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La Quarta Crociata

La Quarta Crociata venne bandita da papa Innocenzo III con lo scopo di porre fine alla politica di espansione attuata dal sultano d’Egitto. La crociata veniva però a ledere gli interessi commerciali della Repubblica di Venezia, che traeva enormi profitti dai traffici commerciali con l’Egitto. Quando l’esercito crociato si trovò radunato al gran completo nel porto di Ancona, i comandi cristiani si accorsero di non avere in denaro sufficiente per poter pagare il trasporto delle truppe in Terra Santa. Il doge di Venezia Enrico Dandolo , approfittando dell’occasione, propose ai comandanti crociati, di prestare la loro opera per riportare le città di Trieste e di Zara, oltre alle popolazioni dell’Istria, sotto il dominio di Venezia; in cambio egli si sarebbe offerto di trasportarli in Oriente. Il patto venne accettato, ma se per Trieste e l’Istria bastò una semplice dimostrazione di forza, per la città di Zara fu necessario un vero e proprio assedio che si concluse con il massacro della popolazione civile. Nonostante le proteste del papa per il massacro di popolazioni cristiane, Venezia continuò a servirsi dei crociati per i propri scopi: anzichè in Egitto, essi vennero portati dai veneziani a Costantinopoli, con la scusa di voler fare della città la base operativa per l’attacco contro i Musulmani. Agli inizi del Duecento, l’Impero Bizantino era in piena decadenza. Nelle campagne il feudalesimo avanzante aveva ridotto il ceto dei contadini liberi, dal quale l’esercito bizantino traeva buoni soldati. L’artigianato ed il commercio, un tempo molto fiorenti, languivano ora per la concorrenza delle città italiane, ed in particolar modo dopo le crociate. La decadenza economica, comportò anche una minore possibilità di mantenere in servizio la numerosa flotta e gli eserciti imperiali, che vennero drasticamente ridotti, esponendo di conseguenza i propri confini alla minaccia nemica. Le secolari guerre contro i Turchi avevano logorato le forze imperiali e sottratto all’Impero Bizantino la maggior parte dei domini in Asia Minore. Sul continente europeo, Bulgaria e Serbia avevano conquistato la propria indipendenza, riducendo così il territorio dell’impero d’Oriente alla Tracia, all’Albania, alla Grecia e ai pochi possedimenti nell’Asia Minore. Sul confine occidentale, esso doveva far fronte alle continue aggressioni da parte dei Normanni di Sicilia prima, e dell’Imperatore tedesco Enrico VI poi. Il malcontento della popolazione per questa situazione, sfociava in sanguinosi tumulti ai danni dei mercanti occidentali e specialmente veneziani, che avevano fissato la propria dimora a Costantinopoli. Fu proprio uno di questi tumulti a fornire a Venezia il pretesto per chiudere i conti con l’Impero Bizantino, dal quale un tempo ricevette civiltà, arte e commercio, ma che ora era divenuto per la Repubblica un fastidioso concorrente. Una volta giunte a Costantinopoli, le truppe crociate vennero incoraggiate dai veneziani all’aggressione, allettate con la prospettiva di un ricco bottino. I crociati riuscirono a penetrare nell’altrimenti imprendibile città, solo con il tradimento, ed una volta al suo interno compirono una terribile strage, sottoponendola in seguito ad un saccheggio senza pari nella storia. In città erano infatti conservati intatti i tesori di questa antica cultura, manoscritti, quadri e statue che vennero in gran parte distrutti, causando un’enorme perdita per la civiltà mondiale. Papa Innocenzo III protestò molto duramente per lo scempio compiuto ai danni della grande città cristiana , che falsava gli scopi della crociata da lui indetta. Sulle rovine dell’Impero Bizantino, venne istituito l’Impero Latino, del quale venne nominato sovrano Baldovino di Fiandra, che ebbe giurisdizione sulla Tracia e su di una parte della Grecia, che vennero infeudate a signori occidentali. I maggiori guadagni da questa crociata, li ottennero i veneziani, che oltre la concessione di molte isole nel Mare Egeo, le coste della Morea ed un quartiere di Costantinopoli, tennero sotto tutela l’Impero Latino, sfruttandone le attività economiche. Gli ex dignitari Greci sfuggiti al massacro, ricostituirono il proprio impero in Asia Minore, eleggendo a capitale la città di Nicea, mentre sulle coste dell’Albania costituirono il Despotato d’Epiro. Dopo circa 60 anni, profittando dell’ostilità della popolazione verso i conquistatori, nel 1261 essi riuscirono a rientrare a Costantinopoli, dove ricostituirono nominalmente l’Impero Bizantino. Si trattava naturalmente dell’ombra dell’antica potenza bizantina. La crociata del 1204 aveva infatti assestato un colpo mortale alla sua potenza. Le conseguenze di ciò furono gravissime per tutto l’occidente: l’indebolimento di quello che era stato un baluardo che per secoli aveva difeso l’Europa dalle invasioni provenienti da Oriente, permise ai Turchi di espandersi non solo in Asia Minore, ma anche nella Penisola Balcanica e nell’Europa centrale. Il danno maggiore lo ebbe proprio la Repubblica di Venezia, che perse quasi tutti i propri domini nel Mediterraneo orientale.


Nell'immagine, ritratto del Doge veneziano Enrico Dandolo.

Documento inserito il: 23/12/2014
  • TAG: quarta crociata, papa innocenzo III, repubblica venezia, enrico dandolo, impero bizantino, costantinopoli, impero latino

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