Cookie Consent by Free Privacy Policy website Tutto storia, storia contemporanea: Critica al relativismo culturale
>> Storia Contemporanea > Nel Mondo

Critica al relativismo culturale [ di Yuri Leveratto ]

Il caso delle comunità islamiche in Occidente.

Dal 2007 in Inghilterra è in funzione il cosidetto “Muslim Arbitration Tribunal”(1), una specie di tribunale alternativo per persone di religione islamica, che non vogliono risolvere le dispute tra di loro affidandosi alla legge inglese, ma preferiscono farlo affidandosi alla sharia.
E’ stato il governo laburista a permettere l’istituzione di questi tribunal alternativi islamici (a Londra ed in altre quattro città), che hanno competenze sul diritto famigliare, sui divorzi e sulle questioni di eredità.
Per esempio nel tribunale della città di Nuneaton, un caso di eredità tra cinque fratelli (tre sorelle e due fratelli), è stato risolto aggiudicando ai due fratelli una parte di eredità uguale al doppio rispetto a quella aggiudicata alle tre sorelle, secondo i precetti della sharia (2).
Nel caso dei divorzi, spesso le donne musulmane si affidano a questi tribunal per tentare di chiudere un matrimonio fallito. Quando per esempio una donna ottiene il divorzio secondo la legge inglese, suo marito può continuare a negarle il divorzio religioso e la comunità continua a considerarla sposata.
Il tribunale islámico però, come è noto, darà sempre più priorità alle richieste degli uomini in quanto il “talaq” (divorzio chiesto dall’uomo) è molto più veloce e facile da ottenere di un “khula” (divorzio chiesto da una donna).
In seguito a questi fatti in Inghilterra sono sorte alcune associazioni contro questi tribunali, che sostengono l’idea di una sola legge per ogni etnia.(3)
L’associazione “onelawforall.org.uk”, fa notare che il diritto famigliare basato sulla sharia è la causa della sottomissione e della disciminazione delle donne e dei bambini.(4). Inoltre questa associazione sostiene che molte donne che si affidano alle corti islamiche non lo fanno per libera scelta, ma perché temono di essere perseguitate e accusate di apostasia se non lo facessero.
Alcune donne iraniane e curde residenti in Inghilterra hanno denunciato questa situazione sostenendo che questi tribunali, basandosi sulla sharia, discriminano le donne e portano alla divisione della società (5).
Infatti sono proprio le donne ad essere vittime di un sistema che vuol trapiantare la sharia in Inghilterra, pretendendo di far adottare leggi e precetti propri dei paesi musulmani in Gran Bretagna.
Il caso dei tribunal islamici in Inghilterra è secondo me molto significativo e deve essere analizzato con molta attenzione.
Come è potuto succedere che nell’Inghilterra di oggi, culla della democrazia e del diritto, si siano potuti implementare degli arbitrati basati sulla sharia?
Per tentare di capire questo strano processo che, a mio parere potrebbe essere pericoloso per il futuro della libertà in Occidente, bisogna fare un passo indietro.
Secondo il relativismo culturale, i cui sostenitori principali furono gli antropologi Franz Boas e Melville Jean Herskovits, non esistono principi universali assoluti, nè di etica, nè culturali, pertanto ogni società e cultura è única nel suo contesto.
Secondo questa tesi, ogni comportamento culturale non potrebbe essere giudicato, anche se cruento, ma dovrebbe essere rispettato e valorizzato, sennò si cadrebbe nell’etnocentrismo, giudicando una cultura sulla base di una visione unilaterale.
In alcuni miei articoli (come quello sul caso degli infanticidi indigeni in Amazzonia, ma si potrebbe ampliare al tema dell’infibulazione),ho criticato il relativismo culturale, che a mio parere è un concetto valido, nel suo contesto, solo quando non è in contrasto con la “Dichiarazione Universale dei Diritti umani” (1948).
Sono proprio i valori di tolleranza e rispetto per le libertà (di pensiero, di parola, di stampa, di religione), tipici delle nostre società occidentali, che hanno indotto alcune persone a considerare giusto che si debbano implementare leggi o precetti non uguali per tutti, ma diversi a seconda della religione.
L’errata interpretazione della teoria del relativismo culturale è pertanto il substrato che ha favorito l’instaurazione di questi tribunali, in quanto si è considerato che popoli di cultura diversa debbano poter utilizzare una giustizia diversa per dirimere le proprie controversie.
A mio parere però questa teoria, non può giustificare che si instauri un differente sistema giudiziario (anche se per ora quello in Inghilterra è solo alternativo alla legge inglese), in un paese i cui precetti fondamentali sono diversi da quelli dei paesi musulmani.
Ricordiamoci infatti che la maggioranza dei paesi musulmani non hanno firmato la “Dichiarazione Universale dei Diritti umani” del 1948, ma al contrario hanno firmato una “Dichiarazione islámica dei diritti dell’uomo” (6), proprio perchè la Dichiarazione di Parigi del 1948 non è compatibile con la concezione della persona e della comunità che proviene dalla sharia.
Il relativismo culturale, che considera uguali le differenti culture del pianeta, mostra pertanto tutti i suoi limiti.
Il portare a considerare uguali religioni e culture diverse, può essere fuorviante. In questo caso si vengono a contrapporre due idee di mondo, profundamente differenti, quella occidentale e quella islamica.
L’instaurazione di questi tribunali in Occidente, è a mio parere errata e pericolosa: innanzitutto nel futuro, ogni comunità con una cultura e con una religione differente, per esempio quella degli ebrei, potrebbe voler istituire i loro tribunal ed essere giudicati secondo le proprie leggi (in questo caso la halakhah).
Inoltre, se un’illegalità fosse commessa per esempio da un non-musulmano ai danni di un musulmano, potrebbe sorgere addirittura una controversia sul sistema giudiziaro da applicarsi, con conseguenze preoccupanti.
Oltre a ciò, comunità di radicalisti potrebbero spingere per ampliare le competenze di questi tribunali, per esempio proibendo l’abbandono della religione islamica (apostasia), considerato delitto punibile con la norte secondo i dettami della sharia, in aperto contrasto con la Dichiarazione dei Diritti umani del 1948, o esigendo la separazione tra uomo e donna, o in generale ampliando le regole e i precetti della sharia.
Oltre all’instaurazione di questi controversi tribunali in Inghilterra, si nota che l’errata interpretazione del relativismo culturale ha portato a legittimare alcuni comportamenti illegali, giustificandoli perché attuati da soggetti di religione musulmana.
Per esempio nel 2005 l’assasinio di Hatun Surucu, una donna curda che viveva in Germania. E’ stata uccisa dai suoi fratelli che l’accusavano di comportamenti giudicati immorali tra i quali essersi separata dal marito con il quale era stata obbligata a sposarsi all’età di sedici anni.
Uno dei fratelli è stato condannato a soli nove anni di carcere, mentre gli altri due sono stati assolti, in considerazione della loro cultura (7).
Anche per qunto riguarda la poligamia, pratica diffusa nei paesi musulmani, sono sorte varie controversie. In Inghilterra il governo ha concesso ai poligami assegni famigliari per ogni moglie aggiuntiva, purchè i matrimoni siano stati celebrati in paesi dove il rito è legale. (8). Anche in questo caso questa legge è stata istituita per assecondare la cultura delle persone in questione, anche se la poligamia in Inghilterra è proibita dalla legge.
Da tutto ciò traspare che molti appartenenti alle comunità islamiche in Occidente, non si integrano nella società, ma tendono a creare delle comunità chiuse, escludenti, e richiedono il riconoscimento di leggi e precetti che porterebbero ad un’ulteriore separazione tra le etnie.
Tutto ciò porterebbe ad un Occidente comunitarista, dove ad ogni etnia sarebbe riconosciuto il diritto di farsi le proprie leggi e di adottare i propri precetti e costumi, anche se in aperto contrasto con i valori occidentali. Questa situazione potrebbe portare alla divisione della società ed a una situazione di caos totale.


