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Storia dell'uomo dalle origini ai giorni nostri. Sessantacinquesima puntata

di Alberto Sigona


Il terrorismo internazionale

L'11 settembre del 2001, a seguito dello schianto di due aerei (dell'American Airlines e United Airlines) dirottati da membri di Al Qaeda - un'organizzazione terroristica facente capo al potente sceicco saudita Osama Bin Laden - le Torri Gemelle (Twin Towers) del World Trade Center di New York collassarono su sé stesse, causando oltre tremila vittime, per quello che fu considerato dalla comunità internazionale come un vero e proprio atto di guerra, suscitando shock, sdegno e una forte reazione politica globale a un'azione tremenda che rappresentò senza dubbio il più grave attacco subito dagli Stati Uniti nella loro storia moderna. Da quel fatidico giorno il Mondo si accorse improvvisamente del terrorismo internazionale di matrice islamica e dovette iniziare a far i conti con la paura, per un evento destinato a cambiare di colpo la politica internazionale e la sicurezza globale. Un nemico subdolo ed imprevedibile dichiarava una strana guerra all'Occidente, imputato più che altro (al di là di alcune ragioni geopolitiche) di essere di religione cristiana. Negli anni successivi si susseguiranno numerosi attentati di matrice jihadista, colpendo persino capitali importantissime d'Europa (da Londra a Madrid), creando un costante stato di tensione ed insicurezza fra le varie Nazioni. Nel decennio successivo Al Qaeda iniziò a indebolirsi in modo significativo in quanto l’organizzazione - specie dopo l’uccisione di figure chiave come Bin Laden (avvenuta nel 2011) - faticò a mantenere una struttura centrale coesa, affidandosi sempre più a franchising regionali spesso autonomi e non sempre allineati alla strategia originaria. Attorno al 2013 salirà alla ribalta un nuovo gruppo terroristico di fondamentalisti islamici, con base operativa in Siria e Iraq, l'ISIS (guidato dal leader Abu Bakr al-Baghdadi), che scioccherà il Mondo con le sue barbarie commesse nel nord Africa, in Medio Oriente e persino nel vecchio continente (come quando a Parigi, il 13 novembre del 2015, un commando di una decina di fanatici irruppe nel teatro Bataclan, sparando senza pietà sulla folla inerme, provocando oltre 130 vittime e decine di feriti, “colpevoli” soltanto di non essere musulmani). Nato da una scissione di Al-Qaeda e cresciuto grazie al caos della guerra civile siriana e dell’instabilità irachena (operava con una struttura quasi statale: amministrava territori, riscuoteva tasse, sfruttava risorse petrolifere e imponeva un rigido sistema di regole religiose), l’ISIS iniziò a declinare a partire dal 2016, quando una vasta coalizione internazionale – formata soprattutto da Stati Uniti, Russia, forze irachene e milizie curde in Siria – lanciò una serie di offensive coordinate contro i suoi territori. Nel 2017 la riconquista di città simbolo come Mosul e Raqqa, ottenuta grazie al supporto militare occidentale, alla resistenza locale e all’indebolimento economico del gruppo, privò l’organizzazione delle sue principali basi operative, rendendo impossibile mantenere un vero “Stato”. Nel 2019 cadde anche l’ultima roccaforte, segnando sostanzialmente la fine del cosiddetto califfato territoriale. Pur non essendo scomparso del tutto, oggi l’ISIS rimane ridotto a piccole cellule clandestine, incapaci di esercitare un potere simile a quello degli anni precedenti.


Nell'immagine, 11 settembre 2001, l'attentato alle Twin Towers di New York, che provocò la morte di oltre 3.000 persone.

Documento inserito il: 11/12/2025
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