Cookie Consent by Free Privacy Policy website Tutto storia, storia contemporanea: Storia dell'uomo dalle origini ai giorni nostri. sessantesima puntata
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Storia dell'uomo dalle origini ai giorni nostri. sessantesima puntata

di Alberto Sigona


L'Italia diventa Repubblica

Frattanto il 2 giugno 1946, tramite un referendum popolare(1) a suffragio universale (in cui votarono per la prima volta anche le donne), l’Italia sceglieva, col 54% delle preferenze, di porre fine al regime monarchico (Vittorio Emanuele III nel frattempo aveva abdicato in favore del figlio Umberto II) per trasformarsi in Repubblica Parlamentare. Le elezioni politiche tenutesi lo stesso giorno del suddetto referendum registrarono il successo (35% delle preferenze) della Democrazia Cristiana (che dominerà la scena politica per quasi mezzo secolo), guidata da Alcide De Gasperi (che si confermava così alla guida del Paese dopo esserlo stato dal dicembre del 1945(2)): egli quindi, non avendo i numeri per governare da solo, formava un governo di coalizione con democristiani, socialisti, comunisti e repubblicani, avviandosi ad elaborare la nuova Costituzione. Quindi il 28 giugno 1946 Enrico De Nicola veniva eletto Capo provvisorio dello Stato dalla neoeletta Assemblea Costituente (ricoprirà tale carica sino al 31 dicembre 1947; il 1º gennaio 1948 assumerà il Titolo di Presidente della Repubblica Italiana, rimanendo in carica fino al successivo 12 maggio). La nuova Costituzione (sinora vigente), volta a disciplinare la nuova forma repubblicana (si può affermare senza esagerazioni che i politici dell’epoca mostrarono un livello molto alto di lungimiranza, maturità e senso di responsabilità nella sua redazione, mettendo da parte divisioni ideologiche per dare all’Italia un impianto democratico solido), entrò in vigore nel gennaio del 1948(3) (ed era l’espressione del popolo e non una gentile concessione del sovrano come era accaduto in precedenza). Essa ripristinava ogni forma di libertà abolita col Fascismo, introducendo avanzatissime norme d’uguaglianza e di salvaguardia dei diritti civili, umani (veniva abolita la condanna a morte), politici, religiosi, etnici ecc..., facendo dell’Italia uno Stato liberal-democratico sotto ogni aspetto, in cui la violenza, anche quella ideologica, non era più tollerata (nella Costituzione, inoltre, si ripudiava la Guerra come mezzo d’offesa e si mandavano in esilio i Savoia(4) e i futuri discendenti di tale famiglia reale). Per delle riforme che rappresentarono una rivoluzione socio-culturale davvero epocale, senza precedenti, e di cui si può avere riscontro ai giorni nostri.


Nell'immagine, Umberto II di Savoia, ultimo re d'Italia in partenza per l'esilio.


Note:

(1) Dopo la fine della Seconda guerra mondiale la monarchia era fortemente delegittimata e gli Alleati chiedevano all’Italia di scegliere democraticamente la propria forma di Stato. Allora il Governo guidato da Alcide De Gasperi (governo di unità nazionale nominato e sostenuto dal CLN alla fine del 1945, che riuniva i principali partiti antifascisti che rappresentavano la Resistenza e il nuovo ordine provvisorio), al fine di chiudere la fase monarchico-fascista, premeva per una consultazione popolare. Pertanto il Luogotenente del Regno Umberto (che il 9 maggio 1946, dopo l'abdicazione di Vittorio Emanuele III, sarebbe poi diventato Re col nome di Umberto II), conscio che rifiutare il referendum avrebbe provocato una rottura con il Governo e con gli Alleati, rischiando di far cadere la monarchia in modo rovinoso, con la speranza che il voto potesse salvare la Corona, il 16 marzo 1946 con il Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 98 indisse il referendum istituzionale.

(2) Quello di De Gasperi fu il suo Secondo Governo (il primo Esecutivo della Repubblica Italiana), che succedeva al “Primo Governo De Gasperi” (composto da Democrazia Cristiana, PCI, Partito Socialista, Partito Liberale, Partito d'Azione e Partito Democratico del Lavoro), che era stato il 65° ed ultimo governo del Regno d'Italia. Ricordiamo che fra la caduta di Mussolini e l'avvento di De Gasperi vi erano stati i Governi di Badoglio (25 luglio 1943 - 18 giugno 1944), Bonomi (18 giugno 1944 – 19 giugno 1945) e Parri (19 giugno 1945 – 10 dicembre 1945), tutti ispirati dal CLN.

(3) Nei primi anni che seguirono la conclusione della guerra, la situazione sociale in Italia manifestò tutta la precarietà di un periodo che risentiva fortemente dei nefasti strascichi bellici e del ventennio fascista. Vi furono spesso manifestazioni violente, scontri, spargimenti di sangue e quant'altro si potesse conformare con la delicata fase di crescita di un Paese come l'Italia. Fra i più attivi, nella sua accezione negativa, vi furono certamente gli ex partigiani e molti membri più o meno occulti del Partito Comunista (ma spesso i due “ruoli” coincidevano), i quali, agendo nell'illegalità, e per conto dello stesso partito (probabilmente finanziato dal Cremlino), per molti anni diedero vita ad una sorta di struttura para militare (macchiandosi di vari delitti, anche atroci), in grado, a detta di molti storici, di giungere persino ad un colpo di Stato, che comunque non fu mai tentato, forse perché si temeva l'intervento americano, visto che poco prima delle elezioni politiche del 1948 (che avrebbe rivisto trionfare la DC) il Consiglio Nazionale di Sicurezza stabilì che in caso di vittoria comunista (ipotesi tutt'altro che remota) gli USA - interessati a mantenere la democrazia e la libertà in Occidente - sarebbero intervenuti militarmente, sospendendo anche gli aiuti economici previsti dal Piano Marshall.

(4) I Savoia furono banditi dalla Repubblica per un lungo periodo conclusosi con la riforma costituzionale del 2002. La dinastia Savoia era nata nell’XI secolo con il Conte Umberto I Biancamano (la tradizione più accreditata lo vuole di origine borgognona) e si era insediata inizialmente nella regione delle Alpi occidentali, tra Piemonte e Savoia (oggi divisa tra Francia e Italia). Nel corso dei secoli ampliarono il loro territorio e il loro potere, fino a governare il Regno di Sardegna. Da lì, nel XIX secolo, guidarono il processo di unificazione italiana, e nel 1861 Vittorio Emanuele II divenne il primo Re d’Italia, dando inizio alla monarchia sabauda che durerà appunto fino al 1946.

Documento inserito il: 25/11/2025
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