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La società ellenistica un mondo cosmopolita

del Prof. Giovanni Pellegrino


In questo articolo prenderemo in considerazione la società ellenistica.
Ma che cos’è l’ellenismo?
Il termine ellenismo fu coniato dallo storico tedesco Droysen nel XIX secolo per indicare la nuova realtà storica creata dalle conquiste di Alessandro Magno, caratterizzata dalla straordinaria diffusione della cultura greca o ellenica. Per tale ragione chiamiamo abitualmente età ellenistica i tre secoli che vanno dalla morte di Alessandro (323 a.C.) alla conquista romana dell’Egitto (31 a.C.).
L’età ellenistica non fu affatto un’età di decadenza rispetto allo splendore della Grecia classica. Al contrario essa fa pienamente parte della storia greca, anche se ebbe caratteri nuovi e originali.
Il progetto di Alessandro di creare una nuova classe dirigente che unisse l’elemento greco macedone con quello barbaro non ebbe successo. Infatti, nei nuovi regni ellenistici la classe dirigente greco macedone impose il suo dominio alle popolazioni locali, causando spesso conflitti e rivolte.
Tuttavia Alessandro non fallì nel suo tentativo di diffondere l’impronta della civiltà e della cultura greca nell’intero mondo allora conosciuto. Fu proprio questa la più grande eredità lasciata dal condottiero macedone.
Ma quali caratteristiche assunsero le monarchie ellenistiche?
Pur nelle diversità da regione a regione la monarchia ellenistica presentava alcune caratteristiche comuni e fondamentali. In primo luogo il re impersonava lo stato, aveva potere assoluto ed era la fonte del diritto.
In secondo luogo il re governava lo stato per mezzo di un’estesa burocrazia, ovvero una rete di funzionari che faceva capo direttamente al monarca.
In terzo luogo la monarchia ellenistica basava la sua potenza su un imponente esercito mercenario.
A questo carattere assolutistico e burocratico della monarchia ellenistica si accompagnò la divinizzazione della figura del re già presente in Alessandro Magno.
Anche in campo economico i sovrani ellenistici avevano un ruolo importantissimo, dal momento che possedevano grandi distese di terra che facevano lavorare direttamente, oppure davano in concessione a privati cittadini o a templi.
Le entrate finanziarie delle monarchie ellenistiche provenivano dai canoni di affitto sulla terra, dalle imposte sulle attività agricole, artigianali e commerciali, dai diritti di sfruttamento delle miniere, delle saline e dei boschi, ed infine dai bottini di guerra.
Queste entrate erano fondamentali per la stabilità dei regni perché dovevano coprire ingenti spese per gli eserciti mercenari e la guerra, per la corte e per la burocrazia molto estesa. Inoltre tali entrate dovevano anche coprire le spese per le importantissime iniziative culturali che caratterizzarono le monarchie ellenistiche.
Proprio perché le monarchie ellenistiche avevano queste ingenti spese, il sovrano sottoponeva le attività economiche a un severo e durissimo controllo. Di conseguenza le tasse, le dogane e i balzelli di ogni tipo erano diffusissimi nelle monarchie ellenistiche.
A sua volta, l’imposta sul grano che veniva riscossa in natura, poteva raggiungere anche il 50% del raccolto.
Infine dobbiamo dire che il commercio di alcuni prodotti come l’olio era monopolio di stato nelle monarchie ellenistiche.
Dobbiamo mettere in evidenza che il mondo ellenistico fu un mondo di grande vitalità economica e culturale, ma fu anche un vero e proprio crocevia tra oriente e occidente.
Tale mondo fu incessantemente attraversato da uomini merci ed idee. Difatti si verificò una grande crescita degli scambi che avevano come teatro l’amplissimo mercato che comprendeva l’Egitto la Grecia e l’Asia.
Il mondo ellenistico fu anche caratterizzato da una diffusione senza precedenti della moneta, che venne coniata in gran parte con l’oro e l’argento persiani.
Nel mondo ellenistico si verificò anche la fondazione di decine di empori, città, scali commerciali.
