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8 ottobre 1916: Le azioni sul massiccio del Pasubio [ di Maury Fert ]

Mentre si stava concludendo la Sesta Battaglia dell'Isonzo, sul fronte dell'Altopiano di Asiago si stava preparando una nuova operazione per rimediare alle posizioni perdute durante la Strafexpedition e non riconquistate nella controffensiva di giugno.
Gli obiettivi individuati dal Generale della 1a Armata Guglielmo Pecori Giraldi, erano lo sfondamento del Massiccio del Pasubio ad ovest dell'Altopiano e il raggiungimento della linea Monte di Bisorte - Sogli Bianchi in Vallagarina.
L'inizio delle operazioni fu previsto per metà settembre: l'attacco principale doveva essere condotto verso il Pasubio mentre due attacchi secondari avrebbero coinvolto la Vallarsa e le cime settentrionali della Val Posina, a sud di Tonezza del Cimone. Il tempo però era pessimo e le manovre tattiche vennero subito sospese.
Le giornate seguenti servirono per ripensare alla strategia e a concentrare l'attacco verso un solo obiettivo considerato il fulcro di tutta l'azione difensiva austroungarica sul Pasubio. Questo punto venne individuato sul Dente Austriaco una cima di 2.206 m d'altezza sulla prima linea, a poche decine di metri dalla prima linea italiana costituita dal Dente Italiano. Nelle postazioni vennero così concentrati 20 pezzi di grosso calibro 87 di medio e 108 di piccolo.
L'8 ottobre il tempo migliorò e la battaglia ebbe inizio: le bocche da fuoco lanciarono una quantità di munizioni impressionante sul Dente Austriaco che ben difeso rispose con altrettanta violenza. Le due montagne si trasformarono in un vero e proprio vulcano in eruzione.
Nel pomeriggio del giorno seguente la fanteria riuscì ad avanzare ad ovest conquistando l'Alpe di Cosmagnon del Torri del Sogi e i Roccioni della Lora. A questo punto si crearono le condizioni favorevoli per un aggiramento del Dente Austriaco da occidente, ma tutti i tentativi dei battaglioni Alpini "Monte Berico" e "Aosta" fallirono.
Il 20 ottobre una tremenda bufera di neve pose termine a questa operazione che fece perdere ad entrambi gli schieramenti circa 4.000 uomini. Conseguentemente l'arrivo dell'inverno bloccò anche il Gen. Mambretti e il Corpo Truppe dell'Altopiano che avrebbero dovuto tentare la riconquista della Cima Portule all'estremità settentrionale dell'Altopiano.

Nell'immagine, costruzione di una trincea sul Pasubio.
Documento inserito il: 21/02/2015

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