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Itinera Progetti: La Guida alle ricerche sui soldati italiani nella Grande Guerra [ di ]

La Guida alle ricerche sui soldati italiani nella Grande Guerra è uno dei libri editi da Itinera Progetti che hanno avuto più successo: è infatti un manuale pratico e ricco di informazioni che aiuta chi voglia provare a trovare notizie su lontani parenti dispersi durante la Prima Guerra Mondiale. Anche questo è scontato del 20 per cento fino al 30 aprile, come tutto il resto del catalogo disponibile. Federico Sancimino, autore del libro, spiega come è nata l’idea di scriverlo.

«Come molti appassionati di storia e altrettanti discendenti di combattenti del primo conflitto mondiale ho avuto la curiosità di conoscere la storia militare del mio bisnonno e dei suoi due fratelli, di cui uno caduto in Francia.
Così, all'incirca nel 2007, mi sono avvicinato all'Associazione Storica Cimeetrincee prima attraverso il suo dinamico forum e poi come socio, apprendendo i primi "rudimenti" della ricerca e poi ampliandola con personali esperienze d'archivio.
Alla fine della ricerca, mettendo ordine al percorso fatto per ottenere quei risultati mi sono accorto che la condivisione di queste informazioni poteva senz'altro essere utile a tanti altri che volevano ripetere la mia "strada nella storia". Così ho creato una prima bozza della Guida, un vademecum che è stato messo online sul sito di Cimeetrincee.
Pian piano però ho sentito il desiderio di approfondire ulteriormente il campo della ricerca, trovando sia in rete che nelle classiche fonti archivistiche (archivi di stato, comunali, privati, ecc.) soluzioni per i ricercatori. Nel 2011 sono riuscito a pubblicare la prima edizione della Guida, arricchita rispetto alla prima bozza, che ha avuto un buon successo essendo un "unicum" nel panorama della bibliografia della Grande guerra».

Può fare un esempio di come può usare la Guida una persona che non abbia conoscenze nel campo?
«Oggi chi vuol ripetere un percorso di ricerca della storia militare di un proprio avo trova sicuramente più notizie grazie alla diffusione via internet di informazioni dettagliate e alla stessa Guida che ha avuto il pregio, credo, di condensarle in un'unica pubblicazione, anche se mano a mano che la digitalizzazione dei documenti d'archivio procede, ci troviamo di fronte a nuove accessioni utili alla ricerca: ecco perchè al libro seguono degli aggiornamenti sul citato Forum di Cimeetrincee, non solo dal sottoscritto ma dai vari utenti del portale.
Devo aggiungere che la nuova edizione della Guida edita per i tipi di Itinera Progetti ha una nuova prima parte dedicata esclusivamente all'aspetto informativo ossia spiega al ricercatore come funzionava l'arruolamento, quali documenti erano prodotti dalle autorità militari, quali furono le classi mobilitate e i reparti al fronte e molte altre notizie utili a contestualizzare i successivi step di ricerca che invece sono in dettaglio nella seconda parte del libro».

Quanti sono, che lei sappia, i soldati che ancora non hanno un nome, o che le famiglie non sono riuscite a ritrovare?
«In questo caso va precisato che il “soldato ignoto” non è quello che non ha un nome poiché con la stesura del cd. "Albo d'Oro" dopo gli anni Venti sono stati elencati i caduti italiani della Grande guerra anche se lo stesso Albo, purtroppo, ha enormi lacune riassunte anche nella Guida al capitolo dedicato. Per ignoto oggi si fa riferimento a coloro che non hanno avuto una sepoltura nota nei sacrari e cimiteri militari, a causa di vari fattori sempre ripresi nella Guida.
Difficile fare una "conta" precisa ma sono migliaia i soldati ignoti, e altrettante sarebbero le famiglie che potenzialmente ne cercherebbero le spoglie».

Ha avuto contatti con lettori della Guida?
«Devo dire che la Guida mi ha dato molte soddisfazioni, per questo ho avuto il piacere e la volontà di continuare a scandagliare archivi, bibliografie storiche, normative, per renderla ancora più completa con la nuova edizione di Itinera Progetti. Di "grazie" ne ho ricevuti tantissimi sia direttamente che indirettamente tramite l’associazione Cimeetrincee e credo che il nostro obiettivo l'abbiamo raggiunto, ossia non dimenticare il sacrificio dei nostri nonni e soffiare via la polvere dell'oblio su tante storie, ancora più soddisfazione se questo lo fa un familiare».
 
A più di cento anni dall’inizio della Prima guerra mondiale, ci sono ancora persone interessate a questo genere di ricerche - e si riescono ancora a fare nonostante il molto tempo passato?
«Sono ancora moltissime le persone interessate, complice anche la ricorrenza del centenario. Questo ha destato molti ricordi familiari e quindi una semplice ricerca in rete ha messo in contatto la curiosità del familiare con le certezze di chi  - come Cimeetrincee - da anni coltiva e conserva la memoria di quel tragico evento. Come accennato nelle risposte precedenti, è senz'altro fattibile una ricerca o almeno intraprenderla. Poi, per vari fattori, gli esiti possono essere più o meno soddisfacenti, anche in considerazione del grado di "profondità" della stessa ricerca che uno vuol affrontare, come accenno nella mia introduzione alla Guida».

Qual è un “mistero” riguardante questo campo che vorrebbe vedere svelato? E una ricerca che le ha dato soddisfazione?
«In molti vorremmo dare una risposta ai luoghi di prigionia dei nostri soldati, oggi salvo pochi casi è difficile risalire a quei dati. Nella Guida fornisco utili indirizzi in merito ma gli esiti non sono scontati. Stiamo aspettando che la Croce Rossa Internazionale implementi con i dati dei soldati italiani il database digitale sulle schede dei prigionieri conservate nel suo archivio. Restiamo fiduciosi.
Ma come spesso ripeto nelle presentazioni o a chi mi contatta privatamente, consiglio sempre di indirizzare le ricerche all'archivio storico comunale di riferimento, poiché il Sindaco e gli uffici municipali erano il fulcro delle comunicazioni tra famiglia-soldato-autorità militari.
Per quanto riguarda una ricerca che mi ha dato soddisfazione, senz'altro aver trovato nel cimitero italiano di Bligny le spoglie del mio prozio caduto in Francia di cui in famiglia c'erano oramai labili ricordi».
Documento inserito il: 19/01/2017

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