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Dopo cento anni dalla Rivoluzione Bolscevica (parte 6) [ di Daniela Asaro Romanoff ]

Grazie alle notevoli ricchezze che portarono in Patria i pirati inglesi, mercanti di schiavi, la regina Elisabetta poté pagare il debito estero, mise in equilibrio il bilancio dello Stato e fece degli investimenti nella Compagnia del Levante. Con i profitti di questa Compagnia fu fondata la East India Company ... tutto ciò venne realizzato con i veri e propri tesori che i pirati rubavano per conto dei loro governanti. Tali pirati, il più noto dei quali è Sir Francis Drake, sono definiti da alcuni storici i 'cani di mare' elisabettiani. I legittimi governi inglesi si servirono di questi uomini senza scrupoli per introitare ingenti patrimoni, soprattutto quelli delle nazioni iberiche, grazie alle azioni sanguinarie e selvagge dei pirati lo Stato inglese si consolidò e, tolti di mezzo i suoi 'cani di mare', poté portare avanti le guerre per la conquista dei mercati. La Russia non utilizzò mai pirati sanguinari per arricchirsi.

Dalla metà del 1600 in poi l'Inghilterra iniziò ad imporre il Navigation Act. Escludendo i mercanti stranieri dalle colonie. Il Navigation Act fu istituito da Oliver Cromwell nel 1651 e revocato dai reali inglesi solamente nel 1849. Le guerre anglo-olandesi, combattute tra il 1652 e il 1674, avevano lo scopo di distruggere il commercio marittimo olandese, per poter avere il controllo su una tratta degli schiavi molto, ma davvero molto redditizia. Ebbene i russi non seminarono mai il terrore nei mari per colonizzare il mondo e ridurlo in schiavitù … .

Gli indigeni delle colonie furono travolti dall'efferatezza degli europei che combattevano per uccidere. La guerra era una scienza in Europa. Cortès conquistò il Messico con poche centinaia di soldati spagnoli e Pizarro distrusse l'Impero Inca con 200 soldati. I 'governi mondiali' del XVI e XVII secolo poterono sorgere grazie ad una supremazia militare.

A quei tempi il subdolo potere delle banche era solo agli inizi.

Tra la fine del 1600 e l'inizio del 1700 l'Inghilterra poté emergere tramite guerre feroci per soggiogare le popolazioni delle colonie e 'feroci tassazioni' della popolazione inglese.

E mentre il governo inglese opprimeva i suoi sudditi con le tasse, in Russia, Pietro confiscava i terreni dei Monasteri, possono essere discutibili anche i metodi di Pietro, ma perlomeno non tormentò i cittadini più poveri con le tasse. Inoltre, Pietro non condusse 'guerre a livello mondiale' per sopprimere altre civiltà e arricchirsi con la tratta degli schiavi … .

La borghesia inglese fu determinante per ridurre il potere dei nobili e del re, ma fu la borghesia ad avvantaggiarsene, ai ceti più poveri non furono date grandi opportunità.

Nel XIX secolo, il secolo in cui i governanti russi venivano considerati autocratici, oppressivi e quant'altro, l'Inghilterra appariva molto benevola nei confronti dei sudditi, ma così non era.

I libri di Charles Dickens descrivono la vera Inghilterra, e non era esattamente così benevola. Lo stesso Dickens, nato a Landport nel 1812, ebbe un'infanzia molto infelice, a causa della miseria che affliggeva gli squallidi sobborghi in cui viveva. Le sue opere più importanti possono essere considerate: “Il circolo Pickwick”, “Le avventure di Oliver Twist”, “David Copperfield”, “Tempi difficili” e “La piccola Dorrit”.

In “Oliver Twist” l'autore riflette sui gravi problemi della società e sul funzionamento dell'amministrazione pubblica. In “David Copperfield” e “Tempi difficili” la società inglese è descritta in tutta la sua spietatezza, le leggi del profitto dominano. “Tempi difficili” evidenzia gli aspetti negativi della società industrializzata. Gli esseri umani rischiano di diventare delle macchine. Anche la mentalità materialistica dell'epoca viene rappresentata in tutta la sua grettezza.

