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Battaglione Alpini Val d’Ellero

Il 23 maggio 1915, il battaglione Val’Ellero, al quale si era aggregata l’11a compagnia del battaglione alpini Mondovì, si trovava dislocato sul Monte Kila, il val Resia, alle dipendenze del comando di Zona Carnia. Il giorno successivo, con l’inizio delle ostilità occupò Monte Sinovik, distaccando i propri reparti a Casere di Kaal, Monte Uplanjah e Monte Guarda. Il 27 maggio, l’11a compagnia si portò a Monte Kaal. Tutte le compagnie del Val d’Ellero vennero impiegate in lavori di rafforzamento e di pattugliamento del territorio. Il 21 giugno, dopo la conquista di Planina Baba, alcuni nuclei di alpini appartenenti al battaglione, vennero inviati a presidiare quelle posizioni. Il 1° luglio il Val d’Ellero occupò il Monte Banjski Skedenj, distaccando un piccolo contingente di alpini a Kanin Hutte. Fino al 12 agosto, le compagnie lasciate a presidio della zona, contiunuarono ad essere impiegate in lavori di vario tipo. Il giorno successivo il battaglione, riunitosi sul Banjski Skedenj, inviò una propria compagnia a quota 1439 ed un plotone a Kanin Hutte. Il 14 agosto prese parte alle dipendenze del IV corpo d’armata ad un’azione offensiva nel settore della Conca di Plezzo. All’inizio delle operazioni, alcuni reparti raggiunsero il margine est della conca, mentre l’11a compagnia occupò Gozdica Planina; a questo punto l’azione subì una sosta, profittando della quale vennero fortificate le posizioni conquistate e nel contempo vennero inviate pattuglie a sorvegliare le attività del nemico. Il 19 di agosto, l’11a compagnia si spostò a Krinica Planina e a quota 757. mentre la 210a compagnia raggiunse quota 1439. Ripresa l’offensiva, ai reparti della Colonna Giardina, dela quale il Val d’Ellero faceva parte, venne affidata la missione di tentare la conquista del Monte Rombon. Il 23 dello stesso mese, il battaglione speciale Bes, conquistò il Monte Cukla, mentre il Val d’Ellero prese Goricica Planina. Respinti i contrattacchi portati dal nemico, la notte del 27 venne tentata l’occupazione del Monte Rombon. La 209a e la 210a compagnia, si lanciarono contro le falde sud del monte, mentre l’11a compagnia ricevette il compito di intercettare il sentiero posto tra il fondo valle e la vetta del monte. Dei piccoli nuclei del battaglione speciale Bes riuscirono a raggiungere la vetta del Rombon, ma la reazione avversaria e il fuoco dell’artiglieria, impedì il successo dell’azione. Giunsero alcune altre compagnie di alpini destinate a ricostituire i reparti che avevano subito le perdite maggiori. L’11a compagnia entrò a far parte del battaglione speciale Piazza, mentre il Val d’Ellero, ritirato dalla prima linea, si accampò tra Krnica Planina e quota 1482 in posizione di riserva, dove svolse compiti di trasporto e di lavori vari. Il 21 settembre, la 209a compagnia si portò in trincea sul Monte Rombon tra le quote 700 e 1000, effettuando in seguito turni in linea con la 210a. Nei mesi di ottobre e novembre, i reparti presenti sul Monte Rombon mantennero impegnato il nemico con azioni dimostrative e con azioni di pattuglia. Il 5 dicembre, il Val d’Ellero si riunì a Pluzne, dove rimase fino alla fine dell’anno, impegnato in lavori di rafforzamento. Il 5 gennaio 1916, la 210a compagnia, rinforzata da due plotoni della 209a, raggiunsero le posizioni sul Monte Cukla, dalle quali i due plotoni vennero ritirati il 25 dello stesso mese. Quei reparti vennero principalmente impiegati in compiti di sorveglianza ed in lavori di rafforzamento della linea difensiva. Alle prime luci del 12 febbraio gli Austriaci riuscirono ad occupare i trinceramenti posti sulla cima del Monte Cukla e solo il pronto intervento della 210a compagnia del Val d’Ellero riuscì ad arrestare l’avanzata nemica: il battaglione, sopraggiunto poco dopo, schierò sul posto un plotone della 209a compagnia a quota 1300, mantenendo gli altri due come riserva. Nel corso della mattinata del 14 febbraio, giunse sul posto anche il battaglione alpini Bassano, che appoggiato dagli altri reparti presenti, tentò di riprendere le posizioni perdute senza riuscirvi, a causa di un nutrito lancio di bombe a mano da parte del nemico, che rese impossibile la scalata della parete rocciosa. La sera del giorno 15, il comandante del Val d’Ellero