti uomini ed ingenti risorse belliche, segnando l’inizio della fine per il Terzo Reich(4), che d'allora in poi subirà l'inesorabile controffensiva sovietica.

Frattanto la penetrazione offensiva dei giapponesi nel Pacifico veniva fermata dagli americani con le grandi battaglie aeronavali del Mar dei Coralli e delle Isole Midway. Di lì a poco sarebbe partita una grande controffensiva, estendendola ad altre isole e territori del Pacifico(5).


Nell'immagine, Le rovine di Stalingrado. La battaglia segnò la prima grave sconfitta dell'esercito tedesco.


Note:

(1) Le “purghe” avevano eliminato o messo a riposo circa 30.000 tra ufficiali dell'esercito e della marina, il 90% dei generali e l'80% dei colonnelli.

(2) Nel 1941 Hitler era stato costretto ad appoggiare le truppe italiane nei Balcani. Furono perse così preziose settimane della già breve estate russa, obbligando la Germania a posticipare l'inizio dell'Operazione Barbarossa.

(3) Dopo l’arresto tedesco davanti a Mosca nel 1941, un elemento decisivo fu l’informazione ottenuta dall’agente sovietico Richard Sorge a Tokyo, il quale riferì a Stalin che il Giappone non avrebbe attaccato l’URSS in Estremo Oriente. Questa informazione permise a Stalin di trasferire le divisioni siberiane, ben addestrate alla guerra invernale, sul fronte occidentale, consentendogli di accrescere notevolmente la resistenza contro i tedeschi.

(4) Dopo il brusco fallimento della Battaglia di Mosca, Adolf Hitler era fermamente deciso a riprendere l'iniziativa sul fronte orientale. Stalingrado rappresentava un punto strategico di notevole importanza: vincere quella battaglia avrebbe significato liberarsi la strada verso il Caucaso, ovvero verso i giacimenti petroliferi. Ma voleva dire anche impadronirsi di un importantissimo centro industriale nonché impedire ai russi di usufruire dei rifornimenti di carburante e legname che arrivavano dal porto del Volga, necessari per continuare la guerra contro il Reich. Perciò se la Battaglia l'avessero vinta i tedeschi, il conflitto probabilmente avrebbe preso un'altra piega... Stalingrado invece segnò la prima grande sconfitta politico-militare della Germania nazista sul fronte orientale nonché l'inizio dell'avanzata sovietica verso ovest.

(5) L'inizio della controffensiva fu segnata dalla Battaglia di Guadalcanal (che rappresentò il primo grande scontro terrestre tra le due forze del Pacifico), a cui sarebbero seguite, tra le altre, quelle di Tarawa, Saipan (che permise agli Stati Uniti di avere basi più vicine al Giappone, facilitando i successivi bombardamenti), Leyte Gulf (fra le più grandi battaglie navali della storia), Iwo Jima e Okinawa.

Documento inserito il: 08/11/2025
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