Cookie Consent by Free Privacy Policy website Tutto storia autori: I primi dieci anni della Guerra fredda (1945-1955) Parte 1

I primi dieci anni della Guerra fredda (1945-1955) Parte 1 [ di Simone Balocco e Paola Maggiora ]

Una panoramica generale
La Guerra fredda è stato un conflitto diverso da quelli combattuti fino a poco tempo prima. Non ci furono invasioni, non ci furono dichiarazioni di guerra, non ci furono morti (se non in maniera “indiretta”) e feriti. Ci furono comunque la paura ed il pericolo che caratterizzano ogni guerra, ma la Guerra fredda è stato un nuovo tipo di conflitto. E questa guerra, che non si è combattuta con le armi e le bombe ma con il terrore di vedere in vere invasioni e lo scoppio di un conflitto atomico tra le due Superpotenze allora in atto (Stati Uniti d'America e la loro schiera di Paesi alleati da un lato, Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche ed i suoi Paesi satelliti dall'altro lato). Tennero il Mondo in ansia per poco più di quarant'anni. E' stato un conflitto caratterizzato da ideologie e sistemi politico-economici contrapposti, ma anche di eserciti e politiche che si sono combattuti con risvolti a livello psicologico e sportivo (i boicottaggi americani e sovietici alle Olimpiadi di Mosca e Los Angeles sono stati celebri), oltre ad una serie di guerre che ha coinvolto indirettamente le due Potenze (come ad esempio nel processo di decolonizzazione o la guerra di Corea).
Per “Guerra fredda” si intende il periodo intercorso tra la fine della Seconda guerra mondiale ed il 26 dicembre 1991, passando per il 9 novembre 1989.
La data di inizio della Guerra fredda è per un certo verso incerta: tanti storici la fanno iniziare con la conferenza di Jalta, altri con quella di Potsdam, altri con la conferenza di Fulton, in Missouri, dove l'allora Premier inglese Winston Churchill disse che sull'Europa, da Stettino (il punto più occidentale della Polonia al confine con la Germania) a Trieste, era scesa una “cortina di ferro”, altri con la fine della guerra civile greca (3 dicembre 1946 – ottobre 1949) o con l'entrata in vigore del trattato NATO (24 agosto 1949). Il 9 novembre 1989 cadde il muro di Berlino, la costruzione muraria che divise la città dal 13 agosto 1961 e che cadde con la disfatta di tutti i regimi comunisti europei e la dissoluzione successiva dell'Unione Sovietica decisa dal Soviet supremo, avvenuta il giorno di Santo Stefano del 1991.
La Guerra fredda la si fa iniziare con la conferenza di Potsdam ed è durata in tutto quarantaquattro anni, periodo in cui la paura di una Terza guerra mondiale combattuta a colpi di armi atomiche era all'ordine del giorno. In quegli anni si temette anche la doppia invasione: i Paesi del blocco occidentale temettero che l'URSS potesse invaderli ed i Paesi del blocco orientale temettero che i filo-americani li avrebbero invasi, facendoli cadere in una “dittatura capitalistica” (i nemici dei miei amici sono i miei nemici, gli amici dei miei amici sono i miei amici). La Guerra fredda vide tanti tentativi di colpi di mano, azioni propagandistiche, sabotaggi, tentativi di sottrarre aree territoriali e consensi, ma non ci fu mai un conflitto aperto tra USA e URSS. Anzi, durante questo periodo non si vide mai interrompersi i rapporti diplomatici tra le due Superpotenze e fu un conflitto in cui le spie e gli agenti segreti facevano da ombre (vedere i film con interprete James Bond per intenderci).
Per capire l'evolversi della Guerra fredda, è necessario soffermarsi sulla sua nascita ed il suo sviluppo. Il decennio 1945-1955 è importante per capire una delle pagine più complesse della storia contemporanea mondiale e se non si comprende questa questa tranche, non si possono conoscere gli eventi che si susseguirono da lì in poi.