assunse la difesa del del 3° sottosettore del fronte: egli poteva contare oltre che sui propri reparti, anche su di una compagnia del 6° reggimento fanteria e una dell’11° bersaglieri. La 209a compagnia del battaglione venne posta a presidio di quota 1300, mentre la 210a schierò due plotoni sulla sinistra e due sulla destra di quota 1583. Il 22 febbraio, il XXVII bersaglieri occupò le trincee poste sulla destra di Monte Cukla, mentre gli alpini del battaglione quelle poste alle quote 1600, 1000 e 1583: la compagnia del 6° fanteria venne ritirata dalla prima linea. Il 29 il Val d’Ellero venne sostituito dal battaglione alpini Val Tanaro, trasferendosi a Luico, da dove il 3 marzo si portò a Cividale, da dove ripartì in treno per raggiungere Stazione per la Carnia, dove si trattenne fino al 26 dello stesso mese a disposizione del IV corpo d’armata. Il 27 venne assegnato al sottosettore valle Aupa, dislocando i propri reparti tra Dordola e Grauzaria, dove essi svolsero attività di pattugliamento e lavorative. Il 7 aprile la 209a compagnia occupò le trincee di Monte Andri con un plotone che venne dislocato a casera Ladusset; la 210a si acquartierò invece in quelle di Monte Glazzat. Il comando del battaglione stabilì la propria sede a quota 1350, restando poi a disposizione del settore: il 23 aprile assunse la difesa del fronte di Monte Andri. Il Val d’Ellero, che nel frattempo era stato assegnato al 7° gruppo alpini, rimase nelle posizioni in valle Aupa fino al 25 giugno; venne sostituito in linea il giorno 26 . Lo stesso giorno raggiunse Moggio, ed il 28 venne trasferito all’8° gruppo alpini. In quei giorni era in pieno sviluppo l’offensiva italiana sull’altopiano e gli alpini mricevettero l’ordine di sfondare le difese nemiche comprese tra Monte Chiesa e Corno di campo Bianco e successivamente di procedere in derezione della forcelletta di Galmarara e subito dopo verso la Bocchetta di Portule. Il 2 luglio, il Val d’Ellero e il battaglione alpini Val Tagliamento, assunsero la difesa della linea compresa tra Malga Pozze e Monte Campigoletti. Il giorno seguente, tutto l’8° gruppo si radunò nel bosco Mitterwald, il 5 alle falde sud-est della Cima delle Saette, il 6 a Busa di Lozze e successivamente tra il Monte Lozze e la Cima delle Saette, con l’ordine di attaccare Monte Cucco di Pozze e Busa del Ghiaccio; la 210a compagnia venne assegnata al gruppo Stringa. Nel frattempo vennero una colonna principale, posta alle dipendenze del comandante del battaglione Val d’Ellero, ed una secondaria; la 209a compagnia venne tenuta come riserva. Il giorno 7 iniziò l’assalto alle posizioni nemiche che si protrasse per tre giorni: vennero ottenuti solo pochi successi, mentre l’artiglieria austriaca causò gravi perdite tra gli alpini. Sospese le operazioni offensive, vennero consolidate le posizioni conquistate e durante la notte del sul 10 luglio, il battaglione si riunì tra Monte Lozze e quota 1912, dove venne impiegato nel potenziamento della linea difensiva del settore. Il giorno 19 tornò nuovamente in linea. Terminati i preparativi per la nuova offensiva, l’ gruppo costituì due colonne che avrebbero condotto l’attacco contro le posizioni nemiche di Busa del Ghiaccio e quota 2056: la colonna di destra alle dipendenze del comandante del battaglione, era formata dal Val d’Ellero e dal Val d’Arroscia. Il giorno 24 ebbe inizio l’attacco: per tre giorni l’avanzata procedette lentamente a causa delle difficoltà del terreno e del fuoco nemico, che produsse gravi perdite tra gli alpini, causando la sospensione dell’offensiva. Al termine di questa operazione, i reparti vennero impiegati in lavori di rafforzamento delle posizioni raggiunte. Il 25 luglio il Val d’Ellero si portò tra Monte Lozze e quota 1912, mentre il 1° agosto si trasferì a Malga Fossetta, dove erano già riuniti gli altri reparti del gruppo. Il giorno 9 gli alpini vennero rimandati in linea, ed il Val d’Ellero, durante la notte del giorno 11 venne inviato a presidiare le posizione di Monte Campigoletti e di Monte Ortigara, dove resterà fino al 5 ottobre. Il giorno 6 di settembre, sostituito dal XXXII bersaglieri, il battaglione si trasferì a Malga Fossetta, il 25 dello stesso mese a Busa della Campanella. L’ dicembre raggiunse Roccolo Cattagno, mentre il giorno 15, dopo aver lasciato sul posto la 