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L’ultimo rifugio delle SS di Simone Barcelli [ di ]

La fuga dei criminali di guerra in Argentina, il ruolo di Evita Perón e la ricerca del tesoro scomparso della Reichsbank


Panda Edizioni, 2022
Pagine: 172
Prezzo: 15,00 Euro
ISBN carta: ‎ 9788893782821
ISBN digitale: 9788893782838
Argomenti: Storia contemporanea, fuga dei criminali nazisti dall’Europa


Un misterioso viaggio in Europa, nell’estate del 1947, è il preludio di questa avvincente storia, tra i cui protagonisti non c’è solo Eva Duarte, la moglie del presidente dell’Argentina Perón, l’Evita celebrata in film, musical e canzoni di grande successo, ma soprattutto i fuggiaschi nazisti e i loro collaborazionisti durante l’ultimo conflitto mondiale.
Ancor prima che la guerra finisse, alcuni gerarchi tedeschi avevano provveduto a costituire efficienti reti di fuga per raggiungere soprattutto l’America Latina. Tra loro c’erano anche criminali di guerra appartenuti alle SS, ricordati per le atrocità commesse nei confronti degli ebrei nei campi di concentramento.
Ma tutto ha un prezzo. Anche la fuga verso l’Argentina, così da evitare i conti con la giustizia, comportò per i fuggitivi un esborso notevole di denaro, oro e gioielli, nell’ordine di centinaia di milioni di dollari.
In queste pagine si discute della fuga di questi uomini e il trasferimento all’estero degli ingenti tesori accumulati durante la guerra, spesso provenienti dalla depredazione dei beni giudei.
La desecretazione degli atti finora coperti dal segreto di stato, le conclusioni raggiunte dalle commissioni d’inchiesta e il lavoro di ricostruzione degli storici, hanno permesso di ricomporre quasi tutti i pezzi del mosaico, tanto da poterci fare un’idea di come siano andate le cose. È stato possibile dare un nome ad ognuna delle persone che ha reso possibile il funzionamento delle reti di fuga verso l’Argentina, rimaste attive per quasi dieci anni: agenti segreti tedeschi, elementi di spicco delle SS, alti prelati argentini e italiani.
E come sempre, non potevano mancare imprenditori, faccendieri e banchieri.
Oggi non abbiamo più nessun dubbio che il governo argentino di Perón e della sua carismatica moglie, abbia scientemente accolto e protetto migliaia di fuggitivi provenienti dall’Europa postbellica, tra cui centinaia di nazisti e collaborazionisti, in cambio di cospicue somme di denaro, per lo più depositate nelle banche di Buenos Aires o in quelle svizzere.
Le traversie occorse a Perón ed Eva Duarte, soprattutto quel che successe alle rispettive salme, avvalorano ancor più l’ipotesi che all’origine della fuga dei nazisti, ci fu realmente un tesoro scomparso, quello custodito ermeticamente nelle cassette di sicurezza di alcune banche elvetiche, vanamente inseguito per decenni, forse anche dagli uomini della P2 di Licio Gelli.

Documento inserito il: 25/09/2022
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