Dickens si interessa molto alla condizione degli operai, sottoposti a fatiche disumane, che non possono non avere delle conseguenze nella loro vita privata.
Ingiustizie avvilenti e forti attriti sociali in Inghilterra. Dickens porta a nostra conoscenza la triste situazione in cui si trova l'operaio Sthepen Blackpool, che è invecchiato precocemente a causa del lavoro faticosissimo e del fallimento del suo matrimonio. Non può ottenere giustizia, perché è un privilegio per i ricchi. Pertanto Blackpool viene considerato irragionevole … . “Tempi difficili” fu pubblicato nel 1854. Nessuna forma di bolscevismo in Inghilterra, anzi, nel 1861, i volantini, in seguito distribuiti in Russia, con un appello alla giovane generazione russa, affinché fossero fondati dei circoli rivoluzionari, vennero stampati a Londra … .

Nicola I Romanov, considerato molto repressivo, fu colpevole per aver avuto tanti ideali, era a conoscenza che nel suo Paese pullulavano le spie straniere e sapeva che c'erano dei centri di potere molto, ma molto più influenti di lui e dei suoi collaboratori. Sapeva pure che certi governi occidentali volevano eliminarlo. Va detto che il più grande ideale di Nicola I consisteva nel voler difendere i principi della Santa Alleanza. Il precedente zar era vivo durante tutto il suo regno, Alessandro I, lo zar che aveva sconfitto Napoleone e aveva concepito la Santa Alleanza, visse per molti anni come un monaco errante. Negli stessi anni in cui governò Nicola I, senza l'aiuto di certe sette, in altri Paesi occidentali solo apparentemente i governi erano liberali, in realtà molti di questi governi erano già schiavi di potenti sette, dunque potevano davvero essere liberali … ? Pertanto Nicola I merita grande rispetto per non aver voluto essere schiavo di certe banche e tenne lontana la Russia da questa schiavitù pericolosa, quella libertà che i Romanov difesero strenuamente e che costò loro tanta diffamazione, è una preziosa libertà che tuttora la Russia ha e altrettanto strenuamente la sta difendendo.

Quando, nel dicembre 1825, Nicola I divenne zar, raccolse un'eredità difficilissima.

Il suo predecessore, suo fratello Alessandro I, assieme al generale Kutuzov e al valoroso esercito russo, aveva sconfitto Napoleone, Alessandro I aveva liberato l'Europa da un sovrano assoluto che voleva possederla tutta, sopprimendo la religione cristiana e molti principi e valori. Nel 1917 e nel 1918 molti sovrani occidentali avrebbero dovuto ricordarsi che se l' identità della loro Nazione era stata preservata, questo era merito dei Romanov.

Nicola I aveva una sconfinata ammirazione per suo fratello Alessandro e per quanto aveva fatto, inoltre, quasi sicuramente Nicola sapeva che suo fratello non era morto, il suo misticismo lo aveva portato a divenire un monaco errante in Siberia. Alessandro 'inscenò' una morte ufficiale non per ingannare il popolo russo, prese questa decisione per potersi dedicare completamente alla preghiera, non avrebbe potuto diventare un monaco, se la gente avesse avuto anche solo il sospetto che era ancora vivo.

Nicola I era il successore di un uomo che aveva liberato l'Europa dalla minaccia napoleonica e aveva concepito un documento per l'Alleanza dei Paesi europei secondo i principi cristiani.

