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La Riforma protestante in Svizzera

Il Luteranesimo dopo essersi diffuso in Germania si propagò presto in Scandinavia, in Francia, in Polonia, trovando molte adesioni anche in Inghilterra. La Svizzera fu un terreno particolarmente fertile per la Riforma, poiche nel suo territorio gli influssi feudali si manifestavano in maniera molto minore rispetto agli altri Paesi. La Svizzera era infatti popolata da contadini liberi e da borghesi nelle città mercantili: a Berna il potere era detenuto dal patriziato mercantile, mentre a Zurigo vigevano ordinamenti più democratici.
Il male che intaccava la vita svizzera, era costituito dall'aruolamento di eserciti mercenari, i cui servigi erano particolarmenti richiesti dalle potenze cattoliche: Francia, Papato e Impero. A fornire gli uomini per questi eserciti erano essenzialmente i cantoni montanari, mentre i cantoni urbani si occupavano della contrattazione degli arruolamenti. In questo modo, la Svizzera era divenuta uno strumento nelle mani delle potenze confinanti.
Lo scopo principale dei riformatori elvetici fu quello di abbattere il potere delle autorità tradizionali, sia laiche che spirituali, per giungere a costituire uno Stato più forte, ma soprattutto autonomo e libero dal tributo di sangue da versare periodicamente alla causa straniera.
Questo scopo segnò l'intera attività di Ulrich Zwingli (1484-1531), nato da una famiglia di contadini benestanti e cresciuto negli studi umanistici. Prima ancora di Lutero egli aveva chiesto una della Chiesa, ma solo nel 1519 egli ruppe con essa. Per sua proposta, in quell'anno, il cantone di Zurigo vietò il mercato delle indulgenze.
Successivamente Zwingli espose i propri principi nel libro "I 67 articoli": la sua interpretazione religiosa era orientata al razionalismo.
Infatti, mentre Lutero aveva conservato i due sacramenti del Battesimo e dell'Eucarestia, Zwingli considerava l'Eucarestia una semplice cerimonia commemorativa dell'Ultima Cena, rifiutando in tal modo il dogma della presenza del Cristo nell'ostia consacrata.
La parte più importante delle sue dottrineriguardava l'organizzazione delle comunità religiose, ciascuna delle quali doveva eleggere il suo pastore; i pastori uniti in collegio decidevano sulle questioni ecclesistiche, mentre il controllo supremo dell'organizzazione ecclesiatica veniva effettuato dalle autorità cantonali.
Questa organizzazione corrispondeva perfettamente alle necessità di un Paese di contadini liberi, di artigiani e di piccoli commercianti, e per questo motivo venne accettata dai cantoni di Basilea, Berna, Zurigo e da altri cantoni urbani, mentre venne rifiutata dai cantoni montanari, legati alle potenze cattoliche dalla fornitura di mercenari. Per convincere questi ultimi ad aderire alla riforma fu necessario ricorrere alla forza, e nel 1531, nel corso della battaglia di Kappel, lo stesso Zwingli trovò la morte.
Anche l'altro riformatore svizzero, Giovanni Calvino (1509-1564), era, per la sua formazione un umanista.
Francese di origine Calvino, dopo dopo l'università dovette abbandonare la Francia per a causa delle suo opinioni favorevoli alla Riforma. Dopo aver peregrinato per diverse città svizzere, fissò la propria dimora a Ginevra, che divenne il centro della sua attività.
Nel 1536 pubblicò il libro "Institutio religionis christianae" (istruzione nella religione cristiana) che ottenne un grande successo tra i protestanti.
Nelle sue dottrine, Calvino si allontanava dal Cattolicesimo in maniera ancor più evidente di quanto non avesse fatto Lutero: il punto centrale del suo pensiero era infatti la predestinazione, secondo la quale l'uomo non si salva per la sua fede, ma nasce già predestinato alla salvezza o alla dannazione: alcuni uomini sono eletti ed altri reprobi fin dalla nascita; ma l'uomo non può conoscere prima la propria sorte, ma ne diviene consapevole mediante le proprie opere.
La dottrina calvinista era particolarmente adatta a quegli strati di popolazione borghese dei Paesi commercialmente più evoluti, presso i quali si era già pervenuti ad un notevole sviluppo dello spirito individualistico borghese.
La diffusione tra i ceti borghesi era di molto facilitata dalla democratica organizzazione della Chiesa calvinista: presso ogni comunità, accanto ai pastori erano posti gli Anziani, o Presbiteri, ossia quei laici rispettabili che venivano eletti dalle comunità stesse.
Le comunità formavano poi delle associazioni, che si univano fra loro in Chiese nazionali calviniste, guidate da sinodi che venivano convocati periodicamente. Pertanto il calvinismo ebbe maggior fortuna e diffusione in Paesi quali la Svizzera, la Francia orientale, la Scozia e l'Olanda, maggiormente sviluppati rispetto ad altri dal punto di vista borghese.
Calvino diresse il proprio movimento da Ginevra per oltre 25 anni, fondando nella città un'Accademia per la preparazione di missionari che poi venivano inviati in tutti i Paesi per diffondere le sue dottrine. Egli riusci a guadagnarsi una grande influenza sulle autorità cantonali ginevrine, fino la punto di riuscire a trasformare la città in una specie di grande convento: gli abitanti dovevano attenersi alle prescrizioni religiose più minute sotto il pubblico controllo, a scanso di gravi pene.
Nel corso di 25 anni, Calvino fece giustiziare 58 persone, mentre altre 76 vennero bandite da Ginevra solo perchè non concordavano con le sue opinioni: fra le persone giustiziate figura anche l'eminente scienziato spagnolo Michele Servet, uno degli scopritori della circolazione del sangue, bruciato sul rogo nel 1553.


Nell'immagine, Giovanni Calvino, che con ULrich Zwingli fu il maggiore riformatore svizzero.
Documento inserito il: 25/12/2014
  • TAG: svizzera riforma protestante, luteranesimo, contadini liberi, borghesia mercantile, mercenari, ulrich zwingli, giovanni calvino, calvinismo

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