Le relazioni internazionali tra il 1945 ed il 1947 furono semplificate (Stati Uniti d'America e Unione Sovietica con le altre Potenze a loro corollario) ed estese (il “conflitto” si spostò dall'Europa all'Asia con le tensioni ungheresi, di Suez, Poznan, Cuba etc.) e le due Superpotenze si contrapposero in due campi. Il blocco orientale era stato costituito con la forza delle armi ed era formato da Paesi con una forzata omogeneità ideologica, subordinati politicamente ed economicamente ed industrializzati per necessità politica ed economica in un contesto di nazionalizzazione delle imprese con la collettivizzazione dell'agricoltura; dall'altra parte, gli USA volevano un Mondo aperto al mercato ed organizzato in base ai dettami del dollaro, in quanto la sicurezza e la prosperità della democrazia americana si sarebbero sviluppate solo in un ambito mondiale di democrazie capitaliste con prospere economie di mercato governate da regimi democratici cui solo Washington poteva dare fondamento con una pace stabile e duratura.
L'obiettivo principale dei sovietici era rendere innocuo il capitalismo, considerato la causa di tutte le guerre future volendo una Germania all'inizio eliminata dalle mappe geografiche e successivamente non armata, debole e non più una minaccia, per poi controllare l'Occidente con i suoi Paesi satellite, cercando di ridurre tutte le paure. Gli Stati Uniti d'America contribuirono a ricostruire la democrazia in Europa avviando una robusta e dinamica di crescita economica in un contesto di mercato libero.
La guerra in Europa aveva lasciato tanti problemi morali ed il Vecchio Continente era affamato, amareggiato, frustrato e necessitava molte riforme sociali ed una rapida reintegrazione della sua vita economica. Uno dei problemi era il carbone, la sua produzione e la sua vendita.

Le tre conferenze che divisero il Mondo (in tutti i sensi)
La Seconda guerra mondiale ha due date di fine: in Europa, l'8 maggio 1945 a seguito della resa incondizionata della Germania nazista e nel resto del Mondo il 2 settembre successivo con la resa del Giappone dopo i due attacchi atomici di Hiroshima e Nagasaki. Gli Alleati, l'Unione Sovietica e la Cina vinsero la guerra, mentre l'Asse Berlino-Roma-Tokio capitolò.
La resa incondizionata fu chiesta al governo tedesco e non al suo popolo ed era la risposta necessaria contro un nemico che non voleva per nulla arrendersi, complicando la vita ai propri cittadini: i bombardamenti aerei sulle città tedesche furono giustificati in quanto la Germania non si voleva arrendere, ma non si decise di usare la bomba atomica.
Francia e Gran Bretagna fino ad allora erano le due Nazioni che avevano fatto la storia del Mondo, ma dopo la fine del secondo conflitto mondiale il loro potere, ed il loro prestigio, andò sempre più scemando. La Germania fu occupata e divisa tra gli Alleati, indirizzandola verso la sua ricostruzione economica, lasciando in secondo piano la sua ripresa politica nel nuovo scacchiere globale.
Prima della fine della guerra, le tre forze vincitrici (USA, URSS, Gran Bretagna), a livello dei loro capi di Stato e di governo, si incontrarono molte volte per decidere, man mano, le sorti della guerra, la fine della stessa e le sue conseguenze futuribili. In totale questi meeting furono venti, ma sono quattro le conferenze più importanti.
La conferenza di Casablanca (14-24 gennaio 1943), in Marocco, fu la prima e servì a pianificare l'invasione dell'Italia dal Mediterraneo dopo che gli Alleati avessero vinto in Nord Africa (Italia “ventre molle dell'Europa”, come la definì Churchill, soprattutto dopo la caduta del fascismo e la complicata situazione politica del Belpaese). Si decise che la guerra in Europa sarebbe finita solo e soltanto con la resa senza condizioni della Germania e per questa ragione si pianificò il bombardamento massivo sulle città tedesche per distruggere l'apparato militare nazista. Al meeting parteciparono il Presidente americano Franklin D. Roosevelt, il premier britannico Winston Churchill ed il generale francese Charles de Gaulle.