Note:

(1) http://en.wikipedia.org/wiki/Muslim_Arbitration_Tribunal
(2)-http://www.lawandreligionuk.com/2012/10/24/sharia-law-the-arbitration-act-1996-and-the-arbitration-and-mediation-services-equality-bill/
(3)http://www.onelawforall.org.uk/
(4)http://www.onelawforall.org.uk/about/
(5)-http://www.telegraph.co.uk/news/uknews/law-and-order/8686504/Sharia-a-law-unto-itself.html
(6)-http://it.wikipedia.org/wiki/Dichiarazione_islamica_dei_diritti_dell%27uomo
(7)-http://en.wikipedia.org/wiki/Honor_killing_of_Hatun_S%C3%BCr%C3%BCc%C3%BC
(8)-http://www.corriere.it/esteri/08_febbraio_04/bigamia_gran_bretagna_a1be4be0-d326-11dc-8916-0003ba99c667.shtml
Documento inserito il: 28/12/2014
  • TAG: relativismo culturale, comunità islamiche occidente, muslim arbitration tribunal, tribunali islamici, sharia, differenze culturali, religione musulmana

Articoli correlati a Nel Mondo


Note legali: il presente sito non costituisce testata giornalistica, non ha carattere periodico ed è aggiornato secondo la disponibilità e la reperibilità dei materiali. Pertanto, non può essere considerato in alcun modo un prodotto editoriale ai sensi della L. n. 62 del 7.03.2001.
La responsabilità di quanto pubblicato è esclusivamente dei singoli Autori.

Sito curato e gestito da Paolo Gerolla
Progettazione piattaforma web: ik1yde

www.tuttostoria.net ( 2005 - 2023 )
privacy-policy