Sin dall'inizio del suo governo l'opinione pubblica occidentale trovò tanti motivi per condannarlo in maniera drastica. Pochi storici e giornalisti rendono noto che Nicola I fu costretto a reprimere la rivolta dei Decabristi ( un gruppo di nobili e ufficiali della guardia imperiale che non lo volevano come zar), dopo aver ripetutamente cercato di dialogare con gli insorti. Nicola I andò personalmente, assieme alle sue guardie, nella piazza del Senato di San Pietroburgo, dove i ribelli erano in piena rivolta. Non fu difficile sedare la sommossa, Nicola aveva vinto, ma lui non la considerò mai una vittoria, il dialogo avrebbe dovuto sedare quella insurrezione, non una battaglia. Secondo Nicola la rivolta era stata ispirata da idee napoleoniche, idee materialiste, che si opponevano alla religione e ai valori morali. Ma non solo le idee napoleoniche erano ancora una minaccia, Nicola conosceva bene anche coloro che volevano diventare i nuovi padroni del mondo, suo fratello Alessandro non era diventato un loro 'vassallo', come altri sovrani e governanti, lo stesso comportamento ebbe Nicola I, diventò una sua missione combattere certi poteri occulti in Patria e anche all'estero. E l'opinione pubblica occidentale iniziò a chiamarlo 'Gendarme d'Europa'. Furono alcuni nobili e soprattutto i ricchi borghesi i più grandi nemici di Nicola I, il popolo non lo detestava, malgrado tutti i tentativi borghesi di sobillazione del popolo contro Nicola I.

Negli stessi anni il popolo inglese soffriva molto, ma i sovrani inglesi non vennero mai accusati.

Nicola I non amava i suoi compatrioti ricchi e potenti, amava il popolo, i suoi detrattori gli hanno fatto e gli fanno tuttora una grande pubblicità negativa di oppressore, ma Nicola era compreso dal suo popolo. Dover essere zar in un Paese in cui esisteva il servaggio era per lui fonte di amarezze continue. Spesso visitava gli orfanatrofi, dove diventava bimbo tra i bimbi, in quelle creature innocenti vedeva l'onestà, che assai raramente poteva incontrare nel suo Paese, forse pochi sanno che adottò dei bambini, dando loro il cognome della sua famiglia: Romanov. Non credo proprio che altri sovrani abbiano fatto altrettanto … . Ritenendo di dover essere il garante della Santa Alleanza, represse delle rivolte aiutando altri Paesi, come l'Impero asburgico, per reprimere una rivolta in Ungheria inviò 200.000 soldati. Agiva con dei precisi ideali Nicola, ma non veniva assolutamente capito e forse non si voleva capirlo. Aiutò le popolazioni dei Balcani e la Grecia, nella lotta per l'indipendenza. Riporto qui di seguito una parte di un mio articolo sulla figura di Nicola I, spero che si possa capire quanto idealista fosse Nicola e quanto fu osteggiato nella politica estera, soprattutto dall'Inghilterra e anche dalla Francia.

“La Gran Bretagna fu il Paese che più di tutti cercò di contrastare in ogni modo gli accordi degli ottomani con i russi, iniziò a sostenere e ad aiutare l'Impero ottomano, incentivò il commercio e la presenza britannica nell'est europeo, questa presenza divenne sempre più importante a danno di quella russa. Anche Austria e Prussia si unirono alla Russia, nella Convenzione di Munchengratz, per sostenere l'Impero Ottomano ed aiutarlo ad evitare altre invasioni come quella di Mehmed Alì. In tale contesto si giunse alla Convenzione di Londra, alla quale parteciparono le potenze occidentali, la Russia, l'Austria, la Prussia. La Convenzione di Londra del 1840 confermò il controllo ottomano sullo Stretto e a tutti i Paesi, compresa la Russia, fu vietato di inviare navi da guerra nello Stretto. Da questa Convenzione la Gran Bretagna uscì rafforzata come alleata degli Ottomani. Non c'è chiarezza per quanto riguarda la fine del trattato di Unkiar Skelessi, ma è evidente che a cominciare dalla Convenzione di Londra del 1840, tenendo presente anche la Convenzione di Londra sugli Stretti, considerando l'intensissimo lavoro diplomatico britannico teso a deteriorare i rapporti tra Russia e Impero Ottomano, si può ragionevolmente affermare di assistere in tali anni ad un attacco diplomatico ben organizzato ed efficace delle potenze occidentali contro la Russia.