Alla conferenza di Teheran, che si tenne dal 28 novembre al 1° dicembre 1943, partecipò il Presidente del Consiglio dei ministri dell'URSS, Iosif Vissarionovič Džugašvili (detto Iosif Stalin). Nella capitale persiana si decise l'appoggio alleato a Josip “Tito” Broz nella sua lotta partigiana in Jugoslavia; le modalità di quello che sarebbe stato lo sbarco in Normandia (“piano Overlord”, 6 - 30 giugno 1944); la nascita di un'organizzazione internazionale di controllo sulla pace, sui conflitti. La dichiarazione di guerra dell'URSS contro il Giappone non appena la Germania fosse caduta. Si accennò anche al futuro della Polonia e dei suoi confini.
La conferenza di Jalta, la terza di queste quattro, è considerata la più importante ed è quella che ha portato, dopo la fine del conflitto, a dividere il Mondo in sfere di influenza. Tenutasi in Crimea, l'incontro durò dal 4 all'11 febbraio 1945 e vide partecipare ancora Roosvelt, Stalin e Churchill. A Jalta si decise il nuovo balance of power (equilibrio di potenza nel Mondo), futuro della Polonia e la nascita, a guerra finita, di una nuova organizzazione internazionale che avrebbe vigilato sulla pace del Mondo, l'Organizzazione delle Nazioni Unite. Il tema più importante fu il destino della Germania: il Paese sarebbe stato demilitarizzato per sempre ed avrebbe pagato oltre 22 miliardi di dollari dell'epoca in risarcimenti di guerra. Si pensò anche a dividerla in base all'occupazione che ci sarebbe stata dopo la fine della guerra. A Jalta si parlò anche della Jugoslavia e dell'accordo tra i partigiani di “Tito” ed il governo in esilio presieduto da Ivan Šubašić. Sui prigionieri di guerra sovietici si stabilì che dovevano tornare tutti a casa e che l'URSS avrebbe dichiarato guerra al Giappone entro tre mesi dalla resa della Germania (la Germania si arrese il 2 maggio, i sovietici dichiararono guerra al Giappone l'8 agosto 1945). In Crimea ebbe anche peso la dichiarazione sull'Europa liberata.
L'ultimo incontro si pensò di tenerlo a Berlino, come sfregio verso il “fu” potere nazista, ma la capitale tedesca era praticamente distrutta e non c'erano edifici agibili per ospitare la conferenza (stessa sorte tocco per il processo di Norimberga che fu spostato nella cittadina bavarese poiché il tribunale di Berlino era andato distrutto con i bombardamenti e per essere lontani dalla città-simbolo della politica hitleriana) scegliendo la cittadina di Potsdam, nel Brandeburgo, presso lo Schloss Cecilienhof.
L'incontro si tenne dal 17 luglio al 2 agosto 1945, dopo la liberazione dell'Europa e ad un mese dall'armistizio con il Giappone. Durante la conferenza di Potsdam al potere in Germania c'erano gli Alleati che divisero il Paese in tre parti. “Parti” che divennero poi quattro per la presenza della Francia. A Potsdam parteciparono il nuovo Premier inglese, Clement Attlee, eletto dopo le elezioni politiche del 2 luglio precedente (nonostante la vittoria nel conflitto, i britannici non diedero più fiducia a Churchill e ai conservatori) ed il nuovo Presidente americano, Harry S. Truman, succeduto a Roosvelt dopo la sua morte (avvenuta il 12 aprile 1945), anch'egli di orientamento democratico.
Furono discussi i nuovi confini tra Polonia e Germania in base alla linea di divisione dei fiumi Oder e Naisse, lunga 460 km: i due fiumi hanno un percorso, casualmente, da Nord a Sud e viceversa e si decise che fossero la linea di confine tra Germania e Polonia. Tutte le persone di origine tedesca che abitavano i Paesi occupati dalla Germania nazista dovettero tornare in Patria forzatamente. Harry S. Truman lanciò un aut aut al Giappone di arrendersi senza condizione.
Il 27 luglio 1946 si aprì la conferenza di pace di Parigi sui trattati a discapito delle Nazioni sconfitte che si chiuse il 15 ottobre 1946. Il 10 febbraio 1947 furono firmati i trattati di pace: l'Italia perse le sue colonie e possedimenti (Libia, Etiopia, Eritrea, Albania, Dodecaneso, Tientsin), cambiarono i confini alpini con la Francia (Tenda e Briga al Paese d'Oltralpe), vennero cedute alla Jugoslavia Fiume, Zara e Trieste (che divenne Territorio Libero) ed il Paese dovette pagare circa 360 milioni di dollari in riparazioni. Gli altri Paesi dell'Asse persero parte dei loro territori e dovettero pagare anche loro molti miliardi di riparazioni di guerra.
