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Vita quotidiana nel Mesolitico

In tutte le regioni europee la caccia ai mammiferi di grossa e media taglia nel Mesolitico continua ad essere la principale attività di sostentamento. Tra le prede cacciate, quelle legate all’ambiente forestale come ad esempio cervi, caprioli e cinghiali sono le più ricercate. A queste specie si aggiungono nell’Europa centro-settentrionale l’uro selvaggio e l’alce, mentre nelle regioni montane lo stambecco ed il camoscio. Conigli ,tassi,lontre, castori e marmotte, pur cacciati incidono in minor misura sulla dieta dell’uomo.
La caccia era di tipo collettivo e vi partecipavano tutti gli uomini della tribù. L’arma più utilizzata era l’arco, come si evince dalle pitture rupestri. Le frecce erano costituite da un’asta di legno la cui estremità era dotata di una cuspide di selce fissata con una resina mista ad argilla, mentre l’altra estremità era dotata di una cocca che serviva a bilanciare l’arma.
La pesca veniva praticata nelle zone prossime a laghi, fiumi e lungo le coste.
Un caso particolarmente interessante è rappresentato dalla Grotta dell’Uzzo in Sicilia, nella quale i mesolitici praticavano oltre alla caccia dei mammiferi, la raccolta dei molluschi marini e la pesca dei grossi pesci che abitavano i fondali rocciosi della grotta stessa: cernie di scoglio, cernie nere, dentici, orate e murene. Resti di piroghe ritrovati nei depositi di torba nell’Europa settentrionale, confermerebbero che i corsi d’acqua dovevano costituire in epoca mesolitica le principali vie di comunicazione. La raccolta dei molluschi marini e terrestri è attestata in numerosi insediamenti mesolitici. Molte località costiere dell’Europa, presentano grandi depositi di conchiglie che in seguito formarono grandi cumuli soprannominati chiocciolai.
La raccolta di vegetali è testimoniata da alcuni depositi rinvenuti in alcune zone del continente, che hanno restituito noci, nocciole, castagne d’acqua, e frutti di bosco come fragole e mirtilli. In un dipinto rinvenuto in una grotta del levante spagnolo viene raffigurata la raccolta del miele, mentre da alcuni altri depositi giungono le prove della raccolta delle uova e la caccia alle tartarughe palustri.
Tra i materiali utilizzati per la produzione dei manufatti litici, la selce è la più adoperata. Ad essa vanno aggiunti il cristallo di rocca, la ftanite ed il diaspro. Il cristallo di rocca trova utilizzazione in quelle aree dove la selce non è di buona qualità come sulle Alpi Aurine e sulle Dolomiti. La ftanite ed il diaspro vengono invece maggiormente utilizzati nella zona appenninica in sostituzione della selce.
Gli abitati mesolitici sono prevalentemente costituiti da una unica struttura isolata e più raramente da due o tre. Nell’area centro-settentrionale europea, gli insediamenti sulle sponde di laghi o fiumi, venivano posizionati su suoli costituiti da sabbia i cui resti sono ora sepolti in depositi di limo e torba. È documentata la presenza di piattaforme e pavimentazioni in legno, e pali allineati utilizzati probabilmente come sostegno di tende o capanne. Nelle zone meridionali del continente europeo sono più diffusi i ripari in roccia. Da ricerche svolte sul versante meridionale delle Alpi ed in particolar modo nel Bacino del fiume Adige, si è potuto ricostruire un modello ipotetico di come poteva essere sfruttato il territorio nel quale si muovevano i gruppi di cacciatori-raccoglitori mesolitici.
Dai ripari in roccia del fondovalle, loro abituale dimora nei mesi invernali e primaverili, i cacciatori risalivano in estate fino a 2000 - 2300 metri. La sussistenza dei campi di fondovalle era varia poichè spaziava dalla cattura di prede di piccole e grandi dimensioni alla raccolta di molluschi terrestri, dalla pesca all’uccellagione. Diversa era la situazione nei campi temporanei estivi, dove le uniche prede erano essenzialmente lo stambecco e il cervo.
Gli insediamenti montani erano suddivisi in due tipologie: i campi residenziali, solitamente posti al di sotto di pareti aggettanti o su piccoli dossi in vicinanza di laghetti alpini, e i bivacchi di caccia collocati in posizioni dominanti oppure in prossimità di pozze d’acqua e passaggi obbligati. I campi residenziali sono dotati di strumenti e armature simili a quelli degli abitati di fondovalle, mentre i bivacchi mostrano una certa abbondanza di armature ma pochi ed essenziali strumenti. Dalle dimensioni e dalle caratteristiche degli abitati si capisce che nel Mesolitico le comunità erano costituite da gruppi umani poco numerosi ma dotati di grande mobilità all’interno di un territorio definito.
La spiritualità è testimoniata dall’ esistenza di sepolture a volte isolate e a volte riunite in necropoli. Il rito funebre risulta essere abbastanza omogeneo nelle varie regioni. Le sepolture documentate si suddividono in tre tipologie: sepoltura singola, bisome, nella quale vengono sepolti nella stessa tomba un adulto ed un bambino, e in casi più rari trisome, dove nella stessa tomba vengono sepolti due adulti (maschio e femmina) ed un bambino. Il corpo del defunto viene adagiato in una semplice fossa scavata nel terreno, delimitata in alcuni casi da corna di cervo, in altri da lastre di pietra o più semplicemente ricoperta da un cumulo di pietre. Il corredo funerario è costituito da oggetti ornamentali e da strumenti di selce o in osso di uso quotidiano.
Nell’Italia settentrionale sono state rinvenute tre sepolture mesolitiche: due di epoca sauveterriana riferentesi ambedue a donne. La prima è stata ritrovata nei pressi di Borgonuovo di Mezzocorona in Trentino, mentre la seconda nel Riparo di Vatte di Zambana nella valle dell’Adige. La terza sepoltura, rinvenuta a Mondeval de Sora in Val Fiorentina nelle Dolomiti, è di epoca castelnoviana e si riferisce ad un adulto maschio di circa quarant’anni.
La produzione artistica nel Mesolitico è piuttosto scarsa. Tra le opere d’arte mobiliari fanno la loro comparsa ossa incise con motivi geometrici o con rare figurine femminili. Al Mesolitico è anche attribuita l’arte pittorica riscontrata in molti ripari in roccia rinvenuti nel levante spagnolo. Si tratta soprattutto di disegni monocromi in rosso e più raramente in nero a tinta piena. In essi sono raffigurate scene di caccia, di combattimento e di vita familiare. Gli animali vengono riprodotti nella loro forma naturale mentre l’uomo appare sempre in forma stilizzata. Le figure umane sono riprodotte in modo tale da mettere in risalto i particolari dell’acconciatura o dell’abbigliamento; a volte vengono indicate le vesti comprendenti larghe gonne a campana per le donne e pantaloni fino al ginocchio per gli uomini.
Documento inserito il: 19/12/2014
  • TAG: mesolitico, mesolitico vita quotidiana, caccia nel mesolitico, agricoltura nel mesolitico

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