Cookie Consent by Free Privacy Policy website Tutto storia, personaggi storici: Ignacio Calderon de la Barca

Ignacio Calderon de la Barca

IGNACIO CALDERÓN DE LA BARCA
IL DIPLOMATICO BOLIVIANO CHE VARCÓ PORTA PIA
(1848 – 1927)


di Gerardo Severino
Col. Aus. G.di F. – Storico Militare


Era il 20 settembre del 1870, quando i primi Bersaglieri italiani, varcando la breccia appena aperta dagli Artiglieri del Generale Raffaele Cadorna, entrarono nella Roma Papalina, difesa entro le mura dalle truppe del Generale Hermann Kanzler.
La scena fu davvero memorabile, peraltro tramandata anche iconograficamente grazie al bellissimo olio su tela del maestro Michele Cammarano, mentre l’epilogo lo conosciamo tutti, ricordando che appena qualche mese dopo sarebbe sceso da Firenze S.M. il Re Vittorio Emanuele II, prendendo “simbolicamente” possesso della Città Eterna, nella quale, di lì a poco, sarebbe stata trasferita la Capitale del Regno d’Italia.
Ebbene, in quei giorni di grande movimento, in un contesto storico nel quale tutto il mondo prendeva contezza di quanto era accaduto a Papa Pio IX, colui che auspicava, molti anni prima, la nascita di una Confederazione di Stati Italiani, la Diplomazia internazionale presente nella “Culla della Cristianità” dovette giocoforza fare i conti con la politica dei propri Stati, valutando se, come e quando riaprire le proprie Legazioni presso ciò che rimaneva dello Stato Pontificio, oramai relegato alla sola “Città Leonina”.
In quel fatidico anno, almeno per l’Italia unita, presso la Corte di Sua Santità erano accreditate ben 16 Legazioni e 31 Consolati, molti dei quali appartenenti a Paesi dell’Area Latino-Americana, fra i quali la Bolivia. Ed è anche a questo bellissimo Paese del Sud America che sua Santità Pio IX aveva concesso, tra la fine del 1869 e gli inizi del 1870 l’exequatur a favore di un diplomatico di carriera che provenisse dallo stesso Stato, in aiuto al Ministro Plenipotenziario in carica, il Marchese Don Ferdinando Lorenzana, il quale ricopriva tale funzione anche per il Guatemala e San Salvador.
La scelta ricadde, in verità, su di un funzionario che era entrato a far parte del Ministero degli Affari Esteri nel 1868 e che si trovava, quindi, alla sua prima missione fuori area, Ignacio Calderón, il quale, come vedremo a breve, percorrerà una lusinghiera carriera nel Corpo Diplomatico, ottenendo una fama che lo rende ancora oggi famoso nella sua Patria d’origine.
Ignacio nacque a La Paz il 31 luglio del 1848, figlio di Don Florencio Calderón de la Barca e di Donna Antonia Clavijo. Venne alla luce nell’ambito di una nobilissima e storica famiglia creola d’origine spagnola, la quale vantava, tra i propri avi, anche Don Pedro Calderón de la Barca (Madrid , 17 gennaio 1600 – 25 maggio 1681), favorito di Re Filippo IV, un grande  scrittore, drammaturgo, poeta e sacerdote spagnolo (1).
Calderón si laureò presso l'Università di La Paz in tempi davvero record, appena diciannove anni. Presso la stessa vi trascorse un anno, insegnando storia. Successivamente, entrato nel Servizio Diplomatico del suo Paese fu destinato a Roma, ove giunse sul finire del 1869.
A quei tempi la Legazione Boliviana nella “Città Eterna” aveva sede presso il “Palazzo Lorenzana”, in Piazza Mattei, n. 17 ed era retta da molti anni dal Marchese Ferdinando Lorenzana (2). Qui rimase sino all’epilogo del 1871, quando Roma divenne la nuova Capitale del Regno d’Italia.