L'allora vice Premier inglese Clement Attlee alla fine della guerra fece un giro per l'Europa e vide che il conflitto aveva lasciato un continente a pezzi e con un vero problema umano: l'Europa aveva fame, nel vero senso della parola. E l'Europa stata diventando il punto nevralgico della Guerra fredda.

Una panoramica sulle Nazioni vincitrici
Se nel 1945 USA e URSS erano alleate e cooperanti contro il nazismo, due anni dopo erano fortemente antagoniste: il 3 gennaio 1945 Molotov si accordò con Harriman, il Presidente della “confcommercio” americana, per un prestito di 6 miliardi di dollari con un tasso del 2,50% per venire incontro alle esigenze del popolo sovietico, invece poi con la conferenza di Jalta prima e Potsdam dopo la rivalità crebbe e i due colossi si guardarono in cagnesco per oltre quarant'anni.
L'URSS era stata la vera protagonista della vittoria contro il nazismo in Europa ed iniziò ad avere una forte attrazione verso tante zone del Mondo per la sua società pianificata, per il potere dato allo Stato socialista del lavoratori ma fu molto danneggiata dalla guerra. Stalin puntò sull'industria pesante per permettere a Mosca di poter competere con gli Stati Uniti d'America, sacrificando l'industria leggera che produceva beni di consumo destinati alla gente comune, imponendo al suo popolo di rinunciare a qualsiasi benessere, trasformando il Paese in una grande potenza economica e militare. Lo stalinismo represse ogni forma di libertà e fu caratterizzato dal terrore. Nel 1945, l'Unione Sovietica era un gigante militare, ma un Paese povero economicamente, spogliato e senza equilibrio. Dopo la politica “affitti-prestiti” degli americani, Mosca si concentrò su un programma di crescita economica basato sulle proprie forze, sfruttando le politiche industriali entrate in vigore nel 1928 e piano piano l'URSS fu colpita da un breve miracolo economico nell'industria pesante, raddoppiando la produzione tra il 1945 ed il 1950. A causa della guerra l'URSS era tornata indietro di dieci anni nel campo agricolo e la strada fu più difficile anche perché secondo Stalin i proprietari agrari si erano arricchiti con alcuni appezzamenti in più.
Secondo Mosca, il blocco orientale doveva stare sempre sul “chi-va-là” vista la possibile aggressione dei Paesi alleati del blocco americano. Nell'Unione Sovietica, economicamente, si stava molto peggio che nell'Occidente, era in via di ricostruzione, contava oltre 18 milioni di morti, industrie distrutte, fame dilagante, i Paesi suoi alleati non se la passavano meglio ed il pericolo di una Germania industrializzata e militarizzata non faceva fare sogni tranquilli a Stalin. Da sempre l'Unione Sovietica è stata sedotta dal fascino del capo (prima lo zar, poi Lenin, ora Stalin), ma in pochi anni, grazie alle riforme quinquennali, il Paese divenne la seconda potenza mondiale, superando anche la Gran Bretagna oramai alla deriva (come forza e prestigio). Per prima cosa, l'Unione Sovietica si rifece sui Paesi invasi in quanto fece pagare loro il pegno di aver combattuto a fianco del nazismo: li prese sotto la sua ala protettrice (Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Albania e, dal 1949, Germania est) e l'URSS strappò loro parte di territori ed alcune loro industrie, ma in quella zona di Europa mancavano i beni di prima necessità, come, ad esempio, l'abbigliamento. L'URSS, nel suo complesso, fu vista come un baluardo contro il nemico capitalista, ma usò questi sette Paesi come “cuscinetti” dei suoi confini occidentali. L'ideologia comunista però prese molto piede in Europa, tanto che i partiti comunisti belgi, italiani e francesi fecero venire un sussulto di troppo ai governi democratici (filo-democristiani) alla guida dei rispettivi paesi (in Asia, con particolare attenzione alla Cina e all'Estremo oriente).