210a compagnia, ritornò a Malga Fossetta. Fino alla fine dell’anno, gli alpini vennero utilizzati in lavori di sgombero neve, nel restauro delle opere difensive danneggiate dalle valanghe e nella costruzione di ripari stabili. Verso la fine di dicembre, al battaglione venne assegnata la 211a compagnia, mentre il raggruppamento assunse la nuova denominazione di comando dei gruppi alpini 8° e 9°. Il 4 gennaio 1917, il battaglione Val d’Ellero, che nel frattempo era stato destinato all’8° gruppo alpini operante nel sottosettore nord, assunse la difesa della suddivisione di sinistra inviando la 209a e la 210a compagnia a presidiare la linea di fronte che andava da Busa dell’Orco a Pozza dell’Ortigara, mentre la 211a rimase in riserva tra quota 1912, la Sella di Campoluzzo e la cortina nord di Monte Lozze. Il 17 marzo, sostituito in linea dal battaglione alpini Val Tanaro, il Val d’Ellero si riunì a Baita dell’Aja. Il 18 giunse a Primolano ed il 19 raggiunse Borso, dove rimase fino al 10 maggio. Il giorno successivo venne trasferito a Romano d’Ezzelino. Il 28 dello stesso mese, il battaglione venne nuovamente inviato a Malga Fossetta. Nel frattempo fervevano i preparativi della nuova offensiva per la conquista dell’Ortigara e del passo della val Caldiera. Gli alpini avrebbero fatto parte della colonna di destra che aveva come obbiettivo la conquista dell’Ortigara e del passo dell’Agnella. La sera dell’8 giugno, il Val d’Ellero si portò nella seconda trincea della linea di resistenza situata sulle pendici orientali di Cima della Caldiera, dove avrebbe costituito la quarta ondata d’assalto, seguendo i battaglioni alpini Bassano, Sette Comuni e Monte Clapier. Nel pomeriggio del giorno 10, terminato il bombardamento di preparazione, gli alpini si lanciarono all’assalto: il Val d’Ellero, dopo essere uscito dalle sue posizioni di partenza ed aver attraversato il terreno battuto dal fuoco nemico, si radunò, in un angolo morto nei pressi di Buso. Con un ulteriore sforzo il battaglione, risalendo la valle dell’Agnella, si unì agli altri reparti impegnati nella conquista dei trinceramenti nemici, fino ad arrivare alla quota 2101 di Monte Ortigara. Fino la giorno 14, il Val d’ Ellero provvide alla risistemazione delle trincee occupate nel tratto compreso da quota 2101 al passo dell’Agnella, riuscendo a respingere alcuni violenti contrattacchi portati dal nemico.Verso sera il battaglione venne rimpiazzato dal battaglione alpini Monte Spluga. Durante la manovra di avvicendamento, si sviluppò un contrattacco nemico, che cercò di sorprendere gli alpini nel momento più critico del cambio dei reparti. I reparti, accortisi del tentativo messo in atto dagli austro-ungarici, riuscirono a respingere i reparti avversari che erano riusciti ad insinuarsi nelle posizioni occupate dagli alpini. Nella giornata del 15, il battaglione si riunì a Malga Moline, assumendo il 16 la difesa dela linea di vigilanza da Corno della Segala a Busa della Crea.Il 19 giugno, mentre altri reparti del raggruppamento occuparono le posizioni del costone dei Ponari e di quota 2105, il Val d’Ellero inviò diverse pattuglei sotto le posizioni nemiche per evitare che questi potesse spostare le proprie truppe. Durante la violenta battaglia del 25 giugno, nonostante il valore dimostrato dagli alpini, la cresta dell’Ortigara dovette essere abbandonata. Il 9 luglio, la gruppo alpini venne affidato il compito di sorvegliare il tratto di fronte compreso da Pozza dell’Ortigara al roccione sud-est di quota 1807; Nello specifico, il battaglione occupò le trincee di Busa della Crea. Ottenuto il cambio, il 22 luglio il Val d’Ellero si trasferì nel bosco di Mitterwald, ed il 27 sui rovesci del Monte Palo, dove rimase fino al 17 agosto impegnato in lavori di rafforzamento delle opere difensive. Il 18 dello stesso mese, sostituì il battaglione alpini Monte Mercantour nel presidio della linea di resistenza compresa dalla selletta nord di Monte Palo, alla quota 1867. passato alle dipendenze della IIa armata, il battaglione Val d’Ellero cedette le proprie posizioni al battaglione alpini Verona e nella notte del 24 ottobre raggiunse Osteria alla barricata; il giorno 26 per mezzo di autocarri si trasferì a Cividale e subito dopo Tarcento, per poi accamparsi la sera seguente nelle vicinanze di Magnago e Artegna. I