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Il prefetto Rocchi e il salvataggio degli ebrei. [ di ]

Il prefetto Rocchi e il salvataggio degli ebrei. Perugia - Isola Maggiore sul Trasimeno 1943-1944
di Stefano Fabei


Mursia, Milano, 2022
Pagine 150
Prezzo € 15,00


Durante la Repubblica Sociale Italiana, tra il 1943 e il 1944 dalla provincia di Perugia non fu deportato alcun ebreo, come nel caso di Terni; eppure anche in Umbria era presente una comunità ebraica locale, di circa 200 persone, cui si erano aggiunti con la guerra molti rifugiati ebrei provenienti dall’Europa centrale.
Armando Rocchi, fascista di provata fede, reduce da molte battaglie combattute nella Grande guerra, in Spagna e in Jugoslavia, nella RSI, cui aveva aderito malgrado i suoi sentimenti monarchici, ricoprì a Perugia la carica di Capo della Provincia, ovvero di Prefetto. In questo ruolo si impegnò con determinazione nel controllo del territorio, nel contrasto alla renitenza alla leva e nella lotta antipartigiana, collaborando con i tedeschi. Ciò non gli impedì tuttavia di mettere in atto forme singolari di protezione degli ebrei che, eludendo le pretese germaniche, concentrò prima a villa Ajò, poi all’istituto magistrale di Perugia, quindi a Villa Guglielmi all’Isola Maggiore sul Trasimeno: tre luoghi sotto il suo controllo. Così facendo creò i presupposti per la loro liberazione avvenuta, a ridosso dell’arrivo degli Alleati e della ritirata tedesca, in due momenti: per un piccolo gruppo di tre o quattro ebrei a opera di alcune guardie ausiliarie, addette alla vigilanza degli internati, scopertesi in brevissimo tempo «partigiani»; per un gruppo ben più consistente, 22 persone, grazie al parroco dell’isola, don Ottavio Posta, che organizzò il traghettamento notturno verso le linee alleate effettuato da 15 giovani pescatori nelle notti del 19 e del 20 giugno 1944, e che per questo è stato riconosciuto nel 2011 Giusto tra le Nazioni.
Il saggio è dotato della presentazione di Giuseppe Severini, Presidente di Sezione emerito del Consiglio di Stato, e dell’introduzione di Franco Cardini, Professore emerito presso l’Istituto di Scienze Umane e Sociali (Scuola Normale Superiore). Fabei, insegnante all’Istituto di istruzione superiore «Giordano Bruno» di Perugia, ripercorre le tappe dell’occultamento e della liberazione degli internati, impresa nel tempo rivendicata, spesso con faziosità, da alcuni protagonisti di quelle vicende, passando sotto silenzio quanto per ragioni politiche era opportuno fare, considerando che Rocchi e i suoi collaboratori – il Questore Baldassarre Scaminaci e il seniore della Milizia Luigi Lana, addetto alla sorveglianza degli ebrei nascosti a Isola Maggiore – avevano fatto parte dello schieramento perdente. Rocchi fu processato per altre sue colpe, ma difese gli ebrei alcuni dei quali, al momento dei processi, testimoniarono in favore di quest’uomo per molti aspetti contraddittorio e sdoppiato, come si legge nella Presentazione del volume, «… forse per un intimo dissenso, come del resto diversi altri anche senza arrivare ai livelli di Palatucci o di Perlasca?».
Documento inserito il: 15/02/2022
  • TAG: armando rocchi, rsi, shoah, leggi razziali, fascismo

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