Nel 1949 l'Unione Sovietica fece il suo primo esperimento nucleare, eguagliando il potere degli Stati Uniti d'America: dopo la guerra di Indocina, molti Stati asiatici (e successivamente africani) si avvicinarono a Mosca in quanto avversa ai colonizzatori (Francia e Gran Bretagna, potenze coloniali, erano dalla parte americana e quindi furono visti come nemici).
L'Europa orientale nell'arco di neanche cinquant'anni aveva avuto l'onore di essere un “laboratorio” politico: prima aveva sperimentato le democrazie liberali, poi il Nuovo ordine hitleriano e, infine, le “democrazie popolari”.
L'Unione Sovietica non agì mai contro la Jugoslavia come fece invece nel resto del blocco per sedare i cospiratori, o presunti tali: tra il 1949 ed il 1952, furono arrestati dirigenti comunisti, agenti segreti un po' “troppo” vicini all'Europa occidentale ed accusati di nazionalismo e di non essere filo-sovietici (László Rajk in Ungheria; Traycho Kostov in Bulgaria; Władysław Gomułka in Polonia; Vladimír Clementis in Cecoslovacchia; Ana Pauker in Romania, solo per fare qualche nome). Le notizie di queste persecuzioni fece paura a tutta l'Europa occidentale, anche perché si rivelarono false e le persone uccise o imprigionate furono moralmente riabilitate molto tempo dopo. Lo stalinismo, soprattutto nel periodo 1948-1953, mise in atto processi-spettacolo, terrore poliziesco ed industrializzazione forzata. Chi era contrario a tutto ciò veniva spedito nei gulag ai lavori forzati.
Tra il 20 ed il 26 febbraio 1948 ci fu il colpo di Stato da parte dei comunisti in Cecoslovacchia: spinto dall'URSS, era il segnale che Mosca sta facendo davvero sul serio nella parte orientale dell'Europa.
Gli USA furono i vincitori morali della Seconda guerra mondiale, vinsero in Giappone che per sei anni fu reso alla stregua della Germania (senza autorità ed una costituzione), avevano un arsenale produttivo altamente potenziato e furono il polmone finanziario del Mondo, punto di riferimento delle democrazie liberali, riformatrici e conservatrici.
Washington aveva il primato nucleare, superando in tempo di guerra la Germania ed era una potenza globale capace di dominare i cieli e la terra con il suo esercito, aveva truppe schierate a ridosso del blocco orientale (Europa occidentale, Estremo Oriente). Con il 6% delle popolazione mondiale, deteneva il 50% della produzione industriale del Mondo. Gli USA durante il conflitto non ebbero danni a città, all'apparato industriale, agricolo, alle vie di comunicazione e le industrie di armi per l'esercito moltiplicarono i profitti anche grazie alle richieste da parte dei Paesi alleati.
L'economia americana ebbe un altissimo livello produttivo e poteva vantare crediti con l'Europa. Gli Stati Uniti furono sani, efficienti e capaci di sostenere la ricostruzione rispetto al rivale comunista.
Nel 1946, gli Stati Uniti investivano nelle armi il 6% del PIL, mentre l'URSS per aver la stessa forza doveva investire il 19%. Nel 1950 il PIL americano era di 381 miliardi, quello sovietico di 126, il britannico di 71, francese al 50, tedesco occidentale al 48, italiano al 29. Un americano allora viveva con in media 2.500 dollari al mese, in Italia 626, quattro volte meno.
Il dualismo USA-URSS era a bipolarità asimmetrica: l'URSS era dominante militarmente in Europa, ma in una zona povera e non decisiva per gli equilibri strategici e con un'ideologia robusta ma minoritaria in Occidente, mentre gli USA erano una forza globale, una potenza industriale ed avevano il monopolio atomico nonché erano il perno ed il motore di un sistema eco-politico internazionale ampio, ricco ed articolato rispetto all'avversario L'Europa occidentale, nonostante tutto, invece, era un'area più consolidata e vicina al Mondo.
La Gran Bretagna vinse la guerra ed aveva partecipato alla ricostruzione post bellica dell'Europa, ma la sua economia fu praticamente dissanguata e grazie agli aiuti americani ha potuto consolidarsi come potenza a livello europeo, ma media a livello mondiale.
