Cookie Consent by Free Privacy Policy website Tutto storia, medio evo: Il giorno in cui il Sole scomparve, l’eclissi del 990 e le sue ombre sul Medioevo
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Il giorno in cui il Sole scomparve, l’eclissi del 990 e le sue ombre sul Medioevo

Articolo di Katia Bernacci, fotografia di Marino Olivieri ph.


Il 21 ottobre dell’anno 990, un’eclissi solare oscurò il cielo sopra l’Europa, gettando nell’ansia i nostri antenati, interrotti nelle loro attività quotidiane senza preavviso da un’oscurità crescente che non faceva presagire nulla di buono. In un’epoca in cui il cielo era letto come un libro divino, questo improvviso oscuramento del sole in pieno giorno fu interpretato come un presagio inquietante, un messaggio celeste che annunciava cambiamenti drammatici.
Le cronache monastiche, in particolare quelle germaniche, descrissero l’evento come un “sole nero”, un fenomeno che gettò nel panico anche i sovrani; “dies obscuratus est in meridie” (“il giorno fu oscurato a mezzogiorno”), scrivevano alla luce delle candele. Si tratta però di una formula ricorrente, che si trova registrata anche a seguito di altre eclissi tra il X e il XIII secolo.
In quel periodo, l’Impero era scosso da una lotta dinastica: il piccolo Ottone III, erede al trono, era conteso tra la madre Teofano e il duca di Baviera, Enrico il Litigioso. L’eclissi, percepita come un segno divino, fu interpretata da molti come una manifestazione della volontà celeste a favore della legittimità del giovane imperatore. Enrico, turbato dal fenomeno e dalla sua carica simbolica, rinunciò alle sue pretese, permettendo a Teofano e alla nonna Adelaide di riprendere il controllo della corte e della custodia del bambino.
I testi religiosi del Sacro Romano Impero riportano l’eclissi come “lux solis subtrahitur” (“la luce del sole fu sottratta”), interpretata come ammonimento celeste per i peccati dei governanti e del popolo.
In Italia, come nel resto d’Europa, le eclissi non erano comprese in termini scientifici. Erano viste come avvertimenti di Dio, spesso associati a guerre imminenti, pestilenze o rovesciamenti di potere. Durante questi eventi, le comunità si raccoglievano in preghiera, organizzavano processioni e invocavano la misericordia divina. I monasteri, centri di sapere e spiritualità, annotavano con precisione ogni eclissi, collegandola a eventi storici e calamità naturali, ma raramente ne parlavano in termini astronomici. Piuttosto, venivano annotate come eventi straordinari, spesso accompagnati da commenti morali o teologici.
Oggi, gli storici utilizzano queste annotazioni per datare con precisione eventi del passato, grazie alla prevedibilità matematica delle eclissi. In alcune regioni italiane, come la Toscana e l’Umbria, il fenomeno fu anche inglobato nel folklore locale: si parlava di draghi che divoravano il sole o di lune che piangevano sangue.
L’eclissi solare del 21 ottobre 990 non fu visibile in Cina perché la sua traiettoria di visibilità attraversò principalmente l’Europa centrale e occidentale, e questo fu un peccato, perché la Cina possedeva una delle più antiche tradizioni astronomiche al mondo. Già dal II millennio a.C., gli astronomi imperiali osservavano il cielo per redigere calendari e prevedere eventi celesti. Le eclissi, in particolare, erano registrate nei Shiji (Annali storici) e nei Tongjian (Specchi generali), con dettagli su data, ora, direzione e durata.
La precisione di questo popolo nell’annotazione dei fenomeni celesti era conosciuta ovunque e ha consentito, anche in tempi moderni, di ricostruire eventi astronomici e storici con precisione.
Nel caso italiano, invece, spesso ci si trova di fronte anche a casi di falsificazione, usata nei grandi centri di preghiera per ottenere maggior prestigio e per far confluire più pellegrini e visitatori e anche per legittimare situazioni politiche e religiose, che in questo modo avvenivano per volontà divina. Un saggio interessante, “Di falsi e falsari” (Storia Mediterranea) analizza come eventi naturali venissero manipolati per costruire narrazioni politiche e religiose, dando uno spaccato realistico del momento storico.
Alcuni studiosi si sono cimentati nella ricostruzione scientifica dell’evento del 990, riuscendo a definire il tempo massimo in cui il sole rimase oscurato: si trattò “solo” di 2 minuti, nella zona di massima oscurità, a mezzogiorno, ma pare che l’evento fosse talmente intenso da calare un velo nero e confuso sul panorama che circondava le persone che ebbero la sfortuna di vederlo.
Nei giorni seguenti, le cronache ci parlano di preghiere e processioni di penitenti, mentre i racconti e i miti si dilungano sulla fuga degli animali e in alcuni casi citano testimonianze di visioni divine, o addirittura segnalano le numerose campane suonate contemporaneamente, in un tentativo di scacciare l’infausto destino che l’evento sembrava far presagire.
Oggi questo tipo di eventi atmosferici non fa più così paura, ma continua ad affascinarci, ricordandoci quanto siamo piccoli di fronte al cosmo.


Nell'immagine, l'eclissi di sole dell'agosto 1999. Foto di Marino Olivieri.


Bibliografia di riferimento:

I misteri del Medioevo. Enigmi, leggende e verità nascoste dell’epoca più enigmatica della storia”, di Katia Bernacci, Diarkos edizioni. In uscita il 15 di novembre.

Documento inserito il: 24/10/2025
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