Cookie Consent by Free Privacy Policy website Tutto storia, storia antica: La Mesopotamia e le civiltà sumeriche
>> Storia Antica > Le grandi Civiltà

La Mesopotamia e le civiltà sumeriche

del Prof. Giovanni Pellegrino


Come l’Egitto, anche l’altro corno della Mezzaluna fertile, la Mesopotamia, è dono di un fiume o meglio, di due fiumi: il Tigri e l’Eufrate.
Anche in Mesopotamia le condizioni ambientali stimolarono le risorse e l’inventiva dell’uomo, ma lo sfruttamento delle acque fluviali risultò più difficile e laborioso che in Egitto. Infatti, le piene del Tigri e dell’Eufrate si verificavano in primavera con il rischio che l’acqua invadesse i campi prima del raccolto. Viceversa l’acqua scarseggiava in autunno quando sarebbe stata necessaria.
Inoltre, per la sua scarsa pendenza, la pianura mesopotamica aveva la tendenza a trasformarsi in un territorio paludoso, ed i due fiumi per l’ostruzione dei detriti accumulati nel loro lento fluire, cambiavano spesso il loro corso o straripavano nella campagna.
Infine le piene dei due fiumi non erano prevedibili: se si verificavano contemporaneamente, una valanga d’acqua invadeva la pianura distruggendo tutto al suo passaggio.
Gli antichi popoli mesopotamici affrontarono il problema di controllare il regime fluviale così irregolare dei due fiumi.
A tale scopo utilizzarono un laborioso sistema di irrigazione a solco: attraverso canali regolati da chiuse, l’acqua veniva fatta affluire nei campi nel momento e nella quantità opportune.
Anche in Mesopotamia i problemi derivanti dalla difficile opera di regolamentazione dei due fiumi richiese la costituzione di vaste e stabili forme di organizzazione sociale. Ma in questo caso tale processo risultò più difficile e faticoso di quello che si sviluppò in Egitto, poiché la Mesopotamia era priva di difese naturali e per tale ragione essa si trovava più esposta alle invasioni di popoli esterni o alle scorrerie dei nomadi.
Mentre l’Egitto ebbe una storia relativamente unitaria, la Mesopotamia fu invece sede di diverse civiltà quali la sumerica, la accadica, la babilonese, per finire l’assira. Infine la Mesopotamia divenne parte dell’immenso impero persiano.
Tuttavia la diversa conformazione geografica causò anche dei vantaggi ai popoli della Mesopotamia. Infatti, a differenza dell’Egitto, la posizione centrale rispetto alle grandi vie di commercio con l’India e il resto dell’Asia occidentale, contribuì a fare della Mesopotamia un importantissimo luogo di incontro e di scambi.
Di conseguenza agricoltura, artigianato e commercio si svilupparono in misura maggiore rispetto a tutto il mondo contemporaneo. Inoltre anche dal punto di vista culturale, la Mesopotamia si conquistò una sorte di primato nel mondo antico.
La più antica popolazione della Mesopotamia furono i sumeri.
Essi provenivano probabilmente dall’altopiano iranico e si stabilirono nella parte meridionale della Mesopotamia, detta “Terra di Sumer”, tra il IV e il III millennio a.C.
I sumeri fondarono una splendida ed importante civiltà urbana e trasformarono la zona tra il Tigri e l’Eufrate in una grande campagna costellata di città, di orti, di giardini, di pascoli e di palmeti.
Le principali città fondate dai sumeri furono Uhr, Uruk, Nibur e lagash.
Inoltre essi diventarono abilissimi artigiani che sapevano filare e tessere la lana e il lino. Tra l’altro realizzavano ornamenti, decoravano vasi di argilla e fabbricavano strumenti in metallo. Infine, i sumeri erano in grado di fondere i metalli a temperature elevatissime. Addirittura, gli scavi archeologici effettuati a Uruk hanno portato alla luce una specie di zona industriale costituita da un gruppo di officine specializzate nella fusione dei metalli.
Ma i sumeri non si organizzarono mai in un regno unitario. Essi costituirono molte città-stato, ovvero città che non facevano parte di uno stato più grande ma erano autonome ed indipendenti l’una dall’altra. A complicare ancora di più la situazione di tali città, esse erano spesso in lotta tra loro. Dobbiamo anche dire che le città stato sumeriche erano economicamente autosufficienti.
Ma per quale ragione probabilmente le città stato sumeriche non costituirono mai uno stato unitario?
