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Storia dell'uomo dalle origini ad oggi. Nona puntata

di Alberto Sigona


IL CRISTIANESIMO


Io sono la luce del mondo; chi mi seguirà non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”. [Gesù Cristo]


La predicazione di Gesù

Stando alle narrazioni dei Vangeli Canonici, ai tempi dell'Imperatore Augusto, in Palestina (una terra all'epoca occupata dai Romani) nacque un uomo destinato ad avviare una nuova era. Non si trattava né di un conquistatore né di uno scienziato, ma di un "semplice" predicatore: Joshua Ben Joseph, meglio noto come Gesù di Nazareth. All’età di 30 anni egli, presentandosi come il figlio di Dio, proseguendo sostanzialmente l'opera religiosa dell'antico profeta ebraico Mosè (che, come abbiamo visto qualche puntata fa, molti secoli addietro, secondo quanto riferito nell'Antico Testamento della Bibbia, aveva divulgato i “Dieci Comandamenti”), cominciò a predicare la “buona novella del Signore”, ossia un messaggio di amore e di fratellanza fra i popoli, accompagnato dalla speranza in una beatitudine ultraterrena che il Padre Eterno avrebbe riservato soprattutto ai buoni di cuore, ai deboli ed agli afflitti. Grazie anche a numerosi miracoli ed esorcismi – sempre basandoci su quanto riportato nei Vangeli - in breve tempo arrivò ad avere un grande seguito, specie fra gli strati più bassi della società, che vedevano in lui un messaggero di salvezza ed un'opportunità di riscatto. L'enorme popolarità però lo rese inviso agli occhi dei sacerdoti ebrei. Costoro, infatti, aspettavano un Messia, cioè un capo politico-militare che li guidasse nella conquista della libertà dalla dominazione romana, e non un uomo mite che predicava la pace fra gli uomini e la salvezza eterna, e che, sostenendo di essere il “re dei Giudei” ed il figlio di Dio, mettesse in pericolo la loro autorità religiosa (fra l'altro, durante il suo ministero, Gesù si era più volte schierato apertamente contro la classe sacerdotale, che riteneva intrisa d'ipocrisia e perfidia). Allora gli si rivoltarono contro, e dopo averlo fatto arrestare (la cattura, avvenuta in ore notturne ed in segreto per sottrarsi probabilmente alla presumibile reazione violenta della folla seguace del Cristo, fu agevolata da un apostolo traditore, Giuda Iscariota, che svelò ai sacerdoti il luogo in cui il Maestro solitamente trascorreva la notte), lo accusarono di empietà e di lesa maestà, facendolo giudicare dal governatore romano della Palestina, Ponzio Pilato. Questi non trovando in Gesù significative colpe, decise di rimettersi alla decisione della folla, la quale, a sorpresa (forse sobillata dai sacerdoti), inneggiò alla condanna a morte di Gesù. Così a soli 33 anni il presunto “Salvatore” fu crocifisso come un comune malfattore (probabilmente spirò alle 3 del pomeriggio, venerdì 3 aprile, ai tempi dell'Imperatore Tiberio).


La nascita di una nuova religione

Durante la sua “missione terrena” Gesù aveva individuato 12 seguaci, ovvero 12 apostoli(1), che lo avevano aiutato a diffondere la parola di Dio. Essi (tranne Giuda Iscariota, suicidatosi dopo aver tradito il Maestro) proseguirono alacremente la loro predicazione anche dopo la sua morte, affermando che Gesù si fosse sacrificato per espiare i peccati del genere umano e che quindi, a conferma della sua natura divina, fosse risorto per poi salire in cielo e ricongiungersi col Padre (Dio). Essi furono la prima Chiesa, cioè la prima assemblea di fedeli. La guida degli apostoli era Pietro (che tradizionalmente viene considerato il primo Papa), ma la figura più colta e capace di diffondere gli insegnamenti del Cristo fu un ex persecutore dei cristiani, Paolo di Tarso. Grazie a lui la parola di Gesù dal Medio Oriente arrivò sino a Roma: da quel momento il Cristianesimo divenne una religione molto popolare, diffondendosi gradualmente in gran parte dell'Occidente. Per i cristiani la nascita di Gesù rappresentò l’inizio di un’epoca nuova, tanto che la presero come punto di riferimento per il computo degli anni, un’abitudine viva sino ad oggi.


