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Il cattolicesimo nelle Isole Malvinas.

IL CATTOLICESIMO NELLE ISOLE MALVINAS
IL RUOLO DELLA CHIESA CASTRENSE SPAGNOLA
(1767 - 1811)


di Gerardo SEVERINO
Col. Aus. G.di F. – Storico Miliare e dell’emigrazione italiana nel mondo


Sono trascorsi esattamente sessanta anni da quel 16 dicembre del 1965, data in cui l’O.N.U. emanò la Risoluzione n. 2065, in virtù della quale l’Assemblea Generale riconobbe ufficialmente la disputa di sovranità tra il Regno Unito e la Repubblica Argentina riguardo al possesso delle Isole Falkland/Malvinas (Falkland per gli Inglesi, Malvinas per gli Argentini).
Definendo la situazione venutasi sin lì a creare come un "caso di colonialismo da risolvere alla luce della risoluzione 1514 (XV) sull'autodeterminazione", l’Assemblea invitò, nel contempo, le parti a negoziare una soluzione pacifica, tenendo soprattutto conto degli "interessi" degli isolani. Fu, quindi, avviato un processo diplomatico che avrebbe portato a negoziati bilaterali, poi, purtroppo, interrotti nel tempo e che di certo avrebbero risolto sostanzialmente la disputa in sé.
La Risoluzione 2065/1965 segnò, tuttavia, una decisiva svolta, portando “finalmente” il caso delle Isole Malvinas all'attenzione internazionale, anche se questa si sarebbe poi lasciata “condizionare” dalla futura “Guerra delle Falkland/Malvinas” (2 aprile — 14 giugno 1982), innescata dall’occupazione militare delle isole da parte Argentina e conclusasi con un “bagno di sangue”, soprattutto da parte Argentina.
Ebbene, sia gli storici che i giornalisti, soprattutto a partire dal 1982 a oggi, hanno quasi sempre dimenticato di ricordare come, a partire dall’occupazione militare Britannica (3 gennaio 1833) gli abitanti delle isole, sin lì di nazionalità Argentina (ne rimasero alle Malvinas solo una ventina), furono ben presto sostituiti da “coloni” giunti direttamente dal Regno Unito, la maggior parte dei quali di religione Anglicana, e la cui progenie costituisce, ancora oggi, la popolazione locale, quindi gli attuali sudditi di Re Carlo III.
Dal 1833 al 1857, la Chiesa Cattolica non avrebbe più destinato alle Malvinas i propri Sacerdoti, un tempo gli stessi Cappellani militari che, dapprima il Virreinato delle Provincie spagnole del Rio de la Plata e, dal 1820 in poi la Repubblica Argentina assegnava alla locale Guarnigione, sia per la cura delle anime “in uniforme” che degli stessi isolani (pastori, gauchos, pescatori e le loro famiglie).
Con il presente contributo vogliamo, quindi, ricordare l’importantissimo ruolo che la Chiesa Castrense ebbe in quelle lontanissime isole dell’Oceano Atlantico, a partire dal remoto 1764, anno in cui, grazie ad un primo insediamento francese, che avrebbe fondato Port Saint Louis, giunsero anche i primi rappresentanti della Chiesa Cattolica, cui sarebbe stata demandata anche l’evangelizzazione dei modesti insediamenti di indios locali provenienti dalla vicina Patagonia.
La storia delle Malvinas ci ricorda, poi, che nel 1767 le isole passarono alla Corona di Spagna, tanto che sulla prima corvetta spagnola che al comando del Capitano Felipe Ruiz Puente (primo Governatore delle Isole dal 25 aprile) approdò alle Malvinas, giunsero anche quattro Padri francescani, ai quali fu poi demandata la cura pastorale e l’evangelizzazione dell'intero arcipelago. Due di loro, Fra José Ignacio Cabrera e Fra Mariano Agüero, tornarono subito sulla terraferma, mentre i Frati Juan José Pereira e Sebastián Villanueva rimasero fino al 1769.
In verità, a Fort Sain Louis erano già presenti, al momento del passaggio di consegne, due sacerdoti francesi, i quali, molto probabilmente, fecero ritorno in patria. L'insediamento fu rinominato Puerto de la Soledad e, nel giro di pochi mesi, gli spagnoli eressero una piccola chiesa, intitolata "Nuestra Señora de la Soledad".
Determinante fu, dunque, come diremo a breve, il ruolo svolto a Puerto de Nuestra Señora de La Soledad, sede della Guarnigione, dai Sacerdoti Castrensi.
I primi Cappellani delle Isole Malvinas si imbarcarono a Montevideo sulla fregata “Santa Rosa”, comandata dal Capitano di Vascello Francisco Gil de Taboada y Lemos, la quale giunse a Porto Soledad il 27 gennaio 1769. Padre Isidro Álvarez e Padre Felipe Valenzuela rimasero lì solo un anno. Con loro giunse alle Malvinas anche il primo gruppo di prigionieri, colà destinati per le istituende prigioni. I Cappellani avrebbero curato anche lo loro anime.
Da quel momento in poi, tenendo presente l’età spesso molto avanzata di tali Pastori, ma anche la vita molto dura cui si andava incontro a quelle latitudini, l’alternanza dei Cappellani fu davvero incredibile, tanto che il primo a lasciare le isole fu Padre Álvarez, già pochi mesi dopo il suo arrivo, seguito di lì a poco da Padre Valenzuela, il quale fece ritorno nella caliente Buenos Aires.
