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L’influenza del darwinismo e della teosofia sulla società occidentale [ di Yuri Leveratto ]

La filosofia new age

Il 24 novembre 1859 fu pubblicato a Londra il libro di Charles Darwin “Sull'origine delle specie per mezzo della selezione naturale o la preservazione delle razze favorite nella lotta per la vita”. Alla base della teoria espressa nel libro di Darwin vi era il concetto che le varie specie animali si evolvono nel tempo attraverso il processo della selezione naturale. In seguito a questa teoria si sviluppò, negli anni successivi, la filosofia conosciuta come darwinismo sociale.
Il 17 novembre 1875 fu fondata a New York la Società Teosofica. I principali soci fondatori furono: Helena Petrovna Blavatsky, Herny Steel Olcott e William Quan Judge.
Apparentemente questi due eventi non sono legati tra di loro. Eppure il diffondersi su larga scala di queste filosofie, che sono invece interconnesse, ha influenzato tutto il mondo occidentale, dando inizio persino a nuove correnti di pensiero (la new age).
Analizziamo brevemente la teoria dell’evoluzione e la conseguente filosofia darwinista, per poi concentrarci sulla filosofia teosofica e sulle sue derivazioni.
Innanzitutto bisogna evidenziare che a tutt’oggi, più di centocinquant’anni dalla pubblicazione del libro di Darwin, la teoria dell’evoluzione, resta una teoria non provata.
Vediamo il perché: alla base di questa teoria, c’è l’assurdo concetto della generazione spontanea. Per un’incredibile sequenza di casualità si sarebbe originata la vita, dal nulla, dalla materia inerte, e quindi dall’essere unicellulare si sarebbero originati, sempre casualmente, tutti gli animali, fino ad arrivare all’essere umano, che, sarebbe “solo”, un animale più sviluppato, con più intelligenza degli altri. Dal caos pertanto si sarebbe generato l’ordine, per mezzo della casualità. Ma per il secondo principio della termodinamica esiste una tendenza a passare dall’ordine al disordine, e non viceversa. Dalla materia inerte non si può generare vita, in modo casuale. Sono stati fatti degli esperimenti per tentare di dimostrare che, unendo atomi di carbonio, ossigeno, idrogeno e azoto e quindi aggiungendo scariche elettriche, si potrebbero generare alcune molecole elementari, ma fino ad ora non hanno dato alcun risultato. Sono stati prodotti alcuni aminoacidi, ma non proteine. Ed inoltre il passaggio casuale dalla proteina alla cellula dotata di membrana è improponibile.
Secondo gli evoluzionisti, la vita sarebbe nata dagli elementi inerti prodotti dopo il big bang. Ma questa ipotesi è contraria alla legge della biogenesi di Pasteur, che sostiene che la vita può nascere solo dalla vita, e non dalla materia inerte. Alcuni evoluzionisti sostengono “per fede” che la generazione spontanea sia successa solo una volta, miliardi di anni fa. Ma nessuno di loro ha provato che essa sia avvenuta e nessuno ha spiegato perché non possa avvenire altre volte.
Il messaggio centrale del libro di Darwin, che a tutt’oggi non è ancora stato dimostrato scientificamente, è che in seguito a mutazioni casuali, alcuni animali si adattano meglio di altri all’ambiente circostante e, nel corso del tempo, si trasformano, originando nuove specie.
Ma la selezione naturale, ovvero la sopravvivenza del migliore, del più adattato, non produce nuove specie. C’è una grande differenza tra “adattamento”, “mutazione genetica” ed “evoluzione della specie in altre specie con patrimonio genetico diverso”.
Fino ad oggi la mutazione genetica è l’unico meccanismo che alcuni scienziati evoluzionisti hanno proposto per arrivare al cambio evolutivo, in pratica per spiegare che dalla singola molecola si è giunti all’essere umano. Ma la mutazione genetica è un evento raro, e non è stato provato che produca nuovo patrimonio genetico.
Ben presto da questa teoria scientifica non provata, si è originata una nuova corrente di pensiero filosofica, il “darwinismo sociale” (1879), divulgato principalmente da Herbert Spencer. Alla base di questa filosofia vi è il concetto che la lotta per la vita sarebbe alla base delle società umane. Pertanto la “sopravvivenza del più adatto” sarebbe un concetto non solo applicabile al regno animale, ma anche all’uomo, essendo l’uomo, nella visione darwinista, un animale sviluppato.
