Cookie Consent by Free Privacy Policy website Tutto storia, personaggi storici: Ricordo di Dionisio Degola, il primo console generale del Venezuela negli Stati Sardi

Ricordo di Dionisio Degola, il primo console generale del Venezuela negli Stati Sardi

RICORDO DI DIONISIO DEGOLA
IL PRIMO CONSOLE GENERALE DEL VENEZUELA NEGLI STATI SARDI
A 150 ANNI DALLA MORTE
(Alassio, 1813 – Genova, 1875)

di Gerardo Severino
Col. Aus. GdiF – Storico Militare


Premessa

Il 25 ottobre del 1875, quindi 150 anni orsono, si spegneva nella sua casa genovese di Via Caffaro, n. 4, il Cavalier Dionisio Degola, ricco commerciante ligure, ma soprattutto stimato e longevo Console di vari Stati, tra i quali il Pontificio, la Nuova Granada (Colombia) e gli allora “Stati Uniti del Venezuela”. Il Degola, come vedremo a breve, fu il primo Console che il Venezuela aveva prescelto, onde tutelare i propri interessi presso l’allora Regno di Sardegna. Nel disporre ciò, nel corso del 1843, se ne fece anche il primo diplomatico venezuelano nella Penisola italiana, allora frammentata in vari piccoli Stati, seguito molti anni dopo (tra il 1857-1859) da altri Consoli presso il Regno delle Due Sicilie. Quella che segue è la sua storia.


Da commerciante a Console di vari Paesi (1813 – 1875)

Dionisio Degola era originario di Alassio, ove era nato nel 1813, figlio di Francesco, a quei tempi ancora uomo di mare e poi anche armatore, che lo avrebbe abituato ai viaggi sin dalla tenera età. La famigliola visse anche a Tunisi, ove il piccolo era approdato, assieme alla madre, Rosa, attorno al 1818, dopo aver viaggiato a bordo del brigantino “San Giuseppe” capeggiato dal Capitano Giorgio Demaro, di Sturla. Nella prima metà degli anni ’20, tornato ad Alassio, il padre Francesco mise in piedi la Ragione (lgs. azienda commerciale) “Morteo e Degola”, associandosi con Niccolò e Anselmo Morteo e la loro famiglia di armatori. Datosi inizialmente anche lui ai commerci marittimi per tutto il Mediterraneo, Dionisio divenne in seguito, dopo la morte del padre (12 ottobre 1825), un bravo contabile, affermandosi socialmente sia nella sua città natale che nella stessa Genova, ove aveva sede la potente flotta mercantile Sardo-Piemontese. Nel 1839, quando l’uomo aveva ventisei anni lo Stato Pontificio lo nominò Console Generale nella città di Loano (provincia di Albenga)(1), carica prestigiosa che gli sarebbe valsa, nel 1843, anche la nomina a Console della Nuova Granada (come era definita allora la Colombia)(2). Uomo di elevate doti professionali, ma anche dotato di una straordinaria intraprendenza, Dionisio Degola non trascurò affatto il mondo degli affari, operando anche nell’ambito dei mercati finanziari del tempo, peraltro interessandosi anche di quel mondo bancario e assicurativo che proprio nella Genova di quegli anni favoriva i traffici mercantili, così come l’import ed export verso quei Paesi del mondo raggiunti dalla stessa flotta ligure. Il 21 agosto del 1844, tanto per citare un esempio tangibile, il Degola presentò regolare istanza tendente ad essere assunto in qualità di “Cassiere principale” presso la Banca di Genova, una carica altamente prestigiosa che ovviamente gli avrebbe consentito una maggiore visibilità, sia in città che all’estero(3). Non abbiamo affatto idea se e quando l’istanza fu accolta, ma sappiamo di certo che nel 1853, quando il Degola, ormai ricco commerciante, era già Console di più Stati, risulta azionista (con n. 20 azioni) dello stesso Istituto di Credito(4). Risale, invece, ai primi giorni del 1844 (il <<Calendario Generale pe Regii Stati pel 1843>> non riporta ancora l’esistenza in Genova di un Consolato venezuelano) l’assunzione effettiva dell’incarico di Console della Repubblica del Venezuela presso il Regno di Sardegna, nomina decisa, in verità, già il 3 agosto dell’anno precedente dal Presidente venezuelano Carlos Soublette, che scelse il Degola proprio grazie al fatto che avrebbe curato nel Regno di Sardegna anche gli interessi della confinante Nuova Granada(5). Veterano dei Servizi Consolari in quel di Genova, il neo Console avrebbe “aperto i battenti” nella centralissima Via Caffaro, in un appartamento di sua proprietà, nello stesso palazzo di famiglia, al civico n. 4. Il ruolo che Dionisio Degola svolse a Genova anche per il Venezuela fu davvero importante, così come lo era quello svolto a distanza, in quel di Caracas, dal Regio Console sardo, il Generale Carlo Maria Luigi Castelli, a ciò nominato da Re Carlo Alberto nell’agosto del 1842. Quale unico diplomatico del Venezuela nella Penisola italiana, il Console Degola curò gli interessi nazionali anche in altre città, come nel caso di Livorno, in Toscana, ove si recò in missione l’8 settembre del 1849, a bordo del vapore “Virgilio” salpato in quello stesso giorno da Genova, unitamente alla moglie, Donna Isabella Gritta, nata a Genova nel 1822. Molte, quindi, furono le benemerenze che il diplomatico di Alassio acquisì al suo carnet, tanto che già il 21 agosto del 1857 lo stesso Console si rivolse al Ministero degli Affari Esteri, a Torino, onde richiedere l’autorizzazione a <<…poter esibire nei Regi Stati la Medaglia Militare del Libertador Bolivar, appena assegnata al Degola dal Governo Venezuelano>>, a quattordici anni dalla nomina(6). Dionisio Degola rimase al proprio posto anche dopo la proclamazione del Regno d’Italia, il 17 marzo del 1861, allorquando la rete diplomatica del Venezuela fu rappresentata da un Consolato Generale in quel di Genova, con l’aggiunta di un secondo Consolato a Livorno, incarico affidato al Console Augusto Contessini(7). Prezioso, in quel contesto, fu il ruolo che il Console Degola svolse per addivenire alla stipula del primo “Trattato di amicizia, navigazione e commercio tra l’Italia e la Repubblica di Venezuela”, il quale fu poi stipulato il 19 giugno 1861, a Madrid. Si trattò di un atto con il quale i due popoli avrebbero rafforzato ancor di più i propri legami, soprattutto in tema di emigrazione. A tal riguardo è opportuno evidenziare che la maggior parte degli italiani emigrati in Venezuela in quel contesto storico vi giunse dopo il 1870, soprattutto grazie alla politica “pro-immigrazione” perseguita dell'allora Presidente in carica, Antonio Guzmán Blanco, fautore della centralizzazione economica e politica del Paese, il quale avrebbe “sguinzagliato” gli agricoltori italiani principalmente negli Stati andini di Mérida, Táchira e Trujillo, così come nella Regione sud-orientale e in diverse altre aree montuose. Il diplomatico italo-venezuelano, affiancato negli anni seguenti da altri Consoli sparsi in giro per l’Italia, avrebbe, quindi, continuato a tutelare al meglio gli interessi del Venezuela, a prescindere dagli stravolgimenti politico-istituzionali che avrebbero interessato quella Nazione per i successivi quindici anni. Degola rimase, quindi, al suo posto, sia di Console della Colombia che del ribattezzato “Stati Uniti del Venezuela”, sino al 25 ottobre 1875, data nella quale morì, sempre a Genova, come anticipato in apertura, pianto solo dall’adorata moglie Isabella, la quale lo seguirà molti anni dopo, esattamente il 15 settembre del 1896. Al suo posto giunse nella città della Lanterna il Console Angelo Carrara, il quale ottenne il sovrano exequatur solo il 20 ottobre del 1876(8), mentre nel resto d’Italia avrebbero operato i Consolati di Livorno, Napoli, Palermo e Venezia, sorti dopo il 1865 nella necessità di gestire al meglio l’ormai consolidata amicizia tra i due Paesi. Ma questa è un’altra storia…