Nella civiltà ellenistica al piccolo e ristretto mondo della polis subentrò l’ecumene. Con questa parola gli uomini dell’età ellenistica denominavano la terra abitata e conosciuta.
Quello ellenistico era un mondo caratterizzato dal cosmopolitismo. Con tale parola si intende la compresenza e l’integrazione di etnie tradizioni culture lingue e religioni diverse. Quello che è importante mettere in evidenza e che proprio nel momento in cui la Grecia perdeva importanza politica la sua civiltà e la sua cultura assumevano una dimensione internazionale. Inoltre la civiltà e la cultura greca rappresentavano l’elemento unitario del mondo ellenistico.
È importante rilevare che gli sbocchi migratori che le conquiste di Alessandro avevano aperto ai greci, diedero inizio a una fase intensa di fondazioni di nuove città.
Tali città, in generale ebbero la tendenza a riprodurre i modelli urbanistici strutturali e anche istituzionali della polis. Pertanto anche in questo settore, come in molti altri campi, il modello greco fu caratterizzato da una grande diffusione nel mondo ellenistico.
Veicolo e nello stesso tempo simbolo di questo nuovo universo culturale fu la lingua greca comune detta Koinè. Imposto da Alessandro e inizialmente diffusa negli atti ufficiali e commerciali, il greco divenne la lingua degli uomini di cultura. Era la lingua dei vincitori, ed in quanto tale si affermò come requisito essenziale dei vincitori per chi volesse parlare e scrivere in un ambito di diffusione che andasse oltre le realtà locali.
Il greco fu la lingua in cui avvenne la compenetrazione nella nuova cultura di elementi greci ed asiatici. Intellettuali babilonesi ed egiziani, sin dall’inizio dell’età ellenistica scrissero in greco, perché ciò era necessario a far conoscere la loro cultura e le tradizioni dei loro popoli. Ma anche gli ebrei, a partire dal II secolo a.C. iniziarono a tradurre in greco i testi sacri.
Di fondamentale importanza é in questo senso la traduzione in greco della Bibbia, la celebre versione dei “settanta”. Tale opera mise il testo biblico a disposizione di tutti gli uomini di cultura. Inoltre, permise agli ebrei di lingua greca che vivevano sparsi in tutta l’ecumene ellenistica di mantenersi fedeli alla religione dei padri.
L’età ellenistica conobbe una grande fioritura artistica ed architettonica, ma anche un rilevante aumento dell’alfabetizzazione e della cultura media.
Fu il libro il grande protagonista della nuova cultura.
L’estensione dell’alfabetizzazione, la diffusione e il commercio di fogli di papiro e di pergamena, resero sempre più ricca e praticabile la produzione scritta. Inoltre il libro portò con sé la creazione di quella struttura che è il simbolo stesso del mondo ellenistico ovvero la biblioteca.
Furono i sovrani a fondare le grandi biblioteche come quelle di Pergamo e di Alessandria. Essi inviarono infatti in ogni angolo del mondo i loro agenti per acquistare migliaia e migliaia di opere.
La biblioteca trasformò sostanzialmente il modo di fare cultura, rendendo possibile l’accesso diretto a un patrimonio di conoscenze universale.
Ma altrettanta importanza ebbero le istituzioni in cui si svolgeva la ricerca scientifica, che raggiunse altissimi risultati. Centro della cultura scientifica ellenistica era il museo di Alessandria, istituito sotto il regno di Tolomeo II. Esso fu uno straordinario polo di attrazione per scienziati e ricercatori. Nel Museo essi lavorarono remunerati dal monarca disponendo delle strutture di ricerca più avanzate. Tali scienziati usufruirono della possibilità di incontro e di comunicazione ad altissimi livelli di specializzazione.
Detto ciò riteniamo concluso il nostro discorso sulla società ellenistica.


Nell'immagine, La testa di Alessandro Magno esposta al British Museum.

Documento inserito il: 30/06/2023
  • TAG: ellenismo, musei, biblioteca, alessandro magno,

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