La Chiesa Cattolica si oppose a questo concetto fin da subito, facendo risaltare che secondo il Cristianesimo tutti gli uomini sono uguali davanti a Dio, in quanto Gesù Cristo è morto sulla croce per il riscatto di tutti e che le differenze di classe e di censo dovrebbero essere ridotte, non considerate alla base della competizione tra gli uomini.
Purtroppo però il concetto dell’affermarsi del più adattato si sviluppò ampiamente nella società occidentale, e influenzò persone come Francis Galton, il patrocinatore dell’eugenetica, cioè la scienza che si occupa di “migliorare la razza umana” (concetto poi ripreso dai nazisti).
Il darwinismo sociale si diffuse pertanto come una teoria che stava alla base per una legittimazione della “razza pura”, e quindi dell’affermarsi di un potere politico ideologizzato e totalizzante.
A partire dagli inizi del XX secolo il “darwinismo sociale”, insieme alla filosofia teosofica fece da substrato per la diffusione dell’ariosofia, del misticismo nazista e del neo-paganesimo, concetti che diedero poi origine all’ascesa del nazionalsocialismo.
Facciamo ora un passo indietro al XIX secolo. Nel 1875 viene fondata a New York la Società Teosofica. In realtà la parola “teosofia” è molto antica e indica un percorso sapienziale attraverso il quale si potrebbe giungere a Dio.
In effetti già nel II secolo d.C. lo gnosticismo cristiano era una forma di teosofia. Lo gnosticismo non era una fede originale, ma un adattamento della visione gnostica all’evento di Gesù Cristo. Gli gnostici del II secolo d.C. credevano che la salvezza non si raggiungesse attraverso il pentimento dei propri peccati e attraverso la fede in Gesù Cristo, ma credevano che ci si potesse unire con Dio attraverso la gnosi, ossia con la conoscenza. Lo gnosticismo aveva pertanto una caratteristica iniziatica non aperta a tutti, e una diversa concezione cristologica, in quanto secondo gli gnostici il Verbo (Dio) non poteva essersi fatto carne, ma si manifestò nello spirito mostrando un apparente corpo materiale. La visione gnostica, pertanto, non fu una fede originale, ma fu un adattamento di concetti gnostici applicati al Cristianesimo.
Anche dopo il Rinascimento alcuni filosofi teosofici sostenevano che l’unico modo per raggiungere Dio fosse attraverso la conoscenza e non attraverso il pentimento dei propri peccati e la fede in Gesù Cristo. Queste idee erano però osteggiate dalla Chiesa Cattolica sul nascere e pertanto ebbero poca diffusione. Fu dopo l’Illuminismo, ossia nel XIX secolo, che le idee gnostico-esoteriche e teosofiche si svilupparono e iniziarono ad affermarsi.
Nel secolo XIX iniziò a diffondersi, soprattutto con il pensiero dell’occultista russo-americana Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891), l’idea che tutte le religioni abbiano un’origine comune. Da risaltare che H.P. Blavatsky era affiliata alla Massoneria. H.P. Blavatsky asserì di aver viaggiato in Asia, in particolare in India e in Tibet, dove avrebbe conosciuto dei “maestri della saggezza antica”. Fu indubbiamente influenzata dalle religioni indiane e, al suo ritorno in Occidente, attuò un sincretismo tra esse e le religioni abramitiche. La Blavatsky sostenne che il Cristianesimo sarebbe un ostacolo per il raggiungimento della Verità e diffuse i concetti di auto-deificazione e reincarnazione.
La teosofia è quindi una filosofia esoterica, che porterebbe l’uomo alla vera conoscenza di Dio, attraverso la sapienza. Questa filosofia è pertanto ben distinta dal Cristianesimo, alla cui base vi è l’umiltà, il pentimento dei propri peccati, e la fede in Gesù Cristo, con il fine ultimo del raggiungimento della salvezza.
Un altro concetto base della teosofia, che viene ben caratterizzato dal simbolo della società teosofica, è l’assimilazione di differenti credenze, tutte considerate “giuste”. Il simbolo teosofico è infatti formato dalla svastica (a sua volta simbolo di induismo, buddismo e gianismo), dalla stella di Davide (simbolo del giudaismo), dalla croce ansata (simbolo assiale derivante dall’antico Egitto), dall’Om (ancora simbolo di induismo, buddismo e gianismo, ma anche del sikhismo), tutti contorniati dall’Ouroboros, il serpente che si morde la coda, l’eterno ritorno, che è un simbolo, nelle culture pre-abramitiche, ma anche nelle culture indigene sud-americane, della vita, dell’eterno rigenerarsi.
