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Novità Zambon Editore: 'CHE GUEVARA E I SUOI COMPAGNI Uomini della guerriglia in Bolivia' [ di ]

CHE GUEVARA E I SUOI COMPAGNI
Uomini della guerriglia in Bolivia
A cura di Enrica Matricoti


(Zambon 2016, traduzione di Cristiano Screm, pp. 442, euro 25,00)

LA STORIA NON-UFFICIALE DELLA GUERRIGLIA IN BOLIVIA

L’avvicinarsi del 50° anniversario della morte del comandante Ernesto Guevara e dei suoi compagni in Bolivia (1967-2017) è l’occasione per conoscere quello che fu l’ultimo periodo della vita del “Che”, qui ricostruito e indagato da una prospettiva completamente originale e nuova.

In Bolivia, nel novembre del 1964, accade l’ennesimo golpe militare: il presidente Víctor Paz Estenssoro, leader del Movimento Nazionalista Rivoluzionario, viene deposto e il potere passa nelle mani del generale René Barrientos Ortuño, responsabile di una delle dittature più sanguinose e convulse della Storia del Paese andino, caratterizzata da forti contraccolpi sociali – la militarizzazione del territorio per reprimere il dissenso operaio, contadino studentesco e dei minatori – e dall’acutizzarsi della già preesistente crisi economico-finanziaria – l’annullamento di qualunque istanza riformista a vantaggio degli investimenti stranieri.
Due anni dopo, comincia la missione internazionalista boliviana di Ernesto “Che” Guevara. Il comandante guida un nucleo di circa 50 combattenti – 29 boliviani, 17 cubani e 3 peruviani –, conosciuto come l’Esercito di Liberazione Nazionale Boliviano (ELNB), con l’obiettivo di creare un focolaio guerrigliero nel centro del continente, che avvii un processo di insurrezione e liberazione dell’intera America Latina.
Il focolaio, e il successivo sviluppo della guerriglia, costituiscono, per Guevara, un'extrema ratio nell’assenza di altre alternative: in un Paese dove ogni opposizione civile è ostacolata e dove il governo non deriva dall’esito di consultazioni popolari, il foco diventa l’unica via praticabile, l’ultima difesa contro le forze autoritarie e populiste: la violenza del regime legittima il ricorso alla violenza difensiva della guerriglia.
L’ELNB è ben equipaggiato e inizialmente consegue un certo numero di successi contro l’esercito nazionale, sul terreno difficile e montuoso della regione di Camiri. Con il passare dei mesi, tuttavia, si fanno sentire sia il mancato appoggio del Partito comunista boliviano, contrario alla lotta armata, sia le conseguenti difficoltà di reclutamento e le numerose defezioni; l’ELNB ne è notevolmente indebolito fino al rimanere del tutto isolato. Il 9 ottobre 1967, il “Che” viene catturato e assassinato a sangue freddo nella scuola del piccolo villaggio La Higuera, per ordine dell’alto comando boliviano in accordo con Barrientos e con la CIA – all’imboscata parteciperanno anche alcuni agenti del controspionaggio statunitense.
Il fallimento dell’operazione, però, non frena la tensione internazionalista e terzomondista che seguiterà a essere percepita come un dovere etico verso l’umanità da milioni di persone in tutto il mondo.

Che Guevara e i suoi compagni. Uomini della guerriglia in Boliviauscito in anteprima in italiano e in fase di pubblicazione nei Paesi di lingua spagnola per il 2017 – racconta tutto questo affrontando un dilemma di grande pregnanza. Ovvero, se sia «possibile essere così calati nel proprio ruolo storico, sentirsi così partecipi di un percorso collettivo di un intero continente, da annullare la propria individualità, il proprio ego, per aiutare altri popoli, anche sapendo che difficilmente si potranno vedere in prima persona i risultati di tali sforzi, per le immani difficoltà previste da una simile lotta». In principio Enrica Matricoti prova «incredulità, una sincera difficoltà ad ammettere come plausibile l’enorme livello di sacrificio accettato e affrontato consapevolmente da quegli uomini». Nondimeno, più si addentra nella sua ricerca più fuga qualsiasi dubbio. «Era chiaro che Ernesto Che Guevara e i suoi compagni avevano superato limiti personali che noi occidentali siamo educati a ritenere congeniti e strutturali dell’essere umano, ineludibili […] ma il “Che”, così come i suoi compagni, non erano affatto super-uomini, non erano dotati di qualità straordinarie dal punto di vista fisico […]. Erano come noi. Scelsero di essere quello che furono e di fare quello che fecero. Il loro esempio proprio per questo parlava e parla a tutti noi. Non può e non deve essere solo una storia da studiare o da ammirare, il senso del loro contributo risiede invece nell’esempio vivo […] lasciato come eredità morale a qualunque essere umano abbia il coraggio e la volontà di coglierlo». Una risposta, quella cui giunge la curatrice dell’opera, che sembra ispirare armoniosamente il libro in tutte le sue parti.

