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29 giugno 1916: L'attacco col fosgene sul Monte San Michele [ di Maury Fert ]

Mentre la Strafexpedition stava sconvolgendo le montagne dell'Altopiano di Asiago, la situazione sul fronte isontino era apparentemente calma. Durante i mesi primaverili erano stati compiuti dei piccoli progressi attorno a Gorizia, sul Sabotino e sul Monte San Michele.
Su quest'ultimo, dopo la Quinta Battaglia dell'Isonzo i soldati del IX°Corpo d'Armata erano riusciti ad avanzare fino a poche decine di metri dalla prima linea austroungarica, costruendo nuove trincee e postazioni sicure per i lanciabombe.
Ma proprio in questa zona del Carso isontino, gli uomini guidati da Borojevic sperimentarono un attacco con una delle tante novità tecnologiche della Grande Guerra: le bombe chimiche.
Furono preparate tremila bombole con il fosgene, un gas composto da cloro e fosforo, che una volta aperte avrebbero rilasciato il loro contenuto sulle trincee italiane.
All'alba del 29 giugno un leggero vento rese favorevole questa operazione: dalle postazioni asburgiche si levò una grossa nube bianca. Molti soldati italiani cercarono di salvarsi utilizzando la maschera antigas in dotazione, ma la sua semplice composizione non potè contrastare gli effetti del fosgene. A quel tempo infatti, solo l'esercito tedesco possedeva maschere perfettamente funzionanti, come era stato dimostrato durante l'attacco chimico contro i francesi avvenuto l'anno precedente a Ypres.
Gli stessi soldati ungheresi subirono le conseguenze di questo attacco chimico: il vento ad un certo punto cambiò direzione e sospinse una parte della nube sulle loro trincee, provocando l'intossicazione e la morte per molti di loro.
Così all'alba del 29 giugno, le brigate che si trovavano sul Monte San Michele persero circa 2.000 soldati, mentre altri cinquemila rimasero intossicati. Gli austroungarici invece contarono 250 morti e quasi 1.500 intossicazioni. Queste cifre appaiono ancora più raccapriccianti se si considera come i vantaggi ottenuti furono nulli.

Soldati italiani con la maschera antigas Fonte Immagine: Consorzio Culturale Monfalconese
Documento inserito il: 13/02/2015

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