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Compendio di storia del romanzo poliziesco - Seconda puntata

a cura del prof. Giovanni Sigona (1951-2025)


1 Le origini

L’atto di nascita del romanzo poliziesco viene considerato da tutti gli studiosi la pubblicazione nel 1841 da parte dello scrittore statunitense E. Allan Poe (nella foto; 1809-1849), sulla rivista “GRAHAM’S MAGAZINE”, di alcuni racconti incentrati sulla figura di Auguste Dupin, il prototipo degli investigatori moderni e protagonista principale di storie dall’intreccio avvincente, piene di suspense e di mistero, che tengono desta l’attenzione del lettore fino all’ultima pagina.
Tra il 1843 ed il 1845 Poe pubblica altri racconti che si possono senza alcun dubbio catalogare all’interno della narrativa “gialla”, fra i migliori della sua vasta produzione e nei quali si precisa meglio la netta propensione dello scrittore americano verso la creazione di un autentico genere poliziesco, fissandone i canoni principali con grande talento ed originalità. In “La lettera rubata”, “I delitti della rue Morgue” e “Il mistero di Maria Roget” campeggia la personalità del cavalier francese Auguste Dupin, eccentrico gentiluomo capace, grazie alle sue doti di "perfetta razionalità, intuito psicologico e lucida capacità analitica", di risolvere gli enigmi più complicati e pertanto capostipite di tutti i detectives più famosi, assieme al suo connazionale William Legrand, che nel racconto “Lo scarabeo d’oro” riesce ad impadronirsi di un favoloso tesoro decifrando con grande abilità una vecchia mappa dei pirati e, pertanto, usando in modo perfetto l’intelligenza contro il disordine e l’irrazionale.
In molti altri racconti di Poe emergono in modo rilevante temi e caratteristiche riconducibili al genere “giallo”, ed al riguardo molto bene si è espressa Barbara Nugnes:
La vendetta ed il delitto sono temi tra i più ossessivi: in racconti come “Il gatto nero”, “Il cuore rivelatore”, “Il barilotto di Amontillado”, il movente dell’assassino è irrilevante e la vittima si configura spesso come un capro espiatorio, sul quale l’uccisore proietta i tratti devianti della propria personalità. Centrale, però, è anche l’asservimento alle forze dell’inconscio: il delitto è perfetto, ma nel criminale scatta un impulso autodistruttivo, il demone della perversità che lo spinge alla confessione.
Temi analoghi affiorano anche in “Ligeia”, “Morella”, “Berenice”, dove la polarità femminile, simbolicamente associata agli oscuri impulsi dell’eros, è sentita come fonte di turbamento e di angoscia. Non è un caso, comunque, che l’iniziatore della letteratura poliziesca nel senso classico del termine sia stato un nordamericano, nato a Boston e vissuto per lunghi anni a Baltimora, città nella quale porrà fine alla sua travagliata esistenza terrena dopo aver lasciato un’impronta indelebile non solo nel campo della narrativa ma anche in quello della poesia, del giornalismo e della critica letteraria.
Nei primi decenni dell’Ottocento alcune città statunitensi della costa nordorientale come New York, Baltimora, Filadelfia, Boston conobbero, infatti, un rapido sviluppo commerciale ed industriale con la conseguente formazione di una classe borghese ricca ed intraprendente, in grado di apprezzare adeguatamente prodotti culturali di un certo livello e di sostenere finanziariamente numerosi giornali di larga diffusione, con parecchi dei quali collaborò Poe divenendone in certi casi il direttore e dando un contributo notevole all’impetuosa crescita della loro tiratura. Le riviste, per far crescere il numero dei lettori, cominciarono a pubblicare anche romanzi a puntate e racconti più o meno lunghi, in grado di tenere avvinto, con i loro intrecci avventurosi, l’interesse di vasti strati di popolazione di mediocre cultura ed avidi di forti emozioni, pratica che toccherà il suo apice nella seconda metà del XIX secolo, non solo negli Stati Uniti, ma anche nelle progredite Francia e Gran Bretagna, nel Vecchio Continente, quando i FEUILLETON o ROMANZI D'APPENDICE furono pubblicati a puntate nell’ultima pagina dei quotidiani, riscuotendo un successo straordinario. Bene si sono espresse in proposito Vilma Gaist e Bice Serafini:
"Il poliziesco, la storia d’investigazione soddisfa i gusti del pubblico, attratto da una parte dalla trasgressione (il crimine), rassicurato, dall’altra, dal lieto fine: l’ordine sociale è così al tempo stesso minacciato e salvaguardato. C’erano quindi tutte le condizioni per il successo del genere: lettori interessati ed editori disponibili".


Nell'immagine, Lo scrittore statunitense Edgar Allan Poe.

Documento inserito il: 24/07/2025
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