Va detto che Nicola I fu molto contrastato anche sul piano religioso. Napoleone III ottenne per i cattolici romani alcune importanti concessioni per quanto riguarda i Luoghi Santi. Proprio da una disputa sul controllo dei Luoghi Santi tra Russia e Francia ebbe origine la Guerra in Crimea. Quando la Turchia si schierò dalla parte della Francia, la Russia attaccò ed era proprio quello che le potenze occidentali desideravano da tempo: trascinare la Russia verso la guerra, dopo averla logorata con un subdolo gioco diplomatico.

Gli altri Paesi avevano per decenni cercato di rafforzare il loro prestigio ai danni di quello russo. Spero che possa essere abbastanza evidente, Nicola I, quando fu costretto ad attaccare, lo fece sempre per difendere l'identità storica, culturale e religiosa del suo Paese, che amava immensamente e non avrebbe voluto vedere divisioni nell'ambito di una tradizione e di una cultura davvero speciali.

… E fu Crimea. Nicola I, amareggiato, deluso, tradito, morì a San Pietroburgo il 2 marzo 1855.

Visto e considerato quanto accaduto in Crimea quali sono stati davvero i Paesi autocratici ed espansionisti? Tenendo presente che alcuni dei Paesi belligeranti avevano colonizzato, avevano ridotto in schiavitù intere popolazioni, invadendo e distruggendo delle civiltà importanti.

Certi governi sono come quelle persone che si nascondono, si mimetizzano e non vengono mai giudicati, chi si nasconde spesso tradisce colpendo alle spalle, ma … tutti coloro che agiscono così vengono assai frequentemente, non si sa per quale motivo, ritenuti liberi, liberali, tranquilli, civili, pacifici, ecc.ecc. .

La Guerra in Crimea ci dimostra quanto terrificante e sconvolgente possa essere la “guerra di religione”, sono sempre guerre che hanno altri scopi e utilizzano purtroppo le religioni.

Visto e considerato tutto ciò, ci si chiede quando ci sarà la maturità per vivere in modo civile e analizzare la storia in modo onesto.”

Con questo mio scritto, non voglio condannare nessuno, le azioni cattive sono da condannare, ma le persone saranno giudicate un giorno da Qualcuno, che è misericordioso, non dimentichiamolo, quindi se Lui è misericordioso, perché noi dovremmo essere dei giustizieri?

Io personalmente non comprendo la necessità o il desiderio di riunirsi in gruppi segreti per decidere in merito alle sorti del mondo, pertanto posso essere critica nei confronti della massoneria, ma i massoni, in quanto esseri umani. hanno il mio rispetto. Tutti i Romanov si tennero a debita distanza dalla massoneria, alcuni di loro, come Alessandro I e Caterina II, furono attratti da certe filosofie massoniche, ma poi le rigettarono con decisione.

Nicola I fu molto osteggiato nella sua politica interna ed estera dalla massoneria.

La Guerra in Crimea ebbe notevoli finanziamenti da certe sette occulte per le quali Nicola I, che voleva difendere la religione cristiana ortodossa, doveva essere assolutamente ostacolato. Ma anche i cattolici Asburgo dovevano venir eliminati. Le religioni non potevano essere sostenute dai governi, le religioni dovevano scomparire.

Nostro dovere di scrittori e giornalisti è informare la gente in merito alla verità storica, ma non illudiamoci che questo sia un compito facile. Malgrado ormai ci siano tanti documenti che attestino quanto sia stata capitalista la vera identità della rivoluzione bolscevica, malgrado gli stessi Rothschild abbiano parlato chiaro:

“Fuck the queen I care not what puppet is placed upon the throne of England to rule the Empire on which the sun never sets. The man who controls Britain’s money supply controls the British Empire, and I control the British money supply.”

Certi miei articoli relativi a questi argomenti hanno avuto dei commenti che ci fanno capire quanto lontani ancora siamo dalla volontà di dialogare … la capacità di ascolto è nulla, le critiche non sono costruttive, si vuole salvaguardare una storia falsa, affinché l'attuale politica possa essere favorevole sempre agli stessi padroni, vengono considerati falsi gli scrittori e i giornalisti che non stanno dalla parte di quei padroni.

E' una lotta accanita tra luce e tenebre. Noi crediamo in Cristo, che è stato messo in Croce … .

Ma Lui ha detto: ”Non abbiate paura, io ho vinto il mondo”.

E noi proseguiremo a parlare della verità senza paura.

Riporto altre parti del mio articolo relativo a Nicola I.

“Nicola non era fedele solamente ai suoi principi, era molto fedele anche come amico, aveva amicizie con tante persone comuni, che potevano vederlo e parlare con lui allo stesso modo con cui si parla con un amico qualsiasi. In un uomo così esigente prevaleva sempre l'umanità, apriva anche le porte dei suoi palazzi e quelli erano giorni di apertura totale, incondizionata, chiunque poteva avvicinarlo; va ricordato che si poteva vedere Nicola camminare anche per le strade della sua città. Nelle giornate di apertura dei palazzi gente di varie etnie, e diverse professioni e mestieri, soldati, contadini, mercanti, boiari si incontravano e socializzavano nei palazzi dello zar. “

“Anche Nicola era un grande lavoratore, ci si chiede come potesse avere tante energie, era il primo ad alzarsi alla mattina per dedicarsi al suo lavoro, era l'ultimo a ritirarsi alla sera. Con grande zelo riusciva ad amministrare vari settori: economia, commercio, agricoltura, forze armate. Ciò veniva e viene considerato ancor oggi un difetto, ma lui credeva in quello che faceva, si sentiva responsabile per tutto e per tutti, percepiva il suo incarico come una missione divina, pertanto gli sembrava di non avere fatto mai abbastanza.

Uno dei suoi più grandi nemici fu la nobiltà dell'epoca. Ebbe violente opposizioni e così fu per i suoi successori fino a Nicola II. L'integrità di Nicola I spesso si scontrava con la corruzione. Probabilmente pochi sanno che lo zar fece eseguire ad alcune persone di sua fiducia delle indagini, per capire fino a che punto la corruzione fosse penetrata nel suo Paese. Quando gli venne consegnato un documento, notò che c'erano tanti, ma davvero tanti nomi di persone che avrebbe dovuto mettere in carcere, gli sembrò di veder crollare in un momento il suo amato Paese e alcuni testimoni dissero che pianse amaramente. In quel caso preferì essere diplomatico, prudente, gettò nel fuoco il documento, e ancor di più si accinse a lavorare senza sosta, di ben pochi poteva fidarsi e doveva cercare di educare molti alla buona volontà e all'onestà con il suo esempio. Lo udirono pronunciare arrabbiato e cupo in volto le seguenti parole: - Ognuno ruba in questo Paese … l'unico che non ruba sono io. - Nicola sentiva che c'era una lotta terribile tra il bene e il male, lui aveva il dovere di far prevalere il bene, ma quanti ostacoli incontrava! Subì vari attentati, più volte cercarono di avvelenarlo. Non c'erano cospiratori solo a San Pietroburgo e a Mosca, ma anche all'estero, in Italia, in Francia, in Svizzera e soprattutto in Germania. I cospiratori ottenevano facilmente passaporti, permessi ed avevano molte protezioni, erano assai più protetti dello zar e della sua famiglia. Alcune testimonianze ci fanno capire che queste persone organizzavano attentati contro lo zar con la stessa facilità e lo stesso stato d'animo con i quali si organizza una festa, molti di essi ricoprivano alti incarichi in Russia.

Non riuscendo ed in seguito, non volendo eliminarlo, per convenienze proprie, cercarono di farlo apparire come un autocrate spietato ed in quell'epoca il 'potere mediatico' dei cospiratori era enorme. Parecchie delle persone, che agivano in tale modo, avevano i nomi scritti in quel documento, che l' 'autocrate' aveva gettato nel fuoco … . Non lo ammazzarono, ma lo diffamarono. Nel 1839 i nobili iniziarono ad avere un'altra grande preoccupazione per quanto riguardava le idee e le iniziative di Nicola I. Le famiglie abbienti erano quasi tutte terrorizzate dal fatto che lo zar volesse dare la libertà alla servitù.

Va ricordato che in Russia non ci fu mai la schiavitù, come in altri Paesi, c'era la servitù, che giustamente veniva considerata un grave problema da Nicola I, uno dei più gravi del suo Paese. Purtroppo varie famiglie si erano abituate a questo triste vantaggio, ed erano assai contrarie alle iniziative dello zar. Tale era lo sconforto di Nicola I per i tanti esseri umani ridotti alla servitù da farlo apparire agli occhi delle classi benestanti come un pericoloso sovrano socialista. Ma non solo lui aveva idee socialdemocratiche, anche altri Romanov istintivamente avvertivano il dovere di stabilire una giustizia vera, senza compromessi, relativa alla buona qualità di vita della gente, questi sentimenti avevano origine nella profonda fede religiosa.

Nicola I fece alcuni passi importanti per la libertà della servitù, ma le sue disposizioni furono travisate e si giunse ad una situazione paradossale. I servi avevano paura della libertà, delle sue conseguenze, di come sarebbero stati i loro rapporti con le famiglie 'datrici di lavorò, temevano così tanto il loro futuro e non apprezzarono gli sforzi di Nicola I. Ovviamente numerosissime famiglie benestanti contribuirono a creare un terribile fraintendimento.

C'erano quasi quaranta milioni di servi, sarebbero stati trasformati in agricoltori. Con le sue idee e iniziative per abolire la servitù, perlomeno Nicola aveva rotto il ghiaccio, un blocco di ghiaccio molto minaccioso per lo zar stesso, considerate le fortissime opposizioni. Sia lui sia i servi erano molto detestati da chi egoisticamente custodiva i propri privilegi.

E si protrasse negli anni l'odio nei confronti dei governanti Romanov, molti storici sono concordi nell'affermare che Nicola II e i suoi famigliari furono sterminati non dai comunisti, ma da certe famiglie che avrebbero voluto sostituirsi a loro nella guida del Paese, i Romanov davano assai fastidio, perché erano troppo religiosi e idealisti. Dobbiamo ricordare che Nicola II fu il primo governante al mondo a proporre il disarmo.

Nella sua lotta contro la servitù Nicola I dimostrò sempre grande determinazione, non si arrese mai, a rischio della sua vita, malgrado le minacce e gli attentati, cercò sempre di far capire che la libertà era un diritto di ogni essere umano.

Lo zar aprì le porte delle Scuole e delle Università a tutti, inoltre, chiunque avrebbe potuto lavorare nell'amministrazione dell'Impero, purché fosse meritevole, senza dover per forza essere il figlio del tal dei tali.

Più di qualche volta Nicola aiutò personalmente varie persone che avevano perduto ogni speranza, anche a causa del vizio del gioco, e si preoccupava di educare tali persone a non cadere più in tentazione.

Probabilmente Nicola era un uomo che sapeva elargire così tanto affetto, perché aveva una famiglia straordinaria. Ebbe molti figli e si occupò personalmente di ciascuno di essi. Avevano una grande importanza per lui gli affetti familiari e l'unità della famiglia. Non trascurò mai il fattore umano, come potrebbero pensare i suoi detrattori.

Va ricordato l'episodio che vide Nicola difendere strenuamente una giovane coppia di sposi dalle ire della famiglia della ragazza, si erano sposati di nascosto e la famiglia, che si sentiva offesa nell'onore, chiese addirittura il carcere e l'esilio in Siberia per lo sposo. Nicola si schierò dalla parte dei giovani con tenacia, vinse l'amore e furono sconfitte le classi sociali. Lo zar stesso fu aspramente criticato dai benpensanti, perché, come padre, permise che alcune sue figlie sposassero degli uomini non all'altezza del rango della famiglia di uno zar, ma Nicola dava più importanza al cuore, come molti altri Romanov.

Quando, nel 1848, il colera si propagò minacciosamente nella città, parecchi benestanti fuggirono, ma sia lo zar sia la zarina rimasero vicini alla gente. Li si poteva vedere percorrere la città a piedi e andare ad assistere gli ammalati.”

Nell'immagine la zar Nicola I Romanov. Documento inserito il: 01/06/2017
  • TAG: rivoluzione bolscevica, zarismo, romanov, comunismo, russia

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