La Francia fece parte anche lei delle Nazioni vincitrici, ma subì l'invasione nazista che divise a metà il Paese (a Nord la Francia occupata dai nazisti, a sud quella guidata dal governo collaborazionista di Vichy guidato dal generale Philippe Pétain) e fu molto provata dai combattimenti. Grazie alla forza e al prestigio del generale (e futuro Presidente della V Repubblica), Charles de Gaulle, la Francia fu liberata il 25 agosto 1944. Il Paese transalpino aveva subito la distruzione di oltre 4 mila chilometri di linee ferroviarie, cinque sesti delle locomotive e ¾ dei vagoni dei treni merci. I francesi (governo e popolazione) vollero che la Francia facesse parte della “stanza dei bottoni” in base alla loro grandeur ed al fatto che non concepivano Parigi lontana dalle “poltrone” che comandavano il Mondo.
Diversi erano invece gli approcci contro la Germania: per la Gran Bretagna, il nazismo fu un incidente e nonostante tutto la Germania era un Paese democratico; la Francia sostenne che tutti i tedeschi erano tutti possibili nazisti; gli Stati uniti invece parlarono di distruggere il “prussianesimo” militaresco ed autoritario senza differenza tra popolo e regime.
Non solo durante i primi dieci anni di Guerra fredda, ma fino al suo termine, l'Europa divenne l'oggetto delle relazioni internazionali delle due Superpotenze, mentre fino a pochi anni prima l'Europa era il centro delle relazioni internazionali. L'Europa era diventata una “piccola Europa”, ma con la nascita del percorso dell'integrazione europea si cercò uno spazio “alternativo” tra i due blocchi.

I Paesi vinti erano al palo, ma volevano ripartire
Le forze del “fu” Asse (Germania nazista, Italia fascista, Giappone imperiale) vissero i primissimi anni di Guerra fredda con la paura per il loro futuro visto che furono invasi, divisi, distrutti ottenendo una sovranità limitata e senza legittimazione (Italia esclusa).
La Germania fu esclusa dalla conferenza di pace di Parigi in quanto senza autorità e poiché non esisteva nessuna Germania: per la seconda volta, al Paese teutonico fu imposta la pace, così come a Versailles, e fino al 1949 fu occupato e poi diviso in due entità separate.
L'Italia fu liberata il 25 aprile 1945 ed il 2 giugno 1946 fu indetto un referendum sulla scelta della nuova forma di Stato tra monarchia o repubblica, dove per la prima volta nella storia del Paese poterono andare a votare anche le donne a questo referendum: vinse la forma repubblicana, con un divario Nord-Sud tra chi ha votato repubblica o monarchia. Contestualmente al referendum, si tennero le elezioni per l'Assemblea costituente che avrebbe dovuto redigere e votare la nuova Carta costituzionale come stabilito dal decreto legislativo luogotenenziale n. 151 del 25 giugno 1944. Il 28 giugno 1946 Enrico de Nicola, esponente del Partito liberale, fu eletto Capo provvisorio dello Stato.
Il 1° gennaio 1948 entrò in vigore la Costituzione, dopo l'approvazione da parte dell'Assemblea costituente il 22 dicembre 1947, promulgata dal Capo provvisorio dello Stato (ovvero dichiarata valida ed efficace). Il 18 aprile 1948 si tennero le prime elezioni democratiche che videro la vittoria della Democrazia Cristiana di Alcide de Gasperi contro il Fronte Democratico Popolare (PCI e PSI) di Palmiro Togliatti e l'Unità socialista (PSDI ed Unità socialista) di Ivan Lombardo.
De Gasperi il 24 maggio 1948 divenne il primo Presidente del Consiglio della Repubblica italiana (IV gabinetto). mentre dal 12 maggio Luigi Einaudi divenne il secondo Presidente della Repubblica (in carica fino al 1955).
