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Analisi del terzo verso del Vangelo di Giovanni [ di Yuri Leveratto ]

Come abbiamo analizzato nei precedenti articoli i primi due versi del Vangelo di Giovanni descrivono la persona di Gesù Cristo, denominato “Parola”, o “Verbo”. Le quattro affermazioni di questi due primi versi, sono:

1, 1a: “In principio era il Verbo”. Ossia, il Verbo esiste da sempre, dall’eternità.

1, 1b: “E il Verbo era presso Dio”. In questo passaggio si conferma l’eterna comunione del Verbo con Dio Padre, da sempre.

1, 1c: “E il Verbo era Dio”. Ciò significa che il Verbo, essendo della stessa sostanza di Dio Padre, è Dio, sebbene abbia una diversa personalità.

2: “Egli era, in principio, presso Dio”. In questo secondo passaggio si ribadisce che il Verbo è sempre stato in comunione con Dio Padre, fin dall’eternità.

Dopo aver fatto queste affermazioni di fondamentale importanza, l’Apostolo Giovanni inizia a descrivere l’opera del Logos, il Verbo, Gesù Cristo. E lo fa nel terzo verso del primo capitolo del suo quarto Vangelo:

tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.


Vediamo la corrispondente pronuncia in greco:

Panta dia autou egeneto kay chōris autou egeneto oude hen ho gegonen

Iniziamo ad analizzare la prima parte del terzo verso:

tutto è stato fatto per mezzo di lui

La parola greca con la quale l’Apostolo Giovanni inizia questo verso è “panta”, ossia “tutto”. In alcune altre versioni (nuova Diodati), viene tradotta con “Ogni cosa”. In greco l’articolo definito (ho), viene omesso prima di “panta”, proprio con il fine di rendere assoluto il significato di “tutto”. Giovanni praticamente vuole riferirsi alla totalità delle cose che sono state create in tutti i tempi, ossia nel passato, nel presente e nel futuro.
Panta è il nominativo plurale del neutro pan. In pratica significa: tutte le cose che sono state, tutte le cose che sono, e tutte le cose che saranno: tutto.
La seconda parola che incontriamo nell’analisi di questo terzo verso è δι’, la cui pronuncia è dia. E’ tradotta “per mezzo”. In realtà questa parola greca è parente di “duo”, (due), o “dis” (due volte). Il significato basilare della parola indica l’intermediario, o la causa per giungere ad un risultato finale. Troviamo questa preposizione nella parola diagramma. Il diagramma è infatti un qualcosa che sta tra il concetto di una cosa e il risultato finale della cosa stessa. Si fa un diagramma per mostrare quello che si va a costruire.
Giovanni quindi ci spiega che “tutto è stato fatto per mezzo di lui”, ossia per mezzo di Gesù Cristo, il Verbo, il Logos eterno. Il Verbo però, è Dio (vedere verso 1, 1c), è la sua sostanza è sempre stata la stessa di Dio Padre.
Questo è stato confermato anche da Paolo di Tarso, nella sua Lettera ai Colossesi (2, 9):

È in lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità

Siccome il Verbo, Gesù Cristo, è stato il Creatore, allo stesso modo è stato il Redentore. Pertanto Egli è stato sia l’agente della creazione che l’agente della redenzione.
Il fatto però che Egli sia stato l’agente della creazione, non significa che sia stato diverso in essenza o inferiore a Dio Padre. Lui poté essere sia la Causa Prima che l’agente della Creazione. Ciò si evince anche dalla Lettera ai Romani (11, 36):

Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.

Anche dal celebre passaggio della Genesi si evince che Gesù Cristo è stato sia la Causa Prima, che l’agente della Creazione, (Genesi 1, 26):

Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».

Dio ha creato l’universo e l’uomo per mezzo del Verbo, ma in un certo senso tutte le tre persone della Trinità hanno partecipato nell’opera della Creazione, cosi come tutte e tre parteciparono nell’opera della redenzione e della salvezza dell’uomo.
Il verbo utilizzato da Giovanni è egeneto, ossia “fece”. Tutte le cose divennero per mezzo di Lui, per mezzo di Gesù Cristo. Il verbo egeneto differisce dal verbo en utilizzato nel primo e nel secondo verso. Mentre en significa “era”, in un tempo eterno, egeneto significa “fece”, in un momento definito.
Questo verbo “egeneto” esclude quindi che Giovanni volesse riferirsi ad una creazione eterna, o continua. Giovanni descrisse che il mondo fu creato in un determinato momento, e che prima della Creazione il mondo non esisteva, mentre Dio esisteva da sempre.
Per concludere aggiungo che in questa prima parte del terzo verso si afferma indirettamente che Gesù Cristo è il Creatore dell’universo, la Causa Prima, Dio. Se infatti il Verbo fosse un essere creato, non avrebbe potuto creare “tutto”, ma avrebbe creato “tutto eccetto se stesso”. Invece Giovanni ci dice che il Verbo ha fatto “tutto”.
Analizziamo ora la seconda parte del terzo verso del Vangelo di Giovanni:

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

Dopo aver fatto un’affermazione positiva, Giovanni fa enfasi sulla parte negativa di tale affermazione. Le parole “e senza di lui”, si riferiscono inequivocabilmente al Verbo, ossia a Gesù Cristo. La parola greca “chōris”, significa “senza”.
Si afferma pertanto che senza il Verbo, ossia Gesù Cristo, niente di ciò che esiste, è stato fatto. Giovanni scrivendo la parola “choris”, ci fa capire che l’universo non ha la possibilità di auto-crearsi. Non è possibile che la materia si trasformi in qualcosa di vivo, ne è possibile che una cellula si trasformi in essere cosciente, senza che vi sia una volontà creatrice.
A questo punto, però, qualcuno potrebbe affermare che siccome niente fu fatto di ciò che esiste senza la volontà creatrice del Verbo, egli abbia creato anche il male.
La Bibbia però ci insegna che il male ebbe origine dal primo atto di non-umiltà attuato da una creatura del Signore, che volle sostituirsi a Dio. (Libro di Isaia 14, 12 e Libro di Ezechiele 28, 12-18). Quando in seguito l’uomo disobbedì a Dio, il Signore, essendo perfettamente sacro, non poté far altro che permettere che l’uomo soffrisse le conseguenze della sua decisione. In seguito alla separazione dell’uomo da Dio, l’uomo e il mondo sprofondarono nel peccato e nel male. Tutto ciò portò alla necessaria venuta di Dio nel mondo nella persona di Gesù Cristo (Vangelo di Giovanni, 1, 14), con lo scopo di redimere l’uomo e ristabilire la sua relazione iniziale con il Creatore.
Da questa seconda parte del terzo verso si evince che il Verbo non fu fatto, e che tutto ciò che è stato fatto, non è il Verbo. Giovanni infatti esprime il concetto che prima della Creazione, il Verbo già esisteva. Ma lui stesso non fu fatto, era auto-esistente, e pertanto, era Dio. (Vangelo di Giovanni 1,1).
Da qui si evince anche il mondo, non si è auto-creato. Pertanto, non è Dio. E’ un errore madornale affermare che la natura è Dio. A volte si sente la frase “madre natura”, come se la natura fosse “madre”, o come se la natura fosse “Dio”. E’ un errore indotto da filosofie new age e panteistiche. Giovanni invece ci indica chiaramente che Dio è completamente distinto dalla sua creazione.
Anche questa seconda parte del terzo verso del Vangelo di Giovanni esclude che Gesù Cristo sia un essere creato. Se infatti Egli fosse un essere creato, non avrebbe senso la frase: “e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste”, che significa che non vi è niente nella creazione che non abbia origine da Gesù Cristo. Pertanto vediamo che il Creatore non può essere creatura, in quanto se Egli fosse creatura avrebbe dovuto creare tutto eccetto se stesso, ma questo non è quello che Giovanni ci ha comunicato.
Si deduce logicamente che Gesù Cristo, essendo auto-esistente, è Dio, esattamente come lo è Dio Padre. Entrambi pertanto sono co-eguali e co-eterni.
L’Apostolo Paolo conferma questo concetto nella Lettera ai Colossesi (1, 16):

perché in lui furono create tutte le cose
nei cieli e sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili:
Troni, Dominazioni,
Principati e Potenze.
Tutte le cose sono state create
per mezzo di lui e in vista di lui.

Torniamo ad analizzare la seconda parte del terzo verso del Vangelo di Giovanni:

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

Mentre il primo verbo di questa seconda parte del verso è “egeneto”, diventare, tradotto con “è stato fatto”, l’ultimo verbo utilizzato è “gegonen”, tradotto con “esiste”. Giovanni si riferisce a “ciò che ora esiste”. Praticamente Giovanni indica che tutto ciò che ora esiste deriva dal potere creativo di Gesù Cristo. Questo secondo verbo si trova nel tempo perfetto e ciò indica indirettamente che Gesù Cristo permette l’esistenza di ogni cosa che ci circonda e di ogni essere vivente. E’ la Grazia che ci sostiene, che ci permette ogni giorno di svegliarci al mattino, che è causa dello sbocciare dei fiori e del crescere delle piante, con le quali si alimentano gli esseri viventi.


Bibliografia:
Spiros Zodhiates, Cristo era Dio?
Documento inserito il: 09/07/2016

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