La Spagna avrebbe amministrato le Malvinas, sempre grazie ad una Guarnigione Militare, sino alla famosa “Revolución de Mayo”. Questa ebbe inizio il 18 maggio del 1810 e coinvolse la città di Buenos Aires sino al successivo giorno 25. Si trattò di un periodo di eventi, cruciali per l’intero Virreinato del Rio de la Plata, che avrebbe portato alla deposizione del Viceré Spagnolo e alla formazione della “Primera Junta” (Prima Giunta ), vale a dire il primo Governo autonomo, interamente criollo. Con essa si diede inizio all’inesorabile percorso che avrebbe determinato l'indipendenza degli Argentini dalla Spagna, processo che nel 1816 avrebbe consentito la nascita della stessa Repubblica Argentina.
Furono davvero molti, come si raccontava prima, i Cappellani Militari che operarono alle Malvinas durante la presenza spagnola. Di loro vi è traccia in una interessantissima pubblicazione edita nel 1925(1). Fra di loro anche un italiano, Frà Pablo Canio, membro dell’Ordine dei Mercedari, molto probabilmente proveniente dalla Lucania, il quale fu nominato Cappellano provvisorio il 28 luglio del 1788.
Il Frate, in precedenza aveva prestato servizio, sempre come Cappellano, presso l'insediamento di Río Negro, dal settembre del 1784. Egli arrivò nell'arcipelago nel 1789, imbarcato sulla Corvetta Santa Clara, comandata dal comandante Ramón Clairac (2). Padre Canio (che cesserà di vivere nel 1802) fu poi sostituito il 17 febbraio 1791 da Padre Ramon Irrazabal.
La lunga lista dei Cappellani militari spagnoli officianti effettivi nelle isole Malvinas si concluse, invece, nel corso dello stesso 1810, allorquando il Domenicano Padre José Zambrano, vicario a ciò nominato, fece ritorno in Continente, precedendo di qualche mese la stessa Guarnigione militare che in seguito verrà richiamata a Buenos Aires, considerati i “venti di rivolta”, ma anche i due recenti tentativi Inglesi di occupare il Rio de la Plata (1806 - 1807).
L'ultimo sacerdote, Cappellano militare della nave da guerra “Carlota”, Juan Canosa, verosimilmente di origini italiane, avrebbe lasciato Puerto Soledad il  13 febbraio 1811, data nella quale, per ordine del Governatore di Montevideo, Gaspar de Vigodet, le forze di stanza a Puerto Soledad, al comando del Governatore Pablo Guillén Martínez, furono trasferite in quella città. Ciò avrebbe determinato, di fatto, la fine della presenza spagnola alle Malvinas, ma non di certo il diritto del loro possesso, come speriamo di aver dimostrato attraverso queste brevi note.
La Repubblica Argentina, legittima erede dei possedimenti territoriali del deposto Virreinato, avrebbe ripreso possesso delle Malvinas a far data dal 6 novembre 1820, riaprendo i battenti della vecchia Guarnigione di Puerto Soledad, ma anche favorendo la ripopolazione dell’Arcipelago.
L’operazione fu portata a compimento dal Capitano David Jewett. Al Governatore Jewett si sarebbero poi affiancati Jorge Pacheco, il quale si era distinto nelle recenti Campagne Indipendentiste e un mercante tedesco di origine ugonotta, tale Luis Vernet, i veri padri fondatori delle Malvine Argentine.
Furono proprio loro, su mandato del Governo di Buenos Aires, a partire dal 1825, che avrebbero implementato la popolazione locale, con il trasferimento nell’arcipelago di varie famiglie provenienti dall’Argentina, grazie alla quale l’intera area geografica avrebbe prodotto beni e merci varie, utili alla stessa economia continentale.
  Anche se la maggior parte di loro avrebbe praticato la pastorizia come mezzo di sostentamento, non pochi sarebbero stati i pescatori, i gauchos e i cacciatori di balene. Ciò nonostante, non viene registrata la presenza di nessun Cappellano Militare. Fu molti anni dopo la citata occupazione militare inglese (1833) che fu possibile inviare a Port Stanley un Cappellano cattolico, tenendo presente che, nel frattempo, erano giunti alle Malvinas alcuni immigrati irlandesi.
Padre Laurence Kirwan giunse alle Malvinas nel corso del 1857, dandosi subito da fare onde ottenere un appezzamento di terra per la costruzione di una chiesa. Ma questa è un’altra storia…


Nell'immagine, Port Stanley in una stampa inglese del 1856.


NOTE:

(1) Cfr. Archivio General de la Nacion Argentina, Tomas de Razón de Despachos Militares, Cèdulas de Premio, Retiros, Empleos Civiles y Eclessiásticos, Donativo, etc. – 1740 a 1821, Buenos Aires, G. Kraft Impresor, 1925.

(2) Cfr. Sebastián José Combin, La Atención Pastoral de las Ilsas Malvinas por Religiosos y Sacerdotes Securares (1764 – 1810), in Annales theologici, n. 2, 2007, pagg. 1000-1038.
Documento inserito il: 23/12/2025
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