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La civiltà Chimù [ di Yuri Leveratto ]

I Chimù colonizzarono l’odierna costa centrale e settentrionale del Perù a partire dal settimo secolo dell’era di Cristo.
Si pensa che ebbero origine da pre-esistenti popoli di cultura Moche, che abitavano la zona fin dall’inizio dell’era di Cristo. I mochica vivevano nel luogo dove oggi sorgono imponenti monumenti chiamati “Huaca de la Luna” e “Huaca del Sol”. Questi edifici, costruiti con mattoni d’argilla seccati al sole, ospitavano i culti scerdotali e le cerimonie mistiche. Vi sono alcune teorie, che individuano il centro Moche come la antica Cattigara, leggendaria città situata agli antipodi del mondo e rappresentata nelle mappe di Tolomeo in una delle penisole asiatiche.
Anche in una mappa di un anonimo fiorentino del 1540, nella quale si rappresenta il continente americano separato dalla massa continentale asiatica, si pùo notare la scritta “Catigara”, nel luogo geografico occupato dalla cultura Moche.
Secondo queste tesi i fenici vi avrebbero viaggiato nell’antichità per commerciare e per intercambiare conoscenze esoteriche.
Quando la città Moche declinò, forse a causa di siccità prolungate intorno al sesto secolo dopo Cristo, i discendenti dei Moche si ritirarono nelle vallate delle Ande.
Dopo circa un secolo alcuni di loro tornarono a vivere presso l’estuario del fiume Moche e diedero origine alla civiltà Chimù.
Alla base della cosmogonia Chimù vi era il culto della Luna, all’opposto dunque della culture meridionali, come quella di Tiwanacu, che ponevano il Sole al centro della loro visione mistica.
Questa cultura raggiunse importante risultati nell’architettura e nell’ingenieria come dimostrano i resti di Chan Chan e Pakatnamù. Le opere idrauliche e le tecniche agricole utilizzate fanno pensare che questo popolo avesse delle eccedenze di produzione che probabilmente venivano esportate.
Questa cultura raggiunse importante risultati nell’architettura e nell’ingenieria come dimostrano i resti di Chan Chan e Pakatnamù. Le opere idrauliche e le tecniche agricole utilizzate fanno pensare che questo popolo avesse delle eccedenze di produzione che probabilmente venivano esportate.
Dal punto di vista geografico il territorio Chimù, quasi totalmente desertico, si distingueva per la presenza di oasi dove si praticava l’agricoltura intensiva.
Un’altra risorsa fu la pesca, che era effettuata con robuste imbarcazioni di giunchi.
Il dominio Chimù, caratterizzato inicialmente da piccoli villaggi sparsi, si confederò e si unì intorno al nono secolo d.C., dando inizio all’accentramento del potere nella sua capitale, ubicata nella valle del Chimor. Intorno al secolo XV, la cultura Chimù era al suo massimo splendore. L’ultimo Gran Chimù, Michazaman, governava un territorio inmenso, caratterizzato da un forte urbanismo ed estesi sistemi di irrigazione e colonizzazione delle acque.
Nel 1438 l’Inca Pachacutec mise sotto assedio la fortezza di Paramanga, nel limite meridionale dello stato confederato. Tre anni dopo l’Inca Yupanqui entrò triunfante a Chan Chan, e pose fine al dominio Chimù, dichiarando finito il culto della Luna.
I Chimù si distinsero nell’arte della ceramica, che spesso veniva dipinta di nero e cesellata con figure antropomorfe leggendarie.
Producevano singolari maschere funerarie d’oro, che venivano collocate direttamente sul volto del defunto. In seguito al ritrovamento di pettorali di rame dorato si evince che questo popolo conosceva la metallurgia. Non arrivò a forgiare il ferro a scopi bellici, forse perchè non ebbe quasi mai reali minacce esterne.
I Chimù raggiunsero buoni risultati anche nella produzione di tessuti. Venivano utilizzati dai sacerdoti per il culto della Luna.
La capitale, Chan Chan, fu costruita vicino all’Oceano Pacifico, nella valle di Chimor, attraversata dal Rio Moche.
Questo fiume, le cui sorgenti sono situate a 4500 metri d’altezza, percorre 110 chilometri prima di sfociare nel Pacifico. Presso il suo estuario vi sono fertili campi coltivati a ortaggi e frutta.
Un sistema di muraglie rettangolari difendono le costruzioni poste al centro della città. Sono nove fortificazioni, e ognuna dispone di templi, abitazioni, recinti cerimoniali, labirinti e giardini irrigati.
Al di fuori delle mura si possono ammirare i resti di abitazioni popolari, probabilmente utilizzate da commercianti e contadini.
La costruzione della città ebbe inizio nel precedente periodo Wari e fu succesivamente ampliata nell’era Chimù. Si pensa che al suo massimo splendore Chan Chan avesse circa centomila abitanti. Era dunque una delle più grandi città del mondo nell’alto medio evo, in competizione con Tenochtitlan, Cordoba, Costantinopoli, Baghdad, Nishapur e la cinese Hangzhou.
Una delle caratteristiche di Chan Chan è che la maggioranza degli edifici sono piramidali. Questa è una delle ragioni che la città ha resistito a numerosi terremoti che hanno invece distrutto le città costruite nei secoli XVI e XVII dagli spagnoli.
Il materiale di costruzione è costituito da mattoni di terra seccata al sole posizionati su fondamenta di grande pietre.
Per qunto riguarda il sistema idrico i Chimù idearono un sistema di acquedotti che la connettevano con i fiumi delle vicinanze.
Purtroppo questa meravigliosa città fu saccheggiata a lungo dagli spagnoli. Solo ultimamente la sua storia è stata rivalutata e il sito archeologico è stato protetto.


Per gentile concessione di Yuri Leveratto


Nell'immagine, vaso ovoidale in terracotta di produzione Chimù, risalente al 900.

Documento inserito il: 21/12/2014
  • TAG: civiltà chimù, popoli precolombiani, civiltà moche, civiltà chimù organizzazione sociale, civiltà chimù attività quotidiane

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