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I 'Pinocchi' di Cefalonia smentiti dal libro 'Blutiges Edelweiss' [ di Massimo Filippini ]

Le bugie su Cefalonia vengono smentite nel libro di H.F. Meyer, ristampato con il titolo 'Il massacro di Cefalonia'.

Hermann Frank Meyer scrisse agli inizi del 2000 il libro 'BLUTIGES EDELWEISS' (La sanguinaria stella alpina- La 1a divisione da montagna nella seconda guerra mondiale) in cui l'Autore -purtroppo deceduto di recente- trattò delle 'sanguinarie' imprese dell'omonima Divisione nei Balcani e in Grecia con riferimento anche a CEFALONIA.
I 'Pinocchi' nostrani alcuni dei quali si autodefiniscono 'storici' mentre per essi è più appropriato il termine di 'sciacalli' ne hanno applaudito la recente ristampa con il titolo 'IL MASSACRO DI CEFALONIA' con ciò lasciando intendere che esso si riferisca esclusivamente agli eventi ivi avvenuti a settembre del '43 indicati con l'altisonante titolo di 'Massacro di Cefalonia' da cui -secondo le loro menti sconvolte dalla follia- deriverebbe la conferma dell' 'assassinio' di nostri Soldati nella misura terrificante di oltre 10.000 su circa 11.000 componenti la div. Acqui.
La prefazione è stata affidata a Giorgio Rochat la riverita testa 'd'uovo' portata al settimo cielo dalla banda 'ANPI - ASS. ACQUI', binomio che imperversa ormai da anni sulla vicenda con ricostruzioni artefatte ed offensive non solo per la storia ma anche per la logica più elementare che puntualmente si risolvono in un ammasso immane di frottole ideologicamente mirate al sostegno di inesistenti fantasie resistenziali attribuite ai poveri Militari della 'Acqui' Caduti, a differenza di alcuni tragici 'buffoni' loro colleghi che prima fecero fuoco e fiamme contro il Comando di Divisione accusato di essere in combutta con quegli stessi tedeschi con i quali essi -a tragedia avvenuta ANCHE E SOPRATTUTTO per loro colpa - SI MISERO AL SERVIZIO avendo come loro Capo quel capitano Renzo Apollonio di cui i suddetti 'Pinocchi' ancora oggi (!) tessono le lodi attraverso il 'commovente' ricordo -per i gonzi che ci credono- del cd 'Raggruppamento Banditi Acqui' cioè di una banda di 1.286 profittatori che collaborarono addirittura con i tedeschi dopo la tragedia comportandosi da 'furbetti' senza scrupoli e senza dignità.
(v. http://www.miradouro.it/node/10460 ).
Ad alcuni di questi 'Banditi' da quattro soldi il caritatevole Stato italiano ha pensato bene in tempi recenti di attribuire -incredibile ma vero !- la Croce di cavaliere di Cefalonia- alla faccia naturalmente dei poveracci morti anche per loro colpa. Il tutto ovviamente all'insegna del 'chi muore giace e chi vive si dà pace' magari attaccandosi una medaglietta in ricordo della sua 'collaborazione' con i tedeschi che del resto fino al 13 ottobre 1943 erano rimasti pur sempre nostri...alleati !!
(v. http://archiviostorico.blogspot.it/2011/07/da-banditi-acqui-cavalieri-di-cefalonia.html)
Tornando al libro è da rilevare che Giorgio Rochat nella prefazione sostiene che esso costituisce "la più grande ricostruzione di quanto avvenne a Cefalonia, difficilmente superabile per l’ampiezza della documentazione e la grande onestà” e pertanto alla luce di tale affermazione c'è da chiedersi come egli possa aver scritto la prefazione ad un'opera il cui titolo sembra dare per scontata la tesi della STRAGE EPOCALE sostenuta dagli invasati PINOCCHI su accennati, quando egli stesso pochi anni orsono la smentì in un'intervista del 5/7/2006 resa al giornalista Roberto Beretta de L'AVVENIRE -dopo l'uscita del mio 'I CADUTI DI CEFALONIA FINE DI UN MITO'- nella quale tra l'altro disse: "Guardi, i 9 o 10 o 11 mila morti di cui si parla sono invenzioni, tirate fuori da gente che non ha capacità storica e somma tutte le cifre possibili" anche se poi -pur di non ammettere la giustezza di quanto da me scritto- si attestò sulla cifra di 3800 / 4000 Vittime in ogni caso sempre inferiore di oltre la metà alle cifre a vanvera raccontate dai Pinocchi 'resistenzialisti'.
(v. http://www.storialibera.it/epoca_contemporanea/II_guerra_mondiale/cefalonia/articolo.php?id=1855&titolo=Rochat:)
Alla luce di quanto sopra che altro dire -tenendo presente, per essere stato dimostrato dallo scrivente per primo e poi da altri come il prof. Carlo Gentile CTU in vari processi su Cefalonia o la storica E.A. Rossi nel suo 'Una guerra a parte' fino a Meyer e da altri tra cui Gianfranco Ianni nel suo 'Rapporto Cefalonia'- se non che oltre ai Caduti nei Combattimenti gli UNICI A PAGARE -DOPO LA RESA- LA FOLLIA DELLA RESISTENZA furono ESCLUSIVAMENTE 136 UFFICIALI -tra cui Mio PADRE- fucilati come 'partigiani' o 'franchi tiratori' in quanto non tutelabili dalla Convenzione di Ginevra sui 'prigionieri di guerra' perche non era in corso alcuna guerra con i tedeschi che addirittura erano tuttora nostri alleati?
La guerra infatti venne dichiarata solo il 13 ottobre successivo dietro insistente richiesta degli Alleati scandalizzati dal modo di agire del nostro governo 'real-badoglianoì che inviò l'ORDINE DI COMBATTERE al malcapitato gen. Gandin (altro che le buffonate sul 'referendum' tra la truppa !) ben conscio -per sua stessa ammissione!- delle letali conseguenze che esso avrebbe comportato sui nostri militari.
A questo punto risulta più che evidente come il tentativo di 'arruolare' il defunto H. F. Meyer tra i PINOCCHI di Cefalonia sia da considerarsi fallito tenendo presente che l'iniziale frase di Rochat che definisce il libro come "la più grande ricostruzione di quanto avvenne a Cefalonia, difficilmente superabile per l’ampiezza della documentazione e la grande onestà": trova conferma soprattutto riguardo al punto focale della vicenda -cioè il massacro NON AVVENUTO di un numero apocalittico di uomini- già affrontato dallo stesso Meyer nel suo precedente saggio 'Blutiges Edelweiss' dove nell'introduzione si legge: "A Cefalonia secondo il calcolo dello studioso tedesco sarebbero morti in totale circa 4.000 Italiani; 2.500 sull’Isola, nelle esecuzioni, ma anche in azioni di combattimento o nei massicci bombardamenti della Luftwaffe. Altri 1.500 prigionieri sarebbero morti durante il trasporto dall’Isola, perché le navi finirono sulle mine ed affondarono".
Coloro che intendevano utilizzare il libro di Meyer ristampato con il titolo "IL MASSACRO DI CEFALONIA" per dare vigore alle loro reiterate fandonie -SMENTITE PROPRIO NELLO STESSO!- sono serviti anche se -dico io !- almeno lo potevano leggere prima per evitare di fare quest'altra figura da peracottari!
Documento inserito il: 28/12/2014
  • TAG: cefalonia, h f meyer, blutiges edelweiss, massacro cefalonia, armistizio, 8 settembre 1943, divisione acqui, caduti effettivi
  • http://www.cefalonia.it

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