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Le invasioni straniere in Italia

Sul finire del XV secolo, in tutto il continente europeo si erano costituiti diversi Stati nazionali più o meno stabili: Francia, Spagna, Portogallo, Inghilterra, Russia, Boemia, Ungheria, Austria, Svezia, Danimarca e Polonia avevano infatti raggiunto la propria unificazione sotto la guida delle rispettive monarchie nazionali. L'Italia e la Germania restavano gli unici due Stati di una certa importanza a non aver raggiunto la propria unità, e fu per questo motivo che presto divennero preda dei loro più potenti vicini. I regni di Francia e di Spagna, i più potenti all'epoca, seguivano da tempo una politica di espansione tendente ad allargare la base territoriale di sfruttamento a vantaggio delle rispettive Case regnanti, rafforzare le finanze statali e per soddisfare gli interessi della nobiltà con la distribuzione di nuovi feudi e cariche pubbliche.
Naturalmente questa loro politica veniva principalmente espletata verso Stati più deboli e con meno capacità difensive. L'Italia rientrava in questi canoni e attirava l'attenzione di Francesi e Spagnoli per due ragioni in particolare: era il Paese più ricco, industrioso e coltivato del continente, ed aveva appena raggiunto il culmine della sua fioritura con il Rinascimento; la seconda ragione stava nel fatto che in Italia aveva la propria sede il Papato e quindi, un re che si fosse impossesato della Penisola, avrebbe potuto sperare di sottomettere al proprio controllo il centro della cristianità e piegarlo ai suoi voleri politici.
La prima invasione straniera dell'Italia fu quella condotta dal re di Francia Carlo VIII. Il re si preparò accuratamente all'impresa assicurandosi il consenso dell'Inghilterra, della Spagna e degli Asburgo, dalle quali riuscì a farsi riconoscere la legittimità delle sue rivendicazioni sul suolo italiano.
Il pretesto per l'invasione venne fornito a Carlo VIII da un italiano: il duca di Milano Ludovico Sforza detto il Moro
. A Milano infatti, il giovane duca Gian Galeazzo era stato estraniato dal potere dallo zio Ludovico il Moro, che mirava a divenire il nuovo duca di Milano. Per raggiungere questo scopo, egli doveva prima superare l'ostilità del re di Napoli Ferdinando d'Aragona, che era lo zio della moglie di Gian Galeazzo. Fu per questo motivo che il MOro, conscio della rivalità esistente tra Francia e regno di Aragona, chiamò in Italia il re francese, che sapeva rivendicare il Regno di Napoli, in forza dei diritti che gli provenivano dal fatto di essere un erede degli Angioini.
Nel settembre del 1494, Carlo VIII scese in Italia con un esercito numeroso e ben dotato di artiglierie: egli venne ricevuto solennemente da Ludovico il Moro, che gli accordò un forte aiuto economico e da Milano egli iniziò la sua discesa verso il Regno di Napoli. Come il duca di Milano, anche gli altri grandi Stati italiani aiutarono in maggiore o minore misura il re di Francia: Genova offrì le proprie navi per il trasporto di reparti francesi e, forse per sete di guadagno, condusse operazioni di guerra navale contro la flotta napoletana; Venezia dal canto suo tollerò la spedizione francese, certa che nella confusione successiva allo scontro si sarebbe potuta approppriare di alcuni porti pugliesi; a Firenze, sicuramente la città italiana con più interessi economici in Francia, Piero dè Medici si lasciò imporre da Carlo VIII condizioni molto esose e per questo motivo venne cacciato dal popolo fiorentino, ma anche il successivo governo repubblicano non seppe far meglio e permise il passaggio alle truppe francesi; a Roma, papa Alessandro VI Borgia, non fece nulla per opporsi all'invasione vuoi perchè temeva di essere deposto dal soglio pontificio a causa della sua condotta scandalosa e vuoi perche sperava di ottenere dei vantaggi a favore del figlio Cesare Borgia, il Valentino. A spianare la strada della vittoria ai francesi fu però la fellonia ed il tradimento dei baroni meridionali, che fecero in modo che l'esercito napoletano si ritirasse senza combattere, permettendo in tal modo ai francesi di entrare vittoriosi a Napoli nel febbraio 1495 senza colpo ferire. Il re Alfonso II abdicò a favore del figlio Ferdinando II che però fu costretto a fuggire sull'Isola di Ischia. In quel periodo venne coniato il motto secondo il quale l'Italia era stat conquistata con il gesso, pochè l'unico sforzo che i francesi dovettero sostenere, fu quello di far segnare dai propri furieri di alloggio con un gesso bianco, le abitazioni che erano destinate ad alloggio delle truppe. Nella realtà, l'invasione dimostrò che i ceti dominanti in Italia erano ormai fradici: le popolazioni erano erano escluse dalla vita pubblica , mentre il potere era unicamente gestito da ristrette oligarchie mercantili e di famiglie feudali che pensavano esclusivamente ai propri interessi privati, mandando in rovina il Paese.
Il rapido successo ottenuto da Carlo VIII preoccupò i principi italiani e la potenze straniere: contro i francesi si costituì una lega composta da Venezia, Roma e Milano, a cui diedero il loro supporto la Spagna e l'Austria. Per evitare di farsi precludere la strada del rientro in Francia, Carlo VIII abbandonò Napoli e si avviò verso il Nord, ma nei pressi di Fornovo sul Taro, si trovò la strada sbarrata dall'esercito della Lega. Entrambi gli eserciti subirono gravissime perdite, ma il re riuscì comunque a farsi ad aprirsi la strada verso Piacenza e quindi rientrò in Francia nel luglio del 1495. Nel frattempo, le truppe rimaste a Napoli vennero costrette alla capitolazione ed il re Fedinando II fece rientro nella sua capitale, ma dovette comunque cedere a Venezia alcuni porti pugliesi. Nonostante la situazione fosse tornata così com'era prima dell'arrivo dei francesi, erano state poste le basi per le future disgrazie che presto si sarebbero abbattute sull'Italia: gli stranieri avevano infatti potuto constatare la debolezza degli Stati italiani e delle discordie che li opponevano gli uni agli altri.


Nell'immagine, ritratto di Carlo VIII re di Francia.
Documento inserito il: 23/12/2014
  • TAG: invasioni straniere italia, rinascimento, cause, francia, spagna, ludovico sforza, re carlo VIII, re ferdinando II

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