suoi reparti vennero destinati a diverse unità ed il battaglione dovette raggiungere la 36a divisione. Il ripiegamento delle nostre truppe, causato dalla rotta di Caporetto, rese difficoltosa la marcia del Val d’Ellero, che il giorno 30 riuscì a raggiungere Alesso. Lì passò, alle dipendenze della 63a divisione e ricevette l’ordine di unirsi ai battaglioni alpini Pinerolo, Monte Mercantour e Monte Canin, con i quali costituì il gruppo Alliney, rimanendo ad Alesso come riserva divisionale. Mentre gli altri reparti del gruppo si attestarono a difesa della conca di Trasaghis, il Val d’Ellero eseguì lavori di fortificazione sulle alture della conca stessa. Nel frattempo la situazione si aggravò: reparti nemici riusciti a passare sulla riva destra del Tagliamento, minacciavano il fianco della divisione. Il 4 novembre, il battaglione prese posizione a Col di Forca occupando Monte Corno e Monte Covria. In base a nuovi ordini, i quattro battaglioni alpini si riunirono portandosi successivamente a Casera Valle del Tochel con l’obbiettivo di proteggere il ripiegamento della divisione, che si spostò a San Francesco per poi proseguire alla volta di Forgaria. Durante questo tragitto, notizie sugli spostamenti del nemico, consigliarono al comandante del gruppo di procedere in direzione di Pielungo, per poi chiedere nuove istruzioni. L’avanguardia del gruppo prese presto contatto con il nemico e ricevette l’ordine di ricacciarlo, operazione perfettamente riuscita al battaglione Pinerolo, mentre la colonna proseguiva nella sua discesa nel fondo della valle. La marcia degli alpini, venne resa più difficoltosa dal fuoco dell’artiglieria austriaca, che provocò perdite tra le file del gruppo. Un nuovo ordine, costringeva il Val d’Ellero a dirigere per San Francesco risalendo le pendici del Monte Flagello; tuttavia solo due compagnie del battaglione poterono eseguire l’ordine, poichè la terza era già discesa nel fondo valle.Ripartito da quella localtà la sera del 5, per unirsi al gruppo che era impegnato nello sfondamento della stretta di Clauzetto, e destinato ad occupare con l’appoggio di alcune compagnie di bersaglieri, le posizioni sovrastanti la conca di Forno. Purtroppo, il nemico riuscì a circondare e a catturare la maggior parte dei reparti avanzati, compresa la 221a compagnia del Val d’Ellero. La situazione critica, convinse i comandi ad un ripiegamento, ed il battaglione venne impiegato con funzioni di retroguardia. Dopo aver marciato per tutta la notte sul 7 novembre, i resti del Val d’Ellero e delle compagnie di bersaglieri, giunsero allo sbocco della val Chiarzò, che trovarono già occupata dal nemico. Ripresa quindi la marcia verso latra direzione, dopo una breve sosta a Palcoda e passato a guado il Meduna, alle prime luci dell’alba del giorno 8, il battaglione giunse in prossimità della forcella del Prete. La mancanza di riposo e di vettovagliamenti, aumentarono il numero dei dispersi del reparto: non restavano che meno di duecento alpini del Val ’Ellero e circa un’ottantina di soldati di altri reparti. Nonostante la situazione fosse disperata, con il nemico che aveva ormai occupato tutta la valle, i superstiti non rinunciarono ad un ultimo tentativo per sfuggire alla cattura, e venne deciso di dirigersi verso i monti e raggiungere l’alto Meduna. La marcia quindi riprese tra mille difficoltà e dopo aver scalato il Colle della Luna, il Meduna venne nuovamente raggiunto e attraversato all’alba del giorno 9. A Cascina Zul venne segnalata e catturata una pattuglia nemica. Il ripiegamento continuò, ma nei pressi di forcella Caserata la colonna venne bloccata da alcuni reparti nemici che le preclusero il passo. gli alpini si prepararono all’impari combattimento che iniziò violentissimo: rimasti senza più munizioni, i nostri furono costretti alla resa. I pochi superstiti che riuscirono a raggiungere le linee amiche, si radunarono nei pressi di San Pietro in Gu, dove il 18 novembre 1917 il battaglione Val d’Ellero venne sciolto.


Nell'immagine, veduta del centro di San Pietro in Gù, dove il 18 novembre 1917 venne sciolto il Battaglione Alpini Val d'Ellero.
Documento inserito il: 27/12/2014
  • TAG: prima guerra mondiale, alpini, battaglione val ellero, operazioni grande guerra, zona carnia, ortigara

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