Alla base della teosofia pertanto vi è il concetto relativista per il quale si sostiene che tutte le religioni sono uguali, e che la Verità stia in tutte le differenti credenze.
Secondo questo concetto tutte le religioni sarebbero vere, perché tutte predicano l’amore e la pace.
Ma le religioni non sono tutte uguali, al contrario, ognuna è distinta dalle altre.
Per esempio nelle religioni orientali predominano concetti diversi da quelli esposti nel Cristianesimo, come quello del nirvana, dell’unione con l’assoluto, o il concetto stesso del panteismo, ossia di un dio che è in tutte le cose.
Ecco che iniziamo a capire che per il Deismo, uno dei concetti alla base della Massoneria, Gesù Cristo sarebbe assimilabile a Krisna, Budda o Zoroastro, e cioè ad un saggio, un grandissimo filosofo e pensatore, o forse il più grande di tutti, ma pur sempre un uomo, e non, come nella credenza cristiana, il “Salvatore del Mondo”, il “Verbo”, ossia “Dio Figlio”.
Inoltre con il diffondersi della filosofia teosofica s’iniziò ad affermare l’idea neo-platonica della metempsicosi, che coincideva sostanzialmente con il concetto della reincarnazione delle anime nelle credenze buddiste ed induiste.
E’ doveroso ricordare che nel 1872 fu pubblicato “le morali e i dogmi dell’antico e accettato rito scozzese della libera muratoria” dell’americano Albert Pike, l’opera principale della Massoneria, che influenzò l’esoterica H.P. Blavatsky e tutto il pensiero relativista del XX secolo.
Vediamo pertanto come, all’inizio del XX secolo, si creasse un terreno fertile per la diffusione di idee massoniche e iniziatiche, che vedevano la negazione del Cristianesimo, e consideravano Gesù Cristo come un saggio, ma non come l’incarnazione del Verbo. Altri filosofi hanno divulgato queste idee nel primo novecento, come per esempio l’esoterista austriaco Rudolf Steiner (1861-1925), (fondatore dell’antroposofia), il massone francese Renè Guenon (1886-1951) e l’occultista russo George Gurdjieff (1877-1949).
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti d’America e l’Unione Sovietica si affermarono come le uniche superpotenze mondiali. Si apriva un periodo d’oro per lo sviluppo della scienza e della tecnologia. L’energia nucleare era stata imbrigliata, nuovi aerei a reazione erano stati costruiti, nuovi missili avrebbero presto varcato l’immensità dello spazio cosmico e nuove medicine avrebbero risolto il problema delle malattie, sconfiggendo la sofferenza e il dolore. Sembrava quasi che l’uomo avesse raggiunto il dominio totale sulle forze della natura. Fin dal 1930 nell’Unione Sovietica si era divulgata nelle scuole la teoria dell’evoluzione di Darwin. La maggioranza dei sovietici già dal 1950 era atea. Nelle masse contadine e operaie era stata forzatamente installata la frase del comunista Karl Marx “la religione è l’oppio dei popoli”.
A partire dal 1950 in Unione Sovietica vari concetti derivati dal nichilismo, sfociarono addirittura nel supranaturalismo, ossia nella filosofia cosmista, alla base della quale vi era il concetto che l’uomo attraverso la scienza potrebbe raggiungere l’immortalità, risuscitare i suoi antenati e colonizzare l’universo.
In pratica l’uomo potrebbe diventare Dio. Ecco che il vecchio sogno gnostico, quello dell’unione con Dio, sarebbe stato messo in pratica, a breve, non con la spiritualità, ma con la tecnica.
Ma in tutto questo vi era ancora una volta la negazione di Gesù Cristo e del suo sacrificio fatto per noi sulla croce. In tutto questo l’uomo, con la sua arroganza massima affermava di essere lui stesso Dio, e dava le spalle a Gesù Cristo.
Ma più avanti nel 1991, con la caduta dell’Unione Sovietica, il Cristianesimo tornò ad affermarsi, e pertanto laddove si pensava che Gesù Cristo fosse stato sconfitto, il vero sconfitto fu proprio Karl Marx, e la sua ideologia comunista.
Ma torniamo ora al 1950/60.
Sia in Unione Sovietica che in Occidente, malgrado gli sviluppi della scienza, la gente comune non poteva fare a meno della ricerca spirituale. Il concetto di “vita dopo la morte”, e pertanto di anima, è talmente radicato negli esseri umani che nemmeno la somma di tutte queste filosofie anti-religiose, lo riesce a scardinare completamente. Ecco pertanto che a partire dal 1970 si diffuse negli Stati Uniti un movimento culturale denominato “new age”.
