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Cefalonia: 8 settembre 1943 [ di Massimo Filippini ]

L''inizio dell''agonia della divisione Acqui.

Fino a quando i Morti di Cefalonia -compreso mio Padre- continueranno ad essere presi in giro ?
Non sarà mai troppo tardi che -soprattutto le Autorità Militari- si decidano a dire la Verità

Tra le tante cose non dette su Cefalonia ce n''è una che viene ACCURATAMENTE IGNORATA poichè -qualora sia menzionata- è in grado di far definitivamente crollare il castello di MENZOGNE E FALSITA'' costruito in tanti decenni sulla triste vicenda e pertando non farne assolutamente menzione è una costante di tutte le innumerevoli ricostruzioni dei fatti in gran parte basate sul mendacio puro e semplice.
Vediamo di che si tratta cominciando col dire che la div. Acqui che presidiava Cefalonia e Corfù era una delle sette Divisioni dipendenti dal Comando dell''11^ Armata italiana di stanza ad Atene il cui Com. te gen. Carlo Vecchiarelli dopo l''armistizio concluso da Badoglio, ordinò alle dipendenti divisioni -compresa ovviamente la ''Acqui''. di cedere le armi pesanti ai tedeschi -conservando quelle ''individuali''- non per un ottuso filogermanesimo ma unicamente perchè l''esame della situazione dopo l''8 settembre non consentiva alternative meno che mai guerresche contro gli stessi.
Tutte le divisioni (meno la ''Pinerolo'' che non obbedì e fini massacrata dai partigiani comunisti greci) obbedirono immediatamente a tale ordine e cedettero le armi ai tedeschi che ne internarono gli uomini (i cd IMI).
A Cefalonia il gen. Gandin consultò gli Uff. li Comandanti di Corpo e il loro parere in merito all''Ordine del Comando di Armata fu di ESEGUIRE L''ORDINE DI CEDERE LE ARMI.
Purtroppo ci furono alcuni uff.li inferiori e quasi tutti di complemento tra cui si distinsero il cap. Pampaloni e il ten. Apollonio che -fuori da qualsiasi norma disciplinare- incitarono una parte dei loro soldati dipendenti -tutti dell''Artiglieria- a ribellarsi al prevedibile ordine del Comandante che altro non era che l''esecuzione di quello a sua volta ricevuto dal Comando di Armata. Avvennero così episodi di insubordinazione gravissimi quali il lancio di una bomba contro l''auto del gen Gandin o l''uccisione di un Capitano -Pietro Gazzetti- mentre si recava al convento delle Suore Missionarie di Argostoili -per ordine di Gandin- a prelevare le stesse per portarle in ospedale ritenuto luogo più sicuro. Costui era a bordo di un autocarro quando venne bruscamente fermato da un Capo di 2^ classe di marina tale F. B. (il nome è riportato nei miei libri) che gli intimò di consegnargli il camion per adibirlo a servizi della marina. Al rifiuto del Capitano, estratta una pistola gli sparò urlando: "Anche voi appartenente alla schiera dei traditori !". Il povero capitano morì dopo due giorni di agonìa all''ospedale ma la sua morte dopo la guerra venne fatta passare come ''avvenuta per fucilazione da parte dei tedeschi''.
v. http://www.cefalonia.it/Il_cap._Pietro_Gazzetti_un_Martire_dimenticato.html Questi ed altri episodi altrettanto gravi provocarono continui rinvii dell''esecuzione dell''ordine di Vecchiarelli facendo sì che il fuggiasco governo Badoglio una volta giunto a Brindisi inviasse il successivo 13 settembre al malcapitato Gandin un ORDINE DI RESISTERE ai tedeschi (che chiedevano l''osservanza del precedente Ordine di Vecchiarelli).
Tale Ordine fu la CAUSA DELLA TRAGEDIA poichè venne inviato SENZA CHE IL GOVERNO BADOGLIO AVESSE PREVENTIVAMENTE DICHIARATO GUERRA ALLA GERMANIA con la conseguenza che durante e dopo i combattimenti i nostri Militari non poterono godere della TUTELA riservata ai ''PRIGIONIERI DI GUERRA'' dalla Convenzione di Ginevra ed assunsero la qualifica di ''franchi tiratori'' come tali fucilabili appena catturati.
Questa è storia e non le chiacchiere dei buffoni che si credono ed agiscono come padroni della vicenda e a conferma di ciò eloquente è il resoconto stenografico -reperibile facilmente nel web- del drammatico colloquio svoltosi il 29/9/1943 -a tragedia di Cefalonia avvenuta- a bordo della corazzata Nelson nelle acque di Malta per la firma del cd armistizio lungo tra il governo Badoglio ed il Com. te Alleato Eisemhower che rimproverò aspramente i membri del governo italiano per non aver dichiarato alla Germania con l''effetto di far fucilare come ''partigiani'' o ''franchi tiratori'' i nostri Militari catturati di cui i tedeschi -COME SANNO BENE AL MINISTERO DELLA DIFESA Uff. Onoranze ai Caduti- fucilarono soltanto 136 Ufficiali alla famosa ''Casetta Rossa'' e pochi altri sfortunati.
Di ciò ovviamente è vietato parlare e addirittura si condannò all''ergastolo al Tribunale Militare di Roma un ex caporale 90enne (tale Stork) con una sentenza che -alla luce di quanto sopra- era già scritta essendo una strumentalizzazione dei fatti raccontati a modo loro dai Difensori delle Parti Civili (due in tutto !) oltre alla solita ANPI e l''Ass. ne Acqui che sembra abbiano toccato con un dito il paradiso ottenendo la peraltro assai facile e scontata condanna di un allora ventenne marmittone.
Quanto ho esposto fu prospettato dall''avv. Zaccaria difensore dell''imputato al Collegio giudicante ma evidentemente non trovò ascolto per i motivi suddetti e tanto valeva che si fosse limitato a chiedere la clemenza della Corte...senza intervenire nel merito.
Ritengo in chiusura che sia il caso di ricordare -in aggiunta a queste righe- che i Morti in totale furono meno di 1700 e SOPRATTUTTO che NON ESISTENDO UNO STATO DI GUERRA TRA ITALIA E GERMANIA non corrisponde a verità l''affermazione di quanti sostengono -MENTENDO APERTAMENTE- che i nostri poveri Ufficiali e Soldati erano PRIGIONIERI DI GUERRA anzichè FRANCHI TIRATORI divenuti tali per uno scellerato ORDINE del Comando Supremo!
Tra loro c''era anche mio Padre magg. Federico Filippini e le FFAA ce l''hanno sulla coscienza due volte: per averne provocato attraverso il traditore Badoglio la morte e per aver occultato da oltre 70 anni la VERITA''.
Documento inserito il: 09/09/2015

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