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Il 1915 in Italia e nel Mondo [ di Maury Fert ]

In Italia, dopo la dichiarazione di neutralità dell''agosto 1914, la situazione divenne di giorno in giorno più critica.
Il dissidio tra interventisti e neutralisti sfociò sempre più spesso in clamorose manifestazioni di piazza, con scioperi generali, interventi della forza pubblica, morti e feriti. Infine gli interventisti ebbero la meglio ed il nostro Paese entrò in guerra il 24 maggio 1915 a fianco dell''Intesa contro i due ex alleati della Triplice: Austria-Ungheria e Germania.
Dall''inizio delle ostilità al 2 dicembre, 250.000 uomini, tra morti, feriti e malati di colera e di tifo esentematico, furono messi fuori combattimento.
Il Capo di Stato Maggiore Gen. Luigi Cadorna esclamò: "Gli Italiani non si illudano, sarà una guerra lunga".
Anche in Germania e in Austria nessuno si illudeva che la guerra potesse concludersi rapidamente.
In Austria cominciavano a scarseggiare il latte e il pane. Avvisi municipali affissi sui muri di città e paesi raccomandavano come alimento base la polenta italiana, ed insegnano il modo di prepararla.
A Berlino venne lanciata una campagna per utilizzare i rifiuti della cucina e della casa. I tedeschi mangiano tutti lo stesso pane chiamato Kappa. Si tentò di tenere alto il morale della popolazione con film e rappresentazioni teatrali.
Dopo l''occupazione di Varsavia giunse a Berlino una giovane attrice polacca, Apollonia Chalupec, che diventerà famosa con lo pseudonimo di Pola Negri.
A Londra come a Parigi, Berlino e Vienna era in vigore il coprifuoco. Le lampade stradali erano verniciate di nero. Le strade erano tappezzate di cartelli che invitavano ad arruolarsi. Il nome dell''infermiera inglese Edith Cavell fucilata a Bruxelles dai tedeschi per aver aiutato ad evadere alcuni soldati alleati, divenne il simbolo del più alto eroismo.
A Parigi, la capitale europea più direttamente minacciata, si viveva nella paura. Il Louvre era chiuso e i dipinti erano stati posti al sicuro. Anche molti teatri e luoghi di ritrovo chiusero i battenti.
Maurice Chevalier si era arruolato. Max Linder, il dandy delle comiche cinematografiche tornò dal fronte ferito.
Negli Stati Uniti giungeva soltanto l''eco degli orrori della guerra europea. L''affondamento del transatlantico inglese "Lusitania", silurato da un sottomarino tedesco a largo delle coste irlandesi causando la morte di 1.198 passeggeri su 1926, tra cui 114 americani, suscitò una violenta reazione nell''opinione pubblica, ma non scuosse il Governo Federale. Il successo letterario dell''anno fu il primo libro su Tarzan di Edgar Rice Burroughs. Charles Chaplin divenne Charlot. Il pubblico acclse entusiasticamente il film "Nascita di una Nazione" del regista Griffith nel quale si esaltavano le imprese dei bianchi cavalieri del Ku Klux Klan nella lotta razziale contro i negri.
In Italia i prezzi al consumo subirono un rialzo. Il 22 marzo una legge imponeva il pane unico con crusca a tutti gli Italiani. La stessa cosa successe per la carne bovina, rincarata di 30 cent. al chilo e molto spesso sostituita da carne d''asino. Per contenere l''insorgere delle manovre illecite di arricchimento vennero approvate un''imposta straordinaria sui profitti di guerra e quella personale sugli uomini che restavano a casa.
Nonostante l''aumento delle tasse e del costo della vita, gli Italiani risposero con entusiasmo alle sottoscrizioni per il prestito nazionale e fecero a gara per raccogliere fondi ed indumenti di lana per i soldati al fronte. In tutte le città si crearono Comitati di Raccolta, Uffici Pro Esercito, Posti di Ristoro. A presiedere questi sodalizi vennero chiamati membri della Famiglia Reale, dell''aristocrazia e del mondo artistico.
Nelle città del Nord si avvertiva maggiormente la vicinanza della guerra.
A Bologna il buio è obbligatorio dopo le 20. I lampioni vennero dipinti di blu. Il monumento del Nettuno venne protetto da tavole di legno. Sulla Torre degli Asinelli c''era una mitragliatrice antiaerea, su quella dell''Arengo un posto di vedetta.
A Venezia nei ritrovi cari ai turisti di tutto il mondo, come il celebre Caffè Florian, i camerieri facevano servizio di sera con accenditori automatici.
Brescia era già zona di guerra: un bombardamento aereo uccise 8 persone e ne ferì 30.
Milano da sempre è una città "col coeur in man". Le donne sostituivano gli uomini al fronte come spazzine, tranviere, postine. I giovani esploratori partecipavano pieni di zelo alla "passeggiata per la raccolta della lana". Signore e signorine preparavano pezze da piedi imbevute di acido salicilico e rudimentali maschere antigas profumate alla verbena.
Se non fosse stato per la scarsità di uomini, la vita nel Meridione procededeva difficile ed uguale a quella di sempre.
A Bari giunse finalmente l''acqua del Sele attraverso le tubature del nuovo acquedotto.
I napoletani cercarono di dimenticare i dolori della guerra, i problemi della disoccupazione e del pasto quotidiano, sfogadosi a cantare la parodia dell''Inno Nazionale austriaco fatta da alcuni soldati al fronte: "Serbi Iddio l''austriaco regno" divenne: " Sperda Dio l''austriaco regno / Cada Checco imperator!". In un teatrino di periferia fece la sua comparsa come cantante Titina De Filippo accanto a Nino Taranto, già dilettante macchiettista delle festicciole di Napoli, le cosiddette "periodiche" della piccola borghesia. Entrambi erano impegnati in un programma di canzoni sceneggiate.
Nei grandi teatri Dina Galli portò al trionfo "Scampolo" di Dario Nicodemi ed Ermete Zacconi la "Meteora" di Domenico Tumiati. Pirandello ebbe invece sfortuna col suo lavoro "Se non è così". Lo ripresentò poi ritoccato col titolo "La ragione degli altri".
Nei 1500 cinematografi di tutta Italia è proiettata la riduzione di "Cuore" di De Amicis. Le grandi dive chiamate anche le "donne mute" erano impegnate in film patriottici: Francesca Bertini in "Eroismo d''amore" Leda Gys in "Sempre nel cor la Patria" Mary Cleo Tarlarini in "Volontaria della Croce Rossa" Lidia Quaranta in "Muore sul campo".
A Natale, quando si fece il bilancio dell''anno, la voce "perdite d guerra" affievolì persino il ricordo del terribile terremoto che in gennaio aveva devastato la Marsica, distrutto Avezzano e altri cinquanta comuni, provocando la morte di 30.000 persone. Mentre ferveva l''opera per mandare un pacco dono ai soldati sui monti innevati, le madri, le mogli, le fidanzate, facevano la coda in Via Santo Stefano del Cacco a Roma, o in Largo Notari a Milano, davanti all''Università Bocconi, dove avevano sede gli Uffici Centrali per la Ricerca dei Dispersi. Le meno fortunate rileggevano ai figli l''ultima lettera scritta dal marito prima di morire sotto il fuoco nemico.
Documento inserito il: 26/07/2015

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