Per quanto riguardò il Giappone, il discorso fu complesso. Il 10 maggio 1945 il Giappone subì un violento attacco aereo da parte degli americani iniziato il giorno prima e che si protrasse fino al 15 giugno successivo: quel giorno su Tokyo cadde un'infinità di bombe che causarono in un colpo oltre 120 mila morti. Il 2 settembre 1945 l'Impero nipponico si arrese senza condizioni agli Alleati ed all'Unione Sovietica dopo i due bombardamenti atomici. Fu istituito un tribunale speciale per punire alcuni militari accusati di crimini di guerra (nessun americano punito per lo sgancio atomico). La firma dell'armistizio avvenne sulla corazzata americana “Missouri” ed il 12 settembre terminò anche il conflitto nella penisola coreana che da quel giorno fu divisa in due Stati in base al passaggio del 38° parallelo.
Nel 1947 il Giappone ebbe la sua nuova Costituzione, un po' “pilotata” dagli americani, dove si espressero la pace, la cooperazione internazionale ed il rispetto dei diritti umani. Nel 1951 il Giappone firmò un trattato con gli USA che cessarono di occuparlo e lo usarono come “base” per le navi e gli aerei da impiegare in Corea, ponendolo come baluardo occidentale nell'Estremo oriente che si stava muovendo verso il comunismo.
Le prime elezioni democratiche si tennero nell'ottobre 1948 e Shigeru Yoshida, esponente del Partito liberale, divenne per la seconda volta Premier, rimanendovi fino al 1954, con quattro governi.

Il Mondo per la pace: l'Organizzazione delle Nazioni Unite
La fine della Seconda guerra mondiale fece comprendere al Mondo che serviva un'organizzazione super partes che avrebbe deciso le sorti da un punto di vista della risoluzione dei conflitti e delle controversie tra gli Stati, della pace e della sicurezza internazionale. Pensata alla conferenza di Teheran e messa in pratica con la dichiarazione di San Francisco nell'omonima conferenza (25 aprile-26 giugno 1945), il 24 ottobre 1945 nacque l'Organizzazione delle Nazioni Unite, altresì detta ONU.
Il suo ruolo doveva essere più forte e rigido rispetto alla Società delle Nazioni, l'istituto nato il 28 giugno 1919 dopo la Prima guerra mondiale, che non fece nulla di pratico e che fu molto blanda nelle decisioni e nelle punizioni verso chi la usava come una “porta girevole” (vedere i casi URSS, Germania ed Italia e nel 1935 ebbe come massimo 57 Stati mondiali) e mai sentita come autorevole. Fu sciolta senza rimpianti il 19 aprile 1946, senza aver migliorato il benessere degli abitanti dei Paesi membri.
L'associazione atlantica prese forma il 14 agosto 1941 su una nave da guerra, ideata da Roosvelt e Churchill, ma solo quattro anni dopo fu firmato lo Statuto che vide il signum delle tre Nazioni vincitrici del conflitto con l'aggiunta della Francia (che aveva combattuto con gli Alleati) e della Cina, vincitrice in Oriente contro il Giappone. Si parlò concretamente di “Nazioni unite” a Dumbarton Oaks, nei pressi di Washington, con la conferenza che si tenne dal 21 agosto al 7 ottobre 1944 e che pose le basi della futura ONU.
Il 24 gennaio 1946 ci fu la prima risoluzione sulla questione nucleare, con la creazione di una Commissione per l'Energia Atomica affinché venisse deciso un uso pacifico e regolato delle armi atomiche.
I compiti delle Nazioni Unite spaziavano (e lo fanno ancora) dal mantenere la pace e la sicurezza nel Mondo alla promozione della soluzione delle controversie internazionali e risolvere in maniera pacifica tutte le situazioni che potrebbero degenerare in un conflitto; da sviluppare i rapporti amichevoli alla promozione della cooperazione eco-sociale; dal far rispettare i diritti umani e le libertà fondamentali al disarmo; al rispetto del diritto internazionale favorendone il suo sviluppo e la sua codificazione.
Furono istituite due strutture molto importanti, paragonabili ad un governo ed un parlamento “mondiali”: il Consiglio di Sicurezza e l'Assemblea generale.
