Cookie Consent by Free Privacy Policy website Tutto storia, approfondimenti: 1924/2014 – Il 90° anniversario del faro Crispi nella Somalia italiana
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1924/2014 – Il 90° anniversario del faro Crispi nella Somalia italiana

di Alberto Alpozzi

LA STAMPA “Quel faro di origine torinese che teneva lontani i pirati”

Il primo faro a capo Guardafui, in Somalia, venne ufficialmente terminato e quindi attivato il 5 aprile 1924, durante il governatorato del quadrumviro torinese Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon, fornendo così il promontorio di un moderno segnalamento contro i naufragi che per anni erano stati uno dei maggiori problemi per i bastimenti che dovevano doppiare il Corno d’Africa. Venne intitolato a Francesco Crispi, lo statista assertore dell’espansione italiana fuori dai propri confini.

Il nuovo faro era un semplice traliccio metallico alto 15 metri, progettato dall’ufficio tecnico dei fari di Napoli su indicazione del Ministero della Marina mentre la direzione lavori venne affidata alla Regia Nave Marechiaro. La prima accensione di prova avvenne nella notte del 19 marzo sprigionando le 40.700 candele, visibili fino a 26 miglia, della lanterna a vapori di petrolio.
dall’articolo “Un faro torinese contro i pirati africani” de LA STAMPA 5 aprile 2014, pag. 53 di Alberto Alpozzi.

In occasione dell’inaugurazione l’allora Ministro delle Colonie, on. Federzoni, inviò all’allora Ministro della Marina, S.E. Tahon di Revel, il seguente telegramma: “Con sorprendente rapidità, il segnalamento del Capo Guardafui, frutto di lunghi studi e di accurata preparazione, è oggi compiuto, ed attesta, all’estremo lembo orientale dell’Africa la rinnovata grandezza della nostra nazione […] il governo nazionale fa uscire il nostro Paese da una situazione incresciosa per la quale si trovava di fronte alla navigazione internazionale, per la mancanza del faro, tante volte richiesto e promesso in uno dei punti più frequentati e pericolosi del traffico mondiale”.

Ad oggi purtroppo non restano che rare pubblicazioni d’epoca, d’archivio e vecchi libri scolastici per la memoria storica di un’opera architettonica, scientifica e militare di pubblica utilità, realizzata dalla Regia Marina Italiana, quale era il faro, oggi simulacro di un’epoca e di un’italianità perduta, andata perduta come la targa bronzea commemorativa che ivi fu posta a ricordare i primi bastimenti italiani che oltrepassarono il nuovo canale di Suez al comando del “Capitano DE ALBERTIS l’intrepido navigatore” e del “Veterano delle guerre di liberazione d’Italia Generale NINO BIXIO”.
Documento inserito il: 17/06/2015

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