Cookie Consent by Free Privacy Policy website Tutto storia, storia contemporanea: Storia dell'uomo dalle origini ai giorni nostri. Cinquantaduesima puntata
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Storia dell'uomo dalle origini ai giorni nostri. Cinquantaduesima puntata

di Alberto Sigona


La Germania Nazista

Dietro il Partito Nazista c’è il popolo tedesco, che ha eletto Hitler dopo che questi aveva manifestato con chiarezza e senza alcuna possibilità di fraintendimento nel suo libro e nei suoi discorsi le sue vergognose intenzioni.” [Albert Einstein]


La gravissima crisi economica che colpisce la Germania nel ’29 inizia a far traballare la fragile democrazia del Paese (rappresentata dalla Repubblica di Weimar, nata nel 1919), favorendo l’ascesa della destra nazionalista. Dopo un lungo e travagliato susseguirsi di eventi, nel '33 il Partito Nazista (denominazione completa: Partito Nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi) di Adolf Hitler (che da diversi anni si era segnalato per le sue pericolose idee oltranziste, che fra l'altro aveva chiaramente esposto nel libro “Mein Kampf”; nel '23 aveva tentato invano un Colpo di Stato...), interagendo abilmente fra la legalità e la violenza (sulla falsariga di quanto aveva fatto Mussolini per prendere il potere), dà vita ad un governo che in breve tempo si tramuterà in un ferreo e sanguinario regime dittatoriale, di stampo fortemente nazionalista, intriso di esagerato fanatismo e di un razzismo esasperato incentrato sulla “superiorità della razza ariana” e votato all'antisemitismo. Durante la sua dittatura Hitler (che a differenza di Mussolini - il quale doveva rendere conto al Re delle sue azioni - non aveva nessuno al di sopra di sé che potesse limitarne il potere smisurato), trasforma la Germania in una grande potenza industriale e militare (facendosi beffe del Trattato di Versailles), cominciando a pianificarne l’espansione territoriale, necessaria, a suo dire, per conquistare lo “spazio vitale” del popolo tedesco e dare vita ad un “nuovo ordine”, che doveva vedere il “Terzo Reich” padrone d'Europa. Quello che Hitler voleva non era soltanto un ordine economico e politico, ma un ordine morale che avrebbe dovuto rovesciare quell'antica forma di convivenza civile cui gli uomini erano faticosamente pervenuti attraverso un processo secolare. La sua politica d'aggressione iniziò nel ’38 con l’annessione dei territori in cui risiedevano popolazioni di origine tedesca: prima procedette all'incorporamento dell'Austria (questa cessò ufficialmente di esistere e divenne una provincia tedesca col nome non ufficiale di Ostmark), poi nel ’39 fu la volta della Cecoslovacchia(1). Sempre nel ’39 Hitler firmò il “Patto d’acciaio” con Mussolini: un’alleanza bellica che per l’Italia si rivelerà, come vedremo, fatale.

Hitler, spinto da deliranti ideali fortemente razzisti e xenofobi, durante la sua dittatura si scagliò fortemente contro gli ebrei, che inizialmente vennero emarginati dalla vita pubblica, esclusi da vari ambiti, privati di numerosi diritti e persino di gran parte dei beni, tartassati con balzelli di ogni genere e sottoposti a multiformi vessazioni; col trascorrere degli anni in tanti saranno indotti ad espatriare (lasciando allo Stato i propri averi); alla fine degli anni Trenta, tutti coloro che ancora risiedevano nei territori del Reich verranno deportati a milioni in campi di lavori forzati (lager(2), in cui si lavorava sino allo sfinimento psico-fisico), che presto avrebbero lasciato il posto a veri e propri campi di sterminio(3), in cui trovarono la morte milioni di vite innocenti (donne e bambini compresi). Per una pagina della storia moderna assolutamente vergognosa ed assurda, tanto più perché il tutto si verificò negli anni Trenta e Quaranta del Novecento, e non in epoche antiche o medievali.


Nell'immagine, Adolf Hitler e Benito Mussolini ritratti insieme nel corso di una visita di Hitler a Roma


Note:

(1) Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Cecoslovacchia cessò di esistere. Furono creati perciò il Protettorato di Boemia e Moravia, appartenente al Terzo Reich, e la Repubblica Slovacca, Stato satellite della Germania, mentre alcune piccole parti andarono a Polonia e Ungheria.

(2) Nei primi anni, i lager erano principalmente campi di concentramento, dove venivano detenuti prigionieri politici, dissidenti, ebrei e altri gruppi. I prigionieri erano costretti a lavorare in condizioni disumane, e la maggior parte di loro moriva per malnutrizione, malattie, o lavori estenuanti. Con l'inizio della Seconda Guerra Mondiale, l'occupazione tedesca in Polonia e in altri territori segnò un cambiamento nell'uso dei campi. Alcuni lager furono ampliati e modificati, mentre nuovi campi furono creati con il chiaro scopo di sterminare l'intera popolazione ebrea europea. Quella che era iniziata come un'operazione di detenzione e sfruttamento forzato si tramutò in un sistema industriale di sterminio delle vittime, principalmente ebrei.

(3) Nei campi di sterminio, secondo stime approssimative, trovarono la morte 6 milioni di ebrei e tante altre “categorie” di esseri umani, fra cui: 3 milioni di prigionieri di guerra sovietici, mezzo milione di rom e sinti, 200.000 disabili ed altrettanti massoni, 15000 omosessuali, 5000 Testimoni di Geova, 1,5 milioni di dissidenti politici, 2,5 milioni di slavi... Persino le suore furono vittime della persecuzione nazista: secondo le leggi razziali naziste, l'appartenenza etnica prevaleva su quella religiosa, pertanto, anche se una donna era suora, rischiava deportazione e morte.

Documento inserito il: 20/10/2025
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