Dalle persecuzioni all'Editto di Tessalonica

L’Impero Romano inizialmente non diede molto “peso” ai cristiani, ma quando il loro numero crebbe in maniera esponenziale la situazione cambiò radicalmente. Essi, infatti, non veneravano gli dei pagani tradizionalmente adorati dai romani, e non gli offrivano sacrifici com’era richiesto per legge, perché credevano solo in Gesù, il Dio che si era fatto uomo. Ciò a lungo andare suscitò il vivo disappunto delle autorità romane, che vedevano nel Cristianesimo una irrazionale superstizione capace di attirare sull'Impero l'ira degli dei pagani (quindi, ogni volta che accadeva qualcosa di negativo, la colpa veniva fatta ricadere sui cristiani), nonché una pericolosa ed intollerabile disobbedienza nei confronti dello Stato (in proposito è opportuno precisare che all’interno del governo romano non vi era una vera separazione tra Stato e Chiesa come accade oggi; infatti, quella di Pontifex Maximus era una posizione spesso ricoperta dall’Imperatore stesso). Così le autorità, affiancate dalla gente comune (le prime persecuzioni consistevano principalmente in attacchi violenti da parte delle folle) e dalle comunità ebraiche preesistenti, iniziarono a discriminarli ed a vessarli pesantemente, tentando con vari mezzi, anche brutali, di indurli a rinnegare la nuova Religione, impedendogli la pubblica predicazione. Molti seguaci del nuovo credo religioso trovarono persino la morte: fra i primi martiri della neonata fede vi furono anche Pietro e Paolo, ritenuti fra i padri fondatori del Cristianesimo. Per alcuni secoli il Cristianesimo rimase formalmente una religione illecita (quasi sempre oggetto di un'accesa intolleranza popolare) punibile con pene durissime, sino a giungere alla condanna a morte. Molti studiosi sostengono che le persecuzioni ufficiali approvate dal governo romano ebbero inizio sotto Nerone (quando i cristiani furono accusati di avere appiccato il "Grande incendio di Roma" che distrusse gran parte della "città eterna"). Tuttavia nei primi due secoli le uccisioni e le condanne dei fedeli di Cristo non furono dei fenomeni continui ma degli eventi periodici dipendenti dal contesto politico e dalla personale inclinazione degli imperatori a tollerare o meno il nuovo culto, spesso circoscritti e legati a colpe concrete che venivano loro attribuite (alle persecuzioni si alternavano periodi di relativa tranquillità e tolleranza). Moltissimi cristiani dell'epoca, per sfuggire all'odio ed alle persecuzioni, furono costretti a venerare il loro Dio in clandestinità, continuando però a proliferare incessantemente. Nel 250 l’Imperatore Decio emise un editto che vietava la religione cristiana in tutto l'Impero, avviando la prima sistematica e totale persecuzione dei cristiani, molti dei quali troveranno perciò la morte. Le persecuzioni si protrassero per molti decenni, raggiungendo l'apice ai tempi di Diocleziano. Nelle fonti agiografiche cristiane si ricordano, tra la seconda metà del I sec. e gli inizi del IV, dieci principali persecuzioni contro i cristiani, avvenute sotto gli Imperatori: Nerone, Domiziano, Traiano, Marco Aurelio, Settimio Severo, Massimino Trace, Decio, Valeriano, Aureliano e Diocleziano. Durante l'epoca delle persecuzioni, in un arco temporale compreso fra il 76 d.C. ed il 300, subirono il martirio praticamente tutti i papi.
Le brutali persecuzioni cessarono soltanto con Costantino I, che nel 313 emanò l’Editto di Milano, con cui si concedeva a tutti i cittadini, quindi anche ai cristiani, la libertà di venerare le proprie divinità. Nel 380, con l’Editto di Tessalonica dell’Imperatore Teodosio, il Cristianesimo diverrà addirittura unica religione di Stato (proibendo tutti gli altri culti, compreso l'Arianesimo, dando il via a una vera e propria persecuzione del Paganesimo; nel 383 Teodosio rese obbligatorio il giorno di riposo, il “Dies Dominicus”, il giorno del Signore, la domenica, poiché sin dalle origini i cristiani lo celebravano come pausa dalle attività lavorative, abbandonando il vecchio uso ebraico del sabato). Oggi il Cristianesimo è la fede più diffusa al Mondo.(2)


Nell'immagine, Gesù predica il Vangelo alla folla.


Note:

(1) Chi erano i 12 apostoli? Ecco i loro nomi: Pietro e suo fratello Andrea, poi Giacomo e Giuda Taddeo, anche loro fratelli e cugini di Gesù, Giacomo e suo fratello Giovanni, Matteo, Filippo, Tommaso, Giuda Iscariota (il traditore), Bartolomeo, Simone detto lo Zelota.

(2)I primi centri cristiani più importanti furono Antiochia, Corinto, Efeso, Alessandria e Roma.
Documento inserito il: 19/05/2024
  • TAG: cristianesimo, Gesù Cristo, apostoli, papi, chiesa

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