Nell'immagine, Dionisio Degola, il primo console generale del Venezuela negli Stati Sardi.


Note:

(1) Cfr. Notizie per l’anno 1843, Roma, Stampa Cracas, 1843, p. 372.

(2) Cfr. Gerardo Severino, Italia-Colombia, un’amicizia che dura da 180 anni”, speciale www.reportdifesa.it, 11 ottobre 2023.

(3) Cfr. Isabella Ceroni, Dalle banche di Genova e di Torino alla Banca Nazionale. Inventario delle carte degli istituti progenitori, in <<Quaderni dell’Archivio Storico>>, n. 2, luglio 2016, p. 112.

(4) Cfr. “Gli azionisti dalla Banca di Genova alla Banca Nazionale”, in Rosanna Scatamacchia, <<Azioni e Azionisti, Il lungo Ottocento della Banca d’Italia>>, Bari, Editori Laterza, 2008, p. 79.

(5) Il Degola, in verità, aveva ricevuto l’exequatur da parte del Re di Sardegna, come Console del Venezuela, già il 18 novembre 1843, ma probabilmente procrastinò l’aperura del Consolato per motivi logistici. Cfr. “Consolati stranieri nei R. Stati”, in Ministero dell’Interno, <<Calendario Generale pé Regii Stati – Anno 1844>>, Torino, Stamperia degli Artisti Tipografi, 1844, p. 38.

(6) Cfr. Archivio di Stato di Torino, Archivio di Corte, Materie politiche per rapporto all’estero. Lettere Ministri Esteri, Stati Uniti e Paesi Americani 1835 – 1861, f.lo n. 16 Venezuela.

(7) Cfr. Ministero Interno, <<Calendario Generale del Regno d’Italia – Anno Primo, 1862>>, Torino, Stamperia Unione Tipografico Editrice, 1862, pp. 135 e 136.

(8) . Cfr. <<Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia>>, n. 17 del 22 gennaio 1877, p. 270.


Documento inserito il: 08/10/2025
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