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Spedizione Marcahuasi 2011 1^ parte [ di Yuri Leveratto ]

L’altopiano di Marcahuasi, situato ad oltre 4000 metri d’altezza s.l.d.m. nella cordigliera delle Ande (nel comune di San Pedro de Casta, regione di Lima), è uno dei luoghi più enigmatici dell’intero Perú.
Oltre alla cittadella preincaica, dove sono state trovate mummie risalenti alle cultura Yunga e Huanca, nella meseta vi sono decine di monumenti megalitici, antropomorfi e zoomorfi. Il mio primo viaggio a Marcahuasi risale al 2009, quando, insieme all’amico Paul Mazzei, ho potuto apprezzare la cosiddetta “foresta di pietre” dove si trova, innanzitutto, il cosiddetto “monumento all’umanità”, un enorme volto alla cui base vi sono altre facce più piccole, che secondo alcuni rappresentano l’insieme delle etnie umane.
Nella meseta vi sono altre statue antropomorfe come il re politico ed il profeta. Poi vi sono formazioni zoomorfe: il rospo, il leone, il lama, il felino sacro, il cavallo caduto, ecc. Inoltre vi sono alcune enigmatiche strutture utilizzate forse in passato come altari cerimoniali: per esempio quella denominata la fortaleza.
Secondo i più scettici, queste formazioni rocciose non sono altro che il prodotto dell’erosione del vento e solo la fantasia di pittoreschi viaggiatori le trasforma in opere degli antichi.
Secondo Daniel Ruzo (1900-1991), invece, l’altopiano di Marcahuasi fu, ben 85 secoli or sono (6500 a.C), il centro di un’antica cultura post-diluviana, che lui stesso denominò Masma. Secondo Daniel Ruzo quest’antico popolo viveva nell’altopiano per vari ragioni: difendersi dagli attacchi dei popoli della vallata, poter disporre di fonti d’acqua pura per tutto l’anno, e soprattutto, vivere il più vicino possibile al Sole, che era considerato il Dio generatore dalla maggioranza delle culture andine, incluso quella degli Incas. Per Daniel Ruzo, Marcahuasi era comunque molto di più di un semplice territorio della cultura Masma.
Secondo i suoi studi di geomagnetismo terrestre, la meseta sagrada (l’altopiano sacro), era (e sarebbe ancora), il centro magnetico e gravitazionale del pianeta. Le statue antropomorfe e zoomorfe, furono intagliate, sempre secondo Daniel Ruzo, non solo a scopo simbolico e propiziatorio (per esempio il rospo, essendo un simbolo d’umidità, e quindi della selva, invocherebbe la pioggia, e quindi l’abbondanza), ma anche per essere individuate dal cielo, come omaggio per gli Dei.
Anche se le intuizioni di Daniel Ruzo non furono supportate da prove scientifiche e da scavi archeologici con il metodo stratigrafico, a mio parere devono essere tenute in considerazione, proprio perché possono aprire nuovi orizzonti che potrebbero portare a nuove scoperte.
In effetti a Marcahuasi non tutto è stato scoperto e documentato in modo scientifico. Per esempio nella zona chiamata Infiernillo vi sono dei passaggi sotterranei che Ruzo aveva tentato di esplorare, però la mancanza d’ossigeno (oltre 4000 m.s.l.d.m.), e l’età avanzata (il ricercatore aveva già 60 anni), lo costrinsero a tornare indietro.
Dove conducono questi angusti passaggi?
Forse nei sotterranei della meseta vi sono ampie caverne inesplorate, dove i sacerdoti delle cultura Masma compivano i loro riti esoterici e mummificavano i defunti?
Oltre a ciò, a circa 9 chilometri dalla meseta, vi è l’enigmatico “volto di Marcahuasi” (nella foto principale), che fino ad oggi non è ancora stato studiato né documentato. Per quale motivo fu intagliato?
E’ solo un volto che scruta l’immensità del cielo, o sotto la terra adiacente vi sono altre facce o statue antropomorfe o zooformi che forse racchiudono un misterioso significato? Alcuni ricercatori indipendenti peruviani hanno comparato il volto di Marcahuasi con il famoso volto di Cydonia che fu scoperto su Marte nel 1976, in seguito alle fotografie scattate dalla sonda Viking 1.
La spedizione Marcahuasi 2011, sarà guidata dai ricercatori Paul Mazzei e Yuri Leveratto, e dall’archeologo Ricardo Conde Villavicencio. Vi parteciperanno inoltre altre 3 persone: un geologo, un esperto di onde elettromagnetiche, e uno speleologo.
Oltre a documentare ogni monumento megalitico dell’altopiano “sacro”, individuandone, con l’aiuto di un GPS, le coordinate geografiche, in modo da studiare le eventuali relazioni tra essi, e gli eventuali riferimenti archeoastronomici, i partecipanti alla spedizione effettueranno un tentativo di esplorare il sito detto Infiernillo, per cercare di scoprire se esistono realmente dei passaggi sotterranei che portano fino a profonde caverne, come indicano le leggende locali.
Inoltre si disporrà di un elicottero, in modo da poter giungere fino al cosiddetto “volto di Marcahusi”, ed osservarlo dall’alto, tentando d’individuare se sia stato intagliato realmente dagli antichi abitatori della vallata o se sia soltanto un curioso scherzo della natura. L’obiettivo della spedizione è: trovare, catalogare, descrivere ed interpretare ogni segno di presenza umana arcaica all’interno della zona d’esplorazione archeologica. La nostra ricerca sarà destinata esclusivamente ad eventuali pitture rupestri e petroglifi, siano esse di culture pre-incaiche o post-diluviane (mi riferisco alla cultura Masma indicata da Ruzo), che possibilmente troveremo durante la nostra spedizione.
La nostra attività avrà il fine ultimo di valorizzare una zona poco conosciuta dal punto di vista archeologico, in modo da creare valore aggiunto culturale per il paese di San Pedro de Casta, per la regione di Lima e per il Perú intero.
Non effettueremo lavori di scavo.
I risultati della spedizione saranno consegnati all’istituto di cultura peruviano, (supporti video e fotografici, oltre ai dettagliati rapporti degli studiosi che parteciperanno alla spedizione).
Documento inserito il: 18/12/2014
  • TAG: altopiano di marcahuasi, ande, culture yunga huanca, yuri leveratto

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