Che Guevara e i suoi compagni. Uomini della guerriglia in Bolivia è innanzitutto una raccolta di testimonianze dirette, sotto forma di intervista, dove il carattere storico viene sviluppato specialmente su un piano privato e intimo. Le testimonianze sono quelle dei familiari dei combattenti cubani caduti in Bolivia; quelle di due guerriglieri sopravvissuti – il generale Harry Villegas Tamayo (“Pombo”) e il colonnello Leonardo Tamayo Núñez (“Urbano”); infine quelle di Ulises Estrada – ex ambasciatore e agente cubano dell’Intelligence, che svolse incarichi di primo piano in svariate azioni di rilevanza mondiale, tra cui la missione del “Che” in Congo, negli anni ’60, ’70 e ’80 – e di Orlando Borrego –amico personale del “Che” e suo primo Viceministro nel ministero dell’Industria –, che vertono sul senso della rivoluzione e sull’essere rivoluzionari.
Le conversazioni si sono tenute a L’Avana, tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, durante le riprese del documentario Ernesto Che Guevara - El hombre nuevo en el siglo XXI, un progetto dell’italiano Walter-Uliano Pistelli e dell’argentino Favio Giorgio, che vedeva Enrica Matricoti ricoprire il ruolo di fotografa di scena.
La forza degli interventi, la possibilità di pubblicare stralci delle lettere spedite dai guerriglieri ai congiunti e di accedere a documenti originali – quali il Diario di Bolivia del compagno “Pacho” e quello, inedito, di “Medico” sulla spedizione in Congo –, assieme alla presa in visione di tante istantanee di famiglia hanno costituito una spinta irrefrenabile per Matricoti a organizzare il ricco e preziosissimo materiale in un unico volume.
Corredo fondamentale a tutto ciò è l’ampia selezione di fotografie – 92 sia in quadricromia sia in bianco e nero, la maggior parte delle quali scattate da Matricoti durante la realizzazione delle interviste e mai pubblicate prima d’ora – che dà vita a un dialogo aperto con il testo oltre la semplice descrizione narrativa. Parole e immagini diventano specchio e supporto le une delle altre.
Il canale emotivo, assicurato dalla struttura dialogica propria delle interviste, sommato all’utilissimo apparato d’approfondimento storico – le Schede storiche, i Dati biografici dei guerriglieri, l’Appendice, la Bibliografia e l’Indice dei documenti e delle fotografie –, rende la lettura agile e fruibile a un vasto pubblico a prescindere dal grado di conoscenza dell’argomento.

Mi permetta di dirle, a rischio di sembrare ridicolo, che il vero rivoluzionario è guidato da grandi sentimenti d’amore. È impossibile concepire un rivoluzionario autentico privo di tale qualità. [...] Bisogna lottare ogni giorno perché questo amore per l’umanità vivente si trasformi in fatti concreti, in atti che servano da esempio, da mobilitazione. [...] Ognuno di noi, indistintamente, offre puntuale la sua parte di sacrificio [...] Il nostro sacrificio è cosciente; è un tributo da pagare per la libertà che stiamo costruendo.

Ernesto “Che” Guevara



Dalle testimonianze:

Lo spirito con cui fecero ogni cosa: è quello l’aspetto più bello.[…] C’era un contesto a cui la gente prendeva parte con un idealismo totale […]
A mio parere, per quanta istruzione si possa dare a un uomo, se la motivazione mentale e politica non è legata a qualcosa che viene dal suo cuore, alla fine è tutto quanto falso […] È così che morirono i nostri padri […] Non glielo ordinarono, andarono volontari, ma se avessero detto loro che dovevano partire perché era un ordine, non avrebbe funzionato. Per di più, lo fecero per un sentimento tra i più alti. Fu un totale sacrificio, che riguardava non solo l’animo ma anche il corpo... Una cosa impressionante.
Jorgé Martínez, figlio di José María Martínez Tamayo e nipote di René Martínez Tamayo, due dei guerriglieri cubani caduti in Bolivia