L’origine del movimento new age si può individuare sia nell’affermarsi della filosofìa darwinista che nella filosofìa teosofica. Innanzitutto è proprio il termine “evoluzione” che inizia a impregnare nel profondo la società occidentale.
La teoria dell’evoluzione viene insegnata nelle scuole e i bimbi vengono indottrinati non solo a credere che detta teoria sia in tutto e per tutto vera, ma vengono pure indotti indirettamente ad assumere il concetto di “evoluzione” personale, e quindi anche spirituale, nelle loro vite, presenti e future. Tutto ruota intorno a una supposta evoluzione della quale tutti dovremmo far parte. Ecco pertanto che il concetto di evoluzione spirituale e superazione personale si amalgamano molto bene con i concetti espressi nella filosofia new age. Secondo i propugnatori della new age il sole, secondo la legge di precessione degli equinozi, starebbe per passare dal segno dei pesci a quello dell’acquario. Ecco così che inizierebbe una “nuova era”.
La new age viene individuata come un insieme di filosofie, molte delle quali derivate da religioni orientali, che vengono sincretizzate e opportunamente occidentalizzate. Il substrato massonico e teosofico permette di considerare che la verità stia in ognuna di queste tendenze. Ma come abbiamo visto la Verità per sua definizione non può stare in filosofie e religioni opposte tra loro, pertanto già qui individuiamo una forte contraddizione.
La new age riprende l’antico concetto gnostico e orientale per il quale l’anima individuale, presente in ognuno di noi, farebbe parte dell’anima universale. Con il superamento del se e con opportune tecniche di evoluzione spirituale ognuno di noi potrebbe arrivare ad essere Dio!
La new age si individua come un insieme di correnti gnostiche e panteiste. L’universo sarebbe dominato da una forza, a volte denominata “energia cosmica”. Per raggiungere questa energia, unirsi con essa, è necessario elevarsi e quindi evolversi attraverso la mediazione di alcune forze spirituali minori. L’uomo per la new age, non è stato creato da Dio con un atto diretto, ma sarebbe il frutto di una constante evoluzione. Già qui si notano molti punti contrari al Cristianesimo. La concezione evoluzionistica dell’uomo, derivata da influenze darwiniste, spinge all’arroganza, che porta al classismo e all’esoterismo. Solo gli iniziati sarebbero i puri, che raggiungono l’unione con Dio o con l’energia cosmica. La salvezza non sarebbe in questo caso una possibilità data a tutti, ma solo ai sapienti. Nel Cristianesimo invece non è l’uomo che deve evolversi per raggiungere Dio, ma è Dio che si è fatto carne per venire a salvare l’uomo. I due concetti stanno pertanto all’opposto.
Per quanto riguarda il peccato, molti seguaci della filosofia new age, sostengono che esso non esista. Siccome Dio non è, nella visione new age, un essere personale, non esiste un “peccato contro Dio”, ma solamente una non-perfetta conoscenza dell’Assoluto. Nella new age ci sarebbe una auto-redenzione, ma non si spiega però come potrebbe un peccatore purificare il suo peccato. Prendiamo ad esempio un assassino. In nessun modo può riportare in vita la persona che ha ucciso. Può dimostrare pentimento nei confronti dei parenti della vittima, dedicarsi a loro tutta la vita per cercare di compensare il suo atto, ma non potrà mai riportare in vita colui che ha ucciso. Secondo la filosofìa new age il soggetto che ha ucciso potrebbe raggiungere una perfetta conoscenza del se, e solo così potrebbe purificarsi del peccato. Ma l’ucciso resta ucciso. E pertanto nella new age, nessuno può espiare realmente un peccato.
Con il Cristianesimo invece è Gesù Cristo che ha espiato i nostri peccati sulla croce. Pertanto credendo in lui, e nel suo sacrificio espiatorio, l’uomo ottiene il perdono dei suoi peccati e la salvezza.
Altri seguaci della new age che seguono filosofie orientali come il buddismo e l’induismo sostengono che il peccato venga purificato con la reincarnazione delle anime. Ma anche la credenza della reincarnazione non risolve il problema del male. Infatti secondo la legge del karma, chi ha ucciso, nella prossima vita si rincarnerà in una persona che sarà a sua volta uccisa. Solo così pagherà per aver commesso un peccato. Ma per poter essere uccisa quella persona necessita a sua volta di un nuovo assassino. Ecco che la reincarnazione invece di risolvere il problema del male, lo moltiplica all’infinito.
