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Antica Casinum: Personaggi illustri e vita sociale

di Benedetto Di Mambro


Da mie ricerche e studi storiografici, conosciamo molti personaggi illustri dell’antica Casinum.
E’ da notare che, come appare evidente dai loro nomi di famiglia (nomina Gentium), erano in gran parte di origine plebea e soprattutto gente locale di antica etnia sannita, sabina, osca e campana. Come abbiamo visto, famiglia importante fu la gens Futia che dette a Casinum anche un praefectus.
E poi tanti nomi importanti: Marco Obultronio Cultello, duumviro iure dicundo con Lucio Sonteio Floro, al tempo dell’imperatore Augusto. Suo figlio (o nipote) omonimo fu il praefectus fabrum (direttore dei lavori pubblici) che, in epoca dell’imperatore Claudio, fu il coordinatore dei lavori per la costruzione dell’acquedotto da Valleluce a Casinum. Caio Ummidio Durmio Quadrato, più volte console, ambasciatore e governatore di Province imperiali con gli Imperatori Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone. Sua figlia Ummidia Quadratilla fu amata benefattrice dei cassinati per i quali fece restaurare il teatro e fece costruire l’anfiteatro e un tempio. Da non dimenticare Publio Spellio Spelliano Sabino e Caio Sattio Calatro, entrambi Questori (gestori delle finanze pubbliche e esattori delle tasse), che nel 58 a.C. curarono, per volontà del Senato cittadino, la costruzione della via del Foro dell’antica Casinum della zona detta “Crocifisso”. Un altro questore di Casinum, in epoca medio repubblicana, fu Quinto Heleio. Duumviri quinquennali furono, per decreto del Senato, il patronus dei casinati Lucio Galabio Vittore e il Duumviro e Praefectus Fabrum Marco Sagasio Camillo. Troviamo poi altri due duumviri quinquennali in Marco Orbio Pistorio, seiviro Augustale e Lucio Alfio Valentino, duumviro quinquennale e Patrono dei seiviri Augustali. Quindi Marco Celio Nilaro Sacerdote delle Ninfe. Da ricordare anche il duumviro quinquennale del Municipium di Casinum, Caio Alfio Rufo, poi anche duumviro quinquennale a Hispellum, in Umbria, in epoca augustea e il duumviro augustale Gneo Domizio Sabino.
Quindi, ancora: Quinto Pedio, patronus (protettore) dei casinates, nipote di Giulio Cesare e console suffetto (supplente) nel 43 a.C.; Lucio Musonio Rufo, duumviro in epoca imperiale; Caio Paccio Felice, patronus della colonia di Casinum in epoca tardo imperiale. I quadrumviri Gneo Agrio, Gneo Pollio, Lucio Saufeio e Lucio Apuleio; il seiviro Publio Lucrezio; il quadrumviro Quinto Marcio Regio. Da ricordare anche Marco Senzio Crispino, curator delle opere di restauro e di ornamento delle Terme di Casinum.
Famiglia importante del cassinate fu anche la Gens Ligaria, di rango equestre e di ordine sacerdotale, di cui conosciamo due membri: il facoltoso Precilio Ligario Magoniano, in territorio santeliano, e il Sacerdote del dio Iuppiter Sabadius (protettore del grano) Publio Ligario Massimo Silvano ad Aquinum. Marco Rubrio Proculo, curator annonae in epoca augustea, cioè il supervisore al rifornimento di grano della città; Publio Rubrio Mecio Barba Tribuno della Plebe nel 20 a.C., con tutti gli onori della Tribunicia Potestas. Sappiamo poi di un Lucio Lucceio Hibero che fu duumviro quinquennale iure dicundo oltre che Patronus dei Sacerdoti del dio Sabadius nella vicina Interamna Lirenas ma scelto pubblicamente, per i suoi meriti, anche quale “Patrono illustrissimo del collegio dei Giudici” di Casinum (CIL X 5197). Praefectus Fabrum, per volere del Senato, fu Lucio Lucceio Ummidio Secondo della tribù Palatina (CIL X 5198) che, forse in quanto adottato, divenne cittadino della tribù Teretina.
Ricordiamo anche il duumviro Quinto Ovio Urso, il questore Quinto Heleio Cesone, e il pretore Numerio Savonio. Proseguendo, troviamo Acria Sueia, sacerdotessa di Cerere e Venere; Phoebe Pompeia, sacerdotessa di tutte le Dee; Epidia Stratonice, di cui conosciamo solo il nomen della Gens, Sacerdotessa di Venere, alla quale dedicava versi poetici e musicali, consacrata alla Venere greca di Smirne Afrodite Stratonicea; Lucio Rabonio Novellio che fu Sacerdote degli dei Silvani; Lucio Rabonio Equo, Sacerdote dei casinati; Lucio Statilio Prisco duumviro; Marco Herennio Caleno, questore; Tito Avidio Stelliano, patrono della colonia e del municipio di Casinum e quadrumviro quinquennale. Particolare rilevanza ha la matrona Corella Galla Papania che alla sua morte lasciò una donazione di 100.000 sesterzi al municipium di Casinum e altrettanti a Minturnae. Due importanti personaggi casinati furono i duumviri di epoca augustea Marco Papio e Lucio Matrio a cui il Senato cittadino dette il compito di restaurare, a loro spese, la statua della dea Concordia in memoria dell’accordo di Brindisi, del 40 a.C., fra i Triumviri Ottaviano, Antonio e Lepido. In calce all’epigrafe c’era la data 12 ottobre corrispondente sia al giorno e mese del trattato di Brindisi che a quello della posa del restauro.