Fu probabilmente la difficoltà di organizzare un’irrigazione unitaria in tutta la Mesopotamia a non stimolare la costituzione di uno stato unitario centralizzato. Inoltre, il rapporto città campagna nella terra di Sumer, era caratterizzato da dominio e sfruttamento economico.
Dobbiamo mettere in evidenza che le città che sorgevano a breve distanza le une dalle altre, dominavano su altri centri vicini più piccoli. Tali centri più piccoli, a loro volta, controllavano zone più o meno ampie di campagna punteggiate di villaggi nei quali si praticavano le attività agricole.
Il potere economico e politico di ciascuna città, nonché la sua capacità di espansione, dipendeva dalla sua capacità di controllo del territorio. La città sumerica era governata da un re chiamato lugal, il quale apparteneva generalmente alla classe sacerdotale.
Il re era il rappresentante terreno della divinità dalla quale traeva la legittimazione del suo potere. Tuttavia il lugal, a differenza del faraone, non era considerato di natura divina. Erano considerali di natura divina solamente gli dei adorati dai sumeri come creatori garanti dell’ordine naturale e sociale. In pratica gli dei erano considerati veri re del mondo.
Il tempio sumerico era considerato il cuore della città e aveva un aspetto simile ad una grande piramide a gradoni. Nel tempio avvenivano i commerci, gli scambi, gli affari politici, ed inoltre esso era il supremo proprietario della terra e del bestiame. Tra l’altro riceveva offerte e tasse sotto forma di grano, olio di sesamo, datteri e bestiame.
I sacerdoti amministravano queste ricchezze in nome del dio della città costituivano le scorte, regolavano i commerci, dirigevano le attività artigianali. Inoltre essi registravano su tavolette di argilla tutto ciò che riguardava l’economia del tempio. Tale registrazione avveniva mediante la scrittura cuneiforme.
Forti erano le differenze sociali all’interno della città sumerica.
La ricchissima produzione agricola proveniente dalla campagna, alimentava le fiorenti attività di artigiani e mercanti, ed il lavoro di funzionari e scribi. Ma la maggior parte degli abitanti della città si guadagnava da vivere lavorando a servizio del tempio, soprattutto coltivandone le terre.
Molto importante, assai più che in Egitto, era l’utilizzazione del lavoro servile. A differenza di quanto avveniva in Egitto, tra i Sumeri erano schiavi non solo i prigionieri di guerra, ma anche i debitori insolventi che perdevano la terra e a volte anche la libertà a vantaggio del creditore.
Anche la grande cultura sumerica ruotava intorno al tempio e al sacerdote ministro del culto. La religione sumerica divinizzava le forze naturali e gli dei ne erano la personificazione. I sacerdoti compivano i riti per conquistare il favore degli dei.
Ma i sacerdoti erano anche i depositari delle conoscenze astronomiche che sono uno dei maggiori lasciti della civiltà dei sumeri.
L’astronomia mesopotamica infatti, prese origine dalla divinazione, ovvero dall’arte di effettuare previsioni fauste o infauste sul futuro interpretando il movimento degli astri. I sumeri sapevano riconoscere stelle e pianeti e scoprirono che i loro movimenti rispettavano scansioni temporali regolari.
Inoltre essi misuravano il tempo con grande precisione, ed effettuarono importantissime scoperte geografiche e matematiche, come ad esempio la divisione del cerchio in 360°, la determinazione di aree e di volumi, nonché il calcolo delle equazioni.
Infine i sumeri furono i creatori delle prime cosmogonie, ovvero i primi tentativi compiuti dall’uomo per spiegare l’origine del mondo, delle cose e dello stesso uomo.
Dobbiamo ai sumeri anche il primo poema epico dell’umanità ovvero l’epopea di Gilgamesh.


Nell'immagine, il sito archologico di Uruk.

Documento inserito il: 12/07/2023
  • TAG: mesopotamia, sumeri, assiri, babilonesi, tigri, eufrate, uruk

Articoli correlati a Le grandi Civiltà


Note legali: il presente sito non costituisce testata giornalistica, non ha carattere periodico ed è aggiornato secondo la disponibilità e la reperibilità dei materiali. Pertanto, non può essere considerato in alcun modo un prodotto editoriale ai sensi della L. n. 62 del 7.03.2001.
La responsabilità di quanto pubblicato è esclusivamente dei singoli Autori.

Sito curato e gestito da Paolo Gerolla
Progettazione piattaforma web: ik1yde

www.tuttostoria.net ( 2005 - 2023 )
privacy-policy