Tornato in Bolivia, Ignacio Calderón prestò servizio come Sovrintendente nazionale dell'istruzione pubblica. In seguito, nel 1874, fu destinato alla Legazione boliviana stanziata in Perù, vivendo a Lima per diversi anni. Si trovava ancora in Perù quando gli fu ordinato di rappresentare la Bolivia all'Esposizione per il “Centenario del 1876”, vale a dire il centenario dell'indipendenza degli Stati Uniti d'America e della dichiarazione del 4 luglio 1776, che fu firmata proprio nella città organizzatrice, Filadelfia. E fu proprio a Filadelfia che Ignacio incontrò la signorina Arcadia Yarnell (o Yarnal, secondo altre fonti) di Baltimora, con la quale s’unì in matrimonio, nel 1877. Dall’unione ne nacque un’unica figlia, Arcadia, nata a La Paz nel corso del 1881.
Il Calderón fu, poi, brevemente Console Generale boliviano a New York City, dal 27 maggio 1878, prima di tornare in Bolivia, dove lavorò nel settore delle importazioni/esportazioni (fu anche Presidente del Consiglio d’Amministrazione della “Compañia de Telégrafos a Bolivia”) e nel settore bancario, con il famoso “Banco Paceño”, ove operò dal 1886 al 1900, quando fu nominato Segretario del Tesoro, sotto la Presidenza di José Manuel Pando.
Nel 1904, sotto la Presidenza di Ismael Montes, Ignacio Calderón ripresa la carriera diplomatica, fu nominato Inviato Straordinario e Ministro Plenipotenziario negli Stati Uniti d’America, ove presentò le credenziali al Presidente Theodore Roosevelt, il 27 di maggio. E fu proprio nella Capitale USA che il 7 novembre 1909 si sarebbe spenta la sua adorata compagna.
Il Ministro Calderón sarebbe stato uno dei più longevi diplomatici Boliviani che operò a Washington, città ove rimase a vivere, dopo il ritiro dalla vita diplomatica, scaturito dal colpo di Stato che il 13 luglio 1920 portò al potere dapprima una Giunta di Governo, che governò il Paese sino al 28 gennaio 1921, allorquando assurse alla Presidenza l’ex Ministro dell’Istruzione Bautista Saavedra Mallea.
L’ex Ministro Plenipotenziario Ignacio Calderón si spense a Washington il 26 aprile 1927, alla soglia degli Ottant’anni, di quella che era stata una vita così affascinante e variegata, la stessa che gli aveva consentito, circa una sessantina d’anni prima, di assistere ad un evento straordinario, che forse gli avrebbe cambiato l’esistenza, avvicinandolo notevolmente a quella cultura millenaria, in un città millenaria qual è la nostra bellissima Roma, nella quale una quarantina d’anni prima, il Grande Simón Bolivar, padre fondatore della Sua stessa Patria, la Bolivia (3), aveva prestato un “Solenne Giuramento”. Ma questa è un’altra storia.


Nell'immagine, l'ambasciatore Ignacio Calderon de la Barca in una immagine scattata a New York.


NOTE

1. Era membro della Venerabile Congregazione dei Sacerdoti Secolari di Madrid, San Pietro Apostolo, e Cavaliere dell'Ordine di Santiago , noto principalmente per essere stato uno degli scrittori barocchi più illustri del Secolo d'Oro, in particolare per il suo teatro.

2. Cfr. Annuario Pontificio – 1870, Roma, Tipografia della Reverenda Camera Apostolica, 1870, p. 436. Alvaro Fernando Lorenzana era nato il 6 aprile 1808 a Città del Messico, morì a Roma nel 1892, quando rappresentava ancora i Governi di vari Paesi dell’America Latina.

3. Cfr. Gerardo Severino, Repubblica di Bolivia: nel nome di Simon Bolivar, Libertador e padre dell'indipendenza dei popoli Sudamericani, in www.reportdifesa.it, 6 agosto 2025.

Documento inserito il: 14/10/2025
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