Il Che non pensò mai a un solo Paese, non ragionava in termini di argentini, americani o cubani: ragionava in termini internazionalisti, per l’interesse del mondo nel suo insieme. […] Questo è l’orizzonte a cui guardare, e verso cui tendere, per arrivare a essere un rivoluzionario.
Orlando Borrego Díaz, amico e stretto collaboratore di Ernesto Che Guevara


Hanno detto:

Che Guevara è stato un personaggio diverso, irripetibile: un ugualitario a oltranza, un profondo democratico che non teorizzava da ciò che leggeva ma da ciò che viveva, vedeva, scopriva. […] La povertà dell’America Latina è quella che lui stesso ha vissuto, scoprendola dal basso: lavorando insieme ai poveri e a volte vivendo come un miserabile.
Paco Ignacio Taibo II

Il lavoro di Enrica Matricoli è pregevole sotto almeno tre punti di vista. In primo luogo ha il merito di inquadrare con chiarezza la vicenda boliviana nel contesto storico dell’America Latina di allora.
In seconda istanza, si tratta di un lavoro assai curato sia dal punto di vista storiografico, sia, soprattutto, nell’ottica di mantenere viva la memoria. In America Latina, le classi dominanti fanno di tutto per ridurre all’oblio il “Plan Condor”, le operazioni di sterminio contro le comunità indigene, e il ruolo delle guerriglie sviluppatesi nel ventennio 1960-1980, per cui ricordare l’eroismo dei caduti non solo per Cuba, ma per l’intero continente, rappresenta senza dubbio un valore aggiunto del volume. […]
Infine, tramite le testimonianze dei familiari, il guerrillero heroico e i suoi compagni non sono più visti esclusivamente come eroi romantici, ma come giovani uomini in carne e ossa che, consapevoli del ruolo che aveva assegnato loro la Storia, mostravano la propria umanità, il proprio carattere, i punti di forza e debolezze di fronte a prove sempre più ardue che il destino metteva loro di fronte.
David Lifodi - Paecelink

Opera importante per diverse ragioni: prima di tutto perché della Bolivia si sa in genere poco o nulla, e questo libro invece ne parla diffusamente e la ricolloca laddove deve trovarsi. Poi perché ha una precisione storiografica rara, e al tempo stesso si legge come un romanzo. Inoltre mantiene viva la memoria, e si sa quanto questo sia indispensabile: senza ricordo non può esserci futuro. Infine, avvalendosi di una messe di testimonianze fa in modo che i protagonisti finalmente non appaiano più come laicissimi santini, ma come uomini, veri, con tutte le loro caratteristiche. Da non perdere.
Gabriele Ottaviani - Convenzionali

In Che Guevara e i suoi compagni. Uomini della guerriglia in Bolivia si coglie con evidenza la natura dello slancio, disinteressato e fatto di privazioni e sofferenze, da parte di uomini che morirono nel tentativo di forgiare la solidarietà internazionalistica attraverso i vari Paesi del continente latinoamericano.
Riccardo Vinciguerra - Utopia Rossa

Enrica Matricoti (Bari 1977). Cresciuta a Bologna, si laurea in Filosofia e si diploma come cantante-attrice presso la Bernstein School of Musical Theater.
Studiosa di Storia Latino-americana, è membro del comitato di redazione internazionale della Fondazione Guevara in Italia.
A Bologna, nel 2007, Matricoti porta in scena il monologo teatrale Es Sudamerica mi voz; lo spettacolo verrà rappresentato nel 2009 presso l’Unión de Escritores y Artistas de Cuba a L’Avana, nell’ambito dei festeggiamenti per il 50° anniversario della vittoria della Rivoluzione. Sempre a L’Avana nello stesso anno, riceve il riconoscimento dell’Università dell’Adulto Mayor e del Museo della Fragua Martiana «per il suo contributo all’approfondimento delle idee di José Martí». Attualmente Enrica Matricoti vive a Cuba dove lavora come redattrice e reporter per l’emittente “Radio Havana Cuba”. Che Guevara e i suoi compagni. Uomini della guerriglia in Bolivia è la sua prima pubblicazione d’interazione testo-immagine, in corso di traduzione in lingua spagnola per i tipi dell’editrice cubana Abril.

Documento inserito il: 06/06/2016

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