Nella new age si diffondono le religioni e le filosofie orientali, come appunto il buddismo, l’induismo, il tao, lo yoga, lo zen, il tantra, il reiki, il feng-shui e la meditazione trascendentale, ma anche concetti più occidentali come l’antroposofia, lo spiritismo e il neo-paganesimo e anche religioni nuove come la scientology, il credo ufologico e i raeliani. Secondo le credenze new age ciascuna di queste tradizioni può condurre all’illuminazione, all’unione con l’energia cosmica, con la forza che pervade l’universo.
Ma questa energia cosmica, viene concepita spesso in contrapposizione a Dio Padre, visto come patriarcale e Trascendente.
Mentre nel Cristianesimo Dio è Trascendente, nella new age, l’energia universale è presente nell’immanente e pervade l’universo. Nel panteismo new age “tutto è dio”. Ma se tutto è dio, niente è dio.
Per i seguaci del new age, chi sa canalizzare questa supposta energia divina verso di se, raggiunge l’illuminazione o perfetta conoscenza e potrebbe pertanto unirsi con l’energia cosmica. Questa energia divina viene spesso chiamata “energia cristica”. Cristo è pertanto chiunque ottenga questa energia cosmica e la sappia canalizzare.
Per il Cristianesimo Gesù Cristo è il Verbo (Dio incarnato), morto in croce per togliere il peccato del mondo, ed è risuscitato il terzo giorno vincendo il peccato e la morte.
Nel new age Gesù Cristo viene degradato a un grande saggio, una persona che seppe concentrare su di se “l’energia cristica”. Per la new age Gesù di Nazaret non era “il Cristo”, ma solo un grande saggio, alla pari di Krisna, Budda, Zoroastro.
Ecco che già da qui ci rendiamo conto di come la new age, derivata principalmente dalla teosofia, abbia preso vari concetti dalla Massoneria, dal Deismo e dalle religioni orientali, sincretizzandoli e mostrandoli come originali, quando originali non sono. E già da qui possiamo affermare che la new age non può aver nulla a che fare con il Cristianesimo, in quanto lo nega nella sua essenza.
La new age si identifica anche con movimenti ecologici odierni, che utilizzano termini come “madre terra”, “madre natura”, “gaia”, o “pachamama”, per sottolineare che la natura avrebbe una mente. Secondo questo concetto la terra stessa, intesa nella sua totalità, sarebbe interconnessa, e potrebbe rispondere a stimoli o attacchi esterni. Pertanto la terra, e con essa la natura, avrebbe una mente.
Ma la natura non può avere mente, in quanto è un insieme di elementi che non dimostrano intelligenza. La natura non può essere la “causa prima”.
La “causa prima” è, per definizione, l’entità che nessuno ha creato, che esiste da sempre e che ha dato origine a tutto il creato.
Un altra caratteristica della new age è la negazione delle differenze. Il bene e il male, come d’altronde il maschile e il femminile, non servirebbero più e sarebbero concetti superati. L’umano si fonderebbe con il divino, l’anima con il corpo, e l’immanente con il Trascendente. Notiamo che la new age si inserisce molto bene nella società attuale, individualista e finalizzata all’elevazione del proprio io. La new age si integra anche nella cultura globale che vari gruppi di potere vogliono imporre nella società occidentale. Nella new age ognuno può farsi una spiritualità propria. Siccome in quest’ottica non esiste il concetto di un Dio personale, non esiste il concetto di peccato, e pertanto viene avallata l’eliminazione delle norme etiche alla base del Cristianesimo. Per esempio si avalla l’aborto, l’eutanasia, le unioni tra omosessuali e persino l’adozione di bimbi a coppie omosessuali, oltre a pratiche abominevoli come l’utero in affitto (surrogazione di maternità) e la negazione delle diversità sessuali (filosofìa gender). Si va persino oltre, e riallacciandosi al cosmismo, tanto in voga nel dopoguerra sovietico, e s’inizia a parlare di eugenetica e transumanesimo, che porterebbero una ristretta elite di persone a cercare addirittura l’immortalità, credendo di potersi sostituire a Dio.
In definitiva la new age, che affonda le proprie radice nei concetti gnostici, massonici e teosofici non può coesistere con il Cristianesimo. Per il cristiano Gesù Cristo è l’unica via per il Padre:

Gli disse Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre, se non per mezzo di me!" (Vangelo di Giovanni 14:6)

Nell'immagine, una persona cammina in un labirinto, utilizzato in culti new age.
Documento inserito il: 07/03/2016

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