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Il periodo più fulgido di Napoleone

Il conquistatore che calpesta la libertà degli altri popoli in nome di un ideale politico o sociale, o più semplicemente per assicurare al suo paese un benessere superiore, è costretto, quasi come un brigante, a vivere perennemente con le armi in pugno, poichè egli è consapevole che la prima sconfitta determinerebbe il crollo del vasto impero da lui faticosamente costruito. Dal 1806 in avanti, Napoleone Bonaparte tenta in vari modi di consolidare la propria posizione senza più metterla a rischio con guerre rovinose. La sua massima aspirazione è che i sovrani europei spodestati dei loro regni e possedimenti rinuncino a riottenerli e si mettano il cuore in pace. Naturalmente ciò non avviene: gli spodestati non si rassegnano e i nemici ancora in piedi non disarmano e cercano nuove alleanze, auspicando non una semplice rivincita sull’Imperatore francese, ma la sua rovina definitiva..
Nel luglio del 1807, dopo la rovinosa campagna invernale che ha visto il crollo della Prussia nella battaglia di Jena nell’ottobre 1806 e la sconfitta delle armate russe a Eylau e a Friedland, fa sembrare la posizione dell’impero francese solida e inattaccabile. Nella città di Tilsit, sul confine tra Russia e Polonia, Napoleone e lo Zar Alessandro I, siglano un accordo che corrisponde ad una vera e propria spartizione dell’Europa tra le due massime potenze continentali.Tuttavia Napoleone sa bene che finchè l’Inghilterra rimane integra e le sue flotte da battaglia incroceranno indisturbate per tutti i mari del mondo, la sua egemonia in Europa resterà solo apparente. L’unica arma a sua disposizione per mettere in ginocchio l’economia inglese è il blocco continentale, che negli intendimenti dell’Imperatore dovrebbe sottrarre all’Inghilterra i suoi mercati. Napoleone cerca di usare quest’arma in ogni modo: la politica e le campagne condotte nel periodo compreso tra il 1807 ed il 1811 sono tute tese ad assicurare l’applicazione integrale di tale blocco. Nel 1807, il Portogallo, che si opponeva al rovinoso piano napoleonico, viene cancellato dalle carete geografiche. L’anno successivo egli non esita, per chiudere la falla costituita dai porti dello Stato Pontificio ad annettere all’Impero anche le terre appartenenti alla Chiesa, inclusa Roma. Nel frattempo la Spagna, alleata della Francia, stava attraversando un periodo di dissidi dinastici. Chiamato a fare da arbitro dai due contendenti, il re in carica Carlo IV e il principe ereditario Ferdinando VII che gli contendeva il trono, Napoleone decide in modo salomonico: li destituisce entrambi e nel 1808 pone sul trono di Spagna il proprio fratello Giuseppe Bonaparte. In risposta a questo atto si assiste alla sollevazione armata del popolo spagnolo contro i soldati francesi .Subito dopo sbarca in Spagna un corpo di spedizione inglese comandato dal futuro Duca di Wellington, che ha il compito di rifornire di armi e altri aiuti gli insorti spagnoli. Dal 1808 al 1813, la Francia è costretta a destinare al fronte spagnolo un gran numero di soldati e molto denaro senza riuscire ad annientare la guerriglia opposta dai patrioti spagnoli, che con attacchi notturni e imboscate dissanguano gli eserciti francesi. Come succede in questi casi, i francesi si difendevano con feroci repressioni che ottenevano l’unico scopo di aumentare l’odio della popolazione nei loro confronti. Anche l’apparente tranquillità del resto d’Europa viene scossa: Papa Pio VII, che si oppone all’Imperatore dei francesi, viene arrestato e condotto prigioniero in Francia, alienando a Napoleone l’animo di tutti i cattolici. Intanto Austria, Prussia e Inghilterra, approffittano della situazione spagnola per formare la quinta coalizione e sferrare un nuovo attacco all’impero napoleonico. Ma il grande condottiero, avendo avuto sentore di quanto si stava tramando ai suoi danni, si mosse con anticipo, riuscendo a separe i corpi d’armata nemici e arrivando fino a Vienna bombardandola. Quindi nel luglio 1809 sconfigge pesantemente l’esercito austriaco comandato dall’Arciduca Carlo nella sanguinosa battaglia di Wagram. Questa vittoria rappresenta lo sforzo supremo del conquistatore; la fortuna è ancora dalla sua parte, ma già si avvetono i primi cedimenti: L’Europa è stanca di guerre, di sangue e mal sopporta la dominazione francese, che ostacola soprattutto il nascente nazionalismo degli stati tedeschi. Nel 1809 Napoleone divorzio dall’amatissima moglie Giuseppina, che non è riuscita a dargli un erede. La sua maggiore preoccupazione, è quella di dare una forma stabile al suo dominio, scaturito da una rivoluzione e da un colpo di stato. Napoleone è inoltre assillato dalla necessità di creare una dinastia, poichè è consapevole del fatto che solo la sua figura e il suo personale prestigio a tenere insieme il suo immenso impero. La proposta del principe Metternich, ministro degli esteri austriaco, che le propone un matrimonio con la principessa Maria Luisa d’Austria lusinga l’imperatore. Egli pensa infatti che finalmente, la sua casa, imparentandosi con quella illustre degli Asburgo, potrà godere del riconoscimento e del rispetto degli altri sovrani. Il matrimonio viene celebrato nell’aprile 1810 e nel marzo del 1811 nasce l’erede maschio tanto atteso ed un aerostato reca ai Romani la notizia che Dio e l’Imperatore dei Francesi hanno concesso loro un re. Napoleone è al culmine della sua gloria. La pace che finalmente arride in tutta Europa, ` destinata a svanire dopo breve tempo a seguito delle successive imprese di Napoleone Bonaparte.


Nell’immagine, Napoleone Bonaparte imperatore dei Francesi.
Documento inserito il: 24/12/2014
  • TAG: napoleone bonaparte, campagne napoleoniche, coalizioni antifrancesi, blocco continentale, impero napoleonico

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