Il Consiglio di Sicurezza si compone (ieri come oggi) di quindici Stati membri, di cui dieci a rotazione ogni due anni, mentre Stati Uniti d'America, Unione Sovietica, Gran Bretagna, Francia e Cina sono i membri permanenti in quanto Paesi vincitori della guerra. Il Consiglio di Sicurezza deve decidere sugli interventi militari e prendere le decisioni a maggioranza, ma tra chi vota a favore devono esserci i voti dei cinque membri permanenti (il diritto di veto). E' sempre attivo ed il suo compito è quello di far mantenere la sicurezza internazionale ed evitare che i contrasti tra due Stati (o più) possano degenerare in una guerra facendo il possibile per far tornare la pace tra i due litiganti. Dal 1945 al 1949 la Cina è stata rappresentata dalla Repubblica di Cina, mentre dal 1971 a oggi la Cina è rappresentata dalla Repubblica Popolare. Dal 24 dicembre 1991 l'Unione Sovietica è stata sostituita dalla Repubblica federale di Russia.
Nei primi dieci anni della Guerra fredda furono Paesi membri senza diritto di veto: Egitto, Messico e Paesi Bassi (46); Australia, Brasile e Polonia (biennio 46/47); Belgio, Colombia e Siria (47/48); Argentina, Canada e Repubblica socialista di Ucraina (48/49); Cuba, Egitto e Norvegia (49/50); Ecuador, India e Jugoslavia (50/51); Brasile, Paesi Bassi e Turchia (51/52); Cile, Grecia e Pakistan (52/53); Colombia, Danimarca e Libano (53/54), Brasile, Nuova Zelanda e Turchia (54/55). L'Italia fu per la prima volta membro del Consiglio di Sicurezza nel biennio 1959/60 (in totale lo è stata sei volte).
L'Assemblea generale invece comprende tutti gli Stati del Mondo riconosciuti dall'ONU (nel 1945 erano 56, ora sono 193 su 205 totali).
In Assemblea, ogni Stato può avere cinque membri a rappresentarlo ma ha un solo voto (una testa, un voto) ed è la più rappresentativa tra le istituzioni delle Nazioni unite. Può solo fare raccomandazioni e segnalazioni ai Paesi ma non può utilizzare la forza contro questi. La prima assemblea su convocata il 10 gennaio 1946 a Londra, mentre ora la sede è nella piazza delle Nazioni Unite, a New York. La sede del Segretariato è presso il “palazzo di vetro”, un edificio vetrato costruito tra il 1949 ed il 1950 ed inaugurato il 9 gennaio 1951 ad opera dell'archistar brasiliano Oscar Niemeyer.
Gli altri organismi dell'ONU sono: i Tribunali istituiti dal Consiglio di sicurezza (Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia de L'Aia, nei Paesi Bassi; Tribunale Penale Internazionale per il Ruanda con sede ad Arusha, in Tanzania; Corte Speciale per la Sierra Leone con sede nella capitale Freetown; Tribunale Speciale della Cambogia con sede nella cittadina cambogiana di Phnom Penh); il Segretariato ed i suoi quattordici enti da lui istituiti; il Consiglio Economico e Sociale (ventotto enti da lui istituiti, tra cui FAO, Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo; l'Organizzazione internazionale del lavoro; il Fondo Monetario Internazionale; l'UNESCO; le organizzazioni intergovernative, di cui diciannove con uffici permanenti (Unione Europea, Lega araba, Unione Africane) e cinquanta prive di uffici permanenti (Consiglio d'Europa) e altri uffici come la Croce Rossa Internazionale, il Sovrano ordine di Malta; i ventisette enti della Assemblea generale (UNICEF, UNHCR; UNHCHR); il Consiglio per i diritti umani; la Corte Internazionale di Giustizia; l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica.
L'Organizzazione delle Nazioni Unite, fino alla nascita del movimento di decolonizzazione, ebbe un ruolo di semplice strumento ed intermediario tra gli scontri tra le due Superpotenze senza poter esprimere un ruolo autonomo nella gestione degli affari internazionali: i nuovi Stati che aderirono all'ONU a partire dagli anni Sessanta diedero maggior forza ad un'istituzione che si pensava destinata a fare la fine della Società delle Nazioni.
Le nuove istituzioni ed organizzazioni nate dopo la fine del conflitto possono essere anche chiamate “American Grand Design”, grande progetto americano.

Nell'immagine il palazzo dell'ONU a New York.
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