Famiglia facoltosa, di origine campana, di Cales, fu quella della Gens Fufia di cui abbiamo notizia da un’epigrafe rinvenuta in un casolare nei campi oggi detti “Chiusanova” a Sant’Elia. Abbiamo, nello stesso territorio, tracce di presenza della locale Gens Cuzia.
Famiglia importante fra il Cassinate e la Valle di Comino doveva essere la Gens Pomponia, date le numerose epigrafi locali che la riportano. Sembra che ne facessero parte anche l’amico di Cicerone, il facoltoso banchiere romano Tito Pomponio Attico. Poi ricordiamo Publio Pomponio Probato, ricordato in un’epigrafe a Valleluce e il ricco e magnanimo cassinate Publio Pomponio Noeto. Riscontriamo la presenza di questa Gens in questi luoghi già dal Primo secolo avanti Cristo e ne troviamo traccia ancora nel Secondo secolo dopo Cristo.
Di Publio Pomponio Noeto si ricorda un festoso evento del 184 d.C., dedicato al dio Ercole, all’epoca dell’imperatore Commodo. Un “cassinate” speciale fu il grande Marco Terenzio Varrone, di Rieti, che a Casinum aveva una splendida villa fra le acque dello Scatebra (il fiume Gari) e dell’“alter amnis” (il fiume Rapido) ma che era di Rieti e i suoi interessi politici e culturali erano a Roma. Fu comunque un grande cassinate adottivo che tanto lustro arrecò alla città. Qualcuno lo suppone anche Patronus o Praefectus di Casinum, ma la cosa appare molto dubbia. Assai meno lustro fu quello che ci dette Caio Quinto Valgo, un generale e politico campano, partigiano di Silla, che aveva una ricca villa con vasti terreni in agro santeliano e di cui Cicerone era grande avversario per via della sua prepotenza nell’impadronirsi di terreni pubblici, fra il basso Lazio e la Campania, coadiuvato da corrotti tribuni della plebe.
Abbiamo visto che fra i personaggi sopra riportati appaiono nomi e ordini di Sacerdoti e Sacerdotesse. Oltre agli Dei che conosciamo, per i romani antichi, anche gli Imperatori erano personaggi divinizzati. Ad introdurre questa devozione fu proprio Augusto. A Casinum molte erano le dediche agli Imperatori. Erano lapidi epigrafiche spesso poste alla base delle statue. Fra gli imperatori più ricorrenti nelle invocazioni dei casinates, fra il I e il III sec. d.C., abbiamo: Augusto, Claudio, Nerone, Nerva,Traiano, Marco Aurelio, Lucio Vero (fra l’altro molto legato agli Ummidi), Antonino Pio e Settimio Severo.
Uno sguardo dobbiamo darlo alla vita quotidiana dei casinates che non fu facile, molto dura, piena di sacrifici, carica di insidie.
Basti solo pensare al problema dell’approvvigionamento dell’acqua. Il colle del Crocifisso su cui Casinum sorgeva era molto povero di acqua e bisognava aspettare le piogge e la neve invernali per poter riempire qualche cisterna. D’uso comune era scendere a valle e rifornirsi di acqua dal fiume che vi scorreva (il Rapido, oggi Gari e all’epoca di Varrone forse Scatebra). Un percorso e un trasporto non solo faticosi ma anche insidiosi soprattutto in caso di scorrerie militari nemiche.
Fu solo alla metà del I sec. d.C., epoca dell’imperatore Claudio, che si cominciò a costruire un magnifico acquedotto, con sei grossi serbatoi di raccolta a monte del teatro romano, proveniente dalle sorgenti di Vaccarecce e Bagnaturo sulle colline di Sant’Elia: un acquedotto in parte in superficie e in parte in sotterranea, lungo quindici miglia romane (22 Km.). Fu completato al tempo dell’imperatore Nerone.
Dal II secolo a.C. sulle colline del cassinate si iniziò a coltivare l’ulivo, eredità dei Sanniti, e a produrre olio di ottima qualità classificato fra i migliori dell’Italia centrale, come ci tramandano Plinio e Macrobio oltre a Catone, Marziale, Cicerone e Orazio: a Casinum c’erano anche corporazioni di coltivatori e produttori di olio. Celebri anche i vigneti del cassinate, soprattutto quelli di Varrone. Ricca era anche la pesca dal flumen rapidum, soprattutto trote e anguille. Fiorente l’edilizia. Abbiamo infine notizie di uno spaccato di vita sociale. Sappiamo infatti, da un’epigrafe che riporta Torquato Vizzaccaro, di un calendario di nundinae (mercati) che si sarebbero tenute in diverse città, fra cui Casinum, Aquinum, Interamna, Minturnae e Fabrateria :
“AESTAS. EX XI K MAI. LUNAR VR. IOVIS. VENER……….”.
L’avviso porta infatti la data del 4 maggio e, tradotto dal latino in italiano, dice: “Il mercato urbano in estate, dal 31 maggio e al 27 agosto, si tiene il giovedì e il venerdì. In inverno negli stessi giorni, dal 5 novembre al primo febbraio”